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Autore: Melanto    07/02/2010    3 recensioni
Oggi ho assistito ad un funerale.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Norge'
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Scritta per il “Carnevale di Fanworld” indetto da “Fanworld.it”.
Tabella: “Carnevale di Venezia” | Prompt: #1 – Colomba

Ritornano Norge e gli amici del Cimitero. ♥

Amore della mia Vita

Oggi ho assistito ad un funerale.
Mi rendo conto di come, trovandomi in un Cimitero, i funerali non siano proprio la prima delle novità, eppure non ho potuto fare a meno di fermarmi, ed osservare.
Il gruppo di congiunti era lì, raccolto presso la tomba. Piccole anime vestite di nero e noi, tutt’attorno, inesistenti ai loro occhi, avevamo zittito le chiacchiere nella nostra forma di rispetto.
Pietro s’era appoggiato alla mia lapide, dove anch’io sostavo, e Brunello aveva interrotto la partita a Canasta col Generale Riccobaldo che, compostamente, s’era tolto il cappello della divisa.
Silenzio giungeva a noi, dai vivi, e singhiozzi più o meno forti. Un soffiare di naso, colpetti di tosse per camuffare la commozione.
Insomma, la normalità che era tale per noi.
Eppure, c’era anche qualcosa di diverso che spezzava, senza fare rumore, l’abitudine a cui m’ero assuefatto.
Tra tutti, un uomo sorrideva.
Alto, un po’ curvo, una figura sottile sotto il cappotto nero ed un borsalino sul capo. In prima fila, fissava la bara con un sorriso. E la nostra nuova compagna di eternità – come sarebbe stata da quel momento e per sempre – sorrideva a sua volta accanto alla lapide, non vista.
Serenità.
Da lui a lei, da lei a lui.
Negli occhi di entrambi era in atto uno scambio che le parole non avrebbero saputo rendere meglio in quello che avevo riconosciuto essere un ‘arrivederci’ e non un ‘addio’.
Avevo sempre pensato, quando ero in vita, che esistessero emozioni e legami che nulla, tranne la Morte, sarebbe mai riuscito a spezzare per un tempo pari all’infinito. Guardando loro, avevo scoperto che ne esistevano alcuni contro cui anche la Morte era destinata a fallire, rendendosi fautrice non di una ‘Fine’, ma di una ‘Interruzione’. Una pausa, una separazione di durata limitata dopo la quale, ciò che era stato scisso, sarebbe tornato ad essere unito.
L’uomo un po’ curvo lo sapeva, per questo aveva sorriso, e avrebbe aspettato paziente usando i ricordi per farsi compagnia.
Anche lei lo sapeva, per questo aveva risposto a quella dimostrazione di affetto con altrettanta serenità.
Non avevo potuto non unirmi a loro, mentre la Buona Malinconia mi aveva lasciato con un nuovo sapore da ricordare e gustare piacevolmente fino alla fine.
Nel frattempo, Pietro mi aveva lanciato un’occhiata indagatrice.
«Quando assumi quell’espressione, nonnetto, ti è appena frullata qualcosa per la testa. Poco, ma sicuro.» mi aveva detto a bassa voce, scuotendo il capo. «Lo sai che La Gioventù ti ha ribattezzato ‘il Pensatore’?».
Avevo sorriso ancora, consapevole della rivelazione, poi avevo continuato ad osservare, in silenzio, quell'indissolubile scambio d’amore.

Cade
una goccia di tempo
sulle fragili trame
dei tuoi capelli d’argento,
e lì giace.
E’ l’ultimo segno
che il Cuor mio lascia a te
come amabile pegno,
e poi tace.

Ma in silenzio sorride
e avrà memoria per due
dell’amore che vide
nelle iridi tue
e nelle iridi mie,
mentre serran la tomba,
sarai sempre felice,
mia amata Colomba.
Riposa in pace.

Fine

 

Allora, diciamo che non era in programma che si svolgesse così. XD
Ho scritto prima la poesia e, in teoria, avrei dovuto pubblicare solo quella, poi, come un’illuminazione, è spuntato Norge e da lì si è dipanata questa breve Flash. X3
(Ed io non so più come fare con lui, perché tutte le volte che scrivo del Cimitero mi commuovo da sola come una deficiente. T^T)
Della poesia, che dire: ho sempre odiato seguire metriche precise e vado ad ‘orecchio’, non è una novità. Le due strofe sono separate perché hanno ritmi diversi, ma sono ciascuna di nove versi e la fine della seconda richiama la rima della prima strofa.
Colomba è la defunta, se non si era capito, ed il vecchietto, un po’ curvo, il di lei consorte. J
Il titolo è ripreso da “Love of my life” dei Queen.

Ancora una volta, ringrazio Fanworld perché mi dà gli spunti per scrivere. ^^v

   
 
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