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Autore: Princess Kurenai    10/02/2010    4 recensioni
[Sud Italia/Nord Italia] Coricavano nello stesso letto, stranamente silenziosi - forse Romano già dormiva, ma Veneziano non ci riusciva.
Lanciò un’occhiata all’orologio sul comodino che segnava ormai mezzanotte passata - era entrato il 14 Febbraio - e, per quanto Feliciano desiderasse accoccolarsi sulla schiena del fratello, abbracciarlo e augurargli un felice San Valentino, rimaneva invece fermo a guardare il soffitto e poi, di nuovo, l’orologio.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I’ve got a thing about you'
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Titolo: I’ve got a thing about you
Titolo del Capitolo: Mi vuoi bene?
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Sud Italia (Lovino Vargas), Nord Italia (Feliciano Vargas)
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai, Incest
Conteggio Parole: 562 (FiumiDiParole)
Note: 1. Il titolo della serie è tratto dalla canzone A thing about you dei Roxette.
2. Sfrutto ancora questo prompt per una Itacest dedicata a Chiuchiu<3
3. Partecipa al Meme di San Valentino indetto da michiru_kaiou7. Questa fic è stata scritta per il prompt: “Do you have any feelings deep inside your heart?
4. Partecipa a FiumiDiParole.

{ I’ve got a thing about you ~
- 11. Mi vuoi bene? -



Coricavano nello stesso letto, stranamente silenziosi - forse Romano già dormiva, ma Veneziano non ci riusciva.
Lanciò un’occhiata all’orologio sul comodino che segnava ormai mezzanotte passata - era entrato il 14 Febbraio - e, per quanto Feliciano desiderasse accoccolarsi sulla schiena del fratello, abbracciarlo e augurargli un felice San Valentino, rimaneva invece fermo a guardare il soffitto e poi, di nuovo, l’orologio.
Si sentiva teso, erano anni che stava con Lovino - erano un’unica Nazione: loro erano Italia -, eppure erano poche le volte che il fratello si lasciava andare a quelle piccole dolcezze che a Veneziano piacevano.
Romano era sempre impegnato - con Spagna, a litigare con Germania, con la mafia e tanti altri problemi e altre Nazioni - e, nonostante la sua costante presenza, spesso lo sentiva lontano.
Sospirò e cercò, accoccolandosi il più possibile sotto le coperte, di dormire ma riuscì solo a svegliare l’altro che si volse verso di lui guardandolo - non era assonnato, forse non stava neanche dormendo.
“ Feliciano? Che succede?”, domandò.
“ Niente...”, pigolò Veneziano, nascondendosi e dandogli le spalle, lasciandosi sfuggire ancora un sospiro che, anche se non lo diede a vedere, allarmò non poco Romano.
“ Non ti faccio andare da quel mangia patate. Scordatelo!”, esclamò, voltandosi del tutto per afferrare il fratello per una spalla, nel tentativo di bloccarlo e fermare ogni possibile fuga. Si ricordava ancora quelle notti in cui Feliciano scappava per andare da quel bastardo di un tedesco e non poteva sopportarlo.
“ Non voglio andare da Ludwig...”, mormorò in risposta l’altro.
“ E allora perché stai sospirando come una ragazzina invece di dormire?”, ringhiò, senza nascondere una certa gelosia.
“ Forse... forse perché non riesco a dormire...”
Romano lo guardò sempre più serio mentre nella sua mente si formavano vari visi delle Nazioni che potevano aver ridotto in quello stato il suo Veneziano - Germania, Giappone e Francia sarebbero stati i primi della lista.
“ È successo qualcosa?”
“ No... ma... Lovino tu mi vuoi bene?”, Feliciano posò lo sguardo sul fratello, scoprendo solo gli occhi - preoccupati e liquidi per la risposta che stava attendendo. Romano sussultò appena a quella domanda, decisamente inaspettata e tirò leggermente fuori il labbro inferiore arrossendo imbarazzato.
“ Certo...”, borbottò. “ Che stupido che sei... è ovvio che io ti voglia bene...”
“ Davvero?” chiese ancora Veneziano.
“ Feliciano non farmelo ripetere.”, lo guardò torvo con le guance completamente rosse.
“ Ma a me piace che tu me lo dica. Non so mai che pensi e anche se siamo una sola Nazione non so che cosa provi nel tuo cuore... e mi piacerebbe davvero tanto.”, dichiarò infantilmente, riuscendo però a far sentire in colpa il fratello - ovviamente non depennò l’elenco degli Stati che avrebbe ammazzato, quelli erano in ogni caso i suoi più acerrimi nemici - che, passando da un’accesa colorazione scarlatta ad una quasi viola, gli donò una carezza sulla fronte poi sul viso per allontanare la coperta.
“ Feliciano...”, era ben deciso ad aprirgli il cuore per una volta, come aveva già fatto altre volte in passato sempre e solo per il suo Veneziano. Non era solito perdersi in dichiarazioni smielate e troppo romantiche ma ogni tanto poteva essere sincero e usare la voce per dimostrargli quel che sentiva dentro.
“ Sì?”
“ Ti voglio bene.”, mormorò baciandogli una guancia, suscitando in Feliciano un sorriso.
“ Quanto?”
Tanto quanto ti amo, sciocchino.
“ Anch’io.”, rispose, allungando le braccia per abbracciarlo e chiudere finalmente le labbra con quelle del fratello.
   
 
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