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Autore: ColdBlood     01/02/2010    5 recensioni
- Allora, dove si va stasera? – chiese, mentre tirava giù lo specchietto della macchina, per sistemarsi un po’ il ciuffo viola sulla fronte.
- A casa di Brian. – gli rispose semplicemente Matt, tenendo gli occhi sulla strada.
[...] – Andiamo a casa di quel…coso, Matt? Perché cazzo non me lo hai detto?! – esclamò, inviperito.
Matt lo guardò un attimo, prima di riportare gli occhi sulla strada. - Ma io te l’ho detto. – disse e dal tono Zack si rese conto che lo stava prendendo allegramente per il culo. Questo, ovviamente, lo fece imbestialire ancora di più.
- Dovevi dirmelo prima Matthew! –
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baby Boy

 

 

Zack uscì da casa sua, chiudendosi la porta alle spalle prima ancora che sua madre concludesse le sue raccomandazioni, e si avviò verso la strada, dove era parcheggiata la macchina di Matt che lo aspettava con il motore acceso.

Fece il giro della macchina e si sedette al posto del passeggero.

- Scusa, mia madre non mi lasciava andare. – gli fece, sorridendo un po’ imbarazzato.

Matt gli lanciò un occhiata divertita da sotto la visiera del suo cappello, poggiato sulla bandana blu che copriva i suoi capelli cortissimi.

- Va bene. Ma metti la cintura. Non voglio passare guai. – gli disse, prima di pigiare il piede sull’acceleratore.

Zacky fece subito come il ragazzo gli aveva detto. Sapeva che i suoi genitori gli davano il permesso di usare l’auto solo il sabato sera e se avesse preso qualche multa, allora poteva anche dimenticarsela.

- Allora, dove si va stasera? – chiese, mentre tirava giù lo specchietto della macchina, per sistemarsi un po’ il ciuffo viola sulla fronte.

- A casa di Brian. – gli rispose semplicemente Matt, tenendo gli occhi sulla strada.

Zack si gelò sul colpo. – Prego?! – esclamò poi, voltandosi verso l’amico che aveva già il sorriso sulle labbra dato che si aspettava quella reazione.

- Ci ha invitato a casa sua, dato che i suoi sono partiti per il weekend. – chiarì il ragazzo, poi allungò una mano verso la stereo, che aveva istallato personalmente, facendo partire il cd dei Pantera.

Subito però Zack la spense, accanendosi contro quel povero pulsante.

- Ehi, non rompermelo! – esclamò allora Matt, lanciandogli un’occhiata minacciosa.

Zack lo ignorò – Andiamo a casa di quel…coso, Matt? Perché cazzo non me lo hai detto?! – esclamò, inviperito.

Matt lo guardò un attimo, prima di riportare gli occhi sulla strada.

- Ma io te l’ho detto. – disse e dal tono Zack si rese conto che lo stava prendendo allegramente per il culo. Questo, ovviamente, lo fece imbestialire ancora di più.

- Dovevi dirmelo prima Matthew! – esclamò.

Matt allora scoppiò a ridere e si meritò pienamente un pugno di Zack sulla spalla che, comunque, non gli fece nulla, infatti continuò a ridere per qualche altro secondo.

- Avanti Zack, non prendertela! Perché ti sta così sul cazzo Brian, eh? È un bravo ragazzo! – esclamò, quando tornò mediamente serio.

Zack sbuffò e si abbandonò contro il sedile, incrociando le braccia al petto.

- Non lo sopporto è basta! – rispose, come un bambino capriccioso.

- Beh, è ora che inizi ad averci un rapporto civile però, dato che ora fa parte della nostra crew. –  ma quanto gli piaceva usare quella parola?

– L’altra sera tra un po’ finivate a fare a cazzotti! –

Zack soffiò l’aria fuori dal naso come un toro imbestialito e voltò lo sguardo fuori dal finestrino della macchina.

- Non me ne frega un cazzo. Se è riuscito a conquistare tutti voi, non vuol dire che deve conquistare per forza anche me eh! – esclamò poi.

Matt sbuffò una risata e fece spallucce.

- Come ti pare, ma comportati bene stasera, va bene? – allungò una mano verso di lui e gli scompigliò i capelli. Zack gli schiaffeggiò la mano, infastidito, facendolo ridere ancora di più.

 

 

Quando arrivarono a casa del coso, Zack aveva ancora il muso e Matthew era ancora divertito dalla faccia da cucciolo offeso che l’amico metteva su quando c’era qualcosa che non gli andava a genio.

Quindi gli mise un braccio sulle spalle, rendendo inutili tutti i tentavi di ribellione del ragazzino che di stazza, diciamocelo, non era paragonabile a lui, e suonò il campanello di quella villetta alla periferia di Huntington.

Brian venne ad aprire pochi minuti dopo, e gli accolse in casa con un sorriso a trentadue denti che diede il voltastomaco a Zack.

Era sempre così schifosamente gentile e cortese da sembrare dannatamente falso!

- Ehi Matt, amico! -

Matt gli tolse il braccio dalle spalle per stringere la mano al padrone di casa e salutarlo con un veloce abbraccio fraterno.

Zack si accorse che stava per fare lo stesso con lui, ma poi si ricompose un attimo e si limitò ad una stretta di mano piuttosto fredda.

- Ciao Zack. – il ragazzo rispose solo con un cenno della testa.

Li accompagnò in soggiorno dove si trovavano già Jimmy e Johnny.

- Ehi ragazzi! Vi stavamo dando per dispersi! – esclamò Jimmy, posando la sua birra sul tavolino davanti al divano e andando verso i nuovi arrivati.

Si lanciò su Matt che lo salutò, scoppiando a ridere.

Poi il ragazzo si staccò da lui e andò ad abbracciare anche Zack.

- Vedi di comportarti bene oggi eh, bimbo? – gli disse all’orecchio e Zack sbuffò, chiedendogli perché diavolo dessero tutti la colpa a lui di quello che era successo il sabato precedente.

Okay, era consapevole di avere almeno il cinquanta per cento di responsabilità per quella cosa – okay, diciamo anche il settanta per cento - ma anche Brian ne aveva la sua buona parte!

Invece tutti avevano fatto a lui la lavata di capo, dando invece una pacca sulla spalla del nuovo arrivato. 

E poi, odiava essere chiamato bimbo!

Si allontanò e si andò a sedere accanto a Johnny che gli strinse la mano, gli dedicò un sorriso e gli porse una bottiglia di Heineken che lui accettò più che volentieri.

 

Circa mezz’ora dopo Brian e Matt erano super presi in una battaglia all’ultimo sangue a Guitar Hero, mentre Johnny e Jimmy facevano il tifo. Zack invece rimase seduto al suo posto, scolandosi una birra dopo l’altra.

Era un casino assurdo, la musica ad alto volume e le urla dei ragazzi. La sua testa scoppiava.

- Mi arrendo, mi arrendo. Brian, sei troppo forte, amico. I’m given up. – fece Matt, ridendo e alzando le mani in segno di resa. Brian lo aveva battuto ancora una volta.

Brian rise – Avanti, chi vuole essere battuto ora? – esclamò, cercando una nuova vittima.

Zack lo assassinò con lo sguardo.

Dio, come se la tirava!

Lui era il dio della chitarra!

Lui era il super play-boy che poteva avere tutte le ragazze che voleva!

Lui era il figo della situazione!

Con il viso d’angelo, il fisico scolpito, i tatuaggi, quel modo assolutamente sexy di indossare quei maledetti jeans aderenti.

Si sorprese dei suoi stessi pensieri e scosse la testa, dandosi dello stupido e prendendo un altro sorso dalla sua birra.

- Zack? Vuoi giocare? – la voce gentile di Brian lo raggiunse. Alzò lo sguardo su di lui e si rese conto che lo stava guardando con un sorriso cortese sul viso.

Era da quando Jimmy lo aveva presentato al gruppo che quando gli parlava e lo guardava usava i suoi toni gentili. Era ovvio che lo faceva per conquistare anche lui, dato che gli altri c’era già riuscito.

Brian, semplicemente, non riusciva ad accettare che una persona non lo trovasse assolutamente stupendo, simpatico, brillante, affascinante…perfetto!  Questo credeva Zack, ed era proprio questo che gli dava sui nervi, e che glielo faceva odiare ancora di più

Lo perforò con lo sguardo. Uno sguardo freddo e distaccato.

- No, non mi va. – rispose semplicemente, con tono anche un po’ acido, posando la bottiglia vuota sul tavolino e aprendo l’ultima della confezione da sei che Brian aveva portato quando erano arrivati.

Brian rimase senza parole, non sapendo cosa dire. Forse con qualcun altro avrebbe insistito, ma sapeva che se lo avesse fatto con Zack lui gli avrebbe risposto male. Oppure avrebbe tentato di picchiarlo come la settimana precedente?

Brian non riusciva a capire perché quel ragazzino lo odiasse così tanto.

Insomma, a lui gli era stato subito simpatico. Lo aveva giudicato un bravo ragazzo, simpatico e dolce.  Lo aveva anche sentito suonare la chitarra, era molto bravo.

Invece dopo il loro primo incontro Zack non l’aveva più potuto vedere.

- Dai, gioco io! – esclamò allora Jim, cercando di salvare la situazione.

Brian si fece tornare velocemente il sorriso e diede iniziò ad una nuova sfida, che sapeva già che avrebbe vinto. Tutti sapevano che non era la chitarra lo strumento in cui Jimmy eccelleva.

Mentre i rumori in casa Haner ricominciavano, Johnny si sedette accanto a Zack e gli lanciò un’ occhiata di sottecchi, ma rimase in silenzio.

Quando iniziò a sentirsi gli occhi di Johnny addosso Zack si voltò verso di lui, un po’ annoiato.

- Che c’è John? – gli chiese.

- Brian non ti va proprio giù eh? – fece l’amico, con un sorriso divertito.

Zack sbuffò rumorosamente, ma fortunatamente in quel casino non si sentì molto.

- Non dire cose banali. Si è capito ormai. – gli rispose, forse un po’ acido.

Ma Johnny non se la prese a male, anzi, ridacchiò.

- Da cosa? Forse dal fatto che la settimana scorsa se non ti fermavamo noi, lo avresti preso a pugni? Guarda che forse le avresti più prese, che non date! – fece, facendo innervosire ancora di più il ragazzo.

- Fanculo John! Non è affatto vero! Quella è sola apparenza, sono sicuro che in una scazzottata come Dio comanda, lo metterei KO. – rispose, con enfasi, indicando Brian con la sua bottiglia.

Johnny allora scoppiò a ridere e Zack vide anche Matt, poco lontano da loro, che aveva evidentemente ascoltato tutta la loro conversazione, coprirsi la bocca con una mano per soffocare una risata.

Allora si alzò, stanco di essere preso in giro – Vado a fumarmi una sigaretta. – disse soltanto, prima di lasciare la sala ed uscire sul portico.

C’era una sedia a dondolo, li fuori, e Zack ci si sedette accendendosi poi la sigaretta che aveva “preso in prestito” dal pacchetto nella tasca della giacca di Jimmy, appesa all’entrata.

Il tabacco, così come il dondolare del divanetto, riuscì a rilassarlo un po’.

Gli dava un fastidio assurdo il fatto che tutti i componenti del suo gruppo lo vedessero come un bambino che metteva il broncio perché non era al centro dell’attenzione, perché sapeva per certo che era questo quello che i suoi amici pensava.

Perché c’era Brian al centro dell’attenzione ora.

Ma Zack gli avrebbe voluti mandare tutti a quel paese e dirgli che lui non ci voleva stare al centro dell’attenzione. Anzi, odiava avere gli occhi di tutti addosso, al contrario, evidentemente, di Brian.

Il coso gli stava antipatico perché…beh, non lo avrebbe saputo dire con certezza.

Sapeva solo che quando lo vedeva una rabbia immotivata – ma non sempre immotivata. Insomma, la settimana precedente Brian lo aveva chiaramente  provocato! – lo prendeva e non poteva fare altro che rispondergli in modo acido, guardarlo male ed attentare alla sua salute fisica.

Non sapeva davvero definire quella strana sensazione.

- Ehi…- sobbalzò un attimo, quando sentì una voce richiamare la sua attenzione, tanto era preso nei suoi pensieri.

Alzò lo sguardo e vide Brian fermo accanto al dondolo, appoggiato al muro con una spalla e le mani infilate nelle tasche dei jeans. Faceva freddino quella sera, e lui era uscito fuori solo con una felpa.

Zack fece solo un cenno con la testa verso di lui, prima di prendere un tiro dalla sigaretta e voltare nuovamente gli occhi verso la strada.

Subito dopo sentì Brian sedersi accanto a lui.

- Sta arrivando l’inverno eh? – tentò di fare conversazione il moro, guardandolo di sottecchi.

- Mhm-mhm – mugugnò in risposta Zack, senza dire altro.

Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio.

Poi Brian sbuffò, stanco di quella situazione.

- Senti Zack, qual è il problema? Ho fatto o detto qualcosa che ti ha dato fastidio? Per questo non puoi vedermi? – pose finalmente le domande che si portava dietro da un paio di settimane.

E li Zack avrebbe voluto annuire, con forza.

Tu respiri, questo basta per farti odiare!

Ma rimase semplicemente in silenzio, non sapendo cosa dire, come rispondere.

- Allora? Dai, non fare il ragazzino! Se hai un problema con me, possiamo risolverlo senza arrivare alle mani, okay? Parlamene e basta! – cercò di convincerlo ancora Brian.

Zack allora si voltò verso di lui.

Il ragazzo sobbalzò quasi quando vide gli occhi stupendi di Zack su di se. Ma era deluso perché c’era sempre freddezza e impassibilità negli sguardi che gli dedicava.

- Tu sei sempre abituato a piacere a tutti, eh Brian? Scommetto che nella vita tu non abbia mai avuto problemi. Ragazze ai tuoi piedi con uno schiocco di dita, il figo della scuola circondato da amici che pendono dalle tue labbra, no? – quelle parole erano dette con tono quasi cattivo e Brian se ne sorprese.

Cosa ne voleva sapere quel ragazzino di lui?

Avrebbe voluto dirgli che si sbagliava, che non sapeva un cazzo della sua vita, prima del loro incontro. Ma sapeva anche che non gli andava assolutamente di parlare dei suoi problemi nella sua vecchi scuola, né di raccontare altro.

Quindi rimase li, a prendersi le parole piene di veleno di Zack.

- Beh, mi dispiace deluderti, ma non puoi stare simpatico a tutti, okay? Io magari vedo soltanto il finto modesto che c’è in te! –

- Ma tranquillo, io non conto poi molto. Vogliamo scommette che, tempo un'altra settimana, e sei nel gruppo come chitarrista? – disse Zack, allungando un attimo la mano verso di lui come a voler davvero sancire la scommessa con una stretta di mano.

E allora Brian capì tutto.

Ecco qual’era il problema.

I suoi occhi erano aumentati di circonferenza e la sua espressione era cambiata.

Il ragazzo se ne accorse e si zittì, ritirando la mano in attesa di una qualsiasi reazione da parte di Brian.

Il moro scosse la testa – Dio Zack. È questo il problema? Il gruppo? Hai paura che possa prendere il tuo posto? Hai paura che i ragazzi ti cacceranno per far entrare me? – disse, realmente sorpreso.

Zack arrossì furiosamente. Sentì il sangue affluire al volto e sicuramente Brian se ne era accorto, data la sua carnagione chiarissima.

Distolse lo sguardo, senza saper cosa rispondere.

Perché Brian aveva ragione. Forse era proprio questo il motivo per cui l’aveva odiato fin dall’inizio.  Per paura e gelosia.

Il suo silenzio fu una risposta sufficiente per Brian che sbuffò una risata.

- Si, Jimmy mi ha già accennato il fatto che vorrebbe che entrassi nel gruppo. Ne ha parlato anche con Matt e Johnny. Penso che non ne abbia ancora parlato con te per il fatto che voleva ingraziarti per bene prima, altrimenti aveva paura lo avresti evirato. – disse, tranquillamente e Zack alzò immediatamente gli occhi su di lui.

A quanto pare non aveva dovuto neanche aspettare quella settimana. Aveva perso la scommessa.

- Ma se pensi che ti cacceranno bimbo, beh, sei un idiota. Vogliono me e te nel gruppo. Tutti e due. Il gruppo ne ha bisogno. – aggiunse poi, e Zack ci mise qualche secondo ad immagazzinare la notizia.

I ragazzi non volevano cacciarlo. I ragazzi volevano solo prendere un chitarrista con talento come Brian per far crescere la band. Per far migliore il loro sogno.

Zack si stava vergognando in quel momento.

Per aver dubitato degli amici che conosceva da una vita.

Per aver trattato male Brian per gelosia.

E anche per aver fatto quella figuraccia davanti al futuro nuovo componente del suo gruppo.

Quindi gonfiò le guance e distolse lo sguardo.

- Non pensare che ora il nostro rapporto sarà rose e fiori eh! E poi…non chiamarmi bimbo. Lo odio! –

 

 

°°°

 

 

- Ehi bimbo! Dove sei? – urlò Brian, entrando in casa e lasciando le chiavi della macchina sul mobiletto all’entrata.

- Sono in camera! – rispose Zack, e il ragazzo, dopo essersi tolto la giacca, si avviò verso la camera da letto.

Zack era a letto, sotto le coperte. Il naso un po’ rosso e gli occhi lucidi.

L’influenza lo aveva beccato alla grande quell’anno.

Una tazza di camomilla calda sul comodino e la televisione accesa, per ammazzare il tempo.

Quando però vide il chitarrista entrare in camera, prese il telecomando ed abbassò la voce, sorridendogli.

- Ehi – lo salutò, spostandosi un po’ più in la sul letto per fargli spazio.

Brian si sedette accanto a lui, sul materasso e lo guardò.

Il naso rosso e le guance accaldate lo facevano sembrare tenerissimo.

- Ehi, hai ancora la febbre? – gli chiese Brian, mettendogli poi una mano sulla fronte.

Era ancora bollente.

- Si, ancora un po’. Ma vedi che domani starò meglio. – gli assicurò.

- Mi dispiace che per colpa mia abbiamo dovuto annullare il concerto di domani. – disse poi, facendo una smorfia e tirando su col naso subito dopo.

Brian, ormai conosciuto come Synyster Gates, gli passò una mano tra i capelli un po’ disordinati.

- Non preoccuparti, bimbo. L’importante è che ti rimetti presto. – lo rassicurò, sorridendogli.

Anche Zack abbozzò un sorriso e si sporse un po’ in avanti.

Aveva intenzione di chiedergli un bacio, ma forse avrebbe fatto meglio a stargli più lontano possibile, per evitare di contagiare anche lui.

Ma Brian non si fece alcun problema e sporgersi anche lui verso Zack e ad unire le loro labbra.

Ora si, Zachary Baker non odiava più essere chiamato Bimbo.

E si, Brian Haner aveva conquistato anche lui. 

 

 

 

 

 

Wow. Sono riuscita a tornara a scrivere sugli Avenged. Non pensavo ci sarei più riuscita.

Ma sono contenta di averlo fatto perchè nel mondo di questa fic Jimmy c'è. E quindi non può far altro che piacermi.

è una fic che mi è venuta così, un giorno mentre mi sforzavo di fare attenzione in classe con scarso successo.

ultimamente ho pochissimo tempo per scrivere, a causa della scuola, quindi questa fic l'ho iniziata e conclusa in una sera. L'ho ricontrollata più volte, ma spero che non mi sia scappato nulla.

Fatemi sapere cosa ne pensate, okay?

Bacioni

 

 

Vale

 

 

 

 

 

  
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