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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    31/01/2010    2 recensioni
[NamixRufy (anche se all'inizio non sembrerebbe), FrankyxRobin]Sono passati venti anni, e Rufy è diventato Re dei Pirati. Tuttavia, un giorno, scompare improvvisamente. Nami trova uno strano oggetto luminoso, che le fa 'vedere' che Rufy si trova in pericolo. Nottetempo, uno sconosciuto approda sull'isola dove lei, Rufy, Zoro, Robin e Franky si erano stabiliti. Il suo galeone, il 'Bringer of Death' si è 'casualmente' arenato... La navigatrice e il suo gruppo, composto anche da sua figlia e quella di Franky e Robin, dovranno accettare il suo aiuto...
[Era sicura di non aver mai incontrato un veliero simile, non era per nulla familiare: il legno in cui era costruito era nero, reso lucido dalla pioggia. I parapetti erano d’oro, così come la polena, raffigurante un leone ruggente dall’intricata criniera, con una lacrima di diamante nell’occhio sinistro. Le vele erano spiegate, color crema, dalle finestre del cassero di poppa si vedevano le fiamme verde smeraldo di piccole candele. Il resto del galeone era perso nell’oscurità. Un fulmine saettò nuovamente in cielo, illuminando per un attimo la bandiera della maestosa imbarcazione, situata sull’alberetto di controvelaccino, ovvero nel punto più alto dello scafo: raffigurava un teschio con le corna di cervo, contornato da una collana di spine...]
Introduzione modificata per tag br finale.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nami si osservò intorno.

Lux aveva ragione, la nave sembrava una reggia di lusso sì, ma davvero lugubre: anche l’interno era nero, comprese le pareti, a eccezione delle porte che erano color avorio. Unica fonte di luce erano le fiaccole appese alle pareti, che ardevano di fuoco verde, rendendo il suo volto e quello degli altri stranamente surreale: deformava i tratti, l’ambiente, infondeva uno strano senso di freddo nell’anima. Robin aprì una porta di quello che era un lungo corridoio ed ebbe modo di essere la prima a notare l’eccentrica mobilia della stanza, tra cui spiccava un pianoforte (intonato al resto della piccola stanza) cabinet, solo che al posto dei tasti aveva delle zanne. Il sedile poggiato lì davanti aveva la forma di una gigantesca mano artigliata e squamosa, e chi si sedeva aveva veramente l’impressione che quella cosa fosse viva, pronta a richiudersi in qualsiasi momento. Ma solo quando la donna mora si avvicinò allo strano strumento musicale vide quel che avrebbe dovuto notare fin da subito: un quadro gigantesco, dalla cornice platinata, con sotto una targa d’oro con scritto ‘Mater’. Ritraeva una donna apparentemente giovane fino al busto, di profilo, austera. Aveva gli occhi coperti da un velo nero e una testa di volpe impagliata come cappello, ai lati del viso altri veli di verde chiaro. Un rosario buddista al collo, vestita di un elaborato kimono junitoe, che sembrava parzialmente fatto di… Squame? Queste erano verde accesso, i bordi bianchi. I capelli castano scuro erano in parte fuoco azzurro, legati in un lungo codino. Robin si avvicinò ancora… La figura aveva la croce del Governo cucita sulla spalla del junitoe… Non si era accorta che era rimasta indietro e Nami, Franny e Franky erano andati via. La porta della stanza si chiuse alle sue spalle, all’improvviso, con un tonfo secco. Sentì un sospiro provenire dal quadro e perse conoscenza, forse per lo spavento, forse per qualcos’altro...

“Mamma, eccomi”

 

Tsunami raggiunse la madre nella sua stanza. Questa aveva in mano una lanterna, unica fonte di luce, che preparava le coperte del letto a due posti, nere con pizzi bianchi agli orli.

 

“E questo sarebbe un galeone pirata? Sembra una nave di lusso”

“Hai ragione, Tsunami. Hai visto, c’è tutto… Quel Lux non vuole far mancare nulla ai suoi ospiti”

 

Disse la rossa, mentre si specchiava nella specchiera di mogano e si pettinava con un oggetto molto più simile a una mano tagliata che a una spazzola. Una volta fattasi l’abitudine poteva anche essere piacevole vivere lì, ma… Il senso di solitudine sembrava fare da padrone sempre e comunque.

Lux Lucis aveva sempre trascorso tutto il tempo in quelle stanze, prima di trovare la sua ciurma? Aveva mai sofferto la mancanza dei suoi famigliari?

Qualcuno bussò alla porta. Le due dissero ‘avanti’ e la porta di aprì. Era Zoro.

 

“Ma come, a voi la cabina di lusso e a me quella con il letto a forma di bara?!”

“Zoro, non siamo venuti qui per i reclami!”

“Oh, già. Io e Franky stiamo cercando Robin. Franny sta già dormendo, per questo non è con noi”

 

Passi risuonavano sul pavimento di legno scricchiolante.

Una mano pallida si posò sulla spalla dello spadaccino, allarmandolo. Era Robin.

 

“Robin cara!”

 

Esclamò Franky.

Robin aveva un’espressione tranquilla, eppure aveva qualcosa di strano. Lo sguardo, tanto per cominciare, era vagamente ‘spento’ e sembrava reggersi in piedi con grande sforzo.

 

“Sarai stanca, guardati, stai per crollare dal sonno!”

“Sto benissimo”

“Sicura?”
”Affermativo”

 

Poco convinto, il cyborg la prese delicatamente e la portò in una delle stanze vicine, dove Franny russava sonoramente. Zoro si rassegnò al fatto di dover dormire in una bara e se ne andò, borbottando. Nami chiuse la porta e andò a letto, dove Tsunami cercava di prendere sonno.

 

“Manco due secondi che vengono a rompere e già l’hanno trovata?”

“Tsunami! Robin non mi sembrava molto in forma…”

“Non lo saremo nemmeno noi se faremo nottata, mamma”

 

L’ex navigatrice si sistemò sotto le coperte e guardò pensierosa la lanterna che aveva poggiato sul comodino lì accanto. La loro amica sembrava strana…

Due ore dopo, Lux diede il cambio con il suo timoniere e si ritirò nelle cabine. Si diresse nella stanza dove Robin era rimasta intrappolata e aprì la porta. Inspirò l’aria circostante e, come avvertendo che un corpo estraneo era stato lì, tornò indietro, fino alla stanza di Robin. Bussò ed ecco la donna, in vestaglia, con una candela semi consumata in mano, gli occhi vitrei.

 

“Ancora non dormi? Strano”

“Sei tornato sottocoperta”

“Già. Perché sei andata nella Stanza?”

 

Di colpo, la mora accusò un forte mal di testa.

I suoi occhi avevano appena ritrovato la vita, azzurri e brillanti come non mai.

 

“Stanza?”

“Oh… Mi sembra di capire… Non importa. E’ una stanza piccola con un pianoforte e un quadro. Se ti capiterà di ritrovarla, non entrarci! Sai… Ha il vizio di ‘possedere’…”

 

E con queste parole misteriose, sussurrate quasi con odio, Lux congedò Robin, che si domandò cosa ci facesse ancora in piedi.

 

--------------------------------------------

 

Il mattino dopo, la ciurmaglia si mise di buona lena a lavoro: durante la notte, erano incappati in un banco di nebbia, ma secondo Lux Lucis era un buon segno, perché voleva dire che erano vicini alla Taverna del Marine Annegato, e a confermarglielo furono le luci di due lampioni in lontananza. Tsunami si stupì di vedere come tutti, compreso ‘Cervobianco’, tornarono correndo sottocoperta, facendo segno a sua madre, Zoro, Robin, Franky e Franny di fare lo stesso.

 

“Cosa stiamo facendo? Perché ci nascondiamo?”

“Ah, donne… Mai state alla Taverna del Marine Annegato, vero?”

 

Sospirò seccato il capitano a Nami.

Questa, innervosita, fece finta di non averlo sentito.

 

“Quella Taverna è un postaccio! Se dobbiamo andarci, abbiamo bisogno di, per così dire, vestirci a tema!”

 

Una volta sotto, arrivarono in un’altra stanza piena di forzieri, dai quali i pirati estrassero dei mantelli neri che si avvolsero addosso, si abbassarono il cappuccio sulla testa e infine presero delle maschere d’argento. Il gruppetto notò che nessuna aveva i buchi per gli occhi e tutte avevano la forma del viso di un animale: coccodrilli, serpenti, leoni e altre fiere, ma solo Lux Lucis ne aveva una unica, solo per sé, a forma di cervo con tanto di corna d’oro. Se la sistemò e ne porse altre agli ‘ospiti’. 

 

LA BRINGER OF DEATH E’ QUI! IL CAPITANO CERVOBIANCO STA ARRIVANDO!”

 

Gridò una vedetta che stava seduta sopra la taverna.

Lux Lucis spiegò che è così che di solito evitano intrusioni da parte della Marina.

 

“Benvenuti alla più sudicia, pericolosa, peggiore taverna dei mari”

“Proprio così, Capelliverdi. Ricordatevi tutti che non dovrete chiamarvi per nome! Non vogliamo essere scoperti, dico bene?”

“Capitano Cervobianco!”

“Tu sarai Gazzellarossa”

 

Ecco che Tsunami aveva appena avuto il suo soprannome.

Lei sorrise di cuore, anche se la maschera celava la sua felicità.

Ormeggiarono il galeone al molo, vicino a una nave appena più grande della loro imbarcazione, ma la nebbia impediva di capire di chi fosse.

Aprirono la porta ed entrarono. Nami finalmente capì il motivo del loro ‘travestimento’: a quanto pare, avere il volto coperto andava di moda, alla Taverna del Marine Annegato. I pirati, tutti  incappucciati che facevano baldoria, subito si ammutolirono al loro ingresso, compreso un uomo (l’unico a volto scoperto) dai capelli rossi al bancone, che posò l’alcolico che stava sorseggiando per squadrare la ciurma che stava entrando in quel momento, avvolti di nero e nascosti dalle maschere, in fila indiana.

 

“Ora silenzio, lasciate parlare me!”

 

Sussurrò Cervobianco con noncuranza.

 

“Il solito beverone tossico, sbrigati barista! Voi altri che prendete? Gazzellarossa, offro io”

“Cosa c’è sul menù?”

“Menù? Kon kon kon!”

 

Il capitano si coprì istantaneamente il punto della maschera corrispondente alla bocca: adesso praticamente tutti si erano voltati a guardarli, e l’uomo dal volto scoperto posò così violentemente il bicchiere in vetro dal quale stava bevendo da romperlo. La sedia di legno di un tavolo strisciò e da essa si alzò un uomo alto, anch’egli coperto da varie stoffe scure. Si fece largo tra la folla e picchiettò leggermente la spalla di Cervobianco.

 

“Sa, quella risata è molto familiare, signore. Posso chiederle se ha qualche relazione con il Governo Mondiale?”

“Io? Noooo…”

“Che fa? Mente sapendo di mentire?”

“E’ probabile”

 

Zoro, seppur lontano dal bancone, riconobbe la voce sentita anni addietro: era un Ammiraglio. L’Ammiraglio Kizaru, per essere precisi. Probabilmente era una nave della Marina quella vicino alla loro… Ma che cosa ci faceva lì uno del Governo?

L’uomo dai capelli rossi si affrettò a ritirarsi tra le ombre, dato che il locale era illuminato solo da qualche candela.

 

“E allora mi dica, quale malvento la porta qui?”

“Signor Cervobianco, credo che questa non sia una cosa che la riguardi”
”Davvero? Allora a lei che importa se ho relazioni con il Governo?”

 

Evidentemente Lux Lucis non aveva idea di chi fosse l’uomo con cui stava parlando.

Quest’ultimo, con un gesto rapidissimo, gli serrò la gola. I pirati cominciarono ad alzarsi per andar via, il più lentamente possibile in modo da non attirare l’attenzione e allo stesso tempo vedere cosa stava succedendo. La ciurma di Cervobianco accorse in suo aiuto, ma egli fece loro cenno con la mano di stare fermi.

 

“Allora a lei non importerà se vedo chi nasconde questa maschera”

 

Successero molte cose, in quell’istante.

L’Ammiraglio prese per un palco la maschera e gliela sfilò, i pirati si diedero alla fuga per quello che videro: da dietro (ovvero dal punto di vista di Tsunami, Nami, Robin, Franky e Zoro) si vedeva la criniera di capelli neri di Lux  e un palco di corna lignee, una parte di quello che sembrava un muso animale, lungo, marrone chiaro (quasi bianco), con chiazze argentee e un naso umido, nero. Lunghe orecchie dello stesso colore ai lati della testa, Cervobianco incornò Kizaru al cuore.

 

“Oh, non me lo aspettavo!”

 

Si scompose immediatamente in luce, illuminando tutta la taverna e i volti sorpresi dei presenti. Lux Lucis ordinò alla ciurma di tornare alla nave e salpare senza di lui. Era evidente che era egli a non aspettarsi un uomo che si scomponesse in luce, e così  Tsunami non capiva più nulla: chi era quell’uomo? Come faceva a conoscere Lux? Aveva sentito il panico dei suoi compagni, di sua madre…

 

“SCAPPA CERVOBIANCO! QUELLO E’ UN AMMIRAGLIO!”

“LO TRATTERRO’! SO GESTIRE QUESTE SITUAZIONI!”

 

Nami cercò di trascinarlo via approfittando della confusione, ma venne trascinata fuori dalla folla insieme agli altri. Era sorpresa: Lux Lucis era davvero così coraggioso, o semplicemente stupido? Un ammiraglio era un pericolo reale e, anche se il ragazzo sembrava cavarsela, non poteva competere contro Kizaru, che si materializzò dietro di lui.  

 

“ROULETTE ZODIACALE! GEMINI!”

“Ahah, il piccolo Bambi sa difendersi!”

 

Lo derise l’uomo, schivando abilmente due colpi sferrati con le mani ora artigliate e squamose di Cervobianco. Si stava prendendo gioco di lui, cosa che lo mandava in bestia, facendogli perdere la concentrazione.

 

[E di questo si sarebbe pentito molto presto: cedere alle provocazioni, lasciarsi trasportare dagli insulti, è una delle debolezze dell’animo umano]

 

“Ridammi la mia maschera!”

 

Ringhiò, arrabbiato. Da sotto l’elegante soprabito spuntò una lunga coda serpentina, che sferzava l’aria come una frusta, le scaglie rilucenti alla poca luce delle candele. L’ammiraglio sembrava sinceramente sorpreso, ed esclamò…

 

“Pensare che il cervo bianco è considerato simbolo di divinità, in eterna lotta contro il male, rappresentato sotto forma di serpe… Sei una contraddizione vivente”

 

Cervobianco spazzò il pavimento con la coda, sollevando un polverone che si disperse tutto attorno. Corse dove sapeva trovarsi la porta, sperando che l’Ammiraglio si fosse distratto con quella manovra, ma sentì una stretta salda vicino alla punta della coda: era l’uomo con i capelli rossi, in una mano la sua maschera, con l’altra lo trascinava verso di sé.

 

“Dove credi di andare, sottospecie di stambecco?!”

“Per tua informazione sono un CERVO, e della specie Axis axis, comunemente nota come ‘pomellata’… MA TU SEI KIDD!”

“Esatto”

 

Disse, trascinandoselo abbastanza vicino da potergli raggiungere il collo.

 

“Ahah… Kon kon, non dirmi che ce l’hai ancora con me per quel piccolo scherzetto…”

“Quel piccolo scherzetto…”

 

E lo prese per i palchi, lasciando cadere la maschera e la sua coda a terra, sbatacchiandolo come un burattino…

 

“… MI HA QUASI UCCISO! GIURO CHE SE ORA TI STO SALVANDO, E’ PERCHE’ VOGLIO UCCIDERTI IO STESSO E USARE LA TUA PELLACCIA COME SCENDILETTO!”

 

Lux Lucis imitò comicamente la morte, con la lingua fuori dal muso e gli occhi spalancati.

Stava per essere strangolato da una Supernova, Eustass ‘Capitano’ Kidd e lui ci scherzava su.

L’uomo era fuori di sé, ansimava, continuando a tenerlo stretto. Poi lo lasciò, si addentrò tra la polvere e sparì. Cervobianco raccolse la maschera e corse fuori, appena in tempo per vedere il suo galeone partire senza di lui.

 

“EHI!”

 

Prese la rincorsa, mentre con un semplice soffio creò fiamme verdi che lo avvolsero, per poi lanciarlo come un cannone, sulla Bringer of Death. Aveva ripreso le sue solite sembianze, ma si era rimesso la maschera.

 

“Forza! Ora vi faccio volare via di qui!”

 

Le fiamme si materializzarono di nuovo sotto l’imbarcazione, ricoprendola completamente. Cervobianco stava per usare la stessa manovra che aveva usato per arrivare lì.

 

“Tenetevi forte! Signore, sentitevi libere di aggrapparvi a me!”

 

Il galeone schizzò come una freccia in cielo, passando sopra la Taverna del Marine Annegato e sopra i pirati stupiti, che li seguirono con lo sguardo.  

  

  
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