In
gran
segreto
-guarda chi
c’è-
Era Draco Malfoy con moglie e
figlio, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava cominciando
a
stempiarsi, il che enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli
assomiglia
quanto Albus assomigliava a Harry. Draco si accorse che Harry, Ron,
Hermione e
Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si
voltò.
-e così quello
è il piccolo
Scorpius- commentò Ron sottovoce -cerca di batterlo in tutti
gli esami, Rosie. Per
fortuna hai il cervello di tua madre-
-Ron, per l’amor del
cielo-
ribatté Hermione, un po’ seria un po’
divertita -non cercare di metterli contro
ancora prima che la scuola sia cominciata!-
-hai
ragione, scusa- concesse
Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse –non
dargli troppa confidenza,
Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue-
*Harry
Potter e i doni della morte* J.K.Rowling
Una
bimba dai lunghi capelli rossi a boccoli stava entrando nel suo
scompartimento
sul lungo treno scarlatto che l’avrebbe portata ad Hogwarts.
Era eccitata, la
sua prima volta su quel treno. Non vedeva l’ora di arrivare
per poter anche lei
iniziare la sua vita dentro quella scuola di cui le aveva parlato tanto
la
madre. Tuttavia era anche un po’ spaventata, non era mai
stata così tanto tempo
fuori di casa. E se non si fosse ambientata? Se fosse rimasta, proprio
come ora,
sola in una stanza? Tutti i suoi cugini, cioè le uniche
persone che conosceva,
erano con i propri amici e persino Albus, primino come lei, stava
già ridendo e
scherzando con gli amici di suo fratello, James.
Rifletteva
su tutto questo, con un misto di eccitazione e preoccupazione dentro,
quando la
porta dello scompartimento si aprì mostrando la figura di un
bimbo della sua
stessa età. Nessuno stemma scintillava ancora sul suo petto
come, del resto, su
quello di Rose. Era lo stesso bimbo che il padre le aveva detto di non
frequentare, quello con i capelli di un biondo particolare.
-posso..posso
sedermi qua?- chiese il bimbo incerto.
-no,
non puoi- gli rispose spigliata Rose incrociando le braccia.
-e
perché?- domandò allora il bimbo, un
po’ stupito dalla risposta.
Rose
arrossì di imbarazzo- papà mi ha detto che non
devo fare amicizia con te-
rispose lei con la semplice innocenza dei bambini.
-oh-
il bimbo non sembrava particolarmente sorpreso ora
–è per via di mio padre,
vero?- domandò ancora, rimanendo sulla soglia della porta
con lo sguardo basso
mentre il treno iniziava a muoversi.
-si,
credo di si- gli rispose sempre sincera lei. Improvvisamente si
sentì in colpa,
infondo quel bambino non le aveva fatto nulla -senti che ne dici se
siamo amici
in segreto?- chiese allora lei, inebriata da quella cosa proibita.
-davvero?-
chiese illuminandosi lui. Rose annuì sorridendo felice di
averlo reso di nuovo
allegro. Il bimbo si sedette di fronte a lei tendendo una mano.
-Scorpius-
disse.
-Rose-
rispose lei stringendogli la mano.
Niente
cognomi, niente distintivi. È questo il bello dei bambini,
si è solamente Rose
o Scorpius niente di più niente di meno.
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-amore,
io sto andando-
-non
puoi, non ho visto il vestito- disse la voce di un uomo cercando di
sbirciare
dentro la stanza accanto la sua.
-non
ci provare nemmeno, lo sai che porta sfortuna!- strillò una
ragazza
precipitandosi a sigillare la porta poggiandoci le spalle contro.
-dai
lo sai che scherzo- rise lui. Sorrise anche lei senza che lui potesse
vederla.
-allora
io sto andando- disse –e non sbirciare- aggiunse
allontanandosi cautamente
dalla porta.
-va
bene. Io sarò quello in smoking- disse la voce del ragazzo
leggermente
soffocata da dietro la porta.
-mmm..ti
potrei anche scambiare per un testimone se dici così-
scherzò lei.
-no
che non potresti- stette al gioco lui.
-E
perché?-
-perché
nessuno sarebbe bello quanto me- ragionò ricevendo come
risposta un “narcisista”-
e poi nessun testimone ti guarderebbe come faccio io, mio piccolo
amore-
continuò lui.
Lei
arrossì senza poterlo evitare. Era così dolce
delle volte.
-Scorpius?-
-si
dimmi Rosie-
-ti
amo- disse rivolta alla porta.
-anche
io amore, anche io-
-lo
so, non sarei qui altrimenti. Ora vado a dopo- disse leggermente
imbarazzata.
-a
dopo-
E
mentre una ragazza, ormai donna, vestita di bianco entrava dentro una
limousine
già piena di cugine festeggianti, le vennero in mente due
bambini che in gran
segreto erano diventati amici e, senza saperlo, anche amanti.