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Autore: sailormoon81    06/02/2010    6 recensioni
E qualcosa ci ha legato per la vita e per la morte, qualche cosa di segreto tanto forte tra di noi. (NotreDame de Paris, R. Cocciante)
Possono due anime toccarsi e legarsi indissolubilmente tra loro, nonostante le diversità e le difficoltà?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve a tutti! :)

Come promesso (minacciato) nell'ultima mia fic, sono ritornata in questa sezione per presentarvi qualcosa di... diverso.

Questo è un esperimento piuttosto particolare, ma credo che noterete la particolarità solo dal prossimo capitolo.

Contrariamente al mio solito, la storia è in corso d'opera, nel senso che ho solo un paio di capitoli pronti, mentre il resto è tutto ben chiaro nella mia testa, ma metterlo su carta mi sta dando qualche problema di troppo... ma sono fiduciosa, e spero di completarla tutta entro l'anno. Okay, forse dieci mesi sono un po' pochini per quello che ho in mente, ma cercherò di non lasciare anche questa storia nella lista delle incompiute a tempo indeterminato...

Prima che me ne dimentichi, il titolo della storia, nonché il verso citato, fa parte del musical Notre Dame de Paris, che adoro. Il senso di questa scelta credo sarà più chiaro molto più avanti...

Ci risentiamo più sotto, con chi avrà la voglia di leggere fino in fondo =)

Kla

 

ALI IN GABBIA, OCCHI SELVAGGI

 

 

 

E qualcosa ci ha legato

Per la vita e per la morte

Qualche cosa di segreto

Tanto forte tra di noi

(Notre Dame de Paris - R. Cocciante, P. Panella)
 

 

Capitolo 1

Bella Swan

 

 

Inspira. Espira.

Inspira. Espira. Ecco, bene così.

In fondo non è una tragedia: si tratta solo di una stupida riunione di ex-alunni della stupida classe Novantotto dello stupido Liceo WestHigh.

Poco male se non hai assolutamente voglia di andarci.

E poi, perché mai dovrei volerci andare?

Al liceo, i rapporti con gli studenti del mio corso erano… come si dice? Ah, sì: glacialmente cordiali.

Cioè, non ci amavamo, ma eravamo costretti ad una convivenza forzata.

Osservo il mio armadio ormai desolatamente vuoto, e con un sospiro mi lascio cadere all’indietro, sul letto, più precisamente sui vestiti posati sul letto.

Ammetto che posati è una parola grossa: gettati a caso credo renda meglio l’idea, in effetti.

Afferro dal comodino il cartoncino color lavanda che ha avuto l’abilità di rovinarmi la giornata e me lo rigiro tra le mani.

Vediamo, cosa potrei ottenere partecipando? A parte un forte mal di testa e tendenze suicide, intendo.

Magari potrei constatare di persona quanta strada ho percorso rispetto i miei ex compagni. Sì, se solo potessi illudermi che segretaria di centro estetico sia un impiego migliore di medico, avvocato o… mantenuta dal marito-bello-e-miliardario.

Leggo per l’ennesima volta l’invito, come se già non lo sapessi a memoria.

Mercoledì 23 marzo, Hotel Plaza.

Oggi è tredici, e questo vuol dire che ho a disposizione ben dieci giorni per ammalarmi di un qualche virus sconosciuto e contagiosissimo!

Oh, sono troppo ottimista: con la fortuna che mi ritrovo, il virus me lo beccherò il ventiquattro marzo…

Uhm, forse potrei fare giusto una visita di dieci minuti e poi scusarmi e sparire in fretta…

Sì, può essere un’idea.

Ecco, già mi sento un po’ più rilassata al pensiero di dover trascorrere appena pochi minuti in compagnia di quegli estranei.

Ora non mi resta altro da fare che trovare una scusa plausibile per il mio repentino abbandono…

Mi metto a sedere, guardandomi intorno come in cerca di un’illuminazione improvvisa.

Ma… oh, no! Non ho niente da indossare!

Come può, direte voi, una che è praticamente su una montagna di vestiti, sostenere che non ha nulla di adatto per l’occasione?

Semplice: la risposta si trova in quelle stupide quattro parole che fanno bella mostra sotto l’indirizzo del Plaza. È gradito abito scuro.

Do un calcio all’anta dell’armadio, richiudendola, e mi lascio nuovamente cadere all’indietro.

E ora? Di nuovo, l’idea di un virus non è poi tanto male…

Non fraintendete: non è il colore il mio problema. A ben guardare, il mio abbigliamento conta un po’ tutti i colori conosciuti, e anche qualcuno sconosciuto, colpa dei ripetuti lavaggi in lavatrice.

Il problema, dicevamo, è da ricercare nel termine abito; mentre per gli uomini sta ad indicare un semplice smoking, noi leggiadre fanciulle siamo costrette in vestitini talmente aderenti da sembrare di due taglie più piccole. Anche a voler azzardare un casto completo, preferibilmente col pantalone, temo che sarei l’unica donna con le gambe coperte. Non che mi dispiaccia nascondere le gambe, anzi a dirla tutta le gonne presenti nel mio guardaroba si possono contare sulle dita di una mano, e non escludo che qualche dito avanzerebbe anche… Peccato che in una simile occasione, presentarmi con un tailleur starebbe a indicare quanto mi senta a disagio accanto alle acciughe anoressiche delle mie ex compagne.

Andare a fare shopping neanche a parlarne.

Sapete quanto costano simili vestitini? Ecco, meglio per voi restare nella più totale e innocua ignoranza.

E poi non mi è mai piaciuto fare acquisti: appena entri in un negozio, la commessa, rigorosamente più giovane e magra di te, ti sommerge di capi d’abbigliamento quasi sempre con le taglie contraffatte secondo la moda, secondo cui una sesta corrisponde a una vecchia quarta, e una taglia più grande… beh, indica obesità…

Il risultato è che alla fine ti ritrovi stretta in un camerino di un metro quadrato a costringere la tua ciccia ad entrare in un abito che starebbe bene solo alle bambole di quando eri bambina.

E che umiliazione quando la baby-acciuga-anoressica ti dice «Mi spiace, signora, ma non abbiamo taglie più grandi. Può provare nel reparto Taglie Forti», mentre tu vorresti prendere il suo bel culetto ossuto a calci e gridare che non sei tu ad essere grassa, ma sono le loro misure ad essere tarate sugli scheletri dell’aula di scienze!

Va bene, ammetto che quattro o cinque chili di troppo li ho anche io, come un po’ tutti, del resto. Ma questo non vuol dire che sia obesa. Chiaro?

Sbuffo, afferro un cuscino e me lo premo forte contro il viso.

Mi serve una soluzione, e subito!

Ehi! Ho trovato! Se per uno sfortunato incidente venissi travolta da tanti vestiti da impedirmi di respirare? Sarei giustificata, no? Dopotutto, sarei morta… e i morti non vanno alle riunioni di ex alunni…

Un sorrisetto diabolico mi si forma in volto, mentre lo squillo del telefono fa da sottofondo al piano che lentamente sta prendendo forma.

C’è la segreteria, dunque non mi preoccupo di rispondere.

«Bella? Sono Alice. Ci sei?»

Alice Cullen è la mia migliore amica dai tempi del liceo, nonché mia collega di sventure.

«Fammi indovinare: stai escogitando qualcosa per saltare la rimpatriata. Avanti, Bella: rispondi.»

Spiacente, Alice, ma devo trattenere il respiro fino a scoppiare.

«Bella? Isa? Isabella?»

Dio, quanto detesto quando mi chiama così! E Alice lo sa perfettamente.

«E va bene, non rispondere. Prima che mi dimentichi, sappi che neanche la morte per cause misteriose potrà farti mancare alla serata. Perciò, niente soffocamento tra i vestiti, chiaro?»

Gesù, ma quella ragazza è una veggente, o cosa?

Sospiro per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti: se Alice ha deciso di partecipare alla festa, posso star certa che ci andremo; conoscendola, mi ci porterebbe anche cadavere…

Sicuramente sarebbe un evento memorabile, ma non credo di esser pronta ad essere al centro dell’attenzione…

Afferro il telefono e compongo il numero della mia amica. Risponde al primo squillo.

«Hai vinto» mormoro sconsolata. «Domani, shopping.»

 

 

 

Bene arrivati, o folli che avete deciso di sfidare la sorte XD

Come avrete notato, per il momento non c'è molto da dire, se non che forse il tono usato da Bella è leggermente diverso dal suo solito modo di esprimersi...

Anche se non sembra, sto cercando di adattarmi a lei e lo stesso proverò a fare con gli altri personaggi che entreranno in scena a breve. Ma credo che dai prossimi capitoli dovrò aggiungere anche OoC alle note...

Visto che non ho altro da dire, vi ringrazio per essere arrivati fin qua, e vi do appuntamento a... non so quando per il secondo capitolo ^^

Bax, Kla

   
 
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