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Autore: talpy    03/02/2010    2 recensioni
one shot liberamente ispirata a "all summer long", come si deduce dal titolo. Il tutto comunque deriva da un mio improvviso e momentaneo istante di estro giovanile/rivendicativo. per il resto: un piccolo excursus nei disordinati pensieri/ricordi di Malfoy. spero gradiate. Talpy
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Sorpresa | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ero in quella fase strana, in cui nemmeno capisci dove stai, bloccato tra l’essere considerato un ragazzo e il sentirti un uomo. Fatto sta che avevo diciotto anni, ero ricco, viziato, menefreghista. Portavo i capelli lunghetti, intorno alle spalle, e li legavo con un filo di pelle di drago intrecciato. Avevo l’aria un po’ da dandy e un po’ da poeta.
Era un periodo confuso, costellato da decisamente poche lezioni. A parte qualche piccolo pensiero privo di importanza la mia vita si svolgeva tranquilla tra feste, fumate, pomeriggi passati in sala comune a dire cazzate e progettare future ed utopiche vite, amici e, soprattutto, ragazze.
Eravamo giovani.
Eravamo ricchi.
Eravamo serpeverde.
Ed eravamo anche un pò stupidi.

A una festa la incontrai, la riconobbi nonostante la mia palese non lucidità, famosa in quegli anni:non mi aspettavo di ritrovarmela davanti in simili circostanze, ma evidentemente mi ero sbagliato a giudicarla.
In quel vestitino leggero, con i capelli sciolti e fluenti che ricadevano sulle spalle magre era decisamente più bella, più donna e più sexy di quanto avessi mai potuto pensare possibile. Generalmente era una di quelle ragazze che nella loro divisa ti accorgi appena se entrano in una stanza, eppure quella sera mi sarei buttato tra le fiamme per lei.

Era settembre e avevamo davanti a noi ancora un anno, il mio ultimo anno, di gozzoviglie ed erba ed alcol.
E i mesi passavano, tranquilli. E spesso me la ritrovavo tra i piedi, per modo di dire. E si finiva a parlare con una canna in una mano e i sogni nell’altra. Erano proprio giorni strani.

Sembrava tutto semplice. Il come, il dove e il quando non importavano. Importava l’esserci, il crederci.

E si stava sempre lì, a parlare in sala comune, a fumare, a cantare, a fare l’amore. A volte in riva al lago, tra gli alberi, distesi sotto un letto di stelle, caldi dei nostri corpi. I raggi della luna tra i suoi capelli, non li scorderò mai.

Ripensandoci sembra assurdo come ci si dimenticasse del chi sei tu del chi sono io in quelle serate fatte di falò stregati, di canzoni, di eccessi. Eravamo tutti uguali nella nostra diversità.

Al tempo si credeva che quei giorni sarebbero stati eterni, che non sarebbero mai finiti.
Ora a qualche anno di distanza, parecchi a dire il vero, sento le feste, le cazzate, lei ancora nell’anima. E a volte mi dico, dio quanto vorrei rivedere ancora una volta la Weasley, i suoi capelli di fuoco sul mio petto, circondati dalla luce bianca della notte.
  
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