Ran, Rei ed Ataru
raggiunsero finalmente il posto che avevano stabilito per il picnic.
Ran tirò fuori dal
cestino il telo a scacchi e facendo volteggiare il suo abito da bambolina lo
posò sul prato fiorito, quindi in un batter d’occhio vi dispose ordinatamente
dei vassoi con sopra le pietanze che aveva preparato.
“Cosa aspettate?
Servitevi pure ragazzi, buon appetito!” li esortò con un sorriso.
I due, affamati, non se
lo fecero ripetere due volte e si avventarono avidamente sul cibo.
“Come va Ataru?” gli
domandò Ran dopo un po’.
“Bene, grazie…perché?”
“Non sembra affatto che
tu stia bene, anzi…hai una pessima cera, come se non avessi dormito…”
Ataru quasi si strozzò.
“Fai attenzione!”
“Cough…va tutto bene…mai
stato meglio…cough, cough”
“Non dire bugie”
Ran e Ataru si volsero in
direzione di Rei che stava continuando a mangiare.
“Non dico bugie!”
“Sarà…ma che hai dormito
male si vede lontano un miglio…”
“A dire il vero avete
ragione, non ho dormito molto stanotte…”
“E perché?” chiese la
ragazza che gli sedeva di fronte.
“Se ve lo dico mi
promettete di non trarre conclusioni affrettate?”
“Certo”
Anche Rei annuì.
Ataru fece una pausa, poi
disse:
“Sono stato nella stanza
di Lamù stanotte”
Ran sputò via l’acqua che
stava bevendo, Rei smise per un secondo di mangiare…solo un secondo, poi
riprese il ritmo velocemente.
“A-Ataru…”
“Perché fai quella faccia
Ran?”
“Ma hai detto che ti sei
introdotto nella stanza di Lamù…sei un vero pervertito!”
“Ecco lo sapevo io!”
“Lo sapevo che sei
innamorato di lei” fece Rei fra un boccone di riso e l’altro.
“Accidenti, di male in
peggio…Non avrei dovuto dirvelo…”
“Ma insomma, perché sei
andato da Lamù?”
“Il bello è che non lo
so…speravo che voi avreste potuto aiutarmi invece di sparare idiozie…”
“Come sarebbe a dire che
non sai il motivo?”
“E’ proprio così Ran,
credimi…non so il perché…”
La ragazza lo guardava
sbigottita.
“Cara, per favore,
dell’altro riso…” fece Rei porgendole l’enorme insalatiera che usava come
scodella, poi si rivolse al terrestre “Ataru ci sono solo due spiegazioni
plausibili…”
“Sarebbero?”
“La prima è che sei stato
spinto dal desiderio che provi per il corpo di Lamù…”
Ataru tacque.
“…e la seconda è che ne
sei innamorato…”
Deglutì con una strana
consapevolezza.
“Smettetela con queste
false insinuazioni, vogliamo litigare?”
“Qui nessuno vuole
litigare ma è ora che tu la smetta di mentire a te stesso!” s’aggregò Ran
porgendo al suo fidanzato la sua porzione.
“Ma come devo dirvelo che
Lamù non mi interessa?”
“Dillo pure finché vuoi,
sappi che noi non ti crediamo! ”
“Pensavo che mi sareste
stati d’aiuto, invece mi complicate solo la vita!”
“Forse ci capirai davvero
solo quando la pianterai di mentire a te stesso ed accetterai il tuo amore per
Lamù!”
“Ma se non la amo cosa
devo accettare?”
“La stai facendo
soffrire…e così soffri anche tu!” disse Rei d’un tratto, in tono calmo, che ben
si contrapponeva a quello irato che gli altri due stavano utilizzando.
“Già, ammetti che la ami,
dannazione!” gli urlò contro Ran.
La frase di Rei colmava
la testa di Ataru.
Allora lo avevano capito?
Era così palese che anche
lui stesse male nonostante gli sforzi che avesse compiuto per nasconderlo?
“Smettiamola Ataru, fai
pace con Lamù”
“No! Me ne sono liberato,
non tornerò mai più con lei! La schiavitù è finita!”
“Ataru!” Ran era
arrabbiatissima.
“Non posso contare
nemmeno su di voi…me ne vado!” e così dicendo si alzò dal telo e fece per
andarsene, ma una voce al di sopra della sua testa lo fece sussultare:
“Eh no, non vai proprio
da nessuna parte, Ataru!”
Il ragazzo alzò lo
sguardo e notò Benten in sella alla sua moto.
Era a dir poco furiosa.
“Benten!” fu
l’esclamazione generale.
La ragazza planò sul
prato vicino alla coppietta seduta sul telo e a pochi metri lontano da Ataru.
“Benten, ma non avevi da
fare oggi?” domandò Ran.
“Tu non preoccuparti
Ran…devo mettere in chiaro un paio di cosette con questo sciagurato prima! E a
proposito, perché è con voi?”
“Beh ecco…”
“Okay, lasciamo stare, me
lo spiegherai in un altro momento…ho da fare ora…”
Scese così dal suo
veicolo e prese a camminare nella direzione del ragazzo.
“Cara Benten, è un po’
che non ci vediamo…fatti abbracciare!” disse propagandosi in avanti una volta
che lei si fu avvicinata abbastanza.
Per tutta risposta la
ragazza lo stese con un pugno alla Ryunosuke.
“Ma perchè mi tratti
così? Che ti ho fatto?”
“Non avvicinarti,
farfallone che non sei altro!”
“Ma quale farfallone? A
me interessi solo tu…”
“Finiscila! Dimmi
piuttosto: come ti sei permesso?”
Ataru sembrò cadere dalle
nuvole.
“Non far finta di niente,
sto parlando di Lamù!”
Lo sguardo interrogativo
si intensificava sempre di più sul viso del terrestre.
“Come osi farla soffrire
a quel modo?” gridò piena d’ira.
Stavolta Ataru non seppe
trattenere il nervosismo che teneva in corpo e sbottò:
“Oh insomma…qui non si
parla d’altri che di Lamù! Come se esistesse solo lei al mondo! E a me non
pensa mai nessuno, credete che stia bene? Pensate che mi faccia piacere vederla
piangere a causa mia?”
“Ma non fai nulla per
migliorare i rapporti con lei!”
“Cosa pretendete, che mi
rimetta con lei? Beh mi spiace deludervi ma non accadrà mai!”
E così dicendo salutò il
terzetto con un cenno della mano e fece per andarsene ma Rei lo raggiunse con
la terza porzione di riso fra le mani e gli disse:
“Calmati Ataru,
parliamone”
“Ma di cosa vuoi parlare
tu? Sei stato mollato eppure difendi quella strega!”
Benten gli tirò addosso
la moto con una forza tale da fare invidia a Shinobu.
“Non ti permetto di
offenderla!”
“Già, basta Ataru!” tornò
a farsi sentire anche Ran.
“Basta io me ne vado!”
“Aspetta” gli diceva Rei,
sempre in tono calmo, con la bocca piena.
“No, mi dispiace, ma è
evidente che non posso contare su di voi, infondo dovevo aspettarmelo…siete
amici suoi”
“Ma io non ho ancora
finito con te!” protestò Benten.
“Possiamo parlarne a
cena, da soli, ma non ora”
“Maledetto dongiovanni…”
“Che diavolo sta succedendo?”
Lamù era appena saltata
fuori dalla sua piccola astronave ed era furibonda.
*Di male in peggio…*
“Non ho alcuna intenzione di parlarti Lamù,
voglio avvisarti prima che i tuoi amici mi assalgano!”
“Non ne ho la minima
intenzione, stai tranquillo!” disse aspra “Benten per favore lascia perdere e
torniamo su Nettuno!”
“No! Quest’inetto deve
sapere…”
“Che cosa?”
“Devi sapere che…”
“Benten!” Lamù ne coprì
la voce.
“Ma Lamù, deve saperlo!”
“Io ho accettato la sua
decisione e se ho detto che la rispetterò andrò fino in fondo! Quindi non hai
proprio nulla da dirgli, su andiamo!”
Benten avrebbe voluto
replicare, ma si arrese e montò in sella alla sua moto.
“Quanto a voi due” fece
Lamù rivolgendosi a Ran e Rei “Ecco cos’avevate da fare, una scampagnata con
lui! Immagino sappiate tutta la storia…”
“Lamù aspetta, lascia che
ti spieghi…”
“Non sprecare il fiato
Ran, è una testona, non capirebbe…” fece Ataru fiondandosi ad abbracciarla,
sperando così di suscitare le ire di Lamù.
“Mollami dannato
maniaco!” strillò Ran.
Rei allora, dopo molto
resistere, si trasformò e ruggì contro Ataru che fece un volo di diverse decine
di metri più in là.
Lamù aveva osservato la
scena.
I suoi occhi di ghiaccio
erano colmi di rabbia e piccole scariche incorniciavano minacciosamente i suoi
cornini.
Ma d’un tratto si bloccò
e scoppiò a ridere.
“Cos’hai da ridere
tanto?” chiese Ataru piccato.
“Sei soltanto un
fastidio, persino se respiri importuni la gente!”
“Non sono fatti tuoi
quello che faccio!”
“No di certo, neanche mi
interessano guarda!”
“E allora per quale
motivo mi prendi in giro?”
“Semplice: sarebbe
impossibile non ridere di uno sfigato come te!”
Ataru a questo punto era
livido di rabbia.
Lamù non lo degnò più di
uno sguardo e posando gli occhi su Ran e Rei disse loro:
“Se vi piace stare in sua
compagnia fate pure, ma sappiate che mi avete molto deluso!”
“Lamù lasciaci spiegare!”
chiesero all’unisono.
“Non le dovete alcuna
spiegazione, siete liberi di frequentare chi volete, non dovete darne conto a
lei!”
“Nessuno ti ha interpellato,
fai silenzio” sibilò la bella oni.
“Come puoi dirmi quel che
devo o non devo fare? Pensi che sia ancora il tuo schiavetto, per caso?”
“Fortunatamente non lo
sei più”
“E già, fortunatamente lo
dico io però!”
Lamù tornò ad ignorarlo e
disse:
“Ran, Rei…buona fortuna,
prendetevi cura di lui, ne ha bisogno”
Si librò in aria ed andò
a rinchiudersi nella sua astronave.
“Andiamo Benten, Oyuki ci
sta aspettando!”
“Okay”
Sia la navicella che la
moto si alzarono in volo producendo un gran rumore.
“So badare benissimo a me
stesso…io…io non ho bisogno di nessuno!…” *Non ho bisogno di te…*
Le vetture spaziali si
erano allontanate a gran velocità ed era impossibile per i loro comandanti
udire le parole di Ataru.
Il ragazzo cadde in
ginocchio al suolo.
Rei e Ran lo raggiunsero.
“Ma sei scemo?! Vuoi
aggravare ancora di più la situazione?” lo sgridò Ran.
Ataru non le rispose, lo
sguardo fisso sull’astronave che si allontanava.
“Lamù?” chiamò Benten
dallo schermo della sua moto.“Lamù, perché diavolo stai piangendo ora?”
All’altro capo la oni
piangeva a dirotto mentre pilotava la navicella.
“Non dovevo dirgli quelle
cose…sono stata…perfida…”
“Hai fatto bene invece!”
tentò di consolarla.
Lamù scosse la testa.
“E’ così triste…perché
non posso essere libera di amarlo, Benten? Perché?”
L’amica avrebbe voluto
poterle rispondere, ma cosa poteva dirle?
Ataru l’aveva lasciata
davvero, non sembrava intenzionato a voler tornare indietro e le sue parole
piene d’astio nei suoi confronti non potevano che confermarlo.
E per quanto fosse
doloroso da accettare Lamù ne era consapevole e voleva rispettare il volere di
Ataru nonostante tutto, anche se ciò voleva significare sacrificare la sua
felicità e seppellire il suo amore per lui, murando il suo cuore in una
prigione di malinconici e forzati silenzi.
“Ti prego fatti coraggio
amica mia…”
Si sentiva un’idiota a
dire quelle parole, suonavano vuote e prive di significato, voleva solo
rincuorarla, anche se sapeva che era impossibile.
Se solo non l’avesse
interrotta, Benten avrebbe messo Ataru al corrente delle stato in cui si
trovava Lamù visto che lui non lo vedeva…o chiudeva gli occhi per non vederlo.
Chissà come avrebbe
reagito se avesse saputo come stava Lamù.
“Ora andiamo da Oyuki, ci
prenderemo un bel gelato e passeremo il pomeriggio in compagnia, basta lacrime
e singhiozzi però, pensiamo a stare bene, okay?”
“Sì”
La risposta fu debole ma
Benten vide che le sue parole avevano convinto Lamù che prese ad asciugare le
lacrime.
“Mi scusi signora, sono
Ataru”
“Oh ciao, dimmi…” fece la
madre di Lamù all’altro capo della ricetrasmittente.
“Mi scusi potrebbe
mandare qualcuno a prendermi? Vorrei tornare a casa…”
“Sì certo, puoi darmi le
tue coordinate geografiche?”
“Ehm…”
“Da’ qua, ci penso io!”
fece Ran strappandogli l’oggetto dalle mani.
“Grazie” disse Ataru.
“Ataru…” Rei si era
calmato ed era tornato normale.
Il ragazzo lo guardò.
“Mi spiace sia andata
così…comunque accetta un consiglio…rifletti”
“Grazie, puoi tenerteli i
tuoi consigli” rispose scortesemente mentre Ran gli porgeva la
ricetrasmittente.
“Stanno arrivando”
“Grazie”
Nonostante i modi
sgarbati di Ataru Rei non demorse:
“So esattamente come ti
senti…”
“E come potresti?”
“Credimi…i tuoi occhi
lucidi dicono tutto”
Punto nell’orgoglio Ataru
si voltò e corse via.
Eppure gridò:
“Già se la spassa con
altri…lei ci ha già messo una pietra sopra…”
“Ma che dici?”
“Non puoi capirmi Rei…non
sai niente di me… un bel niente!”
“Ataru!” lo chiamò Ran.
Lui però era già lontano e
non l’ascoltava affatto.
“Vedrai, prima o poi
tirerà fuori quello che ha dentro, ma gli ci vuole tempo…”
“E’ un bambino…” fece
Ran, scuotendo la testa “Ma come può Lamù amare uno come lui?”
“Beh, non giudicare gli
altri…” ridacchiò Rei mandando giù diverse porzioni di nikuman “Guarda con chi
stai tu…”
Ran sorrise e lo
abbracciò forte.
“Spero che la situazione
possa risolversi presto…lo spero per Lamù…”
“E io lo spero anche per
quel povero diavolo laggiù!” disse Rei mentre con una mano abbracciava Ran e con
l’altra mangiava un’altra porzione di riso!
Poco dopo un’astronave
planò poco distante da Ataru.
Lui fece un cenno verso i
due ragazzi e salì a bordo, ansioso di andare a casa, sperando non vi fosse
Lamù.
Fortunatamente il viaggio
fu rapido e a casa non incontrò nessuno.
Sgattaiolò in camera sua
e si sdraiò sul suo futon.
Era stanco, ma le solite
vocine nella sua testa sembravano provar gusto a torturarlo, perché non
accennavano a zittirsi.
Rei era proprio uno
strano ragazzo.
Pareva quasi muto e
davvero stupido quando lo aveva conosciuto, eppure non lo era affatto, magari
era maturato, chissà?
Lui sapeva quasi
leggergli nella mente, capiva davvero il suo stato d’animo?
E soprattutto, come ci
riusciva?
Si voltò nel letto.
*C’è mancato
poco…maledizione, quando l’ho vista andare via così…Lamù…* pensò.
Si girò dall’altra parte.
*Chissà se è vero…chissà
se deve uscire con quel ragazzo…Non ci pensare Ataru, in fin dei conti non te
ne importa nulla…*
Affondò la testa nel
cuscino e, prima che potesse accorgersene, la stanchezza prevalse sui suoi
dubbi amletici e lo fece sprofondare nel sonno.
Quando si svegliò uscì
dalla stanza con l’intenzione di andare in sala.
Tuttavia le voci di Lamù
e di sua madre, poco distanti, attirarono la sua curiosità, così si nascose
dietro una colonnina per poter ascoltare.
“Ma Lamù perché non vuoi
dirmelo? Chi è? Lo conosco?”
“No mamma, e poi non
starmi così addosso… non è un appuntamento galante”
“Suvvia cara, sono tua
madre…a me puoi dirle certe cose!”
“Ti ripeto che non è un
appuntamento!”
“E perché ti fai bella
allora?”
Ad Ataru sfuggì un
ringhio sommesso.
“E’ tanto che non mi
preparo per un’occasione, ne sto approfittando…”
“Bene…Ma la prossima
volta presentamelo, okay?”
“Dai smettila di
scherzare… non è niente di che, non è un appuntamento ti dico!”
“Va bene cara, ma mi
raccomando non tornare troppo tardi…”
“Sta’ tranquilla”
Si sentì il rumore dei
baci sulla guancia che le due si scambiarono e vide Lamù filar via come un
fulmine.
Non gli passò davanti,
quindi suo malgrado non la vide, ma una ventata di profumo lo investì e
comunque si affrettò a cambiar direzione.
*Se speri di agire
indisturbata hai fatto male i conti, cara Lamù!*
Quando sentì il portone
principale chiudersi corse dalla madre di Lamù e le disse:
“Signora io sto uscendo…”
“Di nuovo Ataru?” chiese
sorpresa.
“Sì, vado a fare una
passeggiata…non mi aspettate per cena…”
“Ma sei sicuro?”
“Sì, scusi sa, vado di
fretta…” salutò con un cenno ed uscì di corsa dalla casa.
*Speriamo di non averla
persa…*
Subito dopo vide la
ragazza accendere la navicella.
Senza pensare si mise a
correre a perdifiato, senza remore spiccò un salto e si attaccò alla navicella
in partenza (ci aveva preso l’abitudine ormai!).
Lamù atterrò su un
pianeta poco distante da Uru, ci mise pochi minuti.
Fortunatamente Ataru
riuscì a resistere con il poco ossigeno disponibile.
L’astronave planò in un
ampio parcheggio e la oni scese dal veicolo spaziale.
Ataru non poté spostarsi
da dove si trovava, perché Lamù non si mosse per alcuni minuti.
Il ragazzo era
particolarmente nervoso, non solo perché non poteva muoversi, ma anche perché
sapeva che lei si era fatta bella…per un altro.
Dopo alcuni minuti di
silenzio una voce poco distanze chiamò:
“Ehi Lamù!”
Era una profonda voce
maschile.
Una voce molto seducente.
Una voce che gli dava sui
nervi.
Ataru trattenne a stento
un altro ringhio.
“Buonasera Alec!” salutò
lei in tono squillante.
*Eccolo il famoso
tizio…Alec…Vuoi spassartela indisturbata, eh Lamù?! Bene! Vedremo!* pensò
mentre gli montava addosso la rabbia.
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Ciao gente,
come va?
Wow Ataru si sta
innervosendo…e non poco! Nel prossimo capitolo vedremo come si svolgerà la
serata…chi è il misterioso Alec e cosa vuole da Lamù? E lei perché mai ci sarà
uscita? Per fare un dispetto al suo ex o c’è dell’altro? E che farà Ataru? Vi
lascio con un po’ di suspance^^
Per Achille88: Ciao,
anche a me piace il personaggio di Benten, sempre schietta e sincera, non ha
paura di dire le cose come stanno! Quanto a Lamù non ci si può far nulla, è
cotta di Moroboshi! Ho studiato Lucrezio ma quella pillola di saggezza me l’ero
persa, grazie : ) Ti ringrazio per la recensione e spero il capitolo ti
piaccia^^
Per Andy Grim: Ciao,
grazie del testo-recensione, direi che per la fanfiction è azzeccatissima!
Grazie della recensione ^^
Ciao e alla prossima,
Amy Dickinson