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Autore: CipDebbi    01/02/2010    2 recensioni
[..] Mi sedetti sulla tavoletta chiusa del Water e appoggiai la testa al muro. Il freddo contatto provoco' in me decine di brividi, ma per niente paragonabili a quelli che avevo sentito il giorno stesso.
Era inutile negarlo. Quel ragazzo mi piaceva, e molto. Avevo sempre avuto un deboli per gli stronzi, e qualcosa mi diceva che lo era anche lui. Oh, si se lo era. 
Mi ero sempre ritenuta una ragazza a modo, con dei principi, seria e responsabile, ma cio' non significava che quando c'era da farmi male non ci riuscissi. Mi è sempre piaciuto vivere una storia intrigante, romantica, come quelle che leggo nei miei adoratissimi libri.
Eppure, anche se adesso ho appena compiuto ottant'anni, allora ne avevo appena diciassette, e credevo di essere gia' vissuta.
Mi sono ritrovata cosi' a scrivere queste righe, centinai di migliaia, a dire la verita', ma la cosa non mi turba. Voglio raccontarvi la mia storia, e sono gia' ad una buona parte del racconto. [..]
Lui e Lei. Mondi apparentemente uguali, ma allo stesso tempo cosi' diversi.
Mille emozioni ed un cuore che batte all'unisuono. Il loro amore, cosi' potente e vero..
Cosa successe? Non vi resta che leggere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Belle of the boulevard
Introduzione

 

Quella era una delle giornate peggiori di New York. Le nubi nascondevano i deboli raggi del sole e il venticello fresco accarezzava dolcemente i nostri capelli che ci frustavano le guancie fredde. Il viale era ricoperto da sassolini biancastri e gli alberi sembravano far da cornice a quella vista meravigliosa. Camminavo silenziosa, con lo sguardo basso a contemplare il terreno e non ascoltavo minimamente cio' che diceva Kimberly. Erano ore che mi parlava del suo nuovo ragazzo e il mio cervello si stava miseramente disconnettendo.
Mi limitai cosi' a sospirare sommossamente ed a liberarmi dai capelli che mi intralciavano la visuale. Amavo andare al Boul, il posto piu' frequentato dai ragazzi di New York. Eppure, non c'era niente di cosi' materialmente affascinante, soltando una distesa di erba verde e sempre fresca, gli alberi dalla chioma folta e il piccolo barrettino vermiglio di gente. Aggiustai ancora una volta la borsa sulla mia spalla e strinsi la mano della mia migliore amica che continuava a chiacchierare ininterrottamente. Ci conoscevamo fin da appena nate e da subito eravamo diventate inseparabili. Lei era due anni piu' grande di me, ma cio' non sembro' mai crearle problemi. A lei andavo bene cosi', piccola o grande che sia.
Finalmente la nostra visuale si amplio' e il solito gruppetto di motorini si materiallizzo' davanti a noi.
-Ehi ragazze! Ancora qualche minuto e avrei chiamato la polizia!- Kevin ci venne incontro a braccia aperte e ci stritolo' in un abbraccio, non appena fummo alla opportuna distanza.
-Esagerato.. ci siamo fermate a parlare con dei compagni di scuola- si giustifico' Kim. In realta' avevamo fatto tardi perche' ci eravamo imposte di non uscire quel giorno, e di studiare qualcosina, ma non ci riuscimmo. Cio' per me non era un vero e proprio problema, io a scuola andavo piu' che bene; il fatto era che Kim era stata rimandata in ben tre materie e non sarebbe potuta venire in vacanza in Europa se fosse bocciata, cosa al quanto probabile.
-Certo certo- Kevin ci lascio' andare e noi due respirammo, libere dalla sua morza stritolatrice. Kevin era il mio miglior amico, nonche' uno dei tanti ex ragazzi di Kim, ma fra loro era pace fatta: nessun fraintendimento, nessuna cosa da chiarire. Non si amavano piu', punto e stop; niente di piu' facile, dopotutto.
Quando ci avvicinammo agli altri, Sidney ci venne incontro euforica e con gli occhi strubuzzati ci indico' dei ragazzi occupati a parlare animatamente.
-Sid, Sid calmati per l'amore del cielo!- la scosse Kim. Sidney non rispose, ma si limito' ad indicare ripetutamente il gruppetto.
-Si, gli ho visti.. Bei ragazzi, allora?-
-Come?? Ma lo sai chi sono quelli?- parlo' per la prima volta con la sua voce nasale al quanto fastidiosa e stridula, ma cercai di non farci caso. Guardai attentamente i cinque ragazzi, disposti in un cerchio quasi perfetto. Non c'è che dire, due di loro erano davvero bellissimi.
-Chi sono?- chiesi senza distogliere lo sguardo da quelle meraviglie.
-Quello a destra è Michael Rod e l'altro è Thomas Collins- disse addolcendo la voce.
-E deve essere cosi' ovvio?- domando' Kimberly riducendo gli occhi a due fessure.
-Certo che lo è. Sono i ragazzi piu' fighi di tutta New York- mi voltai verso di lei e risi guardandola arricciarsi i capelli con fare civettuolo.
-Sono belli, non c'è che dire- ammisi calma. Sidney mi fulmino' con lo sguardo.
-Senti Sid, vai a conoscerli se ci tieni tanto no?- chiese retorica Kim. Sapeva benissimo che Sindney non si sarebbe mai fatta avanti.
-Nemmeno se fosse l'ultima cosa che faccio- disse decisa.
-Come vuoi- Kim sospiro' e rovistando in borsa ne trasse una sigaretta giallognola che accese immediatamente. La strinse fra le labbra sottili e aspiro'.
Guardai per qualche istante il fumo che fuoriusciva dalla sua bocca e poi mi voltai. Mi soffermai per qualche secondo sui ragazzi che tanto entusiasmavano Sidney, ma non trovai in loro niente di particolarmente devastante. Erano belli, si, attraenti, anche, e maledettamente sexy. Rimasi in quella posizione per qualche istante, cercando di cogliere un qualche dettaglio preciso che potesse giustificare la loro fama, ma non trovai nulla. Non ricordavo il nome del biondino che sorrideva, ma l'altro, Thomas, lo ricordavo eccome. Portava una di quelle magliette che solo al mercato le paghi 90 dollari e dei Jeans cosi' sexy da farmi girare il capo. Non portava gli occhiali da sole, come la maggior parte del gruppo, e quindi non potei non notare il suo sguardo intenso, ma non riuscivo a vedere bene il colore dei suoi occhi.
-Greta? Base terra chiama Greta- la mano che Kim mi sventolo' davanti agli occhi mi fece sussultare e distolsi lo sguardo dal ragazzo.
-Forza, dai. Andiamo- mi incito'. Mi voltai un'ultima volta, lo guardai per un secondo, e finalmente il suo sguardo incontro' il mio, fugace e debole. Non riuscii a reggere il blu dei suoi occhi. 



[Nda]

Beh', eccomi qua con una'altra storia ispirata alla canzone di Dashboard Confessional e che personalmente adoro. Non so se piacera', ma voglio almeno provarci. :D
Voglio premettere che cerchero' di non creare una trama scontata.
I commenti sono sempre ben accetti. :D:D    
                                              
                                                                             Un bacio, Debbi.

  
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