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Autore: Mikaeru    07/02/2010    6 recensioni
Si ricorda, sì, che ad ogni esperienza che faceva pensava “Come vorrei che Italia fosse qui con me”, e le glorie e le vittorie che voleva condividere; e ricorda, con uno sbuffo adesso divertito, di essere sicuro che fosse una ragazza.
Ludwig si gira, bacia le spalle nude di Italia, il respiro che sfiora la pelle e Italia ride nel sonno – è straordinaria la sua capacità di essere contento anche da incosciente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quei piccoli frammenti di mosaico che sono i ricordi che piano piano stanno emergendo della sua vita passata come Sacro Romano Impero si ricorda che amava i racconti di spade, le favole inglesi e la piccola, graziosa, impacciata, timida, sempre felice e tranquilla Chibitalia. Quello staterello che non sapeva difendersi da solo, discendente di un nonno glorioso ma incapace di reggersi sulle proprie gambe; e si ricorda che l’amava profondamente, con lo stesso trasporto e amore che si prova nel guardare, nell’osservare l’opera d’arte perfetta. Per quel suo tremolare con la scopa in mano, per quel suo essere felice di ogni cosa e ogni più piccolo particolare (“Shinsei Roma, Shinsei Roma, guarda, ci sono le farfalle! Guarda, guarda, si posano sulle margherite! Shinsei Roma, guarda che belle le margherite, voglio farci una corona, tu la metteresti? Saresti così carino, Shinsei Roma!”).

Si ricorda, sì, che ad ogni esperienza che faceva pensava “Come vorrei che Italia fosse qui con me”, e le glorie e le vittorie che voleva condividere; e ricorda, con uno sbuffo adesso divertito, di essere sicuro che fosse una ragazza.

Ludwig si gira, bacia le spalle nude di Italia, il respiro che sfiora la pelle e Italia ride nel sonno – è straordinaria la sua capacità di essere contento anche da incosciente.

Era davvero convinto che fosse una ragazza – le mutande che gli aveva dato, prima di partire, erano proprio da ragazza, ne è assolutamente sicuro. Quando si è messo con Italia e i ricordi cominciavano ad affiorare, si è quasi sentito in colpa. “Chissà, lei, se mi sta ancora aspettando, da qualche parte…”, ha pensato per un pochino. Quando baciò Italia, la piccola e timida Italia che, è reso conto poi, era diventato quello stupido che ora dorme accanto a lui, prima della battaglia, non c’era stata pace per la sua testa, riempita di pensiero e congetture: come voleva tornare a casa – e tornato a casa, cresciuto, l’avrebbe presa tra le braccia, l’avrebbe fatta volare, e da lì a qualche ora l’avrebbe sposata, perché Italia era sua e tutta la vita non sarebbe bastata per amarla come meritava.

Era una sensazione strana, baciare le guance morbide di Italia e avere la sensazione di averlo già fatto e non capire come e quando. E quando lo ha capito non c’era stato uomo più felice su questo pianeta.

Si ricorda che, quando ha baciato quel piccolo ammasso di carineria assurda, sarebbe voluto rimanere attaccato alle sue labbra per sempre; nella sua innocenza infantile, non sapeva come tradurlo, né assolutamente immaginava che quello si sarebbe trasformato nel desiderio di abbracciare quello stupido di Feliciano che si attaccava al suo braccio ed indicava tutto quello che vedeva, descrivendolo ad alta voce, chiamando cento volte il suo nome perché guardasse anche lui e si stupisse ed innamorasse proprio come fa lui; non sapeva che l’abbraccio si sarebbe evoluto in una stretta, nell’annusare i suoi capelli e la sua pelle nella loro camera da letto (quella con Il bacio di Hayez sopra la tastiera di legno, quel quadro che Ludwig trova insulso e Feliciano amava con smisurato trasporto e amore), nell’assaporare la carne con baci incerti e mani tremanti che scoprono il corpo e lo carezzano con religioso riguardo e i miagolii e sospiri che chiedevano quasi di poter esistere, perché “Ludwig, Ludwig, ti amo da secoli, sono secoli che ti aspettavo e—e oddio, sei qua, ti amo, ti amo, ti amo…

Ricorda di aver amato Italia, ma mai quanto lo ama adesso, mentre scopre che ha un momento in cui riesce a stare zitto, mentre scopre che ha un piccolo neo sotto la scapola sinistra e che gli piace tantissimo baciarlo, perché Italia ha un fremito e un miagolio timidissimo e sottile, perché si rende conto che i secoli non hanno senso, non sono affatto pesanti come vogliono far credere – gli sembra che sia passato un secondo da quando era un impero e baciò uno staterello timido e le ore passate a fare l’amore con Italia sono sembrate infinite, dilatate, sature di ogni cosa bella al mondo.

  
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