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Autore: Tynuccia    07/02/2010    2 recensioni
[Gundam SEED]Qualcuno, più tardi, gli parlò della sostanziale differenza che vi era tra fare sesso e fare l'amore.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dearka Elthman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lussuria

 

*

 

Il sesso era uno dei migliori doni che l'umanità avesse mai ricevuto.

 

Dearka Elthman non credeva in Dio o in un essere superiore che avesse il potere di controllare le vite degli abitanti dell'universo, ma quando si trattava di sesso, allora, il mulatto pilota di ZAFT si sentiva commosso nel profondo dell'anima e, quasi, avrebbe voluto gettarsi a terra, sulle sue ginocchia, per ringraziare il Cielo.

Ciò che intendeva il giovane, comunque, con sesso, non era assolutamente quello stupido processo che garantiva la sopravvivenza della specie e che qualsiasi religione elogiava, nel limite del possibile. No. Lui intendeva quel piacere psicologico, ma soprattutto fisico, che poteva considerare l'unica gioia nella sua miserabile vita.

 

La prima volta che aveva fatto sesso aveva tredici anni e non capiva ancora niente del mondo attorno a lui. All'epoca non pensava alla politica – suo padre Tad era già abbastanza impegnato con affari noiosi e bastava lui, in famiglia – e non poteva fregargliene di meno dell'esercito di PLANT. Era solo un mocciosetto senza aspettative e con davanti un futuro confuso e sfuocato. Non sapeva cosa voleva, da se stesso, dalla vita, da ciò che lo circondava, ma aveva le idee chiare su una cosa soltanto: l'attività frenetica nelle sue mutande. Da quando era scoppiato, per la prima volta, qualche mese prima, aveva scoperto che il piacere era di gran lunga qualcosa di più allettante di giocare a calcio con i suoi compagni o bere birra di nascosto.

 

Prima aveva imparato a tenere a bada i suoi istinti animaleschi con le sue stesse mani ed era rimasto positivamente sorpreso da tanto era perfetta l'armonia tra i suoi movimenti e le reazioni del suo corpo. Una volta al giorno, con un ghigno da vero mascalzone, si chiudeva nella sua stanza e si concedeva una trentina di minuti per trastullarsi come più riteneva giusto e rilassarsi.

Si buttava sul suo enorme letto e lasciava libere le briglie della sua fantasia galoppante, immaginando di vivere situazioni al limite della realtà in compagnia di signorine più o meno vestite, pronte a soddisfarlo in tutto e per tutto. Sì, quella era vera vita.

 

Poi, però, aveva compreso che le sue perversioni non erano reali e che, nonostante la presenza di bellissime top-model nella sua testa, alla fine era tutto merito delle sue mani. No, non andava più così tanto bene. A lungo andare la masturbazione quotidiana aveva assunto un significato patetico e deprimente e, quando Dearka usciva dalla doccia, si prendeva il suo tempo per ammirarsi in uno specchio a figura intera. Decise che un ragazzo con il suo corpo, i suoi occhi, il suo viso e, ovviamente, il suo pene non poteva rimanersene tra quattro mura a darsi piacere da solo come se fosse stato un patetico sfigato, ciccione e con la faccia coperta dall'acne.

 

Lui era l'erede di Tad Elthman, per Dio, e non avrebbe fatto in tempo a schioccare le sue lunghe dita scure che uno stuolo di donne si sarebbe buttato ai suoi piedi. Era ben cosciente di peccare di narcisismo e vanità e, con un certo orgoglio, pensava che gli mancasse solo la lussuria per essere un vero ganzo.

Così, aspettando pazientemente, si presentò l'occasione perfetta per sbarazzarsi della sua verginità. La considerava quasi più inutile dell'appendice all'interno del suo corpo, per dire la verità.

 

I suoi genitori erano stati invitati ad un week-end su Junius Four e lui, piccolo esaltato, aveva la casa completamente libera. Avrebbe potuto organizzare una festa che sarebbe rimasta negli annali di Aprilius One, ma quella volta si sarebbe dedicato completamente a se stesso e, quando aprì la porta della sua camera da letto ad una troietta d'alto bordo, come era solito definirla il suo amico Yzak Joule, tanto affascinante agli occhi del genere femminile quanto bacchettone, aveva ringraziato chiunque ci fosse stato oltre il Cielo per averlo fatto nascere in casa Elthman.

 

Lo poteva chiaramente vedere negli occhi chiari della bionda di fronte lui: il rispetto per chi ha i soldi, il potere… tutto. Non gli interessava, comunque, che cosa pensasse della sua famiglia quella puttanella. Voleva solo scoparsela ed accedere, finalmente, al livello successivo del piacere.

La spogliò con la foga di un tornado, ignorando la pietà che la donna provava nei suoi confronti, e la buttò per terra, chiudendo gli occhi in estasi quando entrò nel suo corpo. Era stretta, calda… perfetta. Le sensazioni che provò mentre se la faceva sul pavimento della sua stanza erano ancora migliori della masturbazione e, durante la sua prima volta, Dearka si sentì davvero realizzato, come se fosse stato l'onnipotente re del mondo.

 

Qualcuno, più tardi, gli parlò della sostanziale differenza che vi era tra fare sesso e fare l'amore. Probabilmente una ragazza visto che lui non poteva credere che ad un uomo importasse veramente il sentimento mentre scopava.

La trovò la cazzata più grossa della storia e rise sonoramente, senza capire che cosa cambiasse. Il modo di chiamare la trombata, d'accordo, ma poi? Non si raggiungeva l'orgasmo in entrambe le situazioni? Ma non sapeva neppure perché stava lì a rimuginare su certe cose. Non quando il mondo era pieno di donne stupende che, probabilmente, averebbero aperto le gambe per lui.

 

Ora, però, mentre la notte inglobava la baia di Onogoro ed un Dearka più maturo ed intelligente fissava il soffitto della sua stanza di hotel con Miriallia Haww, profondamente addormentata e senza neanche uno straccio addosso, tra le braccia possenti, il significato del fare l'amore si era profondamente radicato nel suo cervello.

 

Adorava il sesso, era uno dei capisaldi della sua esistenza, ed era orgoglioso di essere un lussurioso. Ma solo nei confronti della Natural che, mesi prima, aveva tentato di penetrarlo a sua volta. Con la lama di un coltello.

 

  
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