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Autore: Abran    07/02/2010    1 recensioni
Frugato
e impazzito
e finito
e piagato
Genere: Drammatico, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oberon


A tutti coloro che militano
tra le fila aggrovigliate dello spirito
e dell'immaginazione


Costretto
nell'ira
da mani
mordaci
non voglio
immolare
l'icona
del cuore,
rifiuto con sdegno
il regno dell'uomo! IO
preferisco
impersonare
il più umile schiavo di Oberon.

Brandelli d'essenza
che formicolate
non resterò senza
le vostre pomate
d'incanto, illusione
di dolce pienezza
finché questo nome
mio dice la brezza.

Finché avrò respiro
e vene nei polsi,
finché il mio raggiro
mi renderà insulsi
i vani sproloqui
di uomini vani, ah!
Non avrò alle mani
le agre catene
dell'anima inane,

preferisco
esser cane
a cercar la carezza di Oberon.

Straziato, umiliato, senza un suo posto,
sarò tuttavia estasiato, piuttosto
che dimenticare
il regno soave
di incubi e grazie
flagelli e delizie
lontano e vicino
all'intimo uncino
del cuore che oscilla,
mangiato da un sogno che brilla,
un sogno famelico e puro,
a cui non rinuncio, lo GIURO!
.. Sebben mi sia tarlo
a tutte tutte l'ore
di questa frivola esistenza umana.

Frugato
e impazzito
e finito
e piagato
da lacci
d'inedia
e soffocato
da mucchi
d'amaro
pietrisco
di strane parole,

preferisco
esser petalo di genziana che muore,
da lei staccato
e cadere, e sostare un solo istante
fugace, anelante
febbricitante
scostante strillante squarciante
giammai bastante
sul viso addormentato, innamorante
del mio sovrano

Oberon.





  
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