Will
you
marry me?
Non riuscivo a
dormire.
Avevo cercato in
tutti i modi di
addormentarmi, ma niente da fare. Quando Jack non mi era vicino, io mi
sentivo
automaticamente privata di un pezzo di cuore e di riposare non se ne
parlava
proprio. Quella notte poi ero agitata, come se dovesse succedere
qualcosa di
importante da un momento all’altro.
Provai di tutto:
andai a
controllare Aaron, mi preparai una camomilla, mi misi anche a leggere
un bel
mattone spesso che Jack aveva sul comodino.
Niente da fare.
A
quel punto lo chiamai al cellulare per
sapere dove fosse, nel vano
tentativo di
rilassarmi e finire tra le agognate braccia di Morfeo. La sua voce
calda era il
mio tranquillante preferito; mi sarebbe bastato sentirla anche solo per
un
secondo per tornare in me.
«Il
cliente da lei chiamato non è al momento
raggiungibile. La preghiamo di riprovare più
tardi.»
Stupida. Non
può tenere il telefonino sempre
acceso. Magari stava venendo qui, ma ha avuto una emergenza ed
è corso in
ospedale – pensai
mentre gettavo
arrabbiata l’aggeggio tra le lenzuola.
Provai
l’ultima spiaggia:
afferrai il suo cuscino, intriso della sua colonia, e me lo infilai
dietro la
testa. Il suo profumo mi inondò completamente e mi sentii
come se lui fosse stato al mio
fianco. La
serenità prese posto in me; chiusi gli occhi, respirai a
pieni polmoni e
scivolai finalmente nel buio.
Kate? Kate?
Mi sentii toccare da
una mano
calda all’altezza del braccio. Era la sua, la riconobbi.
Svegliati, Kate. Ehi.
Mi voltai verso di
lui con gli
occhi semi chiusi. Ero intontita dal sonno, totalmente.
Ehi. Che ore sono?-
chiesi con un
fil di voce. La gola era secca.
E’ tardi. Sono appena
rientrato a
casa – rispose lui.
Eri a lavoro?-
domandai. Volevo
sapere dove fosse stato.
No. Solo che… ho
dovuto fermarmi
e prendere una cosa. Ci ho… messo un po’-
mi disse quasi imbarazzato. Ecco tornare
la sensazione d’ansia di prima. Maledizione.
Mi allarmai.
Mi avvicinai di
scatto a lui e
gli accarezzai i capelli.
Ehi. Che succede? Qual
è il
problema? – implorai. Il mio tono di voce era
turbato. Non stavo capendo cosa
stesse accadendo.
Jack
guardò in basso per farsi
forza. Poi mi trafisse con il suo sguardo scuro.
L’altra sera, quando
stavo
leggendo ad Aaron mi hai detto… che ero portato.
Prese un sospiro che
sembrò non
finire mai. I suoi occhi si velarono di lacrime. E anche i miei, come
per un
riflesso istantaneo.
Pensi… pensi davvero
che sia
bravo?
Lo guardai
intensamente e gli
strinsi la mano per trasmettergli la mia certezza incrollabile di
risposta al
suo interrogativo.
Si. Penso davvero che tu sia
bravo- replicai decisa con un sorriso. Lui era davvero
incredibile con Aaron;
per me era incredibile qualsiasi cosa facesse.
Jack
sospirò sollevato, mentre io
continuavo a fissarlo, tentando di capire il perché di
quella domanda e
dell’inquietudine che lo stava dilaniando.
Le sue gemme
scintillanti color
castano si rivolsero a me e mi guardarono per un tempo infinito.
Sembrava che
stessero ammirando un gioiello prezioso,
raro e magnifico.
Vuoi sposarmi?- mi
sussurrò.
La mia bocca si
spalancò mentre
il mio cervello tentava di elaborare il tutto. L’emozione mi
mozzò il fiato e
presi a respirare pesantemente solo qualche secondo dopo la proposta.
Sposarlo…
stare per sempre con
lui ed Aaron… formare una vera famiglia…
costruire con lui ogni singolo giorno
quella serenità e quella stabilità che non avevo
mai avuto in tutta la mia
esistenza… amarlo con tutta me stessa
eternamente…
Lo desideravo
più di ogni altra
cosa al mondo.
Gli avrei urlato
sì un milione di
volte se avessi potuto, ma ero talmente sconvolta mentre la sua mano
scavava
con difficoltà nella tasca per estrarre una minuscola
scatolina di velluto blu
che il semplice monosillabo mi moriva in bocca.
Quando Jack
aprì lo scatolo,
mostrandomi l’anello di fidanzamento, i lucciconi iniziarono
a scendermi sulle
guance. La felicità che stavo provando era talmente forte
che pensavo che non
mi stesse capitando sul serio tutto quanto. La situazione mi sembrava
irreale
per quanto fosse perfetta e magica.
Riuscii a mormorare Si non so
nemmeno io come e gli sorrisi come non avevo mai fatto prima
d’allora.
Jack tolse il
solitario dall’astuccio
per infilarmelo nell’anulare e lo guardai beata. Non mi
sentii tanto innamorata
di lui in ogni singola fibra di me stessa come in
quell’istante. Non avevo mai
guardato nessuno a quel modo, non avevo mai amato nessuno a quel modo.
Ero decisamente la
donna più
felice della Terra.
Sì, sì - gli gridai sotto voce
un’altra volta. Gli
avrei detto sì per tutta la notte, ne sarei stata davvero
capace per quanto ero
raggiante.
Mentre
l’anello si incuneava e,
sfavillante, prendeva posto sulla mia mano sinistra, avevo la testa
occupata da
un solo pensiero. Io e lui. Per sempre. Nessuno sbaglio, nessun errore
ci
avrebbe mai diviso. Non sarebbe stato come nel mio primo, falso
matrimonio. Ci
appartenevamo e solo questo importava.
Le labbra di Jack si
aprirono in
un altro dei suoi sorrisi meravigliosi. Morivo dalla voglia di
baciarle. Le
avrei divorate di baci.
Certo che lo voglio.
Sì -ripetei.
Sembravo un disco rotto, non riuscivo a pronunciare altro che
sì.
Ero eccitata,
commossa, impaurita
e radiosa tutto assieme; tutti questi sentimenti si agitavano in me in
un
vortice danzante che mi trasportava lontano, nel mio futuro con lui.
Gli sfiorai la
guancia e lo
strinsi a me più forte che potei, ridendogli gioiosa
nell’orecchio. Il suo
abbraccio fu talmente forte da stritolarmi, e notai che le sue braccia
tremavano leggermente.
Quella mia risata e
la sua
stretta appassionata li
avrei conservati
dentro di me per sempre, tra i ricordi più belli.
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Angolo dell'autrice
Questa shot partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } ed è basata sul prompt 221. «Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi.»
Dedicata a quelle povere anime delle mie amiche lostiane *Stefy, Any, Giuly e Laura* che sopportano questi miei scleri e con cui mi sto attualmente scervellando sull'ultima stagione e le ships, tentando di capirci qualcosa *lovvo i nostri scambi di mail!! E so che questa storiellina vi è piaciuta tanto tanto <3 <3 <3*
E dedicata anche alla Mapi, ragazza fangirl like me acuta e divertente, con cui è uno spasso continuo scambiarsi opinioni su questa last season... Vincent scialla davvero sull'Isola ^_^
Nota: dato che io Lost in italiano non lo ricordo molto, mentre la versione originale ve la posso anche recitare meglio di come Olivier declamava l'Enrico V, la traduzione del dialogo tra Jack e Kate in Something Nice Back Home, tratta dalla mitica Lostpedia, è fatta dalla sottoscritta :)