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Autore: beesp    05/02/2010    1 recensioni
« Tu non sai la mia voglia di morire ». Lo liquido con questa frase a effetto che, in realtà, è più ovvia di quanto lui non pensi.
Quarta classificata al contest di Eliezer "Mourir pour toi n'est pas mourir". Concorso sull'amore contorto con una vena d'odio al suo interno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Causa, Azione, Reazione – Tu non sai la mia voglia di morire!

[Prompt: Tu non sai la mia voglia di morire!; 673 parole]

 

 

L’essenza dell’amore deve essere proprio questa, mi dico. Credere che non lo sia, d’altronde, mi porterebbe a una tale insoddisfazione e amarezza che non potrei più starmene accoccolata sul suo petto così tranquillamente, come se il mondo all’esterno non stesse crollando.

Fingiamo di ignorarla la Terra. Lui mi accarezza e tenta di donarmi il suo calore; io, da bambina capricciosa quale sono, non lo accetto e lo provoco con il mio buio. Non riesce a resistergli e vi si imbarca all’interno così spesso… vi cerca qualcosa di me che sa già di non riuscire a trovare.

Gli concedo lo stretto indispensabile perché lui abbia la forza necessaria per il mio fuoco e la mia passione.

Sì, l’essenza dell’amore deve essere proprio questa. Non quel falso surrogato che tentano di propinarci in film e libri; come se si potesse volere il bene dell’altro quando questo s’identifica in un corpo che vogliamo stringere e tenere solo per noi… soltanto il pensiero che lui finisca tra le grinfie di qualcun’altra mi fa venir voglia di troncargli il respiro.

Mi diverto a immaginarlo morto e, soprattutto, mi rilasso a concepirmi come una vedova – avrei una ragione per togliermi la vita. Sarebbe così tragico e melodrammatico!

Una lettera d’addio sarebbe fantastica e necessaria per un tocco di romanticismo, del resto. I giornali parlerebbero del nostro amore impossibile, del cercarci senza troppo impegno; cosa c’impedisce di trovarci, però, è proprio il non accettare i difetti dell’altro. Vede soltanto il meglio di me. Ma io sono più analitica e mi accorgo perfettamente di quanto tenda a essere esageratamente buono per i miei gusti, l’altruismo che gli sgorga dalle vene, la sua forza e la speranza di salvare il nostro – e quello altrui – universo.

E’ inevitabile che io lo costringa ad alzarsi, spesso, e a uscire fuori. Mi stanco facilmente, se poi si tratta di qualcuno che non può fare a meno di sussurrarmi “ti amo” di certo non sono l’educazione né la compassione per la sua erezione a frenarmi dal cacciarlo – e magari, se sono dell’umore giusto, non lasciandogli neanche il tempo di rivestirsi.

L’esaltazione della confusione e dei sentimenti è il mio hobby. Ma non fingo, mai, neanche un istante. Ogni sensazione la espongo con gesti ampi ed espressioni chiare, non devono esserci fraintendimenti. Sono onesta con me stessa, una qualità che pochi possono vantarsi di possedere. Ed è divertente catturare gli occhi.

Lui è buffo quando soffre. Quando soffrono io rido. In effetti, rido quasi sempre. Perché piangere? Se viste dall’esterno le nostre esperienze non sono altro che soap-opere, trasmissioni che per noi sono fonte di intrattenimento e interesse. Da questo punto di vista, la mia vita è interessante. Movimentata. Mi accorgo di sfumature sui volti che loro non sanno di indossare, percepisco perfino la foglia che vola fino a giungere sul terreno, la prima: segnala l’arrivo dell’autunno e l’inizio del periodo di stallo che sono i mesi freddi. Ci rinchiudiamo nel mio appartamento e lui diventa la mia coperta. Lo obbligo a succhiarmi sulle ferite delle braccia, è… dolce quando in imbarazzo, quasi del tutto distrutto da quel male che mi è più necessario di lui.

Io… mi diverto. Ogni singolo giorno, non c’è un istante in cui io non sappia trovare un qualcosa di esilarante. Lui mi chiede come possa qualcuno come me essere felice. Ed è qui l’errore, non ho mai parlato di “gioia” o “spensieratezza”. « Tu non sai la mia voglia di morire ». Lo liquido con questa frase a effetto che, in realtà, è più ovvia di quanto lui non pensi.

Perché io voglio andarmene, ma non posso. A ogni azione è correlata una reazione e una causa e se non possiedo il secondo elemento, ovvero una motivazione, come posso interrompere così bruscamente le puntate della mia personale sit-com?

Ed è per queste ragioni che continuo ad annusare il suo profumo, con le mie fusa e la pigrizia che mi fanno sembrare un piccolo gatto svogliato, in questo pomeriggio caldo e afoso, che ci permette di sentire il vigore sgorgare via, ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice: Beeeene! Ed ecco, finalmente, la mia fan fiction che ha partecipato al concorso di EliezerMourir pour toi n’est pas mourir”. Devo dire che con l’impostazione della storia ho trovato poche difficoltà, non ho avuto complicazioni nella stesura della storia, mi sono divertita a immedesimarmi in un personaggio così contorto e diverso dalla mia solita tipologia di personaggi. Quindi devo dire che è stato un contest stimolante e interessante.

La frase che ho scelto per il concorso è stata “Tu non sai la mia voglia di morire” che mi ha colpito quasi quanto un pugno nell’occhio.

Si spera che, la prossima volta, se dovessi partecipare a un contest di Eliezer, riesca a piazzarmi un po’ più in alto nella classifica, però, per adesso, sono soddisfatta del mio quarto posto accogliente!

   
 
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