Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: baby80    10/02/2010    10 recensioni
Questa storia fa riferimento alla prima puntata dell'anime, ad un ricordo d'infanzia che cita André quando è con Oscar sulla riva del fiume, poco prima di iniziare una furiosa scazzottata.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Te lo ricordi Oscar, una volta stavamo per annegare qui...”
“Come potrei dimenticarlo, tu avevi 6 anni ed io 5...”


Mi sto annoiando, oggi non ho niente da fare, gironzolo per casa aspettando che André possa venire a giocare con me, è in punizione, la governante lo ha punito dopo averci scoperto a fare qualcosa che non dovevamo, lui è in castigo, io ho avuto 2 biscotti, una punizione grandissima la mia che di solito ho diritto a ben 6 biscotti!
Passo davanti alle cucine per spiare la governante e André, lei gentile mi dice “da brava Oscar, vai a giocare con le tue sorelle”, non mi piace giocare con le mie sorelle, mi fanno sedere sulla sedia e mi posano sulle gambe delle bambole, cosa posso farci con delle bambole? Niente, assolutamente niente dico io gettandole a terra, e così mi mandano via, strattonandomi per un braccio.
Mi sto annoiando tremendamente, “tremendamente” è una delle nuove parole che ho imparato questa settimana, mia madre la dice sempre... “ah, siete tremendamente noioso conte”... “questo abito è tremendamente brutto”... “la contessa ieri era tremendamente sfacciata e volgare”... “volgare” anche questa mi sembra una bella parola, dovrò farmi spiegare il significato, volgare, volgare, volgare, ha un bel suono.
Mi sto annoiando.
Passo ancora davanti alle cucine, André è in piedi con la faccia contro un angolo, non si muove, è immobile da tantissimo tempo, e se fosse morto? Mi avvicino alla governante, le tiro la sottana, lei si avvicina al mio viso “Cosa vuoi bambina?”, la guardo preoccupata “André forse è morto!”, lei ride forte, mi sento arrabbiata, non è bello quando qualcuno ride così di te, “Oscar, bambina, André non è morto, sta benissimo, è solo in punizione perché si è comportato male”, io non sono convinta, “Sei sicura? Secondo me è morto, guarda, non si muove”, “André muovi la mano e fai vedere a madamigella Oscar che stai bene”, la governante ha una voce strana, seria come quando ci sgrida ma ogni tanto sento una piccola risata uscirle dalla bocca. Finalmente vedo la mano di André muoversi, ah meno male, è vivo, ora ne sono convinta e Nanny mi invita a lasciare le cucine.
Sbuffo, metto le mani dietro la schiena e cammino avanti e indietro, come fa mio padre.
Mi annoio.
Penso che la punizione di André è troppo lunga, da quando è venuto a vivere qui da noi è già stato punito tantissime volte.
Mi annoio, voglio uscire a giocare con André ed ho trovato un modo per liberarlo. Entro nelle cucine, tiro di nuovo le sottane di Nanny, lei mi si avvicina dolce come sempre e io muovo velocemente le labbra e il mento, faccio un'espressione bruttissima e inizio ad urlare, faccio finta di piangere, in questo sono brava.
“Oscar, piccola, cosa succede?” mi chiede la governante preoccupata, io continuo a piangere, sempre più forte, sempre più disperata
“Sono così tristeeeeee, mi sento così TREMENDAMENTE sola... voglio giocare con Andrè”, Nanny cerca in tutti i modi di farmi smettere di piangere, mi porge un biscotto, mi promette una torta al cioccolato, ma io non smetto di urlare, la vedo mettersi le mani tra i capelli “Madamigella Oscar non piangere, smetti di urlare, ti prego... se il generale ti sente saranno guai per te e per me”, io la guardo con gli occhioni azzurri e il fidato mento tremolante e scoppio di nuovo “voglio giocare con André, mi sento solaaaaaa!” e finalmente la governante concede ad André di poter uscire con me a giocare. Lo vedo voltarsi, sorride, lui sa che le mie lacrime sono false, e forse ora lo sa anche Nanny perchè mi guarda con occhi bruttissimi quando smetto di piangere un istante dopo che André mi si è avvicinato. La sento dire qualcosa, ma siamo già lontani, prendo la mano del mio amico e corriamo fuori dal palazzo.
“Grazie Oscar”, la voce del mio amico è così lieve, è sempre stata così fin dal primo giorno, io invece ho una voce “tremendamente forte”, così dice mia madre.
“Tua nonna ti punisce troppo e ci rimetto io” sbuffo.
“Grazie per avermi fatto punire di nuovo, Oscar” André si ferma davanti a me con le braccia sui fianchi, sembra quasi Nanny in quella posizione.
Sono arrabbiata. Ma ho più voglia di giocare così decido di non fare la “cattiva” con lui.
“Scusami André” quando voglio riesco a fare una vocetta lieve, proprio come lui.
“Non fa niente”, sono felice, “Dai André andiamo al fiume”, lo vedo sbuffare e camminare velocemente lontano da me, e sbuffare ancora “Andréééééééééééé”.
“Mi farai punire ancora Oscar, sai che non possiamo andare al fiume da soli”, ma io non lo ascolto, salgo sul mio piccolo pony e mi allontano, lo so che mi sta seguendo, lo fa sempre, il mio amico.
Arrivo al fiume, scendo dal pony, non lo potrei usare fuori dal palazzo, mio padre mi sgrida e mi schiaffeggia quando lo faccio, ma sono una testona, me lo dicono tutti.
Mi tolgo le scarpe, le calze e inciampo cercando di togliere i pantaloni, rotolo sull'erba, rido, da sola e poco dopo sento ridere anche André, lo guardo e poi corro verso la riva del fiume.
“Oscar no!” sento André che mi chiama, brrr l'acqua è gelata, mi manca il respiro ma entro fino alla pancia e poi saluto André con le mani, saltellando “vieni anche tu André” gli grido, fa cenno di no con la testa, “Sei un fifone” è la mia risposta e lo vedo correre con i pugni stretti, entra nel fiume tutto vestito, che stupido, penso.
“Contenta?” gli tremano le labbra, che fifone, penso ancora.
Si sono contenta, finalmente posso giocare con il mio amichetto, con lui mi diverto tanto, giochiamo ad acchiapparci, ci esercitiamo con le spade proprio come i grandi, come mio padre, ma le nostre spade sono di legno, e facciamo tantissimi scherzi e troviamo un sacco di bellissime cose strane a palazzo, che non si possono toccare, ed ogni volta che lo facciamo veniamo scoperti e puniti, però è divertente comunque, ci sentiamo come gli esploratori delle storie di avventura.
Mi piace giocare con André perchè fa tutto quello che gli ordino di fare.
“André facciamo una gara, vediamo chi nuota più lontano”
“No!” mi risponde con una faccia scurissima.
“Sei uno stupido fifone”
“Tu sei stupida Oscar”
“E tu sei una femminuccia”
“Tu sei una femmina Oscar”
“E tu allora sei brutto, stupido, fifone, femminuccia e... e... e...” non conosco altre brutte parole, sono troppo piccola, ma non voglio perdere e allora sputo l'unica nuova parola che conosco.
“...e volgare” lo dico facendo il vocione, cerco di imitando mio padre, André scoppia a ridere, non smette, sta diventando tutto rosso, non respira, non capisco, sono arrabbiata.
“Sei uno spasso Oscar... dai piccoletta, vediamo chi nuota più lontano...” non sono più arrabbiata, sorrido, faccio un grosso respiro e inizio a nuotare davanti a me e André fa lo stesso, ma quando non sento più il fondo del fiume sotto i piedi e le braccia iniziano a farmi male scivolo giù, bevo acqua, bleah non ha un buon sapore, tossisco e cado di nuovo sul fondo, cerco di chiamare il mio amico e sento che lui chiama me “Oscar”, mi giro e vedo la sua testa scura apparire e scomparire nell'acqua. Ho paura. Mi viene da piangere. Sento una mano che mi afferrà, è André, tossisce, scivola nell'acqua e mi chiama, con la manina stringo il suo braccio e insieme riusciamo a raggiungere la riva del fiume.
Siamo sull'erba, sputo l'acqua schifosa del fiume, tossisco ancora, André mi guarda e ride a me viene da piangere, ma non lo faccio perchè non è vero che sono una piccoletta, sono un soldatino, come mi ripete sempre mio padre, e i soldatini non piangono.
“André...”
“Si piccoletta?”
“Non sono una piccoletta!”
“Si che lo sei... piccoletta”
“E tu sei uno stupido”
“Si, si... piccoletta”
“Sei un brutto stupido che non sa nuotare”
“Neanche tu sai nuotare... piccoletta”
“Sei uno stupido André. Torno a casa. Sei antipatico e io ti odio.”
“Piccoletta... piccoletta... piccoletta...”
“Me la paghi” glielo dico a denti stretti mentre gli pizzico un braccio, lui mi passa una mano sui capelli, me li mette in disordine “certo, certo, piccoletta...” è proprio antipatico quando fa così, sbuffo e cammino veloce veloce davanti a lui quando un pizzicore al naso mi fa fermare.
“etciù... etciù!” rido, mi giro e guardo il mio amichetto con occhi biricchini.
“Mi sono ammalata e dirò che è colpa tua André... anzi corro subito a dirlo a tua nonna! Fifone!”
“Oscar, fermati!... la nonna no ti prego! Oscar!”

“Me lo ricordo perfettamente quel giorno, André... non eravamo così bravi a nuotare”

“Direi di no... soprattutto tu... piccoletta”


  
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