Cosa
c'è stato prima di questo bicchiere di Scotch? Mh? Quanti
altri ne
venivano?
Inghilterra
non lo sa. Che vantaggio ne avrebbe tratto dal mettersi a contare?
Probabilmente solo un gran mal di testa. Inghilterra allora decide di
posare la bottiglia (almeno così la smetterà di
cercare di
ricordare quanto ha bevuto e da quanto tempo ha smesso di usare il
bicchiere per farlo) e torna a preoccuparsi del suo compagno.
«Allora,
America-» dice e si sporge verso di lui «di che
cosa vogliamo
parlare?»
Forse
puzza un poco di alcool, perché America fa una smorfia
–
veramente, è la sagoma di America a fare una smorfia, lui
vede solo
dei contorni sfocati – e cerca di indietreggiare. Ah,
maledetto
America, ogni volta che Inghilterra gli si avvicina, lui cerca di
aggirarlo o di allontanarsi. Però questa volta ci
è riuscito, a
portarselo in una stanza vuota e a costringerlo fermo su di una
sedia.
«I-io...
Veramente-»
E
poi perché balbetta? America non dovrebbe balbettare per
comportarsi
da America. Inghilterra vuole sentirlo urlare ai quattro venti che
razza di eroe che è lui.
«Ma
non dicevi che qua sotto c'era la Florida? E che era uno degli Stati
più fiorenti?»
Inghilterra
scava nelle sue mutande ancora un po', poi con l'altra mano recupera
la bottiglia e ne beve un'altra lunga sorsata. Sarà mica
colpa sua
se la Florida se ne sta rivolta verso sud? No, non può
essere colpa
sua, decisamente no. Sarà colpa di... Francia.
Sì, Francia non c'è,
ma la colpa è sicuramente sua.
Allora
muove la mano ancora un pochino, America fa un verso strozzato e si
irrigidisce. E stringe un orso di peluche. Da quando America ha un
orso di peluche?
«I-Inghilterra...
Io credo che d-dovresti smetterla di-»
«Sì,
hai perfettamente ragione. Adesso vado a dire alle mie fatine di
portarmene un'altra bottiglia.»
Allora
Inghilterra parla con quella che indossa quel vestitino tutto lilla e
luccicante, che sussurra qualcosa alle fata con le scarpe color
magenta, che a sua volta vola veloce dall'unicorno. E l'unicorno
prende una bottiglia di brandy e la porge al pixie, che la passa alla
fatina, che vola da lui e gliela porge.
America fa una
faccia stranita, perché Inghilterra ha teso la mano verso il
tavolo,
ha ringraziato qualcuno che non c'è e poi ha afferrato la
bottiglia.
«America,
ne vuoi un goccio?»
E
la mano la tiene ancora saldamente infilata nei suoi pantaloni,
perché allontanarla sarebbe un grave errore.
America
scuote la testa e Inghilterra si inginocchia per terra.
«Mh.
Ho capito, a te piace che siano gli altri a usare la bocca.»
Inghilterra
è lì per terra da quindici minuti circa e sta
ancora lottando con
l'ultimo dei bottoni. Ma proprio non ne vuole sapere di aprirsi.
Quando lui naviga in acque calde ed accoglienti, evidentemente il
mare si agita.
Quando
finalmente ci riesce, è chiaro che America è
contento. Perché a
quel punto fa un salto di quelli di gioia che ti vengono solo quando
Francia perde contro qualcuno a caso, basta che perda. Inghilterra
sorride, poi barcolla e si china in avanti.
L'aveva
letto su un sacco di riviste che la Florida era calda ed accogliente.
Lui aveva sempre voluto andarci, per trovare il suo America e stare
un po' insieme, ma non ne aveva mai avuto l'occasione.
«Che
bello, che bello, che bello, vero America? Che bello!»
Strofina
la faccia, dà tanti di quei baci da far venire la nausea
perfino a
Francia, tocca, palpa, abbassa boxer con foglie d'acero disegnate
sopra, afferra la bottiglia, beve, tocca ancora e poi addirittura
lecca.
Inghilterra
allora manda giù un altro po' di brandy e si avvicina di
nuovo.
Sente i muscoli delle gambe di America tendersi, mentre lui s'impegna
davvero tanto a non soffocarsi con la Florida. Perché
– diamine –
mica se la immaginava così estesa!
Su
e giù con la testa, poi alza il viso e si lecca le labbra
bagnate
come quelle coste, guarda America e fa un sorriso furbo (o almeno ci
prova) che altro non fa che accentuare la sua espressione totalmente
estasiata. Perché era una cosa che voleva fare da tanto,
esplorare
la sua America.
America
però è completamente rosso. Gli piace
così tanto? Lui di
esperienza in quel campo non ne ha molta, tutto quello che sa lo ha
appreso da quella stupida rana che vive al di là del mare e
che ogni
tanto allunga le mani sul suo posteriore.
Inghilterra
però perde spesso il filo dei suoi pensieri, continua a
lavorare di
bocca sulla Florida (che ora non è più abbassata
verso il sud) e
mentre lo fa sorride, perché ha ancora tre bottiglie
d'alcool tutte
per sé, perché le fatine si stanno complimentando
per l'ottimo
lavoro e perché perfino America ne sembra compiaciuto.
«Posso
toglierti i pantaloni?»
America
sbatte le palpebre un paio di volte, Inghilterra prende tutto per un
sì e sembra quasi un animale affamato quando tira via la
stoffa
dalle caviglie, la fa scivolare lungo la gambe fino ad arrotolarla
sul pavimento e lasciarla lì, indegna di qualunque altro
tipo di
attenzioni.
«Inghilterr-»
Poi
comincia a fare il reso conto di quella zona di terra,
perché è da
tanto che non ci fa una visitina, quindi è più
che lecito volerla
toccare, baciare e succhiare.
Perché
l'interno coscia di America ha un buon sapore. Non è come
quello che
si ricordava, ma questo probabilmente è dovuto al fatto che
lui lo
ha cacciato via, perdendo ogni forma di buon senso. Nemmeno la pelle
calda all'altezza dell'inguine se la ricordava così, ma gli
piace lo
stesso. Perché (e da sobrio questo non lo ammetterebbe mai)
della
sua America gli piacciono tante di quelle cose che l'elenco
sembrerebbe infinito. A cominciare da Nantucket, per finire alla
Florida.
Inghilterra
gli infila ancora una volta la testa tra le gambe. Curioso,
è
riuscito a strappargli i boxer – letteralmente, a dividerli
in due
parti perfettamente uguali – usando una mano sola.
È evidente che
migliorando di giorno in giorno.
Mentre
continua a muovere le labbra, a far ruotare la lingua
sull'estremità
di quella zona, sente che America gli mette una mano in testa.
È
adorabile, ora, perché sa che vuole che lui continui,
perché
Inghilterra gli piace ancora e allora si sente maledettamente felice,
mentre è inginocchiato per terra e gli stringe le mani sulle
cosce.
«Canada,
credo che adesso dovremmo tornare a casa!»
A
quel punto America si gira di scatto verso la porta chiusa,
perché
qualcuno dall'altra parte sembra proprio avercela con lui.
«Sai,
Francia ha detto che in giro c'è Inghilterra ubriaco. E io
non
vorrei che-»
Inghilterra
stringe gli occhi quando una striscia di luce lo illumina. Poi
però
entra una sagoma e sulla sua faccia c'è di nuovo ombra. E
allora,
dopo aver sentito il rumore dell'interruttore che viene premuto, si
volta verso l'ingresso e guarda America. Poi ritorna sulla Florida
all'insù, sale con gli occhi, e vede America.
Ingresso,
America. Sedia... No, evidentemente c'è qualcosa che non va.
«Canada,
credo che sia proprio il caso di tornare a casa.»
Canada
annuisce timidamente. Il Québec (sì, la zona
dovrebbe essere più o
meno quella) viene prontamente ricoperto da una mano.
Inghilterra
allora sembra pensieroso, con le sopracciglia aggrottate e la lingua
tra i denti. E gli sembra lecito e doveroso attaccarsi di nuovo a una
bottiglia, la prima disponibile.
«Oh...
Credevo fossi America.»
Scritta
per il p0rn Fest
col prompt "Oh, credevo fossi America" e partecipante a Fiumi di Parole.
E recensite, così io saltello, voi saltellate, essi
saltellano e la Florida spiccherà il volo!