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Autore: speranza19    06/02/2010    2 recensioni
One shot scritta per l'iniziativa 2010: A year together del Fan fiction Contest - Collection of starlight. Cosa avrà pensato Kate quando Jack le ha chiesto la mano in Something Nice Back Home??? La mia shot risponde a questo interrogativo ^^*inutile dirvi che è schifosamente Jater la mia storiellina, quindi se siete Skater non avvicinatevi. Peace and love!*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack, Kate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Jate *Jack/Kate*'
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Will you marry me?

Non riuscivo a dormire.

Avevo cercato in tutti i modi di addormentarmi, ma niente da fare. Quando Jack non mi era vicino, io mi sentivo automaticamente privata di un pezzo di cuore e di riposare non se ne parlava proprio. Quella notte poi ero agitata, come se dovesse succedere qualcosa di importante da un momento all’altro.

Provai di tutto: andai a controllare Aaron, mi preparai una camomilla, mi misi anche a leggere un bel mattone spesso che Jack aveva sul comodino.

Niente da fare.

 A quel punto lo chiamai al cellulare per sapere dove fosse, nel  vano tentativo di rilassarmi e finire tra le agognate braccia di Morfeo. La sua voce calda era il mio tranquillante preferito; mi sarebbe bastato sentirla anche solo per un secondo per tornare in me.

«Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi.»

Stupida. Non può tenere il telefonino sempre acceso. Magari stava venendo qui, ma ha avuto una emergenza ed è corso in ospedale – pensai mentre gettavo arrabbiata l’aggeggio tra le lenzuola.

Provai l’ultima spiaggia: afferrai il suo cuscino, intriso della sua colonia, e me lo infilai dietro la testa. Il suo profumo mi inondò completamente e mi sentii come se lui fosse stato al mio fianco. La serenità prese posto in me; chiusi gli occhi, respirai a pieni polmoni e scivolai finalmente nel buio.

Kate? Kate?

Mi sentii toccare da una mano calda all’altezza del braccio. Era la sua, la riconobbi.

Svegliati, Kate. Ehi.

Mi voltai verso di lui con gli occhi semi chiusi. Ero intontita dal sonno, totalmente.

Ehi. Che ore sono?- chiesi con un fil di voce. La gola era secca.

E’ tardi. Sono appena rientrato a casa – rispose lui.

Eri a lavoro?- domandai. Volevo sapere dove fosse stato.

No. Solo che… ho dovuto fermarmi e prendere una cosa. Ci ho… messo un po’- mi disse quasi imbarazzato. Ecco tornare la sensazione d’ansia di prima. Maledizione.

Mi allarmai.

Mi avvicinai di scatto a lui e gli accarezzai i capelli.

Ehi. Che succede? Qual è il problema? – implorai. Il mio tono di voce era turbato. Non stavo capendo cosa stesse accadendo.

Jack guardò in basso per farsi forza. Poi mi trafisse con il suo sguardo scuro.

L’altra sera, quando stavo leggendo ad Aaron mi hai detto… che ero portato.

Prese un sospiro che sembrò non finire mai. I suoi occhi si velarono di lacrime. E anche i miei, come per un riflesso istantaneo.

Pensi… pensi davvero che sia bravo?

Lo guardai intensamente e gli strinsi la mano per trasmettergli la mia certezza incrollabile di risposta al suo interrogativo.

Si. Penso davvero che tu sia bravo- replicai decisa con un sorriso. Lui era davvero incredibile con Aaron; per me era incredibile qualsiasi cosa facesse.

Jack sospirò sollevato, mentre io continuavo a fissarlo, tentando di capire il perché di quella domanda e dell’inquietudine che lo stava dilaniando.

Le sue gemme scintillanti color castano si rivolsero a me e mi guardarono per un tempo infinito. Sembrava  che stessero ammirando un gioiello prezioso, raro e magnifico.

Vuoi sposarmi?- mi sussurrò.

La mia bocca si spalancò mentre il mio cervello tentava di elaborare il tutto. L’emozione mi mozzò il fiato e presi a respirare pesantemente solo qualche secondo dopo la proposta.

Sposarlo… stare per sempre con lui ed Aaron… formare una vera famiglia… costruire con lui ogni singolo giorno quella serenità e quella stabilità che non avevo mai avuto in tutta la mia esistenza… amarlo con tutta me stessa eternamente…

Lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo.

Gli avrei urlato sì un milione di volte se avessi potuto, ma ero talmente sconvolta mentre la sua mano scavava con difficoltà nella tasca per estrarre una minuscola scatolina di velluto blu che il semplice monosillabo mi moriva in bocca.

Quando Jack aprì lo scatolo, mostrandomi l’anello di fidanzamento, i lucciconi iniziarono a scendermi sulle guance. La felicità che stavo provando era talmente forte che pensavo che non mi stesse capitando sul serio tutto quanto. La situazione mi sembrava irreale per quanto fosse perfetta e magica.

Riuscii a mormorare Si non so nemmeno io come e gli sorrisi come non avevo mai fatto prima d’allora.

Jack tolse il solitario dall’astuccio per infilarmelo nell’anulare e lo guardai beata. Non mi sentii tanto innamorata di lui in ogni singola fibra di me stessa come in quell’istante. Non avevo mai guardato nessuno a quel modo, non avevo mai amato nessuno a quel modo.

Ero decisamente la donna più felice della Terra.

Sì, sì  - gli gridai sotto voce un’altra volta. Gli avrei detto sì per tutta la notte, ne sarei stata davvero capace per quanto ero raggiante.

Mentre l’anello si incuneava e, sfavillante, prendeva posto sulla mia mano sinistra, avevo la testa occupata da un solo pensiero. Io e lui. Per sempre. Nessuno sbaglio, nessun errore ci avrebbe mai diviso. Non sarebbe stato come nel mio primo, falso matrimonio. Ci appartenevamo e solo questo importava.

Le labbra di Jack si aprirono in un altro dei suoi sorrisi meravigliosi. Morivo dalla voglia di baciarle. Le avrei divorate di baci.

Certo che lo voglio. Sì -ripetei. Sembravo un disco rotto, non riuscivo a pronunciare altro che sì.

Ero eccitata, commossa, impaurita e radiosa tutto assieme; tutti questi sentimenti si agitavano in me in un vortice danzante che mi trasportava lontano, nel mio futuro con lui.

Gli sfiorai la guancia e lo strinsi a me più forte che potei, ridendogli gioiosa nell’orecchio. Il suo abbraccio fu talmente forte da stritolarmi, e notai che le sue braccia tremavano leggermente.

Quella mia risata e la sua stretta appassionata  li avrei conservati dentro di me per sempre, tra i ricordi più belli.


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Angolo dell'autrice

Questa shot partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } ed è basata sul prompt 221. «Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi.»

Dedicata a quelle povere anime delle mie amiche lostiane *Stefy, Any, Giuly e Laura* che sopportano questi miei scleri e con cui mi sto attualmente scervellando sull'ultima stagione e le ships, tentando di capirci qualcosa *lovvo i nostri scambi di mail!! E so che questa storiellina vi è piaciuta tanto tanto <3 <3 <3*

E dedicata anche alla Mapi, ragazza fangirl like me acuta e divertente, con cui è uno spasso continuo scambiarsi opinioni su questa last season... Vincent scialla davvero sull'Isola ^_^

Nota: dato che io Lost in italiano non lo ricordo molto, mentre la versione originale ve la posso anche recitare meglio di come Olivier declamava l'Enrico V, la traduzione del dialogo tra Jack e Kate in Something Nice Back Home, tratta dalla mitica Lostpedia, è fatta dalla sottoscritta :)
  
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