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Autore: Lady Kant    10/02/2010    1 recensioni
Le sensazioni di un ragazzo fortemente complessato che si guarda allo specchio ogni mattina dopo aver lasciato la sua ragazza e poi vaga per il castello. La storia è ambientata ad Hogwarts, negli anni 50, nel gdr Wizardland. Il personaggio è mio, di assoluta di fantasia e non ha nessun approccio con la saga potteriana.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No one knows what it’s like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue Eyes


Mi guardo allo specchio, leggermente curvato in avanti, le mani poggiate sul lavabo. Indosso la divisa della scuola, la cravatta verde e argento penzola al mio collo. La detesto con tutte le mie forze. Sono il cattivo della situazione sempre e comunque, se appaio triste allora mi piace fare la vittima. Osservo i miei occhi azzurri fissarmi nello specchio. Sono infossati, ho le occhiaie, leggermente incorniciati dai ciuffi dei miei capelli castano ramati, almeno credo. Non l’ho mai capito. Continuo a guardare i miei occhi azzurri, spenti, nel riflesso dello specchio. Tutti credono che dietro quegli occhi ci sia il cattivo. Certo, perché naturalmente, essere Serpeverde è uguale ad essere il cattivo della storia.

No one knows what Iit’s like
To be hated
To be fated
To telling only lies


Continuo a guardarmi, mi soffermo su altri particolari del mio viso, ho la barba lunga, il viso talmente sfatto e distrutto che mi sembro un barbone. So di non essere la miglior compagnia che si possa desiderare. Sono freddo, taciturno e anche sgarbato certe volte. Mi porto appresso un libro per evitare rotture di palle da parte degli altri studenti. E ancora, a distanza di giorni, talmente lunghi da sembrarmi anni, continuo a essere odiato e accusato da chiunque. Da mocciosi del primo anno che nemmeno sanno cosa voglia dire perdere la persona amata. Lasciandola mi sono distrutto con le mie mani. E dico bugie, solo bugie, quando nego la sua mancanza, quando dico di non aver bisogno di nulla. Mi piacerebbe avere un braccio intorno alle spalle, e invece ho solo un serpente corallo attorno al collo, a farmi compagnia. Sono cattivo, sono Rettilofono, è segno di malvagità.

But my dreams
They aren’t as empty
As my conscience seems to be


Non mi guardo più. Non sopporto la mia immagine. L’immagine del ragazzo che sta facendo soffrire l’unica persona a cui io abbia mai tenuto davvero, per la quale darei la mia vita. Sogno, spero, che un giorno torneremo assieme, i miei sogni sono altalenanti tra i dolci e amari ricordi con lei e il mio passato. A volte nei sogni, se sono fortunato, riesco a sentire ancora il calore e il sapore delle sue labbra sulle mie, altrimenti, la vedo, costretta ai campi di lavoro forzato, cerco di andarla a salvare, ma più tento di avvicinarmi più lei si allontana. E quando, quelle poche volte riesco ad avvicinarmi tanto da vederla, il suo viso è gonfio, tumefatto di botte, mi guarda piange, chiedendomi perché mai le ho fatto così male, cosa ha fatto di tanto sbagliato. E io abbasso lo sguardo e mi accorgo di come sono vestito. Abiti da ufficiale e non da prigioniero. E quando mi sveglio, di soprassalto, la mia coscienza, che molti definiscono vuota o totalmente inesistente, mi tortura come non mai. E io… non ho modo di fermarla.

I have hours, only lonely
My love is vengeance
That’s never free


Ora, cammino per i corridoi della scuola. Molti mi guardano scuotendo la testa, altri fanno finta di non vedermi. Esco dal castello, dirigendomi dove sono sicuro di non trovare studenti. Vado nella foresta proibita, li, nessuno verrà mai a cercarmi. Nessuno viene mai a cercarmi. Passo ore intere, giornate, in totale solitudine, ascoltando solo la voce dei miei pensieri, tutto quello che vorrei fare e non posso, perché non ho alcun diritto dopo quello che le ho fatto. Mi sono innamorato, cercando di rinnegare tutte le mie sofferenze passate, cercando di essere felice, in barba a chi mi diceva che non valevo niente, prendendomi una bella rivincita su di loro. E ora, che la storia è finita, continuo a sentire i miei sentimenti incatenati a lei, senza riuscire in alcun modo a liberarli. Sono prigioniero di me stesso e del mio totale rifiuto ad avere un qualsiasi rapporto umano. Sono stanco di essere ferito. Se la gente non sa cosa provo, non potrà mai più farmi del male.

No one knows what it’s like
To feel this feelings
Like I do
And I blame you


Sono arrivato nella Foresta e mi lascio cadere a terra, distrutto, a braccia larghe. La mia faccia preme contro le foglie gelide e leggermente innevate, ma non sento freddo. Non sento questa sensazione da anni. Resto li, a occhi chiusi. Vorrei urlare e spaccare la faccia a tutti coloro che si prendono il lusso di giudicarmi senza nemmeno conoscermi. Ma non lo faccio, resto li a terra, sconfitto dall’accozzaglia di pensieri. Nessuno deve sapere cosa provo, solo pochi lo sanno e ora considero quella confidenza un grande errore. E ho fatto di lei una vittima innocente, scaricando su di lei la mia rabbia e la mia frustrazione.

No one bites back as hard
On their anger
None of my pain and woe
Can show through


Serro forte i denti, mentre continuo a ripetermi che devo resistere, che non posso permettermi di soffrire e stare male. Sono anni che mi trattengo, anni che non ho alcuno sfogo, troppo a lungo ho lasciato che la mia rabbia restasse celata dietro la maschera del buffone di corte. E alcune volte ho permesso che uscisse fuori. Con lei come con altri. Perché ho paura, una fottutissima paura di quello che potrebbe farmi qualcuno che sa cosa provo e come mi sento. Rilasso la mascella, e ripeto con decisione dentro di me, che niente, nessun dolore, sofferenza o disgrazia devono trasparire o essere rivelate. Non sarà semplice, ma nemmeno impossibile. Prima che lei arrivasse a mettere a soqquadro il mio piccolo mondo, lo facevo. Ma è duro… e doloroso tornare a quel vecchio modo di fare. Sono spento, vuoto, privo di qualsiasi vitalità. Non ho più voglia di fare nulla. Assolutamente nulla. E ho eretto un muro che mi separa dal resto del mondo e mi protegge.

But my dreams
They aren’t as empty
As my conscience seems to be


E resto a terra, chiudendo gli occhi, per non vedere cosa mi circonda e vedo il suo viso davanti a me. La vedo sorridere, voltarsi e quando la vedo nuovamente ha di nuovo il viso tumefatto e la mia coscienza riprende a torturarmi per quello che ho osato fare e dire. Le ho fatto del male, le ho fatto del male, le ho fatto del male. Mi rivedo vestito da ufficiale e lei povera prigioniera, malmenata dalle mie mani senza che io possa fermarmi. Riapro gli occhi con violenza ma la mia mente continua a mostrarmi quell’immagine maledetta, perfetta sintesi dei danni che ho fatto.

I have hours, only lonely
My love is vengeance
That’s never free


E resto così fermo non so quanto tempo. Quando mi decido a rialzarmi è già buio. Mi volto e lentamente torno al castello, testa e sguardo bassi, continuando a pensare che l’amore provato forse è stato solo una vendetta contro chi mi voleva male agli inizi, o quando ho pensato di dichiararmi, ma poi, da quando quella sera la guardai negli occhi dichiarandomi, ogni proposito negativo scomparve, lavato via da quel bacio, dolce e intenso, trasformando in purezza ogni mio schifosissimo secondo fine. Non m’importava più di niente solo di lei, e per questo, il mio amore continuerà ad essere incatenato a lei, non ne sarà mai libero, perché è solo lei quella che voglio. Nessun’altra. Non esiste nessun’altra per me.

When my fist clenches, crack it open
Before I use it and lose my cool
When I smile, tell me some bad news
Before I laugh and act like a fool


Sono a cena, lei è li, al suo tavolo, e io confinato in un angolo della tavolata dei Serpeverde. La guardo, lei ogni tanto mi lancia occhiate alle quali mi sottraggo. Vorrei comunicarle di tornare con me, di perdonarmi, di aprire i miei pugni, chiusi per l’ennesima lotta, di calmarmi come solo lei ha sempre saputo fare. Ricordo come sorridevo quando ero solo con lei, non il solito ghigno, anche se mi dava cattive notizie, lei mi faceva sorridere. Adesso prego che mi arrivino notizie cattive a raffica. Non merito di sorridere, ne di comportarmi da buffone per quello che ho fatto.

If I swallow anything evil
Put your finger down my throat
If I shiver, please give me a blanket
Keep me warm, let me wear your coat


E ora definitivamente abbasso lo sguardo su un pasto che non riesco più a mandare giù. Non ce la faccio, finirei per rimetterlo. Sono giorni che vado avanti digiunando, bevendo giusto un po’ d’acqua ogni tanto. Vorrei inghiottire qualcosa che possa farmi male, per poter invocare aiuto e sperare che arrivi tu a salvarmi. E io sarò li, rannicchiato a terra, impaurito, ma senza tremare di freddo, sai che non ho mai freddo, ma tu tenteresti comunque di scaldarmi, mi metteresti addosso ogni tuo abito. Purtroppo è una cosa che non accadrà mai. Ti ho fatto soffrire, so che mi odi, e se dovessi finire avvelenato, meriterei di morire per quello che ti ho fatto.

No one knows what it's like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes


E mi alzo da tavola, senza toccare la mia cena, mi repelle il pensiero di mangiare qualcosa. Non riuscirei mai a farlo. Non senza di te, che eri il mio ossigeno e l‘unica cosa per cui continuavo ad andare a vanti. E mentre mi allontano sento gli sguardi accusatori di tutti, trafiggermi la schiena come lame. Come vorrei che fossero vere lame. Vorrei morire, certe volte, davvero. Ma poi mi guardo, riflesso in una finestra del castello. Vede il mio riflesso degno di un morto vivente, con quegli occhi azzurri spenti e quella barba lunga, trasandato, da sembrare un barbone. Sono il cattivo della situazione, ma sono anche triste e non posso mostrarlo perché sarebbe scambiata per vittimismo. E alla fine, distogli gli occhi dal mio riflesso e li punto a terra, camminando, per dirigermi non so nemmeno io dove.
  
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