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Autore: Fiery    02/02/2010    3 recensioni
-Uniti per la stessa ragione.- continuò Kevin, -Per la stessa persona.- lanciò uno sguardo alla madre, che ricambiò l’occhiata un po’ sorpresa, -Questa è per te, mamma.- augurò, le prime note del pianoforte che scivolavano leggere, riempiendo i cuori e le menti dei presenti.
Dedicata alla fan perfetta x3
Genere: Generale, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui di nuovo! Lo so, lo so, dovrei scrivere il nuovo capitolo di “Il diario segreto”, ma questa one-shot era in programma già da mesi e solo qualche giorno fa ho avuto il coraggio di aprire una nuova pagina e scrivere. Ci ho un messo po’, ma solo perché volevo che uscisse fuori bene e non affrettata.

La canzone è “The perfect fan” dei Backstreet Boys e la citazione iniziale è realmente di Denise Jonas. Come al solito i commenti sono graditissimi. *w*

Dedicata alla fan perfetta, che sia la signora Jonas o una qualsiasi altra madre, e al legame tra fratelli, o sorelle. Con tutto l’affetto possibile… alla famiglia.

Love <3

 

×××

 

The Perfect Fan

 

«Io sapevo che non si sarebbero mai arresi fino a diventare... i numeri 1.»
Denise Jonas

         

 

Le dita scivolarono leggere e veloci sui tasti del pianoforte e un sorriso gli increspò le labbra. Ad occhi socchiusi continuò a ripetere quella melodia, lenta e dolce, accompagnandola successivamente con alcune parole, cantate con un tono quasi inudibile, quasi non volesse svelare troppo di quella melodia inedita.

Come se fosse un segreto da custodire gelosamente.

-Ancora con quella canzone?- la domanda inaspettata che gli venne posta lo fece sobbalzare leggermente sulla panca nera del pianoforte, i passi udibili di un ragazzo risuonarono sul pavimento liscio del salotto dell’appartamento, -Sai, prima o poi dovrai finirla.- lo incoraggiò Joe.

Prese posto accanto a lui e puntò lo sguardo sullo spartito bianco, leggermente scribacchiato di righe nere e di correzioni di tutti i generi. Nick afferrò la tazza di the che il fratello maggiore gli aveva passato, anche il suo sguardo era puntato sullo spartito, come a voler trovare una qualche spiegazione razionale sul fatto che non riusciva a mettere insieme altri versi. Il titolo scritto a caratteri chiari, nella calligrafia comprensibile del più piccolo di casa Jonas. Frankie era stato il primo a dire quelle parole, quando l’anno prima aveva compiuto tredici anni. Stringeva la sua nuova chitarra, il regalo inaspettato della madre, quando aveva pronunciato quelle parole che l’avevano colpito subito.

-Mamma, tu sei la fan perfetta.-

E da quel momento quelle parole avevano iniziato a circolare nei suoi pensieri, trovando posto nel suo cuore.

-Sei sicuro che posso rimanere?- chiese Nick distogliendo lo sguardo dallo spartito per portarlo sul ragazzo seduto accanto a lui.

-Certo che puoi.- sorrise Joe: il solito sorriso da bambino, si ritrovò a pensare Nick. Non sarebbe cambiato mai con gli anni, -Quello che non capisco è perché mi hai chiesto di stare qui, in questi giorni.- esalò accigliato.

-Oh, beh… troppo casino a casa.- spiegò brevemente. Joe sollevò un sopracciglio, in modo piuttosto eloquente. Si ritrovò a sospirare, -Ho un ritiro pre-musicale.- cedette.

-Finalmente lo ammetti!- Joe appoggiò la propria tazza sul pianoforte nero lucido, -E sicuramente non volevi che mamma sentisse la “nuova” canzone. Che poi tanto nuova non è…- valutò con una scrollata di spalle.

-Voglio che sia una sorpresa.- confermò Nick, -Sarei andato da Hope e Mary, ma prima di tutto non sono a casa…-

-E per secondo non vuoi mettere in imbarazzo nessuno.- annuì Joe capendo tutto, -Beh… se sei qui, vuol dire che hai bisogno del tuo fantastico fratello.- si pavoneggiò.

-Sono le tre di notte, non posso chiamare Kevin!- Joe gli lanciò un’occhiataccia, che lo fece scoppiare a ridere, -Ok, scusa.- si scusò il minore, anche se un’ulteriore risata gli scappò dalle labbra.

-Stiamo per comporre una canzone in stile Jonas, eh?-

Nick trattenne un sorrisetto, -Oh, sì. Ma per farlo abbiamo bisogno degli altri due quarti della squadra Jonas…-

 

///

 

Il mattino dopo, il campanello suonò esattamente alle sette. Suono che provocò un gemito da parte di Nick, il quale cacciò la testa sotto il cuscino del divano del salotto, sul quale aveva dormito quella notte, e una rovinosa caduta dal letto di Joe, che imprecò debolmente contro le lenzuola aggrovigliate intorno alle sue gambe.

-Niiiiiiicky.- si lamentò Joe.

-Joseeeph.- fu la risposta strascicata del più piccolo.

Joe sbuffò, alzandosi debolmente dal pavimento troppo freddo per i suoi gusti. Con il passo di un bradipo percorse il corridoio che separava la camera e il bagno dalla zona “giorno”, -Sappi che ti odio…- mormorò quando passò davanti al salotto.

Nick alzò una mano, per poi sollevare il pollice in segno positivo, -Me ne farò un ragione.- biascicò.

Joe sbuffò e aprì la porta, -Perché dovete essere così dannatamente puntuali?- li sgridò.

-Buongiorno, dormiglione.- lo prese in giro Kevin, puntellò sulla spalla del fratello, che quasi perse l’equilibrio, appoggiato malamente alla porta bianca.

-Prendi poco in giro, Kev…- mormorò Joe, mentre uno sbadiglio fuoriusciva dalle sue labbra.

-Il vostro messaggio di stanotte mi ha fatto prendere quasi un colpo… non potevate aspettare il mattino per chiederci di raggiungervi?- entrò in casa Frankie, che nonostante i suoi quattordici anni aveva quasi raggiunto l’altezza di Joe.

Joe in risposta indicò con l’indice Nick, ancora addormentato sul divano, -Colpa sua.-

-Ritiro pre-musicale?- sollevò un sopracciglio Kevin.

-Purtroppo sì.- confermò con tono grave.

-Ok, prima facciamo colazione e poi ci occupiamo di questa canzone.- annuì Kevin, dimostrando ancora una volta di essere il più saggio fra i quattro fratelli, -Frankie, sveglia Nick. Joe, prepara il caffè.- una volta che furono tutti svegli, si ritrovarono in cucina a fare colazione.

-Di che canzone si tratta?- Kevin si versò una buona dose di cereali nella tazza a strisce verdi che Joe gli aveva appena passato.

-E’ per la mamma.- rispose Nick, appoggiato all’isola centrale della cucina, -Ci sto pensando da parecchio tempo e ho già abbozzato parte della melodia, ma non posso comporla da solo.- sorseggiò il suo caffè amaro.

-Vedere, vedere, vedere.- insistette Frankie. I quattro fratelli si spostarono in salotto, dove sul leggio del pianoforte era ancora presente il pentagramma usato quella notte da Nick e un pacco di fogli disordinati sulla superficie liscia dello strumento.

-Ecco!- Nick tirò fuori un foglio, a quadretti e con tutte le probabilità strappato da un quaderno. Lo passò al più vicino di loro, ossia Frankie, che riconobbe immediatamente la propria calligrafia dell’anno prima.

-Ma…- Frankie alzò lo sguardo, per puntarlo in quello così simile del fratello, -Queste sono parole mie.- mormorò, sorpreso.

-Mi hai dato l’ispirazione.- sorrise Nick.

Kevin prese il foglio dalle mani del più piccolo, mentre Frankie rivolgeva un sorriso entusiasta e anche un po’ compiaciuto a Nick, -Non è male.- Kevin passò nuovamente il foglio a Frankie e si sedette al pianoforte, facendo scorrere la punta dell’indice sulle note riportate nel pentagramma, poi posò le dita sui tasti e cominciò a suonare lentamente, abituandosi a quella melodia.

Joe si appoggio con le braccia conserte al pianoforte, -Domenica abbiamo il pranzo di famiglia…- iniziò, -Magari facciamo in tempo a preparare la canzone prima di quel giorno.-

-Si può fare.- Frankie si guardò intorno, -Mi serve la chitarra, Joe.- proruppe. Il nuovo progetto dei Jonas Brothers iniziava da lì.

 

It takes a lot to know what is love
It's not the big thing but the little things
That can mean enough

 

Poteva sembrare facile, per i tre componenti del gruppo scrivere una canzone, dopo tutte quelle già precedentemente create. E sarebbe dovuto essere semplice per Frankie aiutarli, dato che la musica gli era stata trasmessa nello stesso modo. Ma non fu così. Passarono ore e ore in quel salotto, con i cellulari spenti e ignorando qualsiasi evento potesse impedire la loro creatività. La prima strofa già abbozzata da Nick era stata solo corretta e ridefinita, prima di essere seguita da molte altrettanti parole d’amore.

 

A lot of players to get me through
There is never a day that passes by
I don't think of you

 

Kevin ripeteva continuamente quelle parole, la voce che riempiva l’appartamento. E i tre fratelli minori non potevano fare a meno di ascoltare quella voce così particolare, che lui non aveva tirato fuori mai troppo spesso. Ma per la madre questo ed altro, si ripeteva mentalmente. Per lei, l’unica donna della loro vita. Lei, così incredibilmente vicina anche da lontana.

 

You were always there for me
Pushing me and guiding me
Always to succeed

 

Frankie pizzicò dolcemente le corde della chitarra acustica di Joe, concentrato sul ritornello che aveva scritto insieme a Nick. Quest’ultimo si era soffermato a lungo con lo sguardo sul fratellino in quei due giorni, così cresciuto, così cambiato: per davvero. Ma manteneva comunque quelle caratteristiche che aveva da piccolo: l’ironia di Joe, la saggezza di Kevin e la passione per la musica di Nick. Era un mix dei tre fratelli, come se la madre avesse voluto donare loro una piccola perla che li riassumesse. Il primo pomeriggio Nick fece segno ai due fratelli maggiori di fare silenzio e indicò Frankie, seduto sul divano. Lo sguardo così concentrato sulle dita che si muovevano lente tra le corde e una voce che non pensavano potesse avere. Era cresciuto, pensarono con orgoglio.

 

You showed me
When I was young just how to grow
You showed me everything that I should know
You showed me just how to walk without your hands
'Cause mom you always were the perfect fan

 

Joe non stava un attimo fermo mentre componevano. Quando Kevin lo fece notare agli altri due fratelli, rimasero un attimo perplessi: sembrava agitato, come se da quella canzone dipendesse qualcosa di molto più grande di loro. Ritornarono ai loro posti ormai segnati: Kevin al pianoforte, Nick al tavolo del salotto e Frankie sul divano. Con un sorriso continuarono a fissare Joe, che invece non accennava a volersi sedere, ripetendo la seconda strofa a voce alta. Fiero della famiglia che aveva.

 

God has been so good
With blessing me with the family
Who did all they could

 

Joe non era mai stato calmo come Kevin e Nick, casomai assomigliava per esuberanza a Frankie. Per questo Frankie da piccolo veniva sempre affidato alle cure di Nick, per portarlo a comprare giocattoli oppure al parco. Non si era mai sentito in grado di badare a sé stesso, per la sua continua propensione a combinare guai di ogni genere. Era questo ciò che lo spingeva a cantare quelle parole con più amore possibile, per dimostrare alla madre che tutte le sgrida ricevute non erano state inutili: aveva fatto di lui l’uomo che era ora. Senza di lei probabilmente sarebbe stato perso.

 

And I've had many years of Grace
And it flatters me when I see a smile on your face
I wanna thank you for what you've done

 

-Ci serve papà.- affermò Kevin sicuro sabato sera, quando Joe aprì la porta di casa per pagare il fattorino che aveva consegnato loro quattro pizze.

-Perché?- si informò Frankie, facendo spazio sul tavolo del salotto per permettere a Joe di appoggiare le pizze tra i fogli sparsi un po’ ovunque.

Kevin raccolse da terra un foglio leggermente stropicciato e li raggiunse, -Abbiamo bisogno di un complice, no?- fece notare sarcasticamente, -Dobbiamo tenere lontana mamma per preparare la sorpresa. Ormai abbiamo finito con la musica e il testo… direi di provarla solo un’ultima volta e poi di iniziare ad organizzarci per domani.-

-Come al solito il più saggio.- ridacchiò Nick aprendo uno dei cartoni in cui c’erano le pizze.

-Come al solito il figlio perfetto.- lo corresse Joe, divertito. Kevin arrossì lievemente sulle guance, gesto che fece ridere immediatamente i tre fratelli, -Oooh, adoro quando arrossisci, fratellone.- lo punzecchiò Joe, portò le dita ad una guancia del fratello e gliela pizzicò leggermente, come si faceva con un bambino piccolo.

-Oh, piantala.- sbottò Kevin, scansò la presa di Joe sulla sua guancia e cercò di ridarsi un contegno, -Non sono perfetto.-

-Mamma però lo dice sempre.- intervenne Frankie tranquillamente.

-Che cosa?-

-Che sei perfetto.- replicò, prima di addentare una fetta di pizza. Un sorriso sulle labbra del più grande, colto un po’ di sorpresa da quell’informazione… del tutto inaspettata, ma assolutamente piacevole da sapere.

 

In hopes I can give back to you
And be the perfect son

 

Nonostante fossero le nove di sabato sera, non appena chiamarono chi serviva loro per il giorno dopo, nessuno riattaccò preferendo fare qualcos’altro. Per questo il mattino dopo Joe e Kevin arrivarono a casa Jonas, con un sorriso a trentadue denti. Ad aprire fu il padre, che sorrise complice.

-Tutto pronto?- li fece entrare in casa, dopo essersi assicurato che la moglie fosse lontana a sufficienza da loro.

-Sì.- confermò Kevin, -Sono fuori che aspettano, appena prima del pranzo falli entrare, ok?-

Il signor Jonas annuì, fece segno ai due figli di seguirlo lungo la sala da pranzo, dove la tavola era già apparecchiata. La madre corse loro incontro per abbracciarli, ma nel farlo Kevin e Joe puntarono lo sguardo oltre le sue spalle, per fare l’occhiolino a Nick e Frankie, che risposero alzando ciascuno un bicchiere d’acqua.

 

You showed me
When I was young just how to grow
You showed me everything that I should know
You showed me just how to walk without your hands
'Cause mom you always were the perfect fan


-Ragazzi, credo sia ora.- sussurrò Nick quando si fu liberato di uno zio che l’aveva incastrato in un avvincente discorso sul baseball. I tre fratelli annuirono e Kevin fece un rapido segno al padre di andare ad aprire la porta.

-Che ne dite di spostarci tutti in salotto?- chiese Joe ad alta voce, in modo da far voltare i parenti presenti al pranzo di famiglia verso di lui, -Nick, prima di pranzo, ci delizierà con un’esibizione a sorpresa di una nuova canzone.- fece un sorrisone.

 

You showed me how to love
You showed me how to care
And showed me that you would always be there
I wanna thank you for the time
And I’m proud to say you're mine

 

Frankie si schiarì la voce, -Questa canzone in realtà l’abbiamo composta tutti e quattro.- informò quando tutti furono nel salotto, Nick si sedette al pianoforte bianco di casa Jonas e con un cenno minimo del capo fece capire di essere pronto, -E’ per questo che per tutto il week-end non ci siamo fatti vedere in giro.- accennò ai giorni trascorsi, -Ma avevamo un ritiro pre-musicale. E avevamo bisogno di stare tutti e quattro insieme.- sorrise ai tre fratelli, -Come non lo eravamo da qualche tempo.-

-Uniti per la stessa ragione.- continuò Kevin, -Per la stessa persona.- lanciò uno sguardo alla madre, che ricambiò l’occhiata un po’ sorpresa, -Questa è per te, mamma.- augurò, le prime note del pianoforte che scivolavano leggere, riempiendo i cuori e le menti dei presenti.

 

You showed me
When I was young just how to grow
You showed me everything that I should know
You showed me just how to walk without your hands
'Cause mom you always were the perfect fan

 

Denise giurò di vedere gli occhi dei figli divenire lucidi, ma nessuno se ne accorse, troppo impegnati sulla canzone e su dei ragazzi e ragazze di circa sedici anni che entrarono nel salotto, vestiti con delle eleganti toghe rosso scuro. Coristi. Per loro madre avevano chiamato anche dei coristi per rendere tutto più speciale. Un piccolo dono inaspettato, che ebbe la capacità di far scorrere calde lacrime d’orgoglio lungo le guance della donna.

 

'Cause Mom you always were
Mom you always were
Mom you always were
Mom you always were
'Cause Mom you always were... the perfect fan

 

Non ci fu bisogno di parole, quando le loro voci vennero assorbite dagli applausi dei parenti. I quattro fratelli, come se fossero ancora bambini, corsero incontro alla madre, venendo accolti dalle dolci e pazienti braccia di Denise. Gli occhi le brillavano di una luce tutta nuova, come se non volesse credere agli ultimi cinque minuti appena vissuti.

Era tutto vero.

-Grazie, mamma.- iniziò Nick, -Davvero, per tutto… sei la madre migliore del mondo, ci hai fatto capire che le cose piccole possono essere le più grandi e che dobbiamo amare con tutto il nostro cuore per realizzare i nostri sogni.-

-Scusa se in passato ti ho fatto arrabbiare…- continuò Joe, -Ma forse sono stati proprio i tuoi rimproveri a rendermi così…-

-Stupido?-

-Chiacchierone?-

-Inguaribilmente bambino?-

Joe lanciò un’occhiataccia in direzione dei tre fratelli, che trattennero le risate quando la madre lanciò loro un’occhiata ammonitrice, ma allo stesso tempo ancora colma di gioia, -La parola che cercavo era fiero di quello che sono e della mia famiglia, ma ignorerò le vostre battute.- decretò.

-Ci hai resi perfetti.- affermò con sicurezza Kevin, -Abbiamo capito come vivere grazie a te e papà. Ma tu sei speciale, mamma… e vogliamo che tu lo sappia.- ormai con lacrime agli occhi Denise si voltò verso Frankie, che abbozzò un sorriso.

-Sei la fan perfetta, mamma.- breve, ma intenso. Denise accolse di nuovo tra le sue braccia i figli, sopra al proprio cuore, dove quel regalo sarebbe rimasto per sempre. Mentre un sussurro arrivava alle sue orecchie. Semplice, ma speciale.

 

I love you, mom

  
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