Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Hi Ban    02/02/2010    3 recensioni
Pioveva. Della stramaledetta acqua cadeva giù, bagnandolo e quella era la parte peggiore. Era bagnata e lui odiava bagnarsi.
E se Hidan avesse avuto una sorella?
Prima classificata al Contest dei Sentimenti, indetto da alechan_96
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore (se il nick è diverso da quello di EFP, avvisate qui): Sakuchan_94 (black_cherry)
Titolo: You wash the blood away, little sister
Personaggi e Pairing (se c’è): Hidan, Ayako (personaggio OC)
Genere: malinconico, introspettivo
Rating: giallo (per la presenza di un linguaggio colorito, seppur poco)
Avvertimenti: one-shot, what if?
Introduzione: Pioveva. Della stramaledetta acqua cadeva giù, bagnandolo e quella era la parte peggiore. Era bagnata e lui odiava bagnarsi.
E se Hidan avesse avuto una sorella?
Note dell'Autore: Come ti avevo già detto, ho inserito un OC e ti ringrazio per avermelo permesso. Partendo dal presupposto che Hidan è il mio personaggio preferito, ho deciso di scrivere su di lui per questo motivo e spero di averlo mantenuto IC. A questo proposito: Hidan, per com’è stato descritto non sembra una persona che utilizza molto il cervello, parlando dell’anime sembra proprio non possederne uno! Beh, avendo la possibilità di ipotizzare che avesse una sorella in questa storia e ho provato a descrivere cosa può aver pensato. Non l’ho mai visto in una situazione del genere, per ovvie ragioni, ma io l’ho immaginato così.
Ora mi appello a te!xD



You wash the blood away, little sister



Pioveva. Della stramaledetta acqua cadeva giù, bagnandolo, e quella era la parte peggiore.
Era bagnata e lui odiava bagnarsi.
Starci sotto e maledirla mentalmente era un po’ contraddittorio, ma era quello che Hidan stava facendo, con tanto di sguardo molto infastidito. Non si sarebbe spostato, era la pioggia che doveva smettere di scendere dal cielo, gli sembrava logico.
Perché poi quell’altro idiota del capo li mandava in missione con quel tempo? Aveva rinunciato a tentare di comprendere l’astrusa mentalità di Pain – e anche quella degli altri membri –, ma non riusciva proprio a capire come facesse a piacergli la pioggia.
Era uno stronzo, quello era sicuro – gli aveva assegnato una missione! –, ma era anche uno psicopatico.
E con manie di grandezza e...
“Ti vuoi muovere? Se non te ne sei accorto, piove.”
... Kakuzu era un altro stronzo.
Lo aveva preso per uno stupido? L’avrebbe pagata, Jashin lo avrebbe punito. O lo avrebbe fatto lui, ma sempre in nome di Jashin. Già si pregustava la scena, di come avrebbe gioito al dolore di Kakuzu, anche se effimero, perché quello stronzo era immortale; di come gli avrebbe inflitto le pene dell’inferno, anche se poi gli avrebbe restituito il favore; di come il suo sangue si sarebbe mischiato alla pioggia battente...
Quella fottuta pioggia che lo tormentava con il suo assordante rumore mentre toccava terra, che faceva ritornare alla mente ricordi inquieti.
Era circondato da un branco di stronzi, quella era la verità.
Ayako ne era la prova, non era esclusa da quel sommario giudizio. Eccola, era una vera stronza: era tornata a tormentarlo, ancora.
Che cosa voleva saperne lei? Non capiva, non aveva mai capito. Aveva creduto fino all’ultimo che tutto era perfetto, che anche lei avrebbe avuto il suo momento di gloria. Peccato che il suo momento, il fatidico attimo che tanto decantava, quello in cui si sarebbe messa in buona mostra davanti a tutti – compreso lui –, fosse arrivato e passato quando le aveva piantato l’asta nello stomaco, senza ritegno, uccidendola.
Quando aveva permesso al suo sangue di mischiarsi con la pioggia che cadeva anche quel giorno, inarrestabilmente. Quella pioggia bagnata e inutile che marchiava quel momento nella sua mente, quando Ayako era più vicina alla morte che alla vita; cosa a cui lui aveva provveduto, insensibile alle sue implorazioni, alle richieste di salvezza.
Era stronzo anche lui, perché aveva dato ascolto a suo padre, gli aveva permesso di dargli ordini. Aveva ammazzato anche quell’idiota, se lo meritava. A lui non gliene importava niente di dedicarsi al culto di Jashin, ma avrebbe ricevuto potere. Quello aveva importanza o, almeno, così gli parve allora.
Quella notte, quando aveva accettato quella merda che era divenuta la sua vita, non aveva pensato alle conseguenze. Le subiva giorno dopo giorno, il temporale era una di quelle. Era colpa sua se aveva avuto una sorella stupida? Era stata generosa, aveva pensato agli altri, a lui. Aveva smesso di avere paura per lui, si era lasciata uccidere, aveva smesso di pregare. Era stata debole, anche se lo aveva nascosto.
Aveva tentato di somigliarli, ma non capiva la realtà.
Non capiva niente, era una sciocca.
La odiava.
La odiava e l’aveva protetta, quando il padre svuotava la bottiglia di sakè scadente che riusciva a recuperare e perdeva la ragione.
La detestava e l’ascoltava, anche se ciò che diceva per lui non aveva senso.
La disprezzava e aveva lasciato che la pioggia lavasse via il sangue dal suo corpo, perché era giusto così.
Aveva continuato ad essere felice per lui, nonostante le avesse impedito di svegliarsi di nuovo una volta che si sarebbe addormentata. Diceva che era il suo destino e che lo avrebbe compiuto al meglio, stronzo com’era.
Lo aveva tormentato con stupidaggini senza alcun senso fino a quando non aveva chiuso gli occhi; lo aveva torturato con frasi inutili e idiote – gli insulti non mancavano, lei era Ayako –, ormai dimentica dell’iniziale paura che l’aveva animata, vedendo il fratello intenzionato ad ucciderla.
Lei aveva sempre odiato il sangue e non nascondeva la sua repulsione neanche in presenza del padre, causando la sua ira. Perché lei non sapeva, era morta solo sapendo che si era sacrificata, ma non conosceva la verità. Conosceva Jashin, lo osannava così come richiesto, ma non era consapevole di quanto sangue avrebbe comportato l’abbandonarsi a lui.
Quella sera però i suoi capelli argentei erano macchiati di sangue; tutto era insanguinato, tutto odorava di sangue e pioggia.
C’era solo sangue e lei lo detestava, le faceva orrore.
La odiava perché era un’ingenua, ingenua quanto inetta. Le aveva detto che la odiava quella volta, in ogni singolo istante in cui teneva chiusa quella schifosa bocca.
Le aveva detto che non la sopportava e che era una stronza e lei gli aveva risposto che gli voleva bene anche lei.
La detestava perché era nella pioggia, sempre, e lavava via quello schifoso sangue di cui si macchiava e quel dolore che lo tormentava per colpa sua.
Continuava a sentire la sua fottuta voce, in quel momento, assordante come la pioggia. Si contendevano il primato, nonché la sua sanità mentale.
La odiava perché era la sua stronza sorellina ed era morta; l’aveva uccisa e lo tormentava con la pioggia.
Era un ipocrita, lui, ma provava astio nei suoi confronti nonostante tutto. Pregava la causa della sua morte, idolatrandola e uccidendo altri stolti per lui. Era forse lui nel torto? Era lui a sbagliare perché odiava il falso? Non riusciva a vedere la realtà per quel che era? No, era lei l’unica stronza, perché era morta.
Morta.
Anche la pioggia che cadeva a terra era morta.
Vaffanculo lei e le similitudini poetiche, erano tutte idiozie.
“Hai finito di idolatrare il nulla? Sta piovendo, muoviti o faremo tardi.”
“Tornatene a contare i soldi, eretico!”
Era meglio andare, così Kakuzu avrebbe chiuso quella schifosa bocca eretica e sarebbero taciuti tutti.
Una cosa era certa, però: odiava la pioggia e odiava Ayako. Sì, la odiava.

[985 parole]


[I personaggi non mi appartengono, né Hidan, né Kakuzu, che sono di proprietà di Masashi Kishimoto. Ayako appartiene all’autrice Nihal, che mi ha dato il permesso di usare questo personaggio.]



Image and video hosting by TinyPic


I classificata: “You wash the blood away, little sister” di black_cherry/Sakuchan_94

Grammatica e stile: 10/10 punti
Lo stile è evocativo e scorrevole, procede sempre con fluidità e cattura il lettore dalla prima riga sino all'ultima. Grammatica perfetta, senza neanche una sbavatura.

Originalità: 10/10 punti
Ho trovato la fic originale perché Hidan non è trattato come quel fanatico religioso che spesso usa parole volgari, ma anche come persona che ha avuto un passato dove Jashin non c'era ancora.

IC: 10/10 punti
Hidan è assolutamente IC: è lui, in ogni singola parola della fic, dalla prima all'ultima. Hidan è un personaggio che adoro, ma non ho mai scritto nulla di lui per la paura tremenda di andare OOC. È un personaggio complesso, con un carattere difficile da ricreare: qui, però, non ho nessun dubbio. Hidan è Hidan in questa fic.

Attinenza al tema: 10/10 punti
Bravissima. L'odio di Hidan per la pioggia, che in realtà nasconde un dolore che brucia ancora nonostante gli anni trascorsi, mi ha incantata. E poi i sentimenti che lui prova per Ayako, così ben descritti da sembrare veri...

Giudizio personale: 5/5 punti
Penso che il giudizio parli chiaro. Questa fic è perfetta sotto tutti i punti di vista. Mi scuso se posso sembrare ripetitiva, ma devo proprio dirlo tante tante volte, perché lo meriti davvero.
Sembrava fosse Hidan stesso a parlare fra le righe, trasmettendo i suoi pensieri e le sue riflessioni.
Complimenti!
Totale: 45/45 punti



Prima!**
Non ci credo ancora!**
Ci tengo molto a questa fic, anche perché il mio personaggio preferito è Hidan!**
Davvero, sono rimasta con la bocca aperta quando ho letto i risultati!°°
Cavolo, non ci credo ancora!°°
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hi Ban