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Autore: Broken_88    08/02/2010    8 recensioni
"Sarà difficile lo so, ma ritroverai la gioia di vivere Allison. Te lo prometto. La vita è un dono meraviglioso, un dono di Dio. E tu l'amerai di nuovo."
(Castiel/Nuovo Personaggio)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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I don't want to be on earth




Ricordi.. Ecco tutto ciò che mi rimane della mia breve e miserabile vita.
Solo ricordi. E ahimè, tutti spiacevoli.
Me ne sto qui, seduta in un angolo, su un asfalto infuocato e tutto ciò che riesco a fare è piangere.
Persino le mie lacrime si fanno beffa di me; e nel percorso che le porta dai miei occhi alle mie labbra, mi ricordano insistentemente quello che ero prima di essere un'anima infernale.
Ma io sto bene! Posso farcela. Lo so che posso.
Ma chi voglio prendere in giro? Sono seduta tra le fiamme dell'inferno, tra urla, sangue e dolore e tutto questo potrà solo peggiorare. E la cosa che fa più male, è che, anche se mi guardo dentro, non riesco a riportare alla memoria un solo attimo di serenità per cui valga la pena reagire.
Ecco qual è l'amara verità: ero un'anima miserabile sulla terra e lo sono ancora di più qui, tra le pene di chi, come me, ha smesso di lottare.
Mi guardo intorno con angoscia e mi accorgo ogni minuto di più che non desidero essere salvata. Non che stare qui mi piaccia. Semplicemente credo di essere ad un punto di non ritorno, in cui senza dubbio, la terra mi sembrerebbe più brutta del posto in cui sto ora.
E questo perché sono sola al mondo, e lo ero anche prima di arrivare quaggiù.
Mi alzo piano e cammino confusa per qualche minuto. Giusto il tempo di capire che, anche se non voglio andarmene, sono proprio fuori luogo qui.
Io, a differenza di chi si aggrappa ai ricordi per rimanere umano, li spingo via quasi desiderassi inconsciamente di perdere ogni briciolo ed indizio di ciò che ero. Quasi come se ne fossi spaventata, o peggio ancora imbarazzata.
Io, a differenza di tutte queste anime desiderose di tornare a casa, desidero solo tornare al mio posto e piangere fino a sentirmi meglio.
Meglio.. questo è un termine inappropriato, ma è l'unico a cui riesco a pensare al momento.
Oh Dio mio!! Come posso essere tanto diversa da ciò che ero? Come posso, io cacciatrice del soprannaturale, starmene qui seduta in mezzo agli esseri che ho inseguito e ucciso per tutta la vita?
Come posso semplicemente piangere e osservare insofferente mentre altre anime vengono torturate fino a perdersi completamente nel dolore e nell'oscurità?
Come posso aver perso me stessa senza accorgermene? E sopratutto, perché sono convinta di aver perso la via prima ancora di ritrovarmi qui?
Forse perché è la verità!
Tutto questo non mi spaventa.. E' il fatto di non provare alcun timore che mi terrorizza e mi fa rabbrividire.
Dov'è finito il mio istinto di sopravvivenza? Dove sono finite la mia grinta e la mia tenacia?
Devo averle perse da un bel pezzo, altrimenti non avrei gettato la spugna come invece ho fatto.
Un tempo mi sarei fatta largo tra i miei demoni e li avrei affrontati scacciandoli via. Invece alla fine mi sono ridotta a starmene seduta in mezzo a loro.
A volte vorrei urlare e strapparmi i capelli.. Vorrei alzarmi e liberare tutte queste anime dal loro dolore, dalla loro angoscia. Dare loro una speranza e sentirmi viva.
Ma il mio corpo, la mia mente, la mia anima, o meglio, ciò che ne rimane, non collaborano.. E me ne sto qui ad aspettare che sia il mio turno di essere fatta e pezzi e torturata finché i miei aguzzini ne avranno voglia.
E, per terrorizzante che possa essere, questo è il periodo della “giornata” che preferisco. Non perché l'idea di essere ridotta in brandelli ancora e ancora mi riempia di gioia, ma perché nel momento in cui il mio corpo viene ferito, tagliato, bruciato e trattato come carne da macello, non ho tempo di pensare a ciò che era, e la mia mente si riposa.
Mi odio per questo.. odio sentirmi così sprezzante del dolore mentre tutti intorno a me soffrono. Odio essere ciò che sono
Chiudo gli occhi per un attimo, faccio un grosso respiro e il mio naso si riempie in automatico dell'intenso male odore di polvere e sangue di cui ogni cosa intorno è intrisa.
Li riapro dopo pochi secondi e tutto, non so perché, mi sembra diverso, luminoso.
Piego la testa e osservo lì accanto, un po' distante da me una forte luce bianca e pura che sembra.. non so cosa sembra. Mi da sensazioni del tutto nuove e non ricordo di aver mai visto nulla di simile.
Tutti sembrano spaventati, io mi sento solo confusa.
Cos'è questa luce? E perché viene verso di me?

*****

Che cosa hai fatto, Allison?
Come ha potuto fare una cosa del genere? Come hai potuto farmi una cosa del genere! Ti sei tolta la vita: hai smesso di combattere e hai deciso di andare via. E adesso sei all’inferno. È lì che finiscono i suicidi, lì che pagheranno per l’eternità il loro terribile peccato.
La mia Allison, la bambina che salvai dal Male. Piccola, indifesa infante, scelta per gli oscuri piani del Maligno. La ricordo ancora così chiaramente, minuscola creatura umana nella sua piccola culla. Piangeva, mentre quell’essere infernale si accingeva a compiere l’orrendo gesto iniziatico.
Glielo impedii, apparvi in quella piccola stanza colorata, il demone mi maledisse ringhiando e scomparve. Gli bastò un solo secondo della mia presenza per farlo precipitare di nuovo negli inferi dai quali era emerso.
Ti ho salvata Allison, da un destino crudele e maledetto. E tu cosa fai, piccola umana? Ti uccidi? Butti nel fango la vita che Dio ti ha donato e che io ti ho preservato?
So che soffrivi, so che ti sentivi sola, ma niente giustifica il tuo gesto.
Adesso sei all’inferno, e io non posso sopportarlo. Ho deciso di venire a salvarti. Disobbedirò per te, ti restituirò alla vita.
Inizio a scendere, le urla dei dannati sempre più vicine a me. Devo fare in fretta, non devono scoprirmi o mi uccideranno. I miei superiori non tollerano le insubordinazioni, mi punirebbero mortalmente.
Non mi importa di morire, ma non deve accadere prima che io abbia salvato lei.
I demoni mi attaccano, li respingo a colpi di spada annientandoli senza pietà: non mi fermeranno. Corro per gli arroventati sentieri dell’inferno, tra fuoco, polvere e sangue. I dannati urlano di dolore, straziati dagli uncini incandescenti dei diavoli.
Questa vista mi atterrisce, so che fanno la stessa cosa ad Allison. Accelero la mia corsa, roteando la spada in un turbine di luce. Mi guardo intorno, non la vedo. Sono terrorizzato, dov’è Allison? Non starà…
Oh no, è diventata un carnefice? Tortura le anime? Oh dannati demoni, è la proposta che fanno a tutti: da vittima a carnefice!
Ally non può averlo fatto, lei non lo farebbe mai.
I dannati tremano davanti a me, si fanno da parte e chi non lo fa, viene spazzato via dalla mia furia. Signore Iddio, che luogo maledetto! Alcuni mi chiedono pietà, altri mi insultano. Tutti mi temono.
Solo un’anima non si muove, se ne sta seduta nella polvere e nel sangue, non alza nemmeno la testa.
Faccio per avvicinarmi, i demoni mi bloccano più accanitamente di prima. Non vogliono che raggiunga quell’anima. Ordino loro di togliersi dal mio cammino, non obbediscono e io li distruggo.
Mi fermo, guardo quell’anima tormentata e …. Allison!
È lei quell’anima, l’ho trovata! Grazie, mio Signore! Travolgo le ultime resistenze demoniache, torme di dannati si disperdono come onde di fuoco.
Mi avvicino, la mia luce acceca tutti, demoni e dannati. Urlano, imprecano, tentano di scappare o di attaccarmi, ma io non me ne curo: devo correre da lei.
Non oseranno più straziare il tuo corpo.
Sono davanti a te, mi guardi confusa. Il tuo viso è una maschera di dolore e lacrime. Nuda nella polvere, mi guardi senza capire cosa sta succedendo. Ma non hai paura. Fiera come sempre, guardi dritta verso di me, quasi sfidandomi.
Non puoi vederlo, ma sto sorridendo. Nonostante tutto, sei ancora Allison. E tornerai ad essere l’infallibile cacciatrice di sempre.
Sono felice, perché ho ritrovato la mia Allison. Ti ho salvata da Azazel, ti salverò dall’inferno intero.
A costo di morire, ti ridarò la vita.

*****

Dove sono? E perché questo odore di lavanda mi sembra familiare?
Apro gli occhi di colpo e mi guardo intorno. Mi sento ammaccata ma riposata come non mi sentivo da mesi, eh si.. anche se crederlo mi è difficile, sono a casa. Nel mio letto.
Scendo da quella piazza e mezzo di morbidezza e giro su me stessa perplessa e col cuore pronto ad esplodere.
Come sono arrivata qui? Chi mi ci ha portato? Sono scappata dall'inferno o qualcuno mi ha fatto uscire?
Ok, niente panico Allison! Questa è casa tua. Qualsiasi cosa sia accaduta, ora sei al sicuro.
Ma lo sono davvero? E se questa fosse un'illusione? Se non fossi a casa ma stessi solo sognando di esserci?
Impossibile. All'inferno non è concesso sognare.
Allora cos'è successo?
Riordino le idee e faccio un giro della casa, quasi come se fosse la prima volta che la vedo. Eppure ci sono cresciuta.
Non è piacevole sentirsi un'estranea nella propria casa. E nemmeno l'odore di lavanda che mi ha svegliata, frutto dei sacchetti profumati dentro gli armadi, acquieta il mio cuore facendomi sentire nel posto giusto.
Perché? Semplice.. perché non sono nel posto giusto.
Il mio posto era lì sotto, tra le fiamme ardenti di un inferno pieno di dolore. E' lì che dovevo stare. Tra le anime che, in un modo o in un altro non hanno saputo apprezzare la vita.
Eppure sono qui, nel caldo di una casa che però non sento mia.
Perché tornare mi sembra la cosa più orribile che mi sia capitata? Perché vorrei prendere chi mi ha ridato la vita e urlargli che doveva farsi gli affari suoi? Perché, semplicemente non posso essere grata di essere tornata indietro dal posto da cui tutti cercano di fuggire?
Perché sono.. così sprezzante della vita?
Io meritavo il mio angolo infuocato ai piani bassi. Lo meritavo perché ho gettato la spugna. E mentre guardo in casa,l'ultimo posto in cui ho visto i miei genitori vivi, capisco anche perché l'ho fatto.
Ricordo come mi sentivo. Un'altra nota dolente dell'essere tornata tra i vivi, è che i ricordi sono più nitidi e vivi ora.
Mi sentivo sola, triste.. Quasi ad un punto di non ritorno.. E quando stavo per superare quel limite lasciandomi andare al mio dolore, è arrivato lui.
L'ho amato e mi ha fatto sentire viva per un po'. Per merito suo ho indietreggiato di qualche passo allontanandomi dall'oblio cui ero destinata.
Ma mi ha tradita, in mille modi che mi hanno ferita come spade affilate, e a quel punto mollare è stata l'unica cosa che ho avuto la forza di fare.
Ecco la mia triste storia: chi mi aveva riportato alla vita.. alla fine mi ha portata alla morte.
Scuoto il capo e mi allontano da lì. Salgo di nuovo di sopra nella mia stanza e la disperazione prende il sopravvento.
Mi sento fredda, colta dal panico e da un'ira profonda destinata a chi mi ha riportato indietro.
Non voglio stare qui.. Non voglio stare in questa casa piena di passato. Voglio tornamene all'inferno. Dove i ricordi sono pochi e annebbiati dalle lacrime.
Non voglio vivere di nuovo. L'ho già fatto una volta e non mi è piaciuto affatto.
Mi senti? Chiunque tu sia.. qualunque cosa tu sia, perché mi hai portata via da lì. Perché non hai preso un'anima che voleva tornare a casa?
Perché? Perché?
Mi siedo affranta sul letto. Un letto caldo e profumato che mi disgusta in un modo che, lo so, non è naturale. E piango..
Piangere è l'unica cosa che so fare anche qui. Sulla terra al sicuro da tutto quanto tranne che da me stessa.
Singhiozzo forte e spero di soffocare a causa delle mie stesse lacrime.
Perché piangi?”
Lo sento quasi come un sussurro, ma è vicino e attira la mia attenzione. Mi alzo un po' per essere composta, ma non provo nemmeno a mettermi sulla difensiva..
Qualunque cosa sia, la paura che mi lasci vivere è più forte di quella di morire.
Mi asciugo gli occhi per vedere meglio, e quando le lacrime me lo permettono, ho un'immagine chiara e nitida di chi ho davanti.
Ha occhi blu cielo, i capelli spettinati come se fosse arrivato qui sfidando il più malvagio dei venti, un impermeabile beige e lo sguardo ferito di chi si sente.. offeso direi.
Non so perché, ma il modo in cui il blu dei suoi occhi risplende nella stanza, mi ricorda qualcosa. Non so cosa... e sto in silenzio cercando di riordinare la mente.
Chi sei?” chiedo infine.
Sono Castiel. Un Angelo del Signore.”
Sgrano gli occhi. “Sono tornata dall'inferno, ma non sono scema. Gli Angeli non esistono.”
Mi guarda e con eleganza si muove per la stanza afferrando un oggetto sulla scrivania, ricordo della mia infanzia.
Quando eri piccola non la pensavi così Allison.”
Quando ero piccola? “Come sai il mio nome?”
Si volta di scatto, ma ho comunque l'impressione che si muova quasi a rallentatore: “Ti ho salvato dalla perdizione eterna. Mi sembra il minimo sapere il tuo nome.”
Cosa? E' lui che mi ha salvata? Ecco a cosa somigliava il luccichio del suo sguardo.. a quell'abbagliante e calda luce, ultima reminiscenza del mio soggiorno ai piani bassi.
Mi alzo di scatto.. i miei movimenti non sono eleganti come i suoi: “Perché l'hai fatto?” urlo.
Non volevi essere salvata?”
No.. dovevi.. dovevi farti gli affari tuoi. Quello era il mio posto. Meritavo di stare lì. Perché non hai preso qualcun altro invece di me?”
Gli sputo contro il mio dolore e la mia rabbia. Ma lui non si muove di un solo passo. Semplicemente mi guarda: in un modo che mi affascina e mi inquieta.
Il suo sguardo sembra perplesso.. ha ragione! Io stessa so che dovrei urlargli grazie invece di quello che invece gli ho detto.
Mi sento spiazzata per un attimo e mi allontano dandogli le spalle. Vorrei piangere.. ma è come se una parte del mio orgoglio fosse tornata con me dagli inferi, e così mi trattengo, anche se a stento.
Non voglio stare qui. Questo posto è vuoto e pieno di una vita che preferisco dimenticare.”
Lo guardo di nuovo e lo so, lo so dal cambio nei suoi occhi che percepisce il mio dolore.
Annuisce lento e si porta piano vicino alla finestra. Fissa le stelle con aria assorta ed io non posso fare a meno di essere “travolta” dalla sua calma.
Avanzo fino al letto e mi sdraio cercando di fare di nuovo mio l'odore di pulito e il fresco delle lenzuola. Chiudo gli occhi e sento la stanchezza prendere possesso del mio corpo.
Questo posto è la tua casa.” mi sussurra lui piano.
Non so chi sia, né se mente, ma non mi spaventa averlo qui.
Sono a casa.” sussurro a mia volta.
Lo percepisco muoversi piano fino ad essere, se il mio istinto non mi inganna, a pochi centimetri da me.
Sei a casa.” ripete.
E l'unica cosa che riesco a sentire prima di addormentarmi, sono le sue dita leggere che mi sfiorano i capelli.


*****

Ce l'ho fatta.
Non riesco a crederci neanche io, ma l'ho salvata.
Lei continuava a guardarmi senza capire, con quella sua aria di sfida che neanche l'inferno le aveva portato via.
Mi sono chinato su di lei e l'ho presa tra le mie braccia incandescenti, e stringendola forte sono volato via da quell'orribile luogo di dolore e morte.
Ho attraversato uno per uno tutti i gironi infernali, solcando i loro cieli di fuoco come una meteora di luce, con lei stretta tra le braccia che non capiva cosa stesse accadendo.
Siamo tornati sulla Terra, ho risanato il suo corpo corrotto dalla morte, le ho ridato il respiro vitale, il battito al suo cuore, il sangue alle sue vene. L'ho ripresa tra le braccia ancora addormentata, e l'ho riportata a casa sua, adagiandola sul suo letto.
Dormiva tranquilla, come se non fosse mai accaduto nulla. Poi sono andato via, se si fosse svegliata avrebbe visto il mio vero aspetto, e l'avrei uccisa nuovamente.
Ora starà dormendo, ma voglio parlarle. La conosco da tutta la sua vita, ma non le ho mai potuto parlarle. A volta le apparivo in sogno, sotto-forma di semplice e fioca fiammella e le sussurravo parole di conforto. Ma ora voglio parlare guardandola negli occhi, voglio sapere perché l'ha fatto, perché ha scelto la strada più breve e più crudele per risolvere i suoi guai.
E per fare questo, ho bisogno del mio tramite umano che ho lasciato addormentato per correre a prendere lei.
Alcuni giorni fa sono andato da lui chiedendogli di aiutarmi a compiere la missione affidatami da Dio, e lui ha detto sì.
Ed ora eccomi di nuovo qui in questo corpo d'uomo, così limitante per la mia potenza, ma adatto ad incontrare Allison.
Continuo a guardare le mie nuove mani, non mi sono ancora abituato a loro. Le apro e le richiudo varie volte, sono così diverse dalle mie. Più piccole, fragili, piuttosto tiepide rispetto alle mie, anche se a causa della mia presenza questo corpo sembra avere costantemente la febbre.
Torno da Allison, la trovo sveglia e in giro per casa. Tocca gli oggetti, le foto, si guarda intorno incredula, disorientata. Si volta verso di me e noto che ha un'espressione... arrabbiata?
Perché mai dovrebbe essere arrabbiata? Eppure le ho ridato esattamente il suo aspetto, niente in lei è diverso, nessuna cicatrice deturpa la sua bellezza. È rinata. L'ho riportata nella sua casa, nel suo letto caldo e profumato. E allora perché mormora parole di risentimento verso la vita?
Perché dice di non voler vivere? Come può dire di preferire l'inferno? Non lo accetto.
Resto invisibile ai suoi occhi e la seguo su per le scale. Entra nella sua stanza e si blocca, la vedo stringere i pugni.
Non voglio stare qui!” urla nel vuoto. “Voglio tornarmene all'inferno!” continua piena di rabbia.
Non posso crederci, mi sento ferito. Che cosa ti è successo, Allison? Perché reagisci così alla vita?
Mi senti? Chiunque tu sia.. Qualunque cosa tu sia, perché mi hai portata via da lì. Perché non hai preso un'anima che voleva tornare a casa?” sbotta furiosa contro chi le ha ridato la vita. Contro di me.
La guardo avvicinarsi al suo letto, si siede e scoppia in un pianto disperato. Singhiozza così forte da spaventarmi, non riesco a credere a ciò che è appena successo.
Allison è triste perché vorrebbe essere rimasta all'inferno, crede che il suo posto sia quello e quasi mi maledice per averla strappata dal tormento eterno.
Decido di mostrarmi a lei. Mi avvicino lentamente e le parlo.
Perché piangi?” le chiedo piano. Si muove sul letto e mi guarda, si asciuga le lacrime e mi fissa senza mostrare particolare sorpresa o timore. Non le importa se sono un amico o un nemico, se sono umano o soprannaturale.
Se sono infernale o divino. Mi fissa in silenzio, restando seduta.
Chi sei?” mi domanda dopo un po', con un tono che sento ostile.
Sono Castiel. Un Angelo del Signore.” le dico semplicemente, non sapendo cos'altro dire per spiegarle la mia natura.
Lei mi guarda sgranando gli occhi e accenna un sorriso ironico.
Sono tornata dall'inferno, ma non sono scema. Gli Angeli non esistono.” afferma con un sarcasmo che mi ferisce. Non ricorda nulla, neanche di quando entravo nei suoi sogni e la esortavo a non perdere la speranza.
Resto in silenzio, e guardandola mi avvicino alla sua scrivania e prendo in mano un oggetto che nelle intenzioni dovrebbe essere un angelo, ma in realtà è un paffuto bambino con due piccole ali bianche. Sorrido dell'ingenuità degli uomini.
Se solo potessero vederci...
Quando eri piccola non la pensavi così Allison.” le dico mostrandole l'angelo in terracotta.
Alle mie parole lei dischiude le labbra in un'espressione di vago stupore. “Come sai il mio nome?” mi domanda.
Io mi volto di scatto, la risposta alla sua domanda è talmente ovvia da farmi sentire una leggera fitta di delusione.
Ti ho salvato dalla perdizione eterna. Mi sembra il minimo sapere il tuo nome.” rispondo candidamente.
Allison mi guarda per un istante, come se non avesse capito cosa le ho appena detto. Poi la perplessità lascia il posto alla rabbia, i suoi occhi sembrano accendersi e con uno scatto si alza dal letto avvicinandosi di un passo.
Perché l'hai fatto?” mi urla stringendo i pugni. Nei suoi occhi leggo autentica collera.
La guardo meravigliato e lo stupore mi provoca un'ondata di calore che pervade tutto il mio essere.
Non volevi essere salvata?” le domando. La voce del mio tramite tradisce la mia indignazione.
Allison mi guarda accigliata, sento la sua ostilità e ciò mi ferisce più di ogni sua parola.
No.. dovevi.. dovevi farti gli affari tuoi. Quello era il mio posto. Meritavo di stare lì. Perché non hai preso qualcun altro invece di me?”
La guardo senza riuscire a replicare, tutto mi sarei aspettato tranne di vedere Allison arrabbiata con me e addirittura offesa perché le ho risparmiato un'eternità di dolore e torture, di disperazione e follia. Non capisco, forse è colpa mia ma sinceramente mi aspettavo di trovarla felice per la sua rinascita.
Anche lei mi guarda in silenzio, credo si aspetti da me una reazione che non arriva perché sono davvero senza parole.
Suppongo che l'aggettivo giusto sia “ferito”. Comincio a sospettare che gli umani non gradiscano essere aiutati.
Mi accorgo che Allison è sul punto di piangere, ma un lampo d'orgoglio asciuga subito i suoi occhi nocciola.
Non voglio stare qui. Questo posto è vuoto e pieno di una vita che preferisco dimenticare.” mi dice con la voce rotta dal pianto che tuttavia riesce a trattenere.
Improvvisamente capisco. È triste perché al suo ritorno dall'inferno non ha trovato nessuno ad accoglierla. La sua famiglia è andata via tanti anni fa e ora si sente sola.
Allison, è per questo che hai deciso di morire? Per questo volevi startene tra le polveri roventi degli inferi?
La guardo con dolcezza, finalmente conscio del suo dolore. Annuisco lentamente e mi avvicino alla finestra per guardare il cielo punteggiato dalle stelle. Sento lo sguardo di Allison che mi fissa, si starà chiedendo cosa guardo con tanto interesse.
Guardo il cielo, perché un po' mi manca. Ma sono felice di essere qui con lei. Non avrei sopportato di saperla dannata neanche un solo minuto di più. E se anche lei adesso pensa di non meritare la salvezza, un giorno sarà felice di essere viva.
Mi volto a guardarla e la vedo sdraiarsi sul suo letto, la stanchezza le fa chiudere lentamente gli occhi.
Sorrido e mi avvicino di qualche passo.
Questo posto è la tua casa.” le sussurro piano per non destarla dal torpore che la sta avvolgendo.
Sono a casa.” bisbiglia, il suo volto finalmente si distende.
Mi avvicino ancora di più, i suoi occhi sono ormai chiusi ma so che può sentirmi.
Sei a casa.” le ripeto in un sussurro.
Sorride, e questo fa sorridere anche me. Mi chino sul suo letto e con delicatezza le accarezzo i capelli, non voglio svegliarla ma non posso farne a meno. Sono felice di averla salvata, anche se questo poteva, e ancora può, costarmi caro.
Non mi importa, non avrei potuto vivere sapendo la mia Allison all'inferno. Io l'ho salvata dal Male, di tutti quei ragazzi ho potuto salvare solo lei. Non potevo sopportare l'idea di saperla straziata e offesa da quelle creature immonde.
Adesso è qui davanti a me, sana e salva, che dorme dolcemente.
Sarà difficile lo so, ma ritroverai la gioia di vivere Allison. Te lo prometto. La vita è un dono meraviglioso, un dono di Dio. E tu l'amerai di nuovo.
La guardo per qualche minuto ancora, poi lentamente, senza far rumore, mi allontano dal suo letto.
Non so cosa mi aspetterà, ma so che dovrò combattere anche con lei. Non importa, sono nato per combattere. Sono un guerriero, come Allison. La conosco, non sarà facile conquistarmi la sua fiducia, è ferita e delusa.
Ma sarò paziente. Sono famoso per la mia pazienza e la mia perseveranza. Ti proteggerò Allison, anche se non vorrai.
Non potrai impedire ad un angelo di vegliare su di te.
   
 
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