“Dov'è Lancillotto?”gli avevo chiesto svegliandomi e non trovandolo. Merlino mi aveva guardata negli occhi e aveva risposto che se ne era andato. “Ha detto che non avrebbe potuto  funzionare” aveva poi aggiunto, mentre le lacrime avevano iniziato a rigarmi il viso. “Gwen, tu gli hai cambiato la vita, grazie a te lui ora ha qualcosa per cui lottare, vivere e morire”. 
Come aveva potuto lasciarmi ancora?
“E' tardi”ci aveva interrotti Artù. I suoi occhi blu puntati su di me. Non sorrideva affatto. Il suo sguardo era glaciale.
In un primo momento ero stata troppo colpita dalla partenza dell'altro cavaliere per rendermi conto che se Artù era giunto fino al castello dove ero stata tenuta prigioniera non era stato per ordine di Uther o Morgana, bensì perché non avrebbe esitato a sacrificare la propria esistenza per me.
Ecco il perché di quello sguardo.

Appena tornati a Camelot lui mi aveva evitata, cercando anche di suscitare gelosia in me, dopo il bacio che c'era stato tra noi. Più di una volta Merlino, in confidenza, mi aveva informata che ormai Artù non poteva fare altro che pensarmi, fissarmi, cercare una stupida scusa anche solo per salutarmi. 
Non che non fossi grata di tutto l'aiuto che lui e il re mi avevano fornito a Leonesse. Artù era un giovane leale e di nobili valori: possente e valoroso, sempre disposto a sacrificare tutto se stesso per la mia sicurezza(mi era stato più volte dimostrato). Oddio a volte era arrogante e presuntuoso nonché testardo e orgoglioso, ma perfettamente compatibile con la mia indole.
Appena arrivata a Camelot e dopo aver fattola sua conoscenza, ne ero in qualche modo stata addirittura attratta.
Poi era arrivato Lancillotto. Mi aveva conquistato il cuore con la sua nobiltà d'animo e il valore estremo per Camelot e un sovrano che non aveva voluto accettarlo a causa delle sue modeste origini.
Come era arrivato, Lancillotto era partito.

Erano passati mesi e mesi e il mio affetto per Artù aveva in qualche modo cercato di sostituire la perdita.
Fino a quel terribile evento che ci aveva riuniti. Il circostanze tanto bizzarre quanto nobili.
Lui aveva giurato che avrebbe sacrificato persino la vita per salvarmi. Io quasi avevo condannati entrambi a morte certa. Solo grazie ad Artù e Merlino eravamo riusciti a fuggire.
Nella notte, però, Lancillotto ci aveva lasciati. Per la seconda volta.
Solo che il mio cuore era stato folgorato dal suo momentaneo ritorno. E poi successivamente congelato dal dolore.




Tuttavia ormai alcuni anni erano passati. Il ricordo di quell'amore così puro e nobile ancora le ancorava il petto. Ma la lealtà e quella sorta di forte sentimento che provava per Artù le erano stati di grande supporto per andare avanti.
Ed ora finalmente c'era riuscita.
Sposando Artù aveva riposto il suo amore per Lancillotto dentro un baule, sperando di non dovervi più guardare dentro.



“Lunga vita per il Re e la Regina”urlò uno dei cavalieri.
“Lunga vita ad Artù e Morgana”lo imitò Galvano battendo un pugno sulla Tavola Rotonda, recente introduzione di Artù.
Accanto a me, proprio lui, il mio re ed ora anche mio marito sorrideva compiaciuto sotto la folta barba bionda che gli copriva metà del volto.
Mi voltai a guardarlo ricambiando il sorriso.
Poco più avanti notai Gaius e Merlino accanto ad una colonna. Gaius piangeva di gioia e Merlino lo sosteneva sussurrando parole di conforto.

Avrei potuto essere più felice mi domandai. Ovviamente no, mi imposi di rispondere ignorando lo scrigno “di Lancillotto”che si socchiudeva appena.