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Autore: Tynuccia    04/02/2010    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny]"Quei tre…" mormorò Yzak, seccato, mentre sfogliava distrattamente un fascicolo. "Mi faranno venire l'ulcera."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Futuro

 

*

 

Sembrava che il tempo si fosse fermato per Yzak Joule.

Ormai la guerra era terminata da qualche mese e lui aveva assistito a dei cambiamenti che, cinque anni prima, gli sarebbero parsi tanto impossibili quanto assurdi.

Tanto per cominciare Nicol Amalfi non c'era più, già da un bel po'; se ancora ripensava a quanto petulante quel moccioso fosse stato ai tempi dell'Accademia gli bolliva il sangue nelle vene: aveva trascorso più ore a sognare ad occhi aperti sulla sua carriera da pianista che ad allenarsi concretamente con il coltello o la pistola. Era convinto che, se al largo della baia di Onogoro aveva perso la vita, era anche colpa sua e dei suoi sentimenti troppo gentili. Un soldato non può avere un cuore. Solo un cervello con cui pensare e sopravvivere. Eppure gli mancava, in qualche modo, ed ogni qual volta che si trovava davanti ad un concerto di piano in televisione gli si formava una morsa d'acciaio alla bocca dello stomaco.

Athrun Zala, il Bastardo, non era più su PLANT ed aveva deciso di uscire dall'esercito per intraprendere una brillante carriera ad Orb. Con i suoi ideali contorti di giustizia, almeno ai suoi occhi color cobalto, e la sua insensata bontà, l'ex-FAITH ora era l'Ammiraglio della nazione neutrale e sprizzava felicità da tutti i pori, sebbene contenuta, quando veniva intervistato e sedeva a fianco del Delegato, Cagalli Yula Athha, che si dava il caso fosse anche la sua promessa sposa.

Dearka Elthman, il suo migliore amico, aveva superato brillantemente lo shock per essere stato degradato a semplice Verde, giustamente, dopo aver tradito PLANT durante la prima guerra e, grazie ai meriti ottenuti durante la seconda, era stato promosso ad Ufficiale. Lo stesso Yzak lo aveva raccomandato al Consiglio ed ora poteva vantarsi davanti a quella Natural, Miriallia Haww, con cui era appena tornato in seguito ad una serie di incomprensioni risolte, di essere il Capitano della nave da guerra Rousseau, la gemella della Voltaire.

Infine c'era quel mentecatto di Kira Yamato, l'ex-pilota dello Strike che, a suo tempo, gli aveva sfregiato il volto con una tremenda cicatrice che gli attraversava il volto in obliquo. Aveva giurato vendetta e, dentro di sé, avrebbe voluto catturarlo e torturarlo fino a farlo morire dissanguato: il suo orgoglio valeva molto di più di una vita umana, all'epoca. Dopo averlo conosciuto, comunque, si era deciso ad andare sotto ai ferri e perdonarlo; dopo aver cercato di far terminare tutti i conflitti tra l'Alleanza e PLANT a bordo del suo Freedom, il giovane dai capelli castani aveva seguito la sua amata Lacus Clyne in patria ed era diventato un Comandante di Vascello. Esattamente come lui e la cosa lo aveva fatto incazzare non poco, ma con il tempo si era abituato a vedere quella mente ballerina girare in uniforme candida per i corridoi della Sede Centrale, dispensando consigli da fratello maggiore e sorrisi a trentadue denti. Incredibile.

 "Quei tre…" mormorò Yzak, seccato, mentre sfogliava distrattamente un fascicolo. "Mi faranno venire l'ulcera."

Non tanto per le promozioni, quelle no. Del resto la cosa non lo toccava minimamente e, finchè lui era un pezzo grosso, non perdeva neanche un minuto di sonno per colpa loro; piuttosto erano quelle tre oche delle loro fidanzate che gli facevano cariare i denti: Athrun trattava la sua Principessa come se fosse stata una gattina selvatica, Dearka non trascurava la sua Natural neanche per sbaglio, arrivando persino a saltare del lavoro assegnatogli – ma l'avrebbe fatto comunque, Miri o non Miri – e Kira sembrava in estasi mistica ogni qualvolta che la bella mediatrice apriva bocca. Per non parlare degli infiniti minuti trascorsi a chiamarla per nome e ricevere il medesimo trattamento.

 "Lacus… Kira…" fece loro il verso, serrando la mascella.

Sì i suoi denti, non abituati ai dolci, sarebbero caduti molto presto. Schiacciò il pulsante dell'interfono e si dondolò in avanti. "ARTHUR TRINE!"

Udì un sussulto e l'ex-Ufficiale della Minerva, seduto sul ponte di comando della Voltaire, si apprestò a rispondere. "C-comandi, signore!"

 "Prenotami una visita dal dentista. Subito, non appena torniamo su Aprilius One!"

 "E-ehm, scusi l'impertinenza, Comandante Joule, ma non ha una segretaria per questo genere di cose?"

Yzak, paonazzo, picchiò un pugno sulla scrivania ed il colpo venne sentito anche dagli impiegati in verde sul ponte. "FATTI I CAZZI TUOI!"

 "S-signorsì, signore! Provvedo subito!" rispose Arthur, rimpiangendo con tutto il cuore la sua dolce e mite Talia Gladys. "Le comunicherò tutto al più presto possibile, signore."

 "Hmph," sbuffò l'albino mentre rilasciava il pulsante. Quel soldato impacciato era abbastanza in gamba, dopotutto, ma era troppo appagante sentirlo squittire.

Il suono del cellulare lo fece improvvisamente sobbalzare. Rispose e si trovò davanti la faccia sorridente di Dearka Elthman. Il mulatto era svaccato sulla poltrona del suo ufficio, sulla Rousseau, con i piedi poco finemente poggiati sulla scrivania. Alzò la mano destra. "Yo, uomo!"

 "YO LA MINCHIA!" sbottò Yzak, scattando in piedi. "Cosa vuoi?! Sto lavorando e non ho bisogno di ulteriore disturbo! Anche tu dovresti farlo, sai?!"

L'altro alzò un sopracciglio chiaro. "Sempre nervosetto, uh? Il tuo migliore amico ti chiama per fare due chiacchiere e tu lo aggredisci così? Sono tanto offeso e triste!"

 "DEARKA!"

 "Cosa?"

Il Comandante si passò le dita tra i capelli argentei e si sedette nuovamente. "Sei senza speranza! Stiamo pattugliando una zona che, molto probabilmente, ospita dei rivoluzionari e tu te ne stai in camera tua a cazzeggiare… non ti vergogni neanche un po', suppongo!"

Dearka fece spallucce, sostenendosi il volto con la mano. "Ho già fatto abbastanza, signore. E poi volevo togliermi un peso dalla coscienza."

 "Sarebbe?"

Il mulatto si spostò di qualche centimetro, inquadrando il letto della sua stanza/ufficio dove stava dormendo una ragazza.

 "Miriallia non ne sarebbe contenta," lo rimproverò Yzak, severo.

 "Ma lei è Miriallia."

L'albino boccheggiò, gli occhi fuori dalle orbite. "… HAI PORTATO UNA CIVILE SULLA ROUSSEAU?!"

 "Ehi, non urlare. Potresti svegliarla."

 "INCOSCIENTE!"

 "Taci, tu! Se solo scoprissi le gioie dell'amore capiresti che è come l'ossigeno," borbottò Dearka, scuotendo l'indice davanti a sé.

 "Risparmiami. Ti prego."

Il biondo ghignò. Un ghigno dolce. "Non è adorabile?"

 "Ascolta, se mi hai telefonato per asfissiarmi con la tua fidanzata… hai solo perso il tuo tempo. Idem cum patati per il mio di tempo!"

 "Ah come sei colto! Comunque sì, mi stavo annoiando e ti ho chiamato. Non ho voglia di litigare quindi… Auf Wiedersehen."

Yzak non fece in tempo a controbattere che il volto di Dearka era scomparso dallo schermo. Con un gesto di stizza tirò il cellulare sul letto e si appoggiò pesantemente contro lo schienale della poltrona. Miriallia Haww sulla Rousseau… il suo migliore amico avrebbe potuto andare incontro a terribili sanzioni da parte del Consiglio.

 "Comandante Joule?"

L'albino si protese verso l'interfono. "Cosa?!"

 "C'è qua il Maggiore. Vuole vederla, Comandante Joule," lo informò la sua segretaria con voce tremante.

 "Falla entrare."

Yzak guardò la porta e la vide avanzare nell'ufficio. Shiho Hahnenfuß.

 "A riposo, Maggiore."

La guardò abbassare il braccio ed avanzare.

 "Eccole il rapporto che aveva chiesto, signore," esordì la tedesca pacatamente. Posò una cartella rossa sulla scrivania ed indietreggiò. "Se c'è altro che posso fare…"

 "Dearka ha portato Miriallia sulla Rousseau," comunicò Yzak, coprendosi la bocca con una mano. Roteò gli occhi cobalto. "Ti rendi conto?!"

Presa in contropiede, Shiho si appoggiò contro il ripiano ligneo e sospirò. "Eh… l'amore fa fare certe pazzie, signore."

 "Questo è un crimine, Hahnenfuß, non un gesto d'amore!" abbaiò l'albino. "Hai mangiato?"

La tedesca alzò un sopracciglio, ma scosse rapidamente il capo. Lo guardò mentre alzava la cornetta ed ordinava due pasti da recapitargli al più presto.

 "Siediti."

 "S-Signorsì!"

Yzak la fissò con una mano sotto il mento. "Quel coglione è fortunato ad avere un amico come me."

 "Siamo tutti fortunati ad avere un Comandante come lei, signore," replicò Shiho, sorridendo sincera.

L'albino arrossì come un peperone e le lanciò un'occhiataccia. "Quest'ultimo intervento non ti porterà una promozione."

 "Non era mia intenzione, signore."

 "Certo, certo."

 "Yzak."

 "Siamo in servizio, Maggiore."

Lei ridacchiò, sfiorandogli una mano. Si sentì felice quando lui non si tirò indietro. "Non ci sentirà nessuno."

 "Ti ho invitata a pranzo, credevo fosse abbastanza per farmi perdonare."

 "Per cosa?"

Yzak scrollò le spalle. "Non ti ho promossa ad Ufficiale, tanto per cominciare. E per il segreto che ti faccio mantenere."

Shiho sospirò. "Non ci sono problemi. E poi non è necessario che Dearka sappia."

 "Comandante Joule, è arrivato il cibo," sentirono la segretaria annunciare.

 "Maggiore? Vuoi pensarci tu?"

 "Con piacere, signore," disse la ragazza, alzandosi. Yzak le sorrise impercettibile. Fu proprio quando la vide ferma lì, sull'attenti, che comprese che forse non aveva proprio nulla da invidiare ai suoi amici.

  
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