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Autore: Lachesis_    10/02/2010    23 recensioni
In vain have I struggled. It will not do. My feelings will not be repressed. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you.
dice Mr. Darcy ad Elizabeth tentando di farle capire quanto si sia innamorato di lei. Jane Austen però non ci racconta i suoi pensieri, che cosa provò e che cosa immaginò. Ci ho provato io durante un'ora di latino, per cui questo è il mio Mr. Darcy. Nella speranza che Miss Austen non si stia rivoltando troppo nella tomba.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ardently

Combattuto, era combattuto.
Perché diavolo era andato da lei? Che cosa sperava di ottenere? Una bella suocera simpatica, magari. Idiota, stupido idiota.
Passi, avanti e indietro, su e giù, passi e ancora passi.
Doveva trovare una soluzione, un modo per uscirne, per giustificare la sua comparsa lì senza compromettersi.
Sguardi, incrocio di sguardi; curiosità, desiderio, paura, consapevolezza. E adesso?
Le stava dannatamente bene quell’espressione curiosa e perplessa, il suo sguardo splendente lo metteva a disagio, lo faceva sentire nudo, esposto. Che cosa, come avrebbe potuto dirglielo? Come avrebbe potuto fare capire a lei, lei che credeva che la disprezzasse, che in realtà la teneva nella più alta considerazione, che l’amava?
Ma soprattutto, doveva farglielo capire? Valeva davvero la pena suscitare il disprezzo di tutta la sua famiglia e della classe nobiliare per un paio di occhi scuri? Sì, oh sì. Per quegli occhi si sarebbe buttato in un fiume senza pensarci due volte, probabilmente.
E se… no, nessuno avrebbe mai potuto rifiutare una proposta del genere.
Fissare la campagna del Kent non aiutava, non gli forniva neanche una minima ispirazione.
Sospirò, frustrato. Non poteva rimanere lì in eterno, l’indecisione non gli si addiceva.
Si voltò, prese fiato e alzò gli occhi per incontrare quelli di lei, sfavillanti di curiosità.
«Ho lottato invano. E’ inutile. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Dovete lasciare che vi dica quanto appassionatamente io vi ammiro e vi amo»
Le parole gli sfuggirono di bocca prima che potesse fermarle, troppo passionali per come le aveva immaginate, troppo rivelatrici di quello che provava.
Sorpresa. Confusione. Timidezza. Imbarazzo. Non poteva staccare gli occhi dai suoi, non poteva smettere di guardarla, di scavarle dentro con lo sguardo.
Dio, se era bella. Come aveva potuto pensare che fosse solamente passabile? I capelli scuri e soffici acconciati delicatamente in riccioli voluttuosi, le labbra carnose e vermiglie leggermente socchiuse. Non si concesse di scendere ulteriormente con lo sguardo, rimase a fissare quegli occhi brillanti.
Doveva spiegare, aggiungere qualcosa, farle capire le difficoltà…
Riprese a parlare, trattenendo il desiderio che l’aveva colto poco prima, cercando di mettere tutta la serietà possibile nel discorso, per quanta fatica gli costasse.
Quanto avrebbe voluto parlare del suo sguardo splendente, delle sue labbra perfette, anziché della situazione economica della sua famiglia.
Miss Bennet. Elizabeth. Ah, come avrebbe voluto chiamarla Elizabeth, sentire quel nome sfiorargli le labbra, adornarle di un sorriso involontario.
Tornò a fissare i suoi occhi, due pozzi profondi, scuri e luminosi, accesi da una scintilla nuova. Che cosa… rabbia? E orgoglio, forse.
Che cosa aveva detto di male che l’avesse potuta ferire? Oh. Oh. Quel discorso da cui si era preoccupato di tenere lontano quel sentimento che tanto a lungo aveva rifiutato, era stato quello ad accendere la sua ira.
Idiota, stupido idiota.
La ascoltò incredulo e quasi compiaciuto mentre si difendeva, ribadiva la sua posizione, lo rifiutava. Lo rifiutava?
Man mano che l’idea prendeva piede dentro di lui, il suo volto divenne pallido, cereo.
Lei lo stava rifiutando; gli stava dicendo di no. No, due semplicissime lettere che avevano determinato la fine di tutte le sue apprensioni, di tutti i suoi castelli di carta. Era stato uno stupido a pensare di potercela fare, di poterla incantare con le sue ricchezze.
Perché, perché l’aveva rifiutato? Non poteva essere stato solo il suo discorso privo di tatto a spingerla verso il no.
La sorella! Perché aveva separato Bingley da sua sorella, lo rifiutava. Trattenne a stento uno scoppio di risate amare, l’ira contenuta a fatica. Lo accusava dell’unico gesto corretto che aveva fatto nell’Hertfordshire.
Stava per ribattere irritato, quando lei lo precedette.
Wickham. Wickham. Di nuovo quel dannato nome, quel miserevole, di nuovo lui a intralciargli il cammino verso la pace e la felicità.
Rimase a fissarla, furibondo e deluso. Lei credeva a lui, qualsiasi cosa le avesse raccontato. Lo riteneva un farabutto, un approfittatore e un uomo che aveva tradito la fiducia di suo padre e del suo amico d’infanzia.
Inutile cercare di ribattere, cercare di spiegare quello che non voleva ammettere con nessuno, che persino con se stesso faticava a tollerare.
Si congedò, freddo e distante, quando il fuoco gli ardeva dentro e lo consumava, senza modo di fermarlo.
La osservò un’ultima volta, il rimpianto chiaramente leggibile negli occhi; si chiuse la porta alle spalle e si allontanò nella campagna spoglia.
Stupido, era stato uno stupido.
Ma ti avrò, Elizabeth Bennet, perché ti amo più della mia stessa vita, ormai; fosse l’ultima cosa che faccio.

Note.

Well. Non so bene cosa dire, ecco. Insomma, la prof interrogava in latino, io pensavo a PeP, ho tirato fuori un quaderno ed è venuta fuori questa cosa. L’ho scritta in meno di un’ora, quindi praticamente non l’ho neanche riletta. È abbastanza bruttina, lo so, ma abbiate pietà, su.
Alla fine PeP è il mio libro preferito da sempre e il capitolo 34… eeeeh. Darcy<3 xD
However, so di aver straziato la zia Jane – che si sta rivoltando nella tomba, probabilmente – ma questo è il mio Darcy: realista, un po’ impacciato, deluso e soprattutto ardentemente innamorato.
So benissimo che la frase rende molto di più in inglese, quindi ve la metto qui, dato che è talmente bella che… *sviene*
“In vain have I struggled. It will not do. My feelings will not be repressed. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you.”
Bene. Chi vuole un Darcy tutto per sè alzi la mano *saltella come un’ebete*
Ho finito di delirare, vorrei soltanto ringraziare chiunque abbia letto o recensito Nothing But Love e Thoughts At Winchester; adoro le vostre recensioni, davvero.
E, di nuovo, un enorme grazie a Bec, che come al solito mi ha incoraggiata a scrivere e postare (lo so, è pazza, ma che ci volete fare) e che soprattutto posta la sua stupenda Kidnapped By Love (Daveeeeeee!).
Ok, adesso ho davvero finito.
Se vorrete lasciarmi una recensione… beh, mi farete saltare dalla gioia come un’ebete. xD
Un bacio a tutti,
Bea

  
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