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Autore: Dahlia Hawthorne    05/02/2010    5 recensioni
Eravamo seduti in un bar, di fronte ad un caffè e tutto sembrava perfetto. Anzi, lo era.
Io ero finalmente riuscito a liquidare la Oldbag, regalandole un volo per le Hawaii, Franziska aveva vinto il processo in modo pulito, ed ora eravamo seduti l'uno di fronte all'altro, ridendo, scherzando e parlando dei vecchi tempi.

Fic sulla terza coppia più bella di tutta la saga Ace Attorney, dedicata a Baba xD.
Giudicate voi ^^.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa la dedico a Baba xD

Perché so che molto probabilmente

Morirà d’infarto quando leggerà il finale u.u



<< Obiezione! Ne hai le prove, herr Miles Edgeworth? Ebbene, mostracele! >>

<< Sì, signor Edgeworth, ci mostre le prove in suo possesso! >>

<< N-no… I-i-io n-non ho prove… >>


Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, grondando di sudore. Mi guardai in giro nella stanza buia e non vidi altro che oscurità silenziosa intorno a me; tutto ciò che sentivo era il ticchettio dell’orologio che avevo al polso. Ricaddi all’indietro sul cuscino con un sospiro: era l’ennesima volta che facevo quell’incubo… Da quell’ultimo caso, in cui aiutai Wright. In cui mi confrontai con lei… con Franziska.

Ci conoscevamo sin da piccoli, avevamo passato tanti momenti insieme… Lei mi odiava. Ma io non ero sicuro di ciò che provavo per lei. L’avevo sempre considerata come una sorella più piccola… Ma quella notte mi resi conto che per me c’era qualcosa di più.


Scostai le lenzuola, appiccicate alla mia pelle a causa della calura estiva, e mi misi seduto, tenendomi la testa fra le mani. Una lacrima calda e lucente scivolò sul mio volto e cadde sul mio ginocchio. Con uno scatto, mi alzai e mi diressi verso la cucina: lì, dopo aver bevuto un bicchier d’acqua, mi appoggiai al tavolo, guardando fuori dalla finestra. I miei occhi non osservavano le stelle, tantomeno il giardino al di fuori, ma erano persi nel vuoto, guardando qualcosa che solo io potevo vedere. Dov’erano le mie prove? Dov’erano le prove che fossi innamorato di Franziska? Nel sogno, non ero stato in grado di presentarle… Cosa dovevo pensare?


Erano passati più o meno cinque minuti quando mi accorsi che tremavo di freddo.

<< Siamo in piena estate, e io ho freddo? >> pensai.

Con un sospiro, me ne tornai a letto. Avevo appena spento la lampada, quando il momento tanto atteso arrivò; ciò che più avevo sperato da quando l’avevo rivista, forse solo un sogno infantile, che però divenne realtà. Lo schermo del cellulare si illuminò e sentii l’apparecchio vibrare sul comodino; con un’energia che non pensavo di avere, presi il telefonino e mi affrettai a premere i pulsanti giusti, per scoprire che avevo un messaggio nella segreteria telefonica. Composi un numero, e mi misi ad ascoltare in silenzio le sue parole. Le parole di Franziska.


<< Herr Miles Edgeworth. O forse dovrei dire solo ‘Miles’… Ma non importa. Volevo solo informarti che… Sono costretta a venire nel vostro sciocco paese di sciocchi, fra una settimana, per un processo. Pensavo che… avremmo potuto vederci. Magari in un bar, di fronte a un caffè… Beh, come vuoi tu. Dopotutto, quando eravamo piccoli, imitavamo sempre i grandi che bevevano il caffè… O mi sbaglio? Eh eh… A presto, Miles. >>


Appoggiai il cellulare sul comodino, e un rinnovato vigore si espanse in tutto il mio corpo, riscaldandomi e dandomi forza.

Era la mia occasione… La mia occasione per vederla ancora una volta, per capire finalmente ciò che provavo per lei e forse, per dichiararglielo.

Decisi che sarei assolutamente andato all’appuntamento. Per nulla al mondo dovevo mancare.


**


Eravamo seduti in un bar, di fronte ad un caffè e tutto sembrava perfetto. Anzi, lo era.

Io ero finalmente riuscito a liquidare la Oldbag, regalandole un volo per le Hawaii, Franziska aveva vinto il processo in modo pulito, ed ora eravamo seduti l’uno di fronte all’altro, ridendo, scherzando e parlando dei vecchi tempi.


<< Beh, Miles, si è fatto tardi… Io dovrei tornare al mio hotel. >>

<< Potresti rimanere a casa mia… Mi farebbe molto piacere avere un po’ di compagnia ogni tanto. >>

<< Ma non avevi quella vecchia scorbutica sempre alle costole? >> replicò lei con un’occhiata scettica.

<< Oh sì, ma… Beh, se n’è andata. A tempo indeterminato. >> dissi, e nascosi un sorriso compiaciuto.

<< Oh, allora temo di non poter rifiutare un’offerta così generosa da parte di mio fratello minore. >>

<< Grazie, Franziska. >>


**


Quindici minuti dopo, stavamo attraversando il giardino di casa mia, quando lei si fermò. Inspirò profondamente l’aria pulita e si guardò attorno con un sorriso.

<< E così è qui che vivi. >>

<< Sì, diciamo che non mi lamento. >>

Quasi senza accorgermene, ci prendemmo per mano.

<< …Quando ricapiterà? >> chiese Franziska.

<< Cosa? >>

<< Tutto questo. È stata una giornata assolutamente perfetta. E non avrei mai creduto di poter essere così… beh, sdolcinata. >>

Le feci un sorriso e le dissi: << Credimi, così sei molto più carina… >>

Ci guardammo negli occhi e in quel momento scoccò la magia, che continua tuttora.

Le sue labbra sulle mie, eravamo stretti in un abbraccio indissolubile. Un abbraccio che aspettavo da tempo, ma che allo stesso tempo non ero sicuro di volere. E in quell’istante, quando ci separammo e ci sorridemmo, seppi ciò che provavo per lei, e ciò che lei provava per me.

Ero l’uomo più felice della terra.

  
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