Causa, Azione, Reazione –
Tu non sai la mia voglia di morire!
[Prompt: Tu non sai la mia
voglia di morire!; 673 parole]
L’essenza dell’amore deve essere proprio
questa, mi dico. Credere che non lo sia, d’altronde, mi porterebbe a una tale
insoddisfazione e amarezza che non potrei più starmene accoccolata sul suo
petto così tranquillamente, come se il mondo all’esterno non stesse crollando.
Fingiamo di ignorarla la Terra. Lui mi
accarezza e tenta di donarmi il suo calore; io, da bambina capricciosa quale
sono, non lo accetto e lo provoco con il mio buio. Non riesce a resistergli e
vi si imbarca all’interno così spesso… vi cerca
qualcosa di me che sa già di non riuscire a trovare.
Gli concedo lo stretto indispensabile perché
lui abbia la forza necessaria per il mio fuoco e la mia passione.
Sì, l’essenza dell’amore deve essere proprio
questa. Non quel falso surrogato che tentano di propinarci in film e libri;
come se si potesse volere il bene dell’altro quando questo s’identifica in un
corpo che vogliamo stringere e tenere solo per noi…
soltanto il pensiero che lui finisca tra le grinfie di qualcun’altra mi fa
venir voglia di troncargli il respiro.
Mi diverto a immaginarlo morto e,
soprattutto, mi rilasso a concepirmi come una vedova – avrei una ragione per
togliermi la vita. Sarebbe così tragico e melodrammatico!
Una lettera d’addio sarebbe fantastica e
necessaria per un tocco di romanticismo, del resto. I giornali parlerebbero del
nostro amore impossibile, del cercarci senza troppo impegno; cosa c’impedisce
di trovarci, però, è proprio il non accettare i difetti dell’altro. Vede
soltanto il meglio di me. Ma io sono più analitica e mi accorgo perfettamente
di quanto tenda a essere esageratamente buono per i miei gusti, l’altruismo che
gli sgorga dalle vene, la sua forza e la speranza di salvare il nostro – e
quello altrui – universo.
E’ inevitabile che io lo costringa ad alzarsi,
spesso, e a uscire fuori. Mi stanco facilmente, se poi si tratta di qualcuno
che non può fare a meno di sussurrarmi “ti amo” di certo non sono l’educazione
né la compassione per la sua erezione a frenarmi dal cacciarlo – e magari, se
sono dell’umore giusto, non lasciandogli neanche il tempo di rivestirsi.
L’esaltazione della confusione e dei
sentimenti è il mio hobby. Ma non fingo, mai, neanche un istante. Ogni
sensazione la espongo con gesti ampi ed espressioni chiare, non devono esserci
fraintendimenti. Sono onesta con me stessa, una qualità che pochi possono
vantarsi di possedere. Ed è divertente catturare gli occhi.
Lui è buffo quando soffre. Quando soffrono io
rido. In effetti, rido quasi sempre. Perché piangere? Se viste dall’esterno le
nostre esperienze non sono altro che soap-opere, trasmissioni che per noi sono
fonte di intrattenimento e interesse. Da questo punto di vista, la mia vita è
interessante. Movimentata. Mi accorgo di sfumature sui volti che loro non sanno
di indossare, percepisco perfino la foglia che vola fino a giungere sul
terreno, la prima: segnala l’arrivo dell’autunno e l’inizio del periodo di
stallo che sono i mesi freddi. Ci rinchiudiamo nel mio appartamento e lui
diventa la mia coperta. Lo obbligo a succhiarmi sulle ferite delle braccia, è… dolce quando in imbarazzo, quasi del tutto distrutto da
quel male che mi è più necessario di lui.
Io… mi diverto. Ogni singolo giorno, non c’è un istante in cui io non sappia
trovare un qualcosa di esilarante. Lui mi chiede come possa qualcuno come me essere felice. Ed è qui l’errore, non ho mai parlato di “gioia” o
“spensieratezza”. « Tu non sai la mia voglia di morire ». Lo liquido con questa
frase a effetto che, in realtà, è più ovvia di quanto lui non pensi.
Perché io voglio
andarmene, ma non posso. A ogni azione è correlata una reazione e una causa e
se non possiedo il secondo elemento, ovvero una motivazione, come posso
interrompere così bruscamente le puntate della mia personale sit-com?
Ed è per queste ragioni che continuo ad
annusare il suo profumo, con le mie fusa e la pigrizia che mi fanno sembrare un
piccolo gatto svogliato, in questo pomeriggio caldo e afoso, che ci permette di
sentire il vigore sgorgare via, ancora.
Angolino dell’autrice: Beeeene! Ed ecco,
finalmente, la mia fan fiction che ha partecipato al concorso di Eliezer “Mourir pour toi n’est pas mourir”.
Devo dire che con l’impostazione della storia ho trovato poche difficoltà, non
ho avuto complicazioni nella stesura della storia, mi sono divertita a
immedesimarmi in un personaggio così contorto e diverso dalla mia solita
tipologia di personaggi. Quindi devo dire che è stato un contest stimolante e
interessante.
La frase che ho
scelto per il concorso è stata “Tu non sai la mia voglia di morire” che mi ha
colpito quasi quanto un pugno nell’occhio.
Si spera che, la
prossima volta, se dovessi partecipare a un contest di Eliezer,
riesca a piazzarmi un po’ più in alto nella classifica, però, per adesso, sono
soddisfatta del mio quarto posto accogliente!