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Autore: Mikaeru    03/02/2010    1 recensioni
Tutto è fermo e tutto guarda Alphonse, e Edward è geloso marcio perché vuole che il profilo dei suoi fianchi sia accarezzato solo dai suoi occhi. Se ne appropria attirandolo a sé con possessività, e Al mugola nel sonno, forse un po’ disturbato, ma con lentezza si accoccola al petto del suo adorato fratello e compagno, come se lo ricercasse anche nel sonno, dipendente dal calore inumano e assurdo che riesce ad emanare il corpo di Ed. {sempre per il Valentine Meme di Michiru Kaiouh
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver fatto l’amore – è questo il suo momento preferito della giornata. Per quanto ami profondamente accarezzare, toccare, entrare nel corpo di suo fratello, così tenero e dolce, così bello e in fiore – il suo corpo chiaro e morbido che sa perfettamente come rispondere ad ogni tocco e ad ogni parola, ciò che c’è di più bello in tutto l’universo è il suo fratellino rilassato e splendido. Il petto che va pianissimo su e giù, una mano intrecciata alla sua, la bocca semi aperta.
Il viso di Al è rivolto alla Luna, la luce lattea lo fa risplendere. Tutto è immobile fuori dalla finestra, nonostante prima ci fosse un vento terribile che faceva fischiare gli alberi e aveva spaventato tutti i gatti e il loro padrone.
“Niisan!!”, ha gridato Al a cena, quando il temporale è iniziato; ed è saltato sul posto aggrappandosi a lui perché era la prima cosa solida a cui farlo quando un fulmine è caduto al suolo e ha illuminato a giorno il salotto, prima pitturato di arancio – candele, candele, candele, stupido Alphonse troppo troppo romantico per stare con uno terra terra come suo fratello. “Aah, niisan, perché dobbiamo passare San Valentino in casa?” “Suppongo per il temporale orrendo.”
“Sì, niisan, era una domanda retorica. Sei un alchimista famosissimo e potentissimo, perché non cambi il tempo?”
“Perché non sono un mago.”
“Aah, niisan, sei super antipatico.”, ha sbuffato Al pizzicandogli il fianco.
“E poi, San Valentino, ma te lo sei inventato tu? Non ne avevo mai sentito parlare, finché non hai rotto le scatole tu.”
Ed è lì, nel suo sbuffare e nel suo sorridere e spiegargli ancora, che c’è la bellezza più pura di Alphonse, nelle sue labbra distese e quell’espressione così bella, perché a lui piace San Valentino, gli piace avere un’occasione in più per darti il suo amore, gli piace l’idea di poterlo costringere, o provarci, a non fare il solito duro e fare il bravo fidanzato, per una volta. È un piccolo illuso, ma Edward lo ama tanto anche per questo. Lo amava per la cena meravigliosa, per aver mangiato sulle sue gambe e per essere la cura a tutti i suoi mali, alle sue ferite – per abbracciarlo quando si sveglia in preda agli incubi, per baciarlo e tranquillizzarlo quando tutto, al di fuori del suo abbraccio, gli appare orrendo e terrificante.
Alphonse, al mattino, ha comprato tantissime margherite, le ha intrecciate ai capelli del fratello mentre lui non guardava, distratto da qualche cosa in televisione, per poi avere una scusa per passare più tempo con le dita nella sua lunga chioma bionda. A Ed non piace tanto che lo faccia, si sente troppo femmina – mentre Alphonse ci passerebbe le ore, ad accarezzare ogni singolo capello.
“Tanti auguri, niisan…”, gli ha mormorato all’orecchio mordicchiandolo, mentre disfaceva l’improvvisata acconciatura, mentre lo faceva sdraiare sul divano, spiegandogli coi gesti e poche parole come, alla fin fine, San Valentino fosse solo una scusa per mangiare cioccolato.
Tutto è fermo e tutto guarda Alphonse, e Edward è geloso marcio perché vuole che il profilo dei suoi fianchi sia accarezzato solo dai suoi occhi. Se ne appropria attirandolo a sé con possessività, e Al mugola nel sonno, forse un po’ disturbato, ma con lentezza si accoccola al petto del suo adorato fratello e compagno, come se lo ricercasse anche nel sonno, dipendente dal calore inumano e assurdo che riesce ad emanare il corpo di Ed. Gli bacia la fronte, scosta un ciuffo di capelli che rovina la visuale del suo viso rilassato e splendido.
“Ti amo…”, sussurra Edward al suo orecchio, quelle parole che non pronuncia mai quando Al può sentirlo. “Buon San Valentino.”, pronuncia con un forte divertimento che nasconde forzatamente e riduce in una risata bassa che striscia fra i denti. Arrossisce come un bambino e si trova assurdo da solo nel fargli gli auguri per una festa che, indubbiamente, deve aver inventato Alphonse per imbrogliarlo.
  
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