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Autore: Kronos    28/10/2003    2 recensioni
Squall in una versione insolita, riuscirà a tornare padrone della propria vita
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rinascita

Rinascita

Questa è la mia prima fanfic, probabilmente sarà piena di errori e forse non sarà neanche molto bella, ma spero che possa piacere almeno a qualcuno.

Disclaimer: tutti i personaggi, appartengono ai loro rispettivi proprietari.

Quanto tempo è passato? Non lo so, il tempo non ha più importanza. Sento il vociare della guardia che si sta divertendo a torturare qualche prigioniero, un trattamento che a me non è riservato poiché nonostante tutto mi temono ancora, in ogni caso non farebbe differenza, ho imparato a convivere col dolore da tempo. Da quel giorno in cui fui separato da Ellione, da quel maledetto giorno in cui decisi che ce l’avrei fatta da solo. Ho lottato contro tutto, compreso amici e amori.

Può sembrare stupido, ma ormai il mio ruolo era quello del lupo solitario, mi ci trovavo bene in un certo qual modo e poi non riuscivo a comportarmi in altra maniera e ci ho provato.

Poi le cose hanno preso a muoversi ad una velocità troppo alta per me. Diventare seed, incontrare qualcuno che non fosse intimorito da me, essere trascinato da un angelo in un ballo. Poi via, le prime vere battaglie, Galbadia, la strega, la Madre, verità nascoste e segreti svelati ed infine Artemisia. E in tutto questo un inarrestabile salita al potere che io non ho mai chiesto, ma la cosa strana è che non ero solo, con me c’erano loro, c’era lei.

Mi ha mostrato quello a cui avevo rinunciato per così tanti anni, ha fatto rinascere in me quella fiducia che non avevo più riposto negli altri. Ho iniziato ad amarla ancor prima di capire cosa significasse veramente amare ed è forse stato questo che mi ha portato alla situazione in cui sono ora.

Troppo tardi ho compreso che non avrei mai potuto renderla felice, troppo tardi mi sono accorto di essermi innamorato di lei non potendone più fare a meno. È diventata quasi un ossessione, un pensiero fisso. Ogni qualvolta lasciavo scorrere i miei pensieri questi andavano puntualmente a lei, lei che era il mio ultimo pensiero la sera ed il primo al mattino.

Abbiamo condiviso tanto dopo la sconfitta di Artemisia. Il tempo libero lo passavamo insieme leggendo libri o giocando ai videogames, da soli abbracciati o in compagnia dei nostri amici. Insieme ci siamo preparati perché diventasse seed a tutti gli effetti, insieme siamo andati da Seifer per farlo tornare tra noi, insieme abbiamo riso o siamo stati tristi.

Ma in tutto questo, se da una parte mi sono reso conto a cosa avevo rinunciato, dall’altra ho capito che non sarei mai cambiato abbastanza per poterti rendere felice e non puoi neanche immaginare quante volte mi sono chiesto se ti amassi troppo perché rinunciavo a te o ti amassi troppo poco poiché non ero in grado di cambiare neppure per te.

Per questo mio dubbio non ti ho mai detto un "ti amo", per questo mio dubbio ho fatto quello che ho fatto.

Già, tutto ad un tratto ho rimesso la maschera del lupo solitario, mi sono fatto affidare la missione più rischiosa e sono partito da solo.

Forse Seifer aveva capito ciò che avrei fatto, il suo sguardo era strano, triste. Si, credo sapesse cosa sarebbe successo, ci siamo sempre capiti in un modo o in un altro, in un certo senso eravamo simili, ma lui è in grado di cambiare, anzi lo ha già fatto, si è lasciato convincere a tornare indietro e questo una volta non lo avrebbe mai permesso.

Chissà forse lui riuscirà a renderla felice. Questo è quello che spero e che allo stesso tempo temo, non riesco ancora ad accettare serenamente il fatto che stia con qualcuno che non sia io, fa ancora troppo male.

In ogni caso dopo essere partito per la mia missione, oserei dire autodistruttiva, non avevo calcolato minimamente la mia forza, annientai quasi completamente il nemico, era rimasto solo un tremante soldato, un ragazzo della mia età che arretrava terrorizzato. Lo raggiunsi e gli dissi di catturarmi, mi fissava incredulo, come fossi pazzo. Si alzò tremante e gli dissi – diventerai un eroe, ma ricorda quando sarò vostro prigioniero dovrete dire che sarò morto. Se non lo farete tu sai cosa sono in grado di fare, anche senza la spada – gli consegnai la spada e lo seguii al suo quartier generale. Lì le cose non furono semplici, i suoi superiori non furono molto d’accordo con le mie idee, ma dopo aver perso un battaglione cambiarono parere. Da quel giorno sono qui, ogni tanto sento che il ragazzo dal quale mi ero fatto catturare si vanta un po’ troppo di essere riuscito ad uccidermi, spero per lui e per me che non debba mai incontrare Seifer, capirebbe subito la verità.

Questa è la situazione da due anni mi sembra, come detto il tempo per me non ha più importanza, ma qualcosa sta cambiando. Qualche giorno fa un generale è venuto a farmi visita, reggeva tra le mani la mia gunblade, ma quando ho sentito la sua richiesta sono rimasto stupito, mi sono dovuto trattenere dallo scoppiare a ridere. Come ha potuto pensare che potessi combattere per loro. Dopo aver aspettato una mia risposta per diversi minuti ha abbassato lo sguardo, sembrava preoccupato, quasi terrorizzato da qualche cosa. Forse avrei dovuto chiedere qualche cosa su quello che sta succedendo. So che qualcosa non va, lo sento.

Il mio sangue sta come ribollendo, è sempre stato così quando ho dovuto affrontare nemici pericolosi.

Vengo riportato alla realtà da urla di terrore, sembra che alcune costruzioni siano state rase al suolo, mi chiedo chi possa essere ed ho quasi un brivido. Fra le urla sento distintamente la porta della prigione aprirsi e una corsa incerta che si sta dirigendo verso la mia cella, sento la chiave girare. La porta si apre ed entra il generale che qualche giorno prima mi aveva fatto visita. È ferito piuttosto gravemente, lo vedo completamente in preda al panico. Poi noto che anche stavolta ha con se la mia spada e sta per dirmi qualcosa quando vedo il suo corpo diviso a metà ed insieme a lui parte della prigione. Conosco questa potenza, ma non può essere lui.

Raccolgo la gunblade, un brivido mi coglie impreparato, è tanto che non la impugnavo e sono felice di poterlo fare di nuovo.

M’incammino con passo lento lungo il corridoio che porta fuori. Il luogo è ripiombato nel silenzio, ma so con certezza che l’artefice di tutto ciò mi sta aspettando fuori.

Sul mio volto prende posto una sorta di sorriso, qualunque cosa mi aspetti lì fuori combatterò e questa volta sarà solo una mia scelta. Lancio un’ultima occhiata alla lama celeste della mia arma ed attraverso la porta.

So che può sembrare strano vedere uno Squall così, prendetelo come una sorta di esperimento. La storia potrebbe anche concludersi qui con la "piccola" rinascita dell’eroe che attraversa la porta rigettandosi in quel mondo che aveva "abbandonato".

Spero di ricevere qualche commento, in positivo o in negativo. In caso vi sia piaciuta cercherò di continuare la fanfic (avrei già qualche idea) quindi commentate.

By Kronos

  
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