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Autore: luvnote4u    10/02/2010    1 recensioni
Forks è tutta un chiacchiericcio sulla nuova ricca famiglia in città. Cosa vorrà dire questo per le tre sorelle Swan – Alice, Bella e Jessica? La storia di Orgoglio e pregiudizio con un salto in Twilight. Ah, leggete e commentate per favore!
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Presunzione e preconcetti

Forks è tutta un chiacchiericcio sulla nuova ricca famiglia in città. Cosa vorrà dire questo per le tre sorelle Swan – Alice, Bella e Jessica? La storia di Orgoglio e Pregiudizio con un salto in Twilight.

di Luvnote4u - Traduzione di daydreamer88

Capitolo 1

Forks, stato di Washingthon era una piccolissima cittadina, di scarsa importanza, sulla costa nord ovest del Pacifico. Sotto una costante coltre di nuvole e di pioggia, il massimo su cui questa cittadina poteva discutere era il tempo: umido. Fine della storia. In quel momento, la pioggia stava appena iniziando a battere lievemente sui tetti della brava gente di Forks. Era ancora abbastanza presto trattandosi di un sabato mattina; eppure una teenager di Forks era già sveglia, seduta sul divano nel suo soggiorno, immersa nella propria copia del Conte di Montecristo. Era così coinvolta dal romanzo che notò appena la madre entrare dalla porta d’ingresso, fradicia con un pacco della spesa in mano.

“Buongiorno, Bella”, disse Renée Swan, dando un bacetto in fronte alla sua secondogenita, mentre entrava in casa. “Ti sei alzata presto”

“’Giorno, mamma. Eh si. La pioggia mi ha svegliato. Così ho pensato di fare un po’ di piacevole lettura”

“Maledetta pioggia!” Renée mormorò in modo cospiratorio alla figlia mentre nascondeva la carne in scatola nella credenza. Non era un segreto che lei e Bella detestavano la pioggia. In ogni caso, Forks era l’unica casa che la loro famiglia aveva conosciuto. D’altronde, cos’è l’amore senza un po’ di sacrificio?

“Maledetta pioggia” Bella concordò semplicemente mentre suo padre, Charlie si trascinava giù dalle scale.

“Giorno, Bells. Giorno, tesoro.” Disse, baciando prima Bella e poi sua moglie sulla guancia.”Vedo che sei andata al negozio. Per caso hai preso salsa e patatine? Billy e Jacob vengono dopo per la partita dei Mariners”

“Qua” disse Bella, prendendo in mano diverse buste di patatine da mostrare a suo padre. Le posò sullo scaffale ed iniziò a prendere la roba congelata. Charlie annuì, apparentemente contento di non dover andare lui stesso al negozio, si sedette al tavolo della cucina e iniziò a leggere il giornale.

“Mamma, dove hai messo il libro delle ricette? Vorrei fare i waffle ma non riesco a trovare la ricetta da nessuna parte.” Bella rigirò tutte le cose intorno a dove il libro in questione doveva essere.

“Oh, l’ho messo nello scaffale sotto il lavandino” sua madre rispose assente mentre sorseggiava il suo caffè corretto.

Bella scosse la testa, annoiata, e chiese “Perché mai … ?” ma poi pensò fosse meglio non chiedere. Sua madre non era famosa per la sua prevedibilità.

Charlie ridacchiò tra se e se, mentre Bella iniziò a mischiare gli ingredienti. Presto, i waffle cuocevano nel ferro e l’aria si profumò col dolce odore. Vagò fino al piano di sopra, avvisando le altre due Swan di svegliarsi e scendere giù per colazione.

La primogenita, Alice, scese al pianterreno per prima, i suoi movimenti erano pieni di grazia e fluidi paragonati a quelli di Bella, il cui equilibrio lasciava molto a desiderare. Alice era indiscutibilmente la più carina delle ragazze Swan. Era piccolissima e possedeva dei tratti delicati. I suoi capelli erano nerissimi, come quelli di un elfetto, e contrastavano in modo sfolgorante con la sua pelle d’avorio. Alice aveva gli occhi blu di sua madre, incorniciati da spesse ciglia. 

Bella aveva solo un anno in meno di Alice, ciò nonostante si comportava come fosse più grande – come fosse più grande dei suoi genitori …  o almeno di sua madre. Come sua sorella maggiore, Bella aveva capelli scuri che contrastavano con il suo pallore latteo. Comunque, i suoi capelli erano lunghi e spessi, cascavano fino a metà della sua schiena, e i suoi occhi erano marroni come quelli del padre. Non si sarebbe mai considerata alta, eppure era molto più alta di Alice.

Intontita, la più giovane – e solo di due anni! – Jessica si fece strada nella cucina. Come le sue sorelle, aveva gli stessi colori estremi. I suoi capelli erano ricci come quelli del padre e i suoi azzurri come quelli della madre. In altezza, era più vicina ad Alice che a Bella. Comunque, i suoi riccioli ribelli spesso l’aiutavano per i centimetri persi.

La famiglia prese posto come di consueto intorno al piccolo tavolo mentre Bella posava qualche waffle caldo in un piatto da servire. Ognuno di loro ne acchiappò un paio e lo posò nel proprio piatto, imburrandolo e poi sommergendolo nello sciroppo d’acero. Per un po’, mangiarono tutti in silenzio. Bella li aveva appena raggiunti quando Renée parlò.

“Charlie” iniziò “sai quella casa stupenda un paio di miglia fuori il paese che sembra vecchia almeno un secolo ed è ancora in perfette condizioni?”

La fronte di Charlie si corrugò per un momento mentre masticava “Uh huh” disse alla fine.

Lei continuo. “Bene, a quanto pare, è stata venduta. La nuova famiglia dovrebbe traslocare oggi.”

 “Sul serio?” disse Charlie, sorseggiando il caffè. “E dove lo hai sentito?” Bella analizzò la sua espressione. Sembrava molto più divertito del necessario. Le fece l’occhiolino impercettibilmente. Lei sorrise compiaciuta.

 “Mentre ero al negozio stamattina, mi sono imbattuta in Mr. Weber, mi ha detto tutto al riguardo. Mi pare che ad un certo dottore sia piaciuto il posto, e l’ha preso li su due piedi. Carlisle qualcosa …”

 “Cullen” rispose Charlie. Il sorrisetto compiaciuto di Bella divenne un sorriso schietto; Jessica e Alice gettarono un’occhiata al loro padre, confuse.

 “Papà, ci stai tendendo sulle spine ” Jessica lo accusò. Renée fissò il marito in modo significativo, chiaramente chiedendogli di chiarire dove avesse attinto a queste informazioni.

 “Ho già incontrato il tipo” Disse Charlie, divertito dalle espressioni sui visi delle ragazze.

 “Quando?”

 “Beh, sapete che Harry Clearwater ha avuto quell’intervento al cuore” iniziò

 “Oh, si. Come se la passa?”

 “Bene. Comunque, sono andato a fargli visita in ospedale, e così è successo che il dottor Snow stesse mostrando al dottor Cullen il posto. Beh, ci ha presentati e abbiamo iniziato a parlare.

“Beh, com’è?” Alice chiese curiosa.

 “è un uomo davvero carino” disse Charlie.”è sposato ma senza figli … ancora. Comunque, lui e sua moglie sono al momento i tutori legali di tre ragazzi – i due nipoti della moglie e il suo figlioccio.”

 “Quanti anni hanno?” domandò Jessica. Bella sbuffò al modo in cui la sua sorellina si era drizzata nel suo posto al cenno delle parole nipote e figlioccio.

 “Beh, fammi pensare … credo che la nipote e il nipote siano gemelli – diciotto anni. Saranno all’ultimo anno come Alice. E il figlioccio ha diciassette anni, così sarà al penultimo come Bells.” Jessica guardò torvo per un minuto e poi si animò all’idea di ragazzi più grandi.

 “Credi che dovremmo andare e cercare di dare un aiuto …?” domandò Renée mentre sciacquava il suo piatto nel lavandino.

 “Tesoro,”disse Charlie, “dai loro un po’ di tempo per sistemarsi. Lasciali adattare. E poi potrai sopraffarli con la tua ospitalità” Il suo sorriso era divertito mentre baciava il broncio di sua moglie.

“Bene” replicò rassegnata “Posso almeno passare casualmente e lasciare un accogliente regalo casalingo? Biscotti ad esempio?”

Charlie ponderò la cosa per un momento “Immagino questo non faccia male a nessuno. Solo cerca di non disturbarli troppo” disse, sorridendo perfido.

 “Mami, disse Alice, colpendo leggermente con la mano la spalla della madre “forse dovresti lasciare che sia Bella a fare i biscotti. Ricordi l’ultima volta?” Renèe storse lo sguardo quando si ricordò le sue scarse capacità culinarie.

“Okay” si rassegnò. “Potresti preparare qualche biscottino per i Cullen, Bella?”

 “Sicuro.” Replicò sua figlia “Nessun problema.”

 “Okay allora. Bella ha preparato la colazione, allora Jessica e Alice lavano i piatti.” La famiglia si allontanò dal tavolo, ognuno puntando verso il proprio impiego – Jessica brontolava mentre completava il suo.

Non appena la piccola cucina fu sgombrata dai piatti della colazione, Bella preparò le patatine e la salsa per dopo, quando Billy e Jacob sarebbero arrivati. Poi iniziò ad impastare una dose di biscotti con schegge di cioccolato. Il campanello suonò proprio mentre l’ultima infornata veniva fuori dal forno.

 “Billy! Jacob” Venite dentro” disse Charlie, facendo cenno di entrare ai due amici di famiglia. Billy Black e Charlie erano amici da anni. Ora Billy era costretto su una sedia a rotelle e contava sul figlio per il trasporto principale. Jacob aveva l’età di Jessica e una volta lei aveva avuto una cotta per lui. Ora però era mortalmente offesa dalla palese indifferenza di Jacob per tutto quello che interessava a lei. Non andavano molto d’accordo; in ogni caso, lui era piuttosto vicino a Bella ed Alice.

 “Charlie, amico mio, come butta?” disse Billy con la sua voce profonda e gli porse un pacco di birre da sei per la partita, mentre Jacob lo spingeva dentro la casa.

 “Wow, c’è un gran profumo qui” commentò Jacob, annusando l’aria, assaporando l’odorino dei biscotti appena sfornati.

 “Dev’essere Bells. Sta preparando qualche biscotto per la famiglia del nuovo dottore che ha comprato quella casa appena fuori l’autostrada.”

 “Davvero? Finalmente qualcuno ha preso quella casa?” chiese Billy casualmente, sistemandosi da solo per la partita di baseball.

Le chiacchiere dei due diminuirono appena iniziò la partita. Jacob entrò in cucina dove Bella stava lavando la piastra dei biscotti. Silenziosamente cercò di afferrare un dolce, ma Bella era più veloce.

 “Giù le zampe!” disse, schiacciando a mo’ di scherzo la mano di lui. “Questi non sono per te”

“Ah, dai Bells! Solo uno? Per favore?” aggiustò il suo viso in un’espressione da cagnolino. L’occhiataccia di risposta di lei si sciolse sotto questa capacità di persuasione. Lui sorrise soddisfatto felicemente prese risoluto un morso dei biscotti appiccicosi, e gemette apprezzando il sapore unico. Bella scosse leggermente la testa e tornò a scrostare le piastre da cucina.

“Jacob!” chiamò Alice, saltellando con grazia nella cucina.

“Nanerottola!” Jacob raggiunse Alice che strinse le proprie braccia attorno la sua vita in un abbraccio amichevole. Lui spettinò ancora di più i suoi capelli già sbarazzini e rise al suo entusiasmo. Sembrava quasi che fosse alto il doppio di Alice.

“Così, venite a guardare la partita con noi ragazze?” domandò Jacob, accennando in direzione del soggiorno.

“No” rispose Alice. “Ho promesso di portare Jessica a Port Angeles per fare shopping. Potrebbe volerci tutto il giorno”

“Ah, giusto. Jessica non può sopportare di restare nella stessa casa con me” Jacob rise. “E tu, Bells? Ci sei per un po’ di baseball?”

Bella sorrise beffarda al suo enorme amico e disse “No. Ho una tonnellata di compiti questo finesettimana. Inoltre …  sai come sono quando si tratta di sport” A causa della propria incapacità di partecipare a qualsiasi sport, Bella non aveva mai neppure davvero avuto la pazienza di sedersi sul divano e guardarli. Jacob annuì cosciente, gettando la sua mano in un sacco di patatine al frumento e tuffandone una nella salsa di nachos accanto a lui.

“Bene, forse dovrei tornare di là. Parliamo un poco dopo, raga” tagliò la corda dalla cucina e verso il soggiorno dove si sentiva un frastuono terribile. A quanto pareva, la squadra contraria aveva appena segnato un fuoricampo.

Alice chiamò dalle scale Jessica, dicendo di essere pronta ad andare. Jessica scese giù un momento dopo, la sua faccia ben truccata nonostante la pioggia incessante. Alice e Bella alzarono le loro sopracciglia verso la sorella, che ricambiò lo sguardo e disse “Cosa? Potrebbero esserci ragazzi carini; voglio apparire al meglio.” Sorrise innocentemente, e tutte dovettero scoppiare a ridere.

“Okay, andiamo prima che tutti i ragazzi carini spariscano” Alice ridacchiò ancora, mentre alzava le spalle nella sua giacca. Jessica la seguì, tutta rossa. Quando passò dal soggiorno, sentì Jacob ridere sotto i baffi. L’occhiata di risposta che gli spedì, lo fece rabbrividire lungo la schiena.

Bella – adesso sola - stava in cucina. Con i ragazzi occupati a guardare la partita, sua madre a correre errante da qualche parte, e le sue sorelle a Port Angeles per tutto il giorno, si sentì un po’ annoiata. Non volendo iniziare la pila di compiti che l’aspettava in camera sua, decise di consegnare in prima persona i biscotti. Ne ammucchiò un po’ di più che una dozzina in un piatto, li avvolse nella pellicola e scarabocchiò su un post-it una breve nota di benvenuto ai Cullen da parte dei Swan. Chiamò suo padre, spiegando dove stava andando – nonostante lui la sentisse solo a metà – e si diresse verso la porta.

L’autostrada, per gran parte, era deserta. Bella girava le curve ad una ad una col suo vecchio Chevy. La pioggia interferiva con la ricezione dell’autoradio, come al solito; dovette concentrarsi per trovare dove svoltare.

Tutti a Forks sapevano relativamente dove la strada si ramificava in una più piccola via di ciottoli, conducendo verso la nuova abitazione dei Cullen. Comunque, poiché era usata raramente, la via era diventata coperta d’erbacce - edera e felce avanzavano nell’acquazzone, oscurando la via dagli automobilisti sulla strada principale, automobilisti come Bella. Guardò storto attraverso la pioggia, cercando di vedere la strada stretta. L’avrebbe persa completamente se non fosse stato per il camion che passava, uscendo dalla via, una cinquantina di metri davanti a lei.

Girò all’incrocio e avanzò lungo la via di ciottoli. Non c’era nessun dubbio nella sua testa che i Cullen avrebbero sentito il suo fragoroso fuoristrada, anche sopra il rombo del vento e della pioggia; il motore del suo fuoristrada poteva essere sentito a mezzo miglio di distanza. Alzò le spalle. Bene, pensò, almeno sanno che sono qui.  Spegnendo il motore, si infilò il cappuccio, e si trascinò fuori sotto la pioggia. Non ebbe l’opportunità di ammirare lo splendore della casa; la pioggia le avrebbe bagnato completamente il viso.

L’interno della casa sembrava immobile. Protetta dalla pioggia dalla veranda che la circondava, Bella poteva farsi un’idea del soggiorno attraverso la finestra. L’interno era varie sfumature di bianco. Il muro di dietro sembrava essere fatto completamente in vetro - guardava sul fiume. Di lato su una piattaforma elevata c’era un bel piano a coda. A parte qualche mobile, la stanza era piena di scatole di cartone marroni.

Bella rimase lì per un minuto, valutando quale via d’azione dovesse prendere. Da un lato, sarebbe sembrato strano lasciare semplicemente i dolci senza informare la famiglia che erano lì ma dall’altro, lei non era il tipo di persona che facesse il primo passo nell’incontrare degli sconosciuti, alla fine, scelse di mischiare le due azioni, suonando il campanello, che tintinnò melodicamente per lei, lasciando il piatto, e tornando verso il suo fuoristrada.

Bella non sapeva che un paio di luminosi occhi verdi, l’avevano spiata mentre piegava la sua testa nella sicurezza del suo Chevy e guidava per andare via.

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Il giorno seguente si dimostrò abbastanza noioso per la famiglia Swan. Cioè, fu così, fino a metà pomeriggio quando un bussare inaspettato alla porta interruppe i loro vari impieghi.

Charlie e Billy Black stavano vagando distrattamente da un canale all’altro della tv, cercando di trovare una partita che potesse colpire il loro interesse. Renée era assorta nel suo nuovo romanzo rosa tascabile mentre Alice e Jessica stavano accumulando riviste di moda, cercando la prossima tendenza. Bella era in cucina, tagliando i peperoni per l’enchiladas che stava preparando per la cena.

Quando il soffice colpo risuonò in casa, tutte e sei le teste si voltarono verso la porta. Alice, sbirciando fuori dalla finestra, disse “Papà, perché c’è una Mercedes nera sul vialetto?”

Charlie saltò in piedi e inciampò verso la porta. Quattro curiose paia di occhi seguirono la sua schiena – Bella non aveva ancora lasciato la cucina.

Due persone stavano in piedi sulla veranda della piccola casa dei Swan – un uomo ed una donna. L’uomo sorrideva simpaticamente sotto l’ombrello. “Sceriffo Swan” disse con voce calda e confortante. La donna accanto a lui sorrideva educatamente, guardando Charlie con interesse disinvolto.

“Dottor Cullen” Charlie esclamò sorpreso. Si spostò frettoloso dalla porta, indicando loro di entrare ed uscire dalla pioggia.

“Per favore, chiamami Carlisle” disse il dottore all’entrata. Adesso, ognuna delle ragazze Swan stava ficcando il naso intorno all’angolo per avere una visione migliore dei loro ospiti. Renée fu la prima ad entrare, sorridendo a mo’ di benvenuto verso i nuovi arrivati.

“A cosa dobbiamo questo onore?” disse, stringendo loro le mani.

“Volevamo semplicemente fermarci per ringraziarvi personalmente dei biscotti che la vostra famiglia ci ha mandato” replicò Carlisle

“E per restituirvi il piatto” aggiunse la donna dietro di lui, porgendolo a Renée.

“Uh … si, questa è mia moglie, Renée” disse Charlie indicando sua moglie “e queste piccole spione sono le mie figlie Alice, Bella e Jessica” Accennò a ciascuna delle ragazze mentre diceva il loro nome.

“Io sono Carlisle e lei è mia moglie, Esme” il dottore disse alle ragazze. Bella osservò in silenzio il loro aspetto. Carlisle aveva capelli di un biondo chiaro ed occhi nocciola – quasi dorati. Anche la sua pelle sembrava brillare di riflessi dorati nonostante l’ovvia freschezza di carnagione. Sua moglie aveva dei boccoli color caramello che le circondavano il viso con grazia. I suoi occhi erano giusto una sfumatura più chiari del cioccolato fondente ma conservavano la stessa ricchezza. Le mele delle sue guancie erano leggermente arrossate ed il suo sorriso benevolo. Tutto intorno a lei gridava: “dolcezza”.

“È un piacere fare la vostra conoscenza” disse Alice, raggiungendo i suoi genitori nell’atrio, ora affollato. Jessica seguì sua sorella mentre Bella rimase sulla porta della cucina.

“Ehi Charlie” chiamò Billy “perché non li inviti a cena? Ho trovato una partita di basket che sembra interessante, se hanno voglia di guardarla”

“Si” accordò Renée “Perché non rimanete per un po’? Sono sicura che c’è abbastanza cibo per tutti … se non vi crea problemi mangiare in soggiorno. Ho paura che la nostra cucina non possa contenere otto persone contemporaneamente” disse imbarazzata.

“Oh non possiamo davvero importunarvi così” disse Esme

“Oh, certo che potete!” replicò Renée “Non disturbate affatto”

“A dire il vero, devo preparare la cena per i ragazzi a casa. Sai come sono gli adolescenti quando sono affamati” Esme rise.

“Beh, allora che ne pensate di restare per un caffè?” offrì Charlie.

Carlisle si strinse nelle spalle e disse “Non ci vedo nessun problema. I ragazzi adesso sono fuori per conoscere la zona, così non torneranno per un po’. Possono badare a loro stessi finché non torniamo.”

Bella iniziò immediatamente a preparare il caffè mentre gli adulti si riunivano nel soggiorno. Poteva sentire mentre si scambiavano i saluti con Billy e la partita di cui aveva parlato prima in sottofondo. Nell’insieme, la prima impressione sulla famiglia era piuttosto positiva.

“Sembrano così carini” Alice le sussurrò mentre l’aiutava a riempire le tazze con la bevanda fumante.

“Speriamo che i figli siano come loro” Bella mormorò, portando il caffè ai suoi genitori e ai loro ospiti.

“Devo avere la ricetta di quei biscotti” Bella sentì dire ad Esme, non appena entrò in soggiorno. “In tutta onestà, non ho mai visto i ragazzi trangugiare niente così velocemente. Praticamente hanno ripulito il piatto.” Ridacchiò.

“Si, io, Rosalie ed Esme siamo stati fortunati a non avere le dita mordicchiate, lasciamo stare riuscire a prendere un biscotto. Erano deliziosi” aggiunse Carlisle.

“Beh, le vostre congetture sono uguali alle nostre quando si tratta di quella ricetta. Bella l’ha creata su misura tutta da sé. Non la condivide con nessuno. Non che servirebbe se lo facesse, nessuno in questa famiglia sa cucinare come lei” Charlie sorrise radioso e paterno a Bella che arrossì completamente per l’elogio.

Carlisle valutò un attimo Bella e disse “Tu allora devi essere la ragazza che ha suonato al nostro campanello?” Bella, sorpresa, incontrò i suoi occhi, lui continuò “il mio figlioccio, Edward, ha detto di aver visto una ragazza con capelli lunghi e castani lasciare la casa immediatamente dopo aver suonato alla porta.” Lui sorrise un po’ di più quando il rossore sulle guancie di lei aumentò. “Ci siamo chiesti perché non sei rimasta. Avremmo potuto usare la forza.” A questo tutti risero.

“Non volevo importunarvi. Immaginavo voleste un po’ di spazio per respirare prima che ogni membro curioso della comunità di Fork ingolfasse casa vostra”

“È stato molto premuroso da parte tua” disse Esme “la prossima volta comunque sentiti libera di fermarti. Siete molto più che benvenuti tutti voi.”

“Come si chiamano i ragazzi di cui vi prendete cura?” chiese Jessica incapace di nascondere il suo interesse.

“Beh, ho accennato al fatto che il mio figlioccio si chiama Edward. Lui sarà al penultimo anno … come Bella se non mi sbaglio. E poi i nostri nipoti si chiamano Rosalie e Jasper. Loro saranno all’ultimo anno come Alice.”

“Tu a che anno sei, Jessica?”

“Sono al secondo” rispose prontamente. Sembrava fiera di questo fatto, fiera di non essere più tra la ‘carne fresca’ della scuola superiore di Forks.

“Ah. Sei un anno più grande della mia figlioccia” disse Carlisle.

“Figlioccia?” chiese Charlie perplesso “Pensavo ne aveste solo tre”

“Rosalie, Jasper ed Edward vivono con noi ma abbiamo in affido anche la sorellina di Edward, Renesmee. Avrebbe dovuto trasferirsi con noi, però ha ricevuto una borsa di studio per un collegio femminile – ci teneva ad andare e quando è gratis … non potevamo dire di no. Il distacco è stato più difficile per Edward, penso” La pena del figlioccio sembrava causare anche a Carlisle una gran sofferenza, sebbene la mantenesse ben nascosta.

“Potrei chiedere come avete fatto a diventare i tutori di tutti questi adolescenti?” chiese Billy “cioè con voi due così giovani e …”

“Rosalie e Jasper sono i figli di mio fratello” replicò Esme “avevo solo diciotto anni quando lui e sua moglie sono morti ma io ero l’unico parente stretto. Non avrei mai potuto dire di no. È strano pensare che ho solo dieci anni in più di loro.” Scosse la testa al pensiero del cambiamento bizzarro che la vita le aveva gettato addosso.

“Come sei riuscita così giovane a mantenere due bambini?” Renée domandò, confusa dalla situazione di Esme.

“Beh, studiare è stato senza dubbio difficile. Ho dovuto finire i miei Generals al Community College e poi far domanda per un’infinità di prestiti studenteschi per poter prendere la mia laurea in design d’interni. Per fortuna, i miei genitori erano un tantino taccagni quando erano vivi, e mi hanno cresciuto allo stesso modo. Avevo un fondo universitario relativamente sostanzioso che ha fatto una notevole differenza”

“E su Edward e Rene … smee?”

“I figli del mio miglior amico” spiegò Carlisle “Edward Masen Senior era il direttore generale di una piccola compagnia in espansione. Quando lui ed Elizabeth hanno avuto Edward mi hanno scelto come padrino …  e poi di nuovo con Nessie. Quando morirono, nel testamento era specificatamente dichiarato che il loro tutore legale sarei dovuto essere io. Ciò causò un po’ di scalpore nella famiglia, perché hanno uno zio, direttore di una sua compagnia, che voleva tenerli con sé per i suoi bizzarri motivi” Carlisle ridacchiò “Quell’uomo è decisamente medievale. Crede fermamente che la ricchezza debba restare in famiglia e nei matrimoni combinati. Mi dispiace per sua figlia Tanya.”

Bella corrugò la fronte mentre assimilava queste informazioni. E poteva constatare di non essere l’unica perplessa da tutto ciò. La sua espressione era riflessa nei volti delle sorelle. La porta principale si aprì e una voce roca gridò verso il soggiorno.

“Ehi cos’è questa Mercedes nel vialetto? Di chiunque sia sono terribilmente geloso!” Jacob Black scrollò i suoi lunghi capelli corvini non appena entrò nella stanza. I suoi occhi diedero uno sguardo su Bella ed Alice, sorpassarono Jessica, e si posarono sul dottore e la signora Cullen “Salve” disse confuso ma in modo radioso “Immagino che voi ragazzi siete i proprietari di quella Mercedes, eh? Sono Jacob comunque … il figlio di Billy”

“Io sono Carlisle e questa è mia moglie Esme, è un piacere conoscerti Jacob”

“Anche voi” Si girò verso Bella “Così, Bells sono passato da qua e ho sentito questa grande zaffata di enchiladas. Devo dirtelo, la mia pancia sta crescendo al pensiero. Sono quasi pronti?”

Bella sorrise e allo stesso tempo Esme aggrottò le sopracciglia “Mi dispiace” disse “vi stiamo trattenendo dalla vostra cena. Grazie mille per l’ospitalità. Quando la mia famiglia si sarà sistemata potrete forse unirvi a noi per una cena a casa nostra?”

Era impossibile dire di no ad un viso così gentile – non che qualcuno volesse. Esme era irresistibilmente incantevole.

“Sarebbe meraviglioso” disse Renée mentre vedeva i Cullen andare alla porta. Indossarono i loro impermeabili – semplici nel design eppure sofisticati – e affrontarono coraggiosamente la pioggia battente. Charlie li salutò dalla finestra.

Mangiarono in soggiorno come Renée aveva detto avrebbero fatto. Mentre la maggior parte di loro chiacchierò felicemente – soprattutto sui loro nuovi conoscenti – Bella masticava tranquillamente, riflettendo sulle informazioni che i Cullen avevano fornito riguardo la loro famiglia. Anche lei, come le sue sorelle, era naturalmente curiosa sui i loro nuovi compagni di scuola ed era ansiosa di incontrarli, eppure aveva una strana sensazione alla bocca della stomaco. Era come se qualcosa di grande stesse per accadere. Solo non sapeva cosa fosse, ancora.

NT:  Mi han spiegato che Cross-over implica la presenza di personaggi di storie diverse in una FF. In qst FF non ci sono personaggi di O&P, ma solo personaggi di Twilight che agiscono come fossero in O&P (oh... sn confusa!) Comunque, per ora lo metto qui, se non va bene ditemelo. ok?

Mi son presa qualche libertà su alcune espressioni che risultavano quasi incomprensibili in italiano, in soli due casi ho fatto meno del mio dovere - Give and take reso con Sacrificio, e Extra muscle reso semplicemente con Forza. Ogni suggerimento è ben accetto. Alla roba da mangiare ho lasciato i nomi originali - waffle, enchiladas, nachos - perché non sono cibi americani. 

Spero vi piaccia. Io appena l'ho letta mi son innamorata dell'idea - mi son detta "Non importa quanto ci metti, questa la devi tradurre". Vi chiedo di leggere e farmi sapere cosa ne pensate, cosìcché io poi lo possa trasmettere all'autrice. Grazie. J 11/02/10 - scusate ho dovuto cambiare il titolo, xkè la traduttrice idiota (io)dalla fretta di postare non aveva chiesto all'autrice cosa intendesse col suo titolo, adesso è più fedele allo scopo.

   
 
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