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Autore: fleacartasi    05/02/2010    2 recensioni
Mi tocco le guance, le labbra, i capelli. Quanto tempo ci vorrà prima che mi trasformi in un teschio? Quanto, prima che il mio viso diventi quello di un mostro?
E tu? Come diventerà il tuo viso?
Quella chioma corvina, e la pelle bianca, le pupille vive... Gli occhi di quel grigio così chiaro, in cui nuotavo, e mi perdevo – mi ingannava, e più mi ingannava più io mi incatenavo a te, senza capire! Sparirà tutto? Ti sgretolerai sotto l'ala dei tuoi carcerieri? Oppure resterai tu, fiera ed intoccabile?

Seconda classificata al contest "Mourir pour toi n'est pas mourir", di Eliezer.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bad moon rising




Well I see
Well I see a bad moon rising
Yeah I see the end coming soon
Well I hear earthquakes and lightning
Yeah I hear the voice of rage and ruin

Well don't go out tonight
It's bound to take your life
Yeah there's a bad moon on the rise

Bad moon rising”
[cover by Bruce Springsteen]





La porta della cella si richiude alle mie spalle, e il profilo del Dissennatore torna a fondersi con il buio.
Voci aspre mi circondano, mi soffocano, mi assalgono. Grida che si mescolano a risate, lamenti, proteste. Non mi lasceranno più. Non ci sarà pace, qui dentro. Nemmeno un momento, nemmeno un soffio di silenzio.
Urla – sempre, ancora! – e disperazione.


*


Black Manor, luglio 1975.


Sei Bellatrix, vero?”
“Come se non lo sapessi” Non si voltò, continuando a dargli le spalle.
“Non sei cambiata, a quanto vedo” Le si avvicinò, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
“Cosa vuoi?” Gli domandò, mentre lui le si affiancava.
“Solo parlare” Le sorrise, porgendole un calice colmo di vino. “Guardare le stelle...”
Finalmente si voltò, fino ad incrociare il suo sguardo. “Sta piovendo, idiota” Afferrò il bicchiere, vuotandolo in fretta.
La grande terrazza che si affacciava sul giardino era deserta, e la pioggia sottile lucidava le lastre di pietra.
“Non hai paura di bagnarti?”
“Potrei farti la stessa domanda” Disse, beffarda. L'umidità le aveva increspato i capelli, e le gocce d'acqua scivolavano sulla stoffa chiara del vestito. “Non hai paura di ammalarti, con questo tempaccio?” Cantilenò, come una bambina.
Lui sorrise, bonariamente. “Non mi provocare”
“Mammina potrebbe sgridarti, se torni dentro bagnato come un pulcino...” Proseguì Bellatrix, senza prestargli attenzione.
“Non ti conviene farmi arrabbiare” Sfoderò la bacchetta, mormorando un incantesimo.
La ragazza, colta di sorpresa, fu scaraventata contro il muro. “Guarda guarda” Commentò. “Per essere un ragazzino che è appena uscito da Hogwarts non sei
così male” Le sue guance, che avevano perso colore, tornarono rosee. “Ora puoi anche liberarmi” Provò a muovere le braccia, senza riuscirci.
“Nessuno ci sente, qui fuori” Con pochi passi le fu di fronte. “Potrei farti quello che voglio” Le accarezzò i capelli umidi, con lentezza. “Fartela pagare per avermi dato dell'idiota... Non è più come quando eravamo piccoli, sai? Non puoi più farmi i dispetti senza che io possa reagire”
“Hai ragione, Rodolphus” Convenne, atteggiando le labbra in una smorfia impertinente. “Puoi reagire, lanciarmi un bell'incantesimo per dimostrarmi quanto sei bravo... Ma sappiamo entrambi che stai solo fingendo”
“Perché dovrei fingere, cara Bella?”
“Perché vuoi portarmi a letto” Disse lei, abbassando la voce. “Farai meglio a comportarti bene con me, altrimenti i piani dei tuoi genitori sul nostro matrimonio falliranno”
Rodolphus si concesse una risata. “La sincerità non ti è mai mancata” Osservò, mentre la liberava. “E' una caratteristica che apprezzo, in una moglie” Le sussurrò poi, premurandosi di sfiorarle il lobo dell'orecchio con le labbra.
Allora farai meglio ad iniziare a cercarla. Non ci sono molte ragazze sincere, là fuori” Dopo essersi sistemata l'abito, Bellatrix sparì all'interno della villa.
Rimase solo il ticchettio della pioggia, e il lieve bagliore di una sigaretta appena accesa.


*


Mi lascio cadere sul pavimento, come un fantoccio. E' gelido, percorso da spifferi impietosi, e sudicio. Rabbrividisco, stringendomi addosso i miei nuovi vestiti: un cumulo di stracci grigiastri, stoffa ruvida che quasi graffia le dita.
Chissà dove sei, in questo momento. Forse qui vicino, nella cella accanto alla mia, o persa nei meandri della prigione. Magari riesci a vedere uno spicchio di cielo, o a sentire l'odore del mare.
Qui... Qui c'è solo nero, vuoto, sporco, e il tuo fantasma che mi galleggia intorno.
Cerco di afferrarti, ma tu ti sposti. Mi sfuggi, e io ti rincorro. Ridi, con quella tua risata aspra, roca. Sei bella, così bella... E non ti importa di me, e mi sfiori, e poi te ne vai, e poi ritorni.
Sei sempre tornata quando avevi bisogno di me, vero?
Dicevi di amarmi, sapendo di mentirmi – e lo sapevo anch'io,
stupido! – e mi facevi diventare il tuo burattino.
Dov'è finita, la tua sincerità?


*


Settembre 1976.


Le baciò il collo, mentre le mani correvano sui suoi capelli, sull'addome, sui fianchi. “Sposami” Senza che l'avesse desiderato, la sua domanda assunse il sapore di una supplica.
“Sei troppo giovane per il matrimonio”
Si interruppe, guardandola. “Smetterai mai di prendermi in giro?” Chiese, senza nascondere l'irritazione.
Bellatrix sorrise. Il sorriso antico di una sfinge. “Credo di no” Disse, prima di attirarlo ancora di più a sé. “Mi diverto troppo”
“Tu non ami nessun altro, vero?” Negli occhi chiari di Rodolphus si manifestarono tutte le insicurezze, le paure, le sensazioni.
“Amore, amore... E' solo una parola come tante”
“Dimmelo, Bella”
Lei gli sfiorò una guancia, facendo scivolare il dito fino alla linea della mandibola. “Vuoi che te lo dica davvero?”
Il ragazzo annuì.
“Non amo nessun altro, Lestrange” Disse, prima di baciarlo.


*


Mi tocco le guance, le labbra, i capelli. Quanto tempo ci vorrà prima che mi trasformi in un teschio? Quanto, prima che il mio viso diventi quello di un mostro?
E tu? Come diventerà il tuo viso?
Quella chioma corvina, e la pelle bianca, le pupille vive... Gli occhi di quel grigio così chiaro, in cui nuotavo, e mi perdevo – mi ingannava, e più mi ingannava più io mi incatenavo a te, senza capire! Sparirà tutto? Ti sgretolerai sotto l'ala dei tuoi carcerieri? Oppure resterai tu, fiera ed intoccabile?
Intoccabile come sei stata per me, quando eravamo così vicini e le nostre dita si intrecciavano.
Tu, intoccabile come un arcobaleno...


*


Novembre 1978.


Dove sei stata?”
La donna si lasciò sfuggire un sospiro. “Siamo arrivati a
questo, Rodolphus?” Domandò, togliendosi il mantello e gettandolo su una poltrona. “Devi proprio giocare al marito geloso?”
“Eri con lui” Affermò, con una gelida sicurezza. Le afferrò i polsi, scrutandola con sospetto.
“Devo risponderti?”
Lui non parlò, intensificando la stretta.
Bellatrix socchiuse gli occhi. “Mi sembra ovvio” Ribatté, con stizza. “Ero con il mio Signore... E con almeno altri quattro Mangiamorte”
Il marito la guardò a lungo, senza lasciarla andare. “Non ti credo” Distolse lo sguardo, soffermandosi sul pavimento. “Tu e Voldemort...”
“Lui è
Lord Voldemort, per te!” Esclamò Bellatrix, cercando di divincolarsi. “E lasciami andare”
Lord Voldemort, eh? Sei una puttana, Bella... Una maledetta puttana”
Lo schiaffo lo colpì all'improvviso, con una forza che non si sarebbe mai aspettato. Bellatrix indietreggiò di un passo, e i suoi occhi si spalancarono su un abisso di furore. “Non mi chiamare mai più puttana” Sibilò, i pugni stretti e le braccia abbandonate lungo i fianchi. “Non osare”
Il ragazzo si toccò la guancia, e sentì la pelle bruciare sotto le dita. “Tu mi odi?” Domandò. Così com'era affiorata, tutta la rabbia scivolò via insieme a quelle parole.
“Cosa stai dicendo?”
“Mi odi, perché è colpa mia” Sembrava svuotato, inerme, e terribilmente giovane. “Se non mi avessi sposato...” La voce gli si incrinò. “Non c'è stato un solo giorno in cui tu non mi abbia mentito, in questi due anni”
Bellatrix scoppiò a ridere, gettando il capo all'indietro. I capelli corvini le lambivano la schiena, e le mani si chiusero sul ventre. “Sono felice che tu te ne sia accorto” Disse, prima di abbandonare la stanza.
Rodolphus rimase immobile, ad osservare quel mantello nero che sfiorava appena le assi di legno lucido.


*


Sono trascorse poche ore, credo. Ritorna il Dissennatore, forse lo stesso che mi ha sbattuto in questa tomba, e la luce delle torce mi acceca. Mi copro gli occhi con le braccia, mugolando come un bambino, e quando li riapro sono di nuovo solo. C'è un piatto, appoggiato a terra, con della zuppa ancora calda. Accanto c'è una coppa d'acqua, così gelida che mi sembra quasi di scorgervi una piccola lastra di ghiaccio. Cerco di sollevarla, ma le mani mi tremano.
Mi tremavano anche quel giorno – maledetto, ignobile, giorno – mentre agitavo la bacchetta senza sosta. E Alice Longbottom fluttuava nell'aria, sempre più in fretta, e le sue grida non mi sfioravano, ed era solo carne e follia. Aveva solo un anno in più di me, sai? Mi ha chiamato per nome, mentre la condannavo a morte. E io non la sentivo, non sentivo la sua voce...
C'eri solo tu, accanto a me, che gridavi di gioia, con l'euforia che ti scorreva sotto la pelle. Uccidere, quello era importante. Uccidere, perché te l'aveva ordinato il tuo Signore. E trarre energia da quella morte, trarre vita.
Io non ti sono mai bastato.


*


Dicembre 1981.


Sei sicura di volerlo fare?”
“Abbiamo aspettato anche troppo” Continuò a passare la spazzola fra i capelli, guardandolo attraverso il riflesso dello specchio. “E' scomparso da quasi due mesi”
E' mortoSi mosse, sistemando le coperte per l'ennesima volta. “Mettitelo in testa, non tornerà”
“Stronzate” Posò la spazzola sul ripiano, alzandosi. Si avvicinò, sedendosi sul bordo del materasso. “Quando capirai che ho ragione? Lo sentirei, se fosse morto”
“Giusto... Come ho fatto a non pensarci prima?” Le lanciò uno sguardo di tacita sfida, prima di allungare la mano ed afferrare una sigaretta. “
Tu lo sentiresti
“Sei libero di andartene, se vuoi. Non sarò io a fermarti” Si tolse la vestaglia, lasciandola scivolare ai piedi del letto. La stanza era fredda, nonostante le fiamme che ardevano nel camino, e un brivido la fece appena tremare. “Del resto, non gli sei mai stato davvero fedele”
Un sorriso amaro gli rigò il viso. “Già, mi sono sempre rifiutato di infilarmi nel suo letto” Era solo rassegnazione, ormai, e amore che non sarebbe stato ricambiato. Si sporse verso di lei, abbracciandola. Bellatrix non si mosse, mentre il suo respiro accarezzava la pelle del marito. “Perché non riesci a vedere? La mia fedeltà l'ho giurata a te” Disse. “Il marchio mi lega a te” Ogni parola gli costava fatica – era fiato che si condensava sul vetro di un'illusione. “Se solo avessi capito...”
“Non mi avresti sposato?”
Sospirò, separandosi da lei. “Ti ho odiato, e forse ti odio ancora” Sorrise di nuovo. “Ma sono così stupido che ti sposerei di nuovo”
Bellatrix si sistemò al suo fianco. “Domani andremo dai Longbottom” Disse, prima di stringergli la mano sotto le lenzuola e chiudere gli occhi.


*


Ho paura ad addormentarmi. Non c'è un fuoco, non ci sono le braci che si consumano piano. Le mie dita sono gelide, quasi non riesco a muoverle. Non voglio essere inghiottito da questa notte così simile al giorno. Mi trascino fino alla brandina, sistemata in un angolo: il materasso è inaspettatamente morbido, e si modella sotto il mio peso. C'è anche una vecchia coperta scozzese, ormai sbiadita.
E se non respirassi? E se morissi di paura? E se mi soffocasse l'aria impura delle ossa? E se impazzissi?
E' un silenzio infido, quello di Azkaban, popolato di spiriti. Vogliono portarmi via, via, lontano... Cantano, ballano, si prendono gioco di me.
E se non dovessi più risvegliarmi? E se dovessi scoprire che te ne sei andata?
Mi chiamano, ma io non rispondo. Cerco di pensare al tuo viso, ma il terrore mi attanaglia. Cosa succederebbe, se lo dimenticassi?
E se impazzissi?
C'è un raggio di luna, nella cella – mi illumina il viso, e mi disturba, e mi ferisce gli occhi. Sei tu? Vuoi farmi compagnia?
Scoppio a piangere, quando mi rendo conto che non puoi essere tu. Sei lontana, fra le nuvole, come la luna. Mi guardi da lassù, con un ghigno crudele, e godi delle mie sofferenze. Ridi – pazza, pazza, pazza...
E se io impazzissi? Verresti a salvarmi? Mi libereresti da questo peso opprimente?
Mi uccideresti, Bella?


* * * * *



NOTE

Bellatrix è nata nel 1951, mentre per Rodolphus non si conosce una data. Mi sono rifatta all'affermazione (che si trova nel quinto libro, se non sbaglio) secondo cui un Lestrange era a scuola con Severus... Potrebbe essere anche Rabastan, ma io ho assunto che fosse Rodolphus e ho collocato la sua nascita nel 1957. Quindi è più giovane della moglie di sei anni :)
I paragrafi senza data sono ambientati alla fine del 1981 (o inizio dell'82, secondo il Lexicon), appena dopo la cattura di Rodolphus e Bellatrix. I pensieri di Rod sono volutamente deliranti, visto che si trova ad Azkaban.

Questa fic ha partecipato (ed è arrivata seconda *_*) al contest “Mourir pour toi n'est pas mourir”, di Eliezer. Riporto anche il giudizio che mi è stato dato, magari interessa a qualcuno...

Commenti e/o critiche sono decisamente ben accetti ^_-

Alla prossima!
Flea/Cheshiresara


2. Cheshiresara – Bad moon rising
Lessico ed ortografia_9,7
Correttezza grammaticale_9,3
Originalità_13,2
Caratterizzazione dei personaggi_10
Sviluppo della vicenda_10
Attinenza alla trama_15
Giudizio personale_4,7
Totale_71,9/75
Mi spiego meglio:
Lessico ed ortografia molto buoni, come la grammatica :).
Un’unica cosa per quanto riguarda la forma grammaticale.
A parte questo, non ci sono stati problemi, senza contare quelle virgole quasi del tutto giuste. Ma proprio mancava un pelo, alla perfezione.
Una fanfic su due personaggi di Harry Potter, molto poco considerati (soprattutto Rodolphus), per questo sei riuscita ad ottenere un buonissimo voto per quanto riguarda l’originalità.
Il voto massimo per la caratterizzazione dei personaggi, è meritatissimo. Mi è parso di leggere dei veri dialoghi tratti dal libro della Rowling, soprattutto per quanto riguarda Bellatrix.
Il voto massimo anche per lo sviluppo. Il finale sospeso, che lascia il lettore con il dubbio: Rodolphus morirà ad Azkaban? Bellatrix lo amava davvero? Oppure era il marchio, e non il matrimonio a legarli? Rodolphus impazzirà davvero? E se dovesse succedere, Bellatrix lo ucciderebbe? Attinenza alla trama: quindici! Sì, perché è proprio questo che intendevo: l’amore e l’odio che, per una volta, non sono contro, ma si fondono.
Il giudizio personale è eccellente, la storia mi è piaciuta molto, davvero tanto! Questo posto il classifica è stato proprio meritato :D.
Un abbraccio, spero di incontrarti di nuovo in uno dei miei contest! <3





  
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