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Autore: Karyon    08/02/2010    6 recensioni
I Mugiwara vanno a trovare Franky e Robin - ormai conviventi.
«Forse i problemi sorgono quando quello che volevi contrasta con quello che vuoi»
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What you want

Water Seven non era cambiata poi molto, da quando vi erano salpati per raggiungere l’isola degli uomini pesce.
Da allora, l’Aqua Laguna era sfumata in un pallido ricordo e sia la parte alta città che quella popolare, costruita sulle ruderi dell’antica metropoli, erano state riportate al loro splendore originario.
Iceburg, in veste di sindaco per la quarta volta consecutiva, e Pauly, che ormai rappresentava il carpentiere in capo della Galley-la Company, avevano riportato la pace un tempo insperata.
«Questo posto mi porta brutti ricordi…» fece Nami, schermandosi con una mano dal sole alto.
Sanji scrollò le spalle «Secondo me, invece, tutto quello che è successo non può che aver fatto bene…»
«Whoaaa, siamo tornati nella Metropoli dell’acquaaa!»
«Io penso che quegli idioti non si ricordino niente» aggiunse Zoro, indicando Capitano e cecchino che cantavano e ballavano a squarciagola da più di un’ora.
«E io che me lo ricordo come un momento tragico… chi li capisce è bravo» sospirò Nami, mentre Sanji rideva.
«Ragazzii, è di qua!» Gridò Chopper modello-renna, annusando l’aria.
Perché loro non potevano di certo ammettere con Robin di aver assolutamente dimenticato la strada della casa.
Dopotutto ci erano andati solo quattro volte e – ogni volta – ci erano arrivati in modo a dir poco rocamboleschi; probabilmente mezza città ricordava ancora il “Rufy volante” e lo schianto che aveva distrutto quasi tutto il quartiere. Come al solito, insomma.
«Yohoho vedrò la casa di Frankie-san!» Gridò tutto contento Brook, terminando per bontà divina quel ballo orrendo.
«Aha, tu non ci sei mai stato è vero! Beh in questa città abbiamo conosciuto Franky… e il sindaco Iceburg, una sirena di nome Kokoro…»
«Sirena…»
«Zitto, Zoro! Uhm e i carpentieri più famosi del mondo…» fece Nami, contando sulle dita.
«Abbiamo anche affrontato quei bastardi del CP9» le ricordò Sanji.
«E abbiamo sfidato il Gov- ehm, avete sfidato il Governo Mondiale…» s’intromise Usopp, ricordandosi in extremis come, effettivamente, ci fosse Sogeking al suo posto.
Nami gli fece un sorriso d’intesa «Già!»
«Qui abbiamo anche cambiato nave…» sussurrò Chopper, mentre gli altri si adombravano un poco.
Brook annuì «Oh?»
«La Sunny è stata costruita da Franky e gli altri carpentieri» fece Zoro. «Poi abbiamo fatto il funerale della Merry».
Rufy, che aveva continuato a saltellare come un ossesso per mezzo percorso, si fermò un attimo con la mano sullo sgualcito cappello di paglia.
«R-Rufy?» Chiamò Usopp preoccupato, ma il Capitano si limitò a sorridere «Qui abbiamo anche avuto le nostre taglie da veri piratii!»
I ragazzi ghignarono, mentre Nami gli mandava un pugno giusto in testa «Non c’è niente da essere felici, idiota! Da allora siamo perseguitati ancora di più!»
«Aha! Meglio!» Esclamò Zoro con un ghigno affilato e poggiando una mano sulle else delle katane.
«Marimo esaltato…» grugnì Sanji al suo fianco.
Lo spadaccino gli mandò un’occhiata, poi gli indirizzò un sorriso poco raccomandabile «Parli tu che stavi per suicidarti quando hai visto la tua foto?»
Il cuoco arrossì fino alla punta dei capelli, afferrandolo per la maglia «Quello era Duval!»
«Io continuo a dire che assomiglia più a te, cuoco cieco!»
«Sì, noi andiamo eh?» Fece Usopp, seguito da tutti gli altri che – come al solito – preferivano ignorarli tutte le volte che cominciavano a battibeccare come una coppa in crisi di mezz’età.
Chopper alzò il naso blu a sniffare l’aria e si ritrovò di fronte una mano sbucata dal nulla, con l’indice puntato sulla sinistra «Finalmente» commentò Robin, sulla soglia della casa a due piani. «Vi siete persi di nuovo?»
«No!» Sbottarono Usopp e Chopper all’unisono, prima di essere scaraventati all’aria dal loro sempre composto Capitano.
«Ciao Robin!» Salutò, passandole accanto in un lampo ed entrando in casa; quasi automaticamente rumori di oggetti distrutti saturarono l’aria e Nami sospirò «Oddio, ti avrà distrutto di nuovo qualcosa…»
Robin sorrise «Ho i miei metodi…» replicò lasciandoli passare e mostrando un Rufy totalmente invischiato in una rete di mani che, a loro volta, sorreggevano una quantità di oggetti fragili.
«Rufyyy»
Gli altri pensarono bene di lasciare Nami e Rufy ad uccidersi, mentre loro andarono fino alla cucina dove Franky se ne stava spaparanzato tra oggetti metallici e strumenti «Oh, fratelli! Che piacere rivedervi!» Esclamò, alzandosi gli occhiali da sole sulla testa.
«Ohh che stai costruendo?» Fece subito Usopp, sedendosi al suo fianco.
«Ahh è una cosa suuper, Nasone!» E via, lanciati in spiegazioni tecniche alquanto noiose – almeno per tutti gli altri.
«Waah Robin, ma questa biblioteca è assolutamente diversa dall’altra volta!» Esclamò Nami dal grande salone limitrofo alla cucina.
Robin annuì «Ho chiesto a Franky di costruirne una più grande, ormai i libri non ci stavano più…» spiegò, anche se ormai era sicura di averla persa, visto come sbavava su una cartina enorme dell’isola del cielo.
«La tua casa è molto bella Robin-san» fece Brook, avvicinandosi. «Posso chiederti di che colore son-»
«Brook!» Lo interruppe Nami, con un colpo in testa. «Quante volte devo dirtelo che non si chiedono queste cose? E poi Robin è fidanzata ora!»
«Yohohoh!» Rise Brook. «Rischio di farmi uccidere… oh, ma sono già morto!»
Nel frattempo il flagello dei quattro mari, e delle povere suppellettili innocenti, si liberò dalla rete di sicurezza della padrona di casa e trascinò Chopper a far danni al piano superiore.
«Yaaah, Robiiin!» Esclamò Rufy, scivolando giù dalla balaustra delle scale. «Questo è un megalogpose!» Fece ad occhi sbrilluccicanti, mostrando un Log Pose molto più grande del normale, che gli riempiva quasi entrambe le mani.
«E’ un modello che ho costruito io!» Esclamò Franky dalla cucina. «Oi cuoco, noi non abbiamo cucinato perché eravamo sicuri che ti saresti incazzato!»
Sanji sorrise, mentre spegneva la sigaretta e scorciava le maniche «Avete fatto benissimo! Lasciate fare a me!»
Ovviamente cacciò tutti dalla cucina, compreso padrone di casa, così passarono la successiva mezz’ora in salotto. Zoro si appostò giusto sulle scale, rischiando tra un sonno e l’altro di essere pestato dai soliti tre decerebrati, mentre Nami, Robin, Frankie e Usopp discutevano seduti sui divani.
«Che strano pensarvi come una coppia!» Stava dicendo Nami.
Robin rise «Non dirlo a me!»
«Oi, io sono Super! L’ho sempre detto! Ora bisogna trovare qualcuno per i fratelli!»
Una bestemmia. Una assoluta, sordida blasfemia.
Fortuna che tra quei tre che correvano in giro, Sanji in cucina e il solito idiota che dormiva, nessuno aveva sentito; tranne Usopp e Nami a cui venne un colpo, naturalmente.
«N-noi? Ahahah no» replicò il cecchino, sicuro, tornando ad esaminare avidamente le costruzioni del cyborg.
Nami tentò veramente di non ridere «F-Franky! Cioè dai sono loro!»
«Ehi! Cosa avresti da dire?!» Sbottò offeso Usopp, mentre gli altri due ridevano.
Zoro aprì pigramente un occhio, tanto per capire perché diavolo facessero tutto quel baccano. «Oi, che vi prende?»
«Ecco, l’uomo-spada! Perché dovrebbe essere difficile trovare qualcuna a lui?»
Il gelo che scese non solo nel salotto, ma nella casa in generale fu abbastanza indicativo. Dalla cucina, poi, si levò una risata che a Zoro sembrò particolarmente sadica «Cuoco! Stai origliando per caso?»
«Va al diavolo Marimo, perché mi hai preso?!» Sbottò la voce di Sanji, per poi tornare a ridere di gusto.
Che si strozzasse con la saliva, pensò Zoro prima di ritornare al fatto che tutti, compreso Usopp, lo stavano osservando «Che diav-»
«Fratello ti interessano le donne?» Chiese a bruciapelo Franky, con Usopp al suo fianco che aveva giusto un principio di “ora-rido-fino-a-scoppiare”; malattia tra l’altro molto frequente dalle loro parti.
Zoro sopirò, chiudendo gli occhi con un secco «No» che non stupì nessuno.
«Sempre il solito…» borbottò Nami, mentre Robin scuoteva il capo con un sorriso enigmatico.
Sanji aprì la porta con una spalla, strofinandosi le mani in un candido panno da cucina e trillò «E’ quasi pronto!»
«Oi, ecco un altro fratello!» Esclamò Frankie, ormai totalmente votato alla missione. «E tu che ci dici…?»
«Oh, il mio cuore appartiene totalmente a Nami-swan, lo sapete~♥» replicò tranquillamente, più per abitudine che altro.
Che fossero molto uniti, dopotutto, era abbastanza chiaro – tuttavia lui stesso non poteva chiamarlo amore; era una certezza solida e meccanica della sua vita che poco aveva a che fare, poi, con quel vero sentimento.
«E tu? Mi pare di aver sentito tipo… Marimo giganti?» Ghignò poi il cuoco, attirandosi un’occhiataccia di morte; sapeva quanto Zoro odiasse domande di quel genere e sapeva pure che lui – a differenza sua – non aveva scuse con cui controbattere. A parte l’amore incondizionato per la spada.
«… oppure le spade…» fece infatti Usopp.
«O la birra!» Aggiunse Nami.
Zoro sorrise scrollando il capo «In realtà, ho anch’io qualcuno che mi piace…» cominciò, interrompendoli; poi alzò lo sguardo verso il cuoco. «Solo che non sono affari vostri» terminò, scatenando l’inferno.
Uno più impiccione dell’altro proprio, pensò lo spadaccino mentre si alzava con uno sbadiglio e si infilava in cucina, lasciandosi alle spalle gente che pontificava idiozie alle spalle.
«Wow» gli venne da sussurrare istintivamente: quel maledetto cuoco aveva saputo imbandire un vero cenone in pochissimo tempo.
«Aha, sono bravo eh?!» Si gongolò l’idiota, apparendogli alle spalle.
«Mpf, sei un cuoco. Se non sapevi fare nemmeno questo, saresti stato da buttare…» grugnì, scontroso come al solito, e prendendo un posto a caso sul tatami.
Sanji si sedette di fronte a lui, sorridendo «Mi hai appena rivelato che sono utile?»
«Non farti illusioni, ho solo detto che forse non sei proprio da buttare» ribatté Zoro, mentre si sfilava le spade dal fianco e le poggiava dietro di sé.
Sanji scrollò il capo «Sìsì…»
Il suo tono spinse lo spadaccino ad aprire un occhio per scrutarlo «Cosa?» Fece solo, davanti alla sua espressione pensierosa.
«Ripensavo solo a come sia strano tutto questo… magari prima o poi pianteremo tutti radici…»
«Dipende».
«Cosa intendi dire?»
Zoro sospirò un attimo, quei discorsi non gli piacevano quasi mai e d’altro canto la sua non era una situazione facile da scandagliare. «Non tutti sono portati a questo genere di vita, dipende tutto dalla propria natura».
«E tu?» Chiese al volo il cuoco, accendendosi una sigaretta e aspirandone la prima boccata.
Lo spadaccino pensò che non aveva poi tanto da rifletterci; lui una vita normale non l’aveva mai avuta. «No, io non sono portato per questa vita».
Sanji aspirò nuovamente «Già. A volte dipende tutto da chi si pone sulla tua strada… Robin non sembrava esattamente una ragazza da famiglia, invece ora…»
Zoro questa volta lo scrutò bene, prima di rispondere. Il cuoco quando era in modalità nostalgia faceva discorsi strani; era in quelle rare occasioni – in cui non si pestavano o si mandavano maledizioni – che percepiva quanto complessa fosse la sua personalità e quanto poco ne sapesse.
«Forse i problemi sorgono quando quello che volevi contrasta con quello che vuoi» spiegò, mentre si fissavano.
«Quindi?»
«Robin sta studiando la storia che vuole conoscere, ma questo non le impedisce di vivere la sua vita con Franky. Lui vuole che la sua nave vada per tutti i mari e lo sta facendo ancora, sebbene non ci sia anche lui…»
«E’ una questione di equilibrio» esternò Sanji, quasi più a se stesso che allo spadaccino.
Zoro annuì «La forza con cui decidi di seguire quello che vuoi».
Si scambiarono un’altra occhiata silenziosa, ognuno immerso in pensieri che – quasi autonomamente – convergevano in uno stesso punto.
L’urlo misto di Rufy e Brook annunciò che erano tutti pronti per mangiare, così Sanji si alzò con un sospiro a preparare i piatti.
«Cuoco…»
«Cosa, Marimo?»
«Le due cose che vuoi… possono convivere?» Domandò Zoro, con voce apparentemente scocciata.
Sanji sorrise «Sì, per ora… credo di sì».
«Allora non hai bisogno di decidere subito, prendi il tuo tempo» replicò, ghignando.
Sanji annuì «E i tuoi sogni, invece?»
«Io so già tutto quello che voglio» grugnì lui, sicuro.
Il cuoco scrollò il capo «Il solito arrogante…» borbottò, rimettendosi ai fornelli.
Zoro sorrise, mentre fissava la sua schiena, poi si ricompose quando il solito branco di idioti si catapultò in stanza, franandogli addosso.

N/A

Ok, questa è una cosetta piccolina e scema che mi è venuta in mente mentre studiavo – ecco perché serve lo studio.
E’ solo molto vagamente shonen ai, ma voi leggete tra le righe insomma.
Uhm, la frase di Zoro potrebbe sembrare OOC, quello del “piacergli qualcuno”, ma consideriamo sempre che lo fa più che altro per rompere le scatole allo spadaccino. Insomma, loro già sanno.
Quindi si rompono le scatole, Elementare Guys.
Sì, avete letto bene, Franky e Robin vivono a Water Seven. Ahh, io ce li vedrei troppo! XD
Ok, me ne vado và.
Commenti, critiche, pomodori volanti sempre accetti (L)

   
 
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