Presunzione e preconcetti
Forks
è tutta un chiacchiericcio sulla nuova ricca famiglia in
città. Cosa vorrà dire questo per le tre sorelle
Swan – Alice, Bella e Jessica?
La storia di Orgoglio e Pregiudizio con un salto in Twilight.
di
Luvnote4u - Traduzione di daydreamer88
Capitolo 1
Forks,
stato di Washingthon era una piccolissima cittadina, di
scarsa importanza, sulla costa nord ovest del Pacifico. Sotto una
costante coltre
di nuvole e di pioggia, il massimo su cui questa cittadina poteva
discutere era
il tempo: umido. Fine della storia. In quel momento, la pioggia stava
appena
iniziando a battere lievemente sui tetti della brava gente di Forks.
Era ancora
abbastanza presto trattandosi di un sabato mattina; eppure una teenager
di
Forks era già sveglia, seduta sul divano nel suo soggiorno,
immersa nella
propria copia del Conte di Montecristo. Era così coinvolta
dal romanzo che notò
appena la madre entrare dalla porta d’ingresso, fradicia con
un pacco della
spesa in mano.
“Buongiorno,
Bella”, disse Renée Swan, dando un bacetto in
fronte
alla sua secondogenita, mentre entrava in casa. “Ti sei
alzata presto”
“’Giorno,
mamma. Eh si. La pioggia mi ha svegliato. Così ho pensato
di fare un po’ di piacevole lettura”
“Maledetta
pioggia!”
Renée mormorò in modo cospiratorio alla figlia
mentre nascondeva la carne in
scatola nella credenza. Non era un segreto che lei e Bella detestavano
la
pioggia. In ogni caso, Forks era l’unica casa che la loro
famiglia aveva
conosciuto. D’altronde, cos’è
l’amore senza un po’ di sacrificio?
“Maledetta
pioggia” Bella concordò semplicemente mentre suo
padre,
Charlie si trascinava giù dalle scale.
“Giorno,
Bells. Giorno, tesoro.” Disse, baciando prima Bella e poi
sua moglie sulla guancia.”Vedo che sei andata al negozio. Per
caso hai preso
salsa e patatine? Billy e Jacob vengono dopo per la partita dei
Mariners”
“Qua”
disse Bella, prendendo in mano diverse buste di patatine da
mostrare a suo padre. Le posò sullo scaffale ed
iniziò a prendere la roba
congelata. Charlie annuì, apparentemente contento di non
dover andare lui
stesso al negozio, si sedette al tavolo della cucina e
iniziò a leggere il
giornale.
“Mamma,
dove hai messo il libro delle ricette? Vorrei fare i
waffle ma non riesco a trovare la ricetta da nessuna parte.”
Bella rigirò tutte
le cose intorno a dove il libro in questione doveva essere.
“Oh,
l’ho messo nello scaffale sotto il lavandino” sua
madre rispose
assente mentre sorseggiava il suo caffè corretto.
Bella
scosse la testa, annoiata, e chiese “Perché mai
… ?” ma poi pensò fosse meglio
non chiedere. Sua madre non era famosa per la sua
prevedibilità.
Charlie
ridacchiò tra se e se, mentre Bella iniziò a
mischiare gli
ingredienti. Presto, i waffle cuocevano nel ferro e l’aria si
profumò col dolce
odore. Vagò fino al piano di sopra, avvisando le altre due
Swan di svegliarsi e
scendere giù per colazione.
La
primogenita, Alice, scese al pianterreno per prima, i suoi movimenti
erano
pieni di grazia e fluidi paragonati a quelli di Bella, il cui
equilibrio
lasciava molto a desiderare. Alice era indiscutibilmente la
più carina delle
ragazze Swan. Era piccolissima e possedeva dei tratti delicati. I suoi
capelli
erano nerissimi, come quelli di un elfetto, e contrastavano in modo
sfolgorante
con la sua pelle d’avorio. Alice aveva gli occhi blu di sua
madre, incorniciati
da spesse ciglia.
Bella
aveva solo un anno in meno di Alice, ciò nonostante si
comportava
come fosse più grande – come fosse più
grande dei suoi genitori …
o almeno di sua madre. Come sua sorella
maggiore, Bella aveva capelli scuri che contrastavano con il suo
pallore
latteo. Comunque, i suoi capelli erano lunghi e spessi, cascavano fino
a metà
della sua schiena, e i suoi occhi erano marroni come quelli del padre.
Non si
sarebbe mai considerata alta, eppure era molto più alta di
Alice.
Intontita,
la più giovane – e solo di due anni! –
Jessica si fece
strada nella cucina. Come le sue sorelle, aveva gli stessi colori
estremi. I
suoi capelli erano ricci come quelli del padre e i suoi azzurri come
quelli
della madre. In altezza, era più vicina ad Alice che a
Bella. Comunque, i suoi
riccioli ribelli spesso l’aiutavano per i centimetri persi.
La
famiglia prese posto come di consueto intorno al piccolo tavolo
mentre Bella posava qualche waffle caldo in un piatto da servire.
Ognuno di
loro ne acchiappò un paio e lo posò nel proprio
piatto, imburrandolo e poi
sommergendolo nello sciroppo d’acero. Per un po’,
mangiarono tutti in silenzio.
Bella li aveva appena raggiunti quando Renée
parlò.
“Charlie”
iniziò “sai quella casa stupenda un paio di miglia
fuori
il paese che sembra vecchia almeno un secolo ed è ancora in
perfette
condizioni?”
La
fronte di Charlie si corrugò per un momento mentre masticava
“Uh huh” disse alla fine.
Lei
continuo. “Bene, a quanto pare, è stata venduta.
La nuova
famiglia dovrebbe traslocare oggi.”
“Sul
serio?” disse Charlie,
sorseggiando il caffè. “E dove lo hai
sentito?” Bella analizzò la sua
espressione. Sembrava molto più divertito del necessario. Le
fece l’occhiolino
impercettibilmente. Lei sorrise compiaciuta.
“Mentre ero al
negozio
stamattina, mi sono imbattuta in Mr. Weber, mi ha detto tutto al
riguardo. Mi
pare che ad un certo dottore sia piaciuto il posto, e l’ha
preso li su due
piedi. Carlisle qualcosa …”
“Cullen”
rispose Charlie.
Il sorrisetto compiaciuto di Bella divenne un sorriso schietto; Jessica
e Alice
gettarono un’occhiata al loro padre, confuse.
“Papà,
ci stai tendendo
sulle spine ” Jessica lo accusò. Renée
fissò il marito in modo significativo,
chiaramente chiedendogli di chiarire dove avesse attinto a queste
informazioni.
“Ho già
incontrato il tipo”
Disse Charlie, divertito dalle espressioni sui visi delle ragazze.
“Quando?”
“Beh, sapete che
Harry
Clearwater ha avuto quell’intervento al cuore”
iniziò
“Oh, si. Come se
la passa?”
“Bene. Comunque,
sono
andato a fargli visita in ospedale, e così è
successo che il dottor Snow stesse
mostrando al dottor Cullen il posto. Beh, ci ha presentati e abbiamo
iniziato a
parlare.
“Beh,
com’è?” Alice chiese curiosa.
“è un
uomo davvero carino”
disse Charlie.ӏ sposato ma senza figli
… ancora. Comunque, lui e sua moglie
sono al momento i tutori legali di tre ragazzi – i due nipoti
della moglie e il
suo figlioccio.”
“Quanti anni
hanno?”
domandò Jessica. Bella sbuffò al modo in cui la
sua sorellina si era drizzata
nel suo posto al cenno delle parole nipote e figlioccio.
“Beh, fammi
pensare … credo
che la nipote e il nipote siano gemelli – diciotto anni.
Saranno all’ultimo
anno come Alice. E il figlioccio ha diciassette anni, così
sarà al penultimo
come Bells.” Jessica guardò torvo per un minuto e
poi si animò all’idea di
ragazzi più grandi.
“Credi che
dovremmo andare
e cercare di dare un aiuto …?” domandò
Renée mentre sciacquava il suo piatto
nel lavandino.
“Tesoro,”disse
Charlie,
“dai loro un po’ di tempo per sistemarsi. Lasciali
adattare. E poi potrai
sopraffarli con la tua ospitalità” Il suo sorriso
era divertito mentre baciava
il broncio di sua moglie.
“Bene”
replicò rassegnata “Posso almeno passare
casualmente e
lasciare un accogliente regalo casalingo?
Biscotti ad esempio?”
Charlie
ponderò la cosa per un momento “Immagino questo
non faccia
male a nessuno. Solo cerca di non disturbarli troppo” disse,
sorridendo
perfido.
“Mami, disse
Alice,
colpendo leggermente con la mano la spalla della madre “forse
dovresti lasciare
che sia Bella a fare i biscotti. Ricordi l’ultima
volta?” Renèe storse lo
sguardo quando si ricordò le sue scarse capacità
culinarie.
“Okay”
si rassegnò. “Potresti preparare qualche
biscottino per i
Cullen, Bella?”
“Sicuro.”
Replicò sua
figlia “Nessun problema.”
“Okay allora.
Bella ha preparato
la colazione, allora Jessica e Alice lavano i piatti.” La
famiglia si allontanò
dal tavolo, ognuno puntando verso il proprio impiego –
Jessica brontolava
mentre completava il suo.
Non
appena la piccola cucina fu sgombrata dai piatti della
colazione, Bella preparò le patatine e la salsa per dopo,
quando Billy e Jacob
sarebbero arrivati. Poi iniziò ad impastare una dose di
biscotti con schegge di
cioccolato. Il campanello suonò proprio mentre
l’ultima infornata veniva fuori
dal forno.
“Billy!
Jacob” Venite
dentro” disse Charlie, facendo cenno di entrare ai due amici
di famiglia. Billy
Black e Charlie erano amici da anni. Ora Billy era costretto su una
sedia a
rotelle e contava sul figlio per il trasporto principale. Jacob aveva
l’età di
Jessica e una volta lei aveva avuto una cotta per lui. Ora
però era mortalmente
offesa dalla palese indifferenza di Jacob per tutto quello che
interessava a
lei. Non andavano molto d’accordo; in ogni caso, lui era
piuttosto vicino a
Bella ed Alice.
“Charlie, amico
mio, come
butta?” disse Billy con la sua voce profonda e gli porse un
pacco di birre da
sei per la partita, mentre Jacob lo spingeva dentro la casa.
“Wow,
c’è un gran profumo
qui” commentò Jacob, annusando l’aria,
assaporando l’odorino dei biscotti
appena sfornati.
“Dev’essere
Bells. Sta
preparando qualche biscotto per la famiglia del nuovo dottore che ha
comprato
quella casa appena fuori l’autostrada.”
“Davvero?
Finalmente
qualcuno ha preso quella casa?” chiese Billy casualmente,
sistemandosi da solo
per la partita di baseball.
Le
chiacchiere dei due diminuirono appena iniziò la partita.
Jacob
entrò in cucina dove Bella stava lavando la piastra dei
biscotti.
Silenziosamente cercò di afferrare un dolce, ma Bella era
più veloce.
“Giù le
zampe!” disse,
schiacciando a mo’ di scherzo la mano di lui.
“Questi non sono per te”
“Ah,
dai Bells! Solo uno? Per favore?” aggiustò il suo
viso in
un’espressione da cagnolino. L’occhiataccia di
risposta di lei si sciolse sotto
questa capacità di persuasione. Lui sorrise soddisfatto
felicemente prese
risoluto un morso dei biscotti appiccicosi, e gemette apprezzando il
sapore
unico. Bella scosse leggermente la testa e tornò a scrostare
le piastre da
cucina.
“Jacob!”
chiamò Alice, saltellando con grazia nella cucina.
“Nanerottola!”
Jacob raggiunse Alice che strinse le proprie
braccia attorno la sua vita in un abbraccio amichevole. Lui
spettinò ancora di
più i suoi capelli già sbarazzini e rise al suo
entusiasmo. Sembrava quasi che
fosse alto il doppio di Alice.
“Così,
venite a guardare la partita con noi ragazze?”
domandò
Jacob, accennando in direzione del soggiorno.
“No”
rispose Alice. “Ho promesso di portare Jessica a Port Angeles
per fare shopping. Potrebbe volerci tutto il giorno”
“Ah,
giusto. Jessica non può sopportare di restare nella stessa
casa con me” Jacob rise. “E tu, Bells? Ci sei per
un po’ di baseball?”
Bella
sorrise beffarda al suo enorme amico e disse “No. Ho una
tonnellata di compiti questo finesettimana. Inoltre … sai come sono quando si
tratta di sport” A
causa della propria incapacità di partecipare a qualsiasi
sport, Bella non
aveva mai neppure davvero avuto la pazienza di sedersi sul divano e
guardarli.
Jacob annuì cosciente, gettando la sua mano in un sacco di
patatine al frumento
e tuffandone una nella salsa di nachos accanto a lui.
“Bene,
forse dovrei tornare di là. Parliamo un poco dopo,
raga”
tagliò la corda dalla cucina e verso il soggiorno dove si
sentiva un frastuono
terribile. A quanto pareva, la squadra contraria aveva appena segnato
un
fuoricampo.
Alice
chiamò dalle scale Jessica, dicendo di essere pronta ad
andare. Jessica scese giù un momento dopo, la sua faccia ben
truccata
nonostante la pioggia incessante. Alice e Bella alzarono le loro
sopracciglia
verso la sorella, che ricambiò lo sguardo e disse
“Cosa? Potrebbero esserci
ragazzi carini; voglio apparire al meglio.” Sorrise
innocentemente, e tutte
dovettero scoppiare a ridere.
“Okay,
andiamo prima che tutti i ragazzi carini spariscano” Alice
ridacchiò ancora, mentre alzava le spalle nella sua giacca.
Jessica la seguì,
tutta rossa. Quando passò dal soggiorno, sentì
Jacob ridere sotto i baffi.
L’occhiata di risposta che gli spedì, lo fece
rabbrividire lungo la schiena.
Bella
– adesso sola - stava in cucina. Con i ragazzi occupati a
guardare la partita, sua madre a correre errante da qualche parte, e le
sue
sorelle a Port Angeles per tutto il giorno, si sentì un
po’ annoiata. Non
volendo iniziare la pila di compiti che l’aspettava in camera
sua, decise di
consegnare in prima persona i biscotti. Ne ammucchiò un
po’ di più che una
dozzina in un piatto, li avvolse nella pellicola e
scarabocchiò su un post-it
una breve nota di benvenuto ai Cullen da parte dei Swan.
Chiamò suo padre,
spiegando dove stava andando – nonostante lui la sentisse
solo a metà – e si
diresse verso la porta.
L’autostrada,
per gran parte, era deserta. Bella girava le curve
ad una ad una col suo vecchio Chevy. La pioggia interferiva con la
ricezione
dell’autoradio, come al solito; dovette concentrarsi per
trovare dove svoltare.
Tutti
a Forks sapevano relativamente dove la strada si ramificava
in una più piccola via di ciottoli, conducendo verso la
nuova abitazione dei
Cullen. Comunque, poiché era usata raramente, la via era
diventata coperta
d’erbacce - edera e felce avanzavano
nell’acquazzone, oscurando la via dagli
automobilisti sulla strada principale, automobilisti come Bella.
Guardò storto
attraverso la pioggia, cercando di vedere la strada stretta.
L’avrebbe persa
completamente se non fosse stato per il camion che passava, uscendo
dalla via,
una cinquantina di metri davanti a lei.
Girò
all’incrocio e avanzò lungo la via di ciottoli.
Non c’era
nessun dubbio nella sua testa che i Cullen avrebbero sentito il suo
fragoroso
fuoristrada, anche sopra il rombo del vento e della pioggia; il motore
del suo
fuoristrada poteva essere sentito a mezzo miglio di distanza.
Alzò le spalle.
Bene, pensò, almeno sanno che sono qui.
Spegnendo il motore, si infilò il cappuccio, e
si trascinò fuori sotto
la pioggia. Non ebbe l’opportunità di ammirare lo
splendore della casa; la
pioggia le avrebbe bagnato completamente il viso.
L’interno
della casa sembrava immobile. Protetta dalla pioggia
dalla veranda che la circondava, Bella poteva farsi un’idea
del soggiorno
attraverso la finestra. L’interno era varie sfumature di
bianco. Il muro di
dietro sembrava essere fatto completamente in vetro - guardava sul
fiume. Di
lato su una piattaforma elevata c’era un bel piano a coda. A
parte qualche
mobile, la stanza era piena di scatole di cartone marroni.
Bella
rimase lì per un minuto, valutando quale via
d’azione
dovesse prendere. Da un lato, sarebbe sembrato strano lasciare
semplicemente i
dolci senza informare la famiglia che erano lì ma
dall’altro, lei non era il
tipo di persona che facesse il primo passo nell’incontrare
degli sconosciuti,
alla fine, scelse di mischiare le due azioni, suonando il campanello,
che tintinnò
melodicamente per lei, lasciando il piatto, e tornando verso il suo
fuoristrada.
Bella
non sapeva che un paio di luminosi occhi verdi, l’avevano
spiata mentre piegava la sua testa nella sicurezza del suo Chevy e
guidava per andare
via.
--
Il
giorno seguente si dimostrò abbastanza noioso per la
famiglia
Swan. Cioè, fu così, fino a metà
pomeriggio quando un bussare inaspettato alla
porta interruppe i loro vari impieghi.
Charlie
e Billy Black stavano vagando distrattamente da un canale
all’altro della tv, cercando di trovare una partita che
potesse colpire il loro
interesse. Renée era assorta nel suo nuovo romanzo rosa
tascabile mentre Alice
e Jessica stavano accumulando riviste di moda, cercando la prossima
tendenza.
Bella era in cucina, tagliando i peperoni per l’enchiladas
che stava preparando
per la cena.
Quando
il soffice colpo risuonò in casa, tutte e sei le teste si
voltarono verso la porta. Alice, sbirciando fuori dalla finestra, disse
“Papà,
perché c’è una Mercedes nera sul
vialetto?”
Charlie
saltò in piedi e inciampò verso la porta. Quattro
curiose
paia di occhi seguirono la sua schiena – Bella non aveva
ancora lasciato la
cucina.
Due
persone stavano in piedi sulla veranda della piccola casa dei
Swan – un uomo ed una donna. L’uomo sorrideva
simpaticamente sotto l’ombrello.
“Sceriffo Swan” disse con voce calda e confortante.
La donna accanto a lui
sorrideva educatamente, guardando Charlie con interesse disinvolto.
“Dottor
Cullen” Charlie esclamò sorpreso. Si
spostò frettoloso
dalla porta, indicando loro di entrare ed uscire dalla pioggia.
“Per
favore, chiamami Carlisle” disse il dottore
all’entrata.
Adesso, ognuna delle ragazze Swan stava ficcando il naso intorno
all’angolo per
avere una visione migliore dei loro ospiti. Renée fu la
prima ad entrare, sorridendo
a mo’ di benvenuto verso i nuovi arrivati.
“A
cosa dobbiamo questo onore?” disse, stringendo loro le mani.
“Volevamo
semplicemente fermarci per ringraziarvi personalmente
dei biscotti che la vostra famiglia ci ha mandato”
replicò Carlisle
“E
per restituirvi il piatto” aggiunse la donna dietro di lui,
porgendolo a Renée.
“Uh
… si, questa è mia moglie,
Renée” disse Charlie indicando sua
moglie “e queste piccole spione sono le mie figlie Alice,
Bella e Jessica”
Accennò a ciascuna delle ragazze mentre diceva il loro nome.
“Io
sono Carlisle e lei è mia moglie, Esme” il dottore
disse alle
ragazze. Bella osservò in silenzio il loro aspetto. Carlisle
aveva capelli di
un biondo chiaro ed occhi nocciola – quasi dorati. Anche la
sua pelle sembrava
brillare di riflessi dorati nonostante l’ovvia freschezza di
carnagione. Sua
moglie aveva dei boccoli color caramello che le circondavano il viso
con
grazia. I suoi occhi erano giusto una sfumatura più chiari
del cioccolato
fondente ma conservavano la stessa ricchezza. Le mele delle sue guancie
erano
leggermente arrossate ed il suo sorriso benevolo. Tutto intorno a lei
gridava:
“dolcezza”.
“È
un piacere fare la vostra conoscenza” disse Alice,
raggiungendo
i suoi genitori nell’atrio, ora affollato. Jessica
seguì sua sorella mentre
Bella rimase sulla porta della cucina.
“Ehi
Charlie” chiamò Billy “perché
non li inviti a cena? Ho
trovato una partita di basket che sembra interessante, se hanno voglia
di
guardarla”
“Si”
accordò Renée “Perché non
rimanete per un po’? Sono sicura
che c’è abbastanza cibo per tutti … se
non vi crea problemi mangiare in
soggiorno. Ho paura che la nostra cucina non possa contenere otto
persone
contemporaneamente” disse imbarazzata.
“Oh
non possiamo davvero importunarvi così” disse Esme
“Oh,
certo che potete!” replicò Renée
“Non disturbate affatto”
“A
dire il vero, devo preparare la cena per i ragazzi a casa. Sai
come sono gli adolescenti quando sono affamati” Esme rise.
“Beh,
allora che ne pensate di restare per un caffè?”
offrì Charlie.
Carlisle
si strinse nelle spalle e disse “Non ci vedo nessun
problema. I ragazzi adesso sono fuori per conoscere la zona,
così non
torneranno per un po’. Possono badare a loro stessi
finché non torniamo.”
Bella
iniziò immediatamente a preparare il caffè mentre
gli adulti
si riunivano nel soggiorno. Poteva sentire mentre si scambiavano i
saluti con
Billy e la partita di cui aveva parlato prima in sottofondo.
Nell’insieme, la
prima impressione sulla famiglia era piuttosto positiva.
“Sembrano
così carini” Alice le sussurrò mentre
l’aiutava a
riempire le tazze con la bevanda fumante.
“Speriamo
che i figli siano come loro” Bella mormorò,
portando il
caffè ai suoi genitori e ai loro ospiti.
“Devo
avere la ricetta di quei biscotti” Bella sentì
dire ad Esme,
non appena entrò in soggiorno. “In tutta
onestà, non ho mai visto i ragazzi
trangugiare niente così velocemente. Praticamente hanno
ripulito il piatto.”
Ridacchiò.
“Si,
io, Rosalie ed Esme siamo stati fortunati a non avere le dita
mordicchiate, lasciamo stare riuscire a prendere un biscotto. Erano
deliziosi”
aggiunse Carlisle.
“Beh,
le vostre congetture sono uguali alle nostre quando si
tratta di quella ricetta. Bella l’ha creata su misura tutta
da sé. Non la
condivide con nessuno. Non che servirebbe se lo facesse, nessuno in
questa
famiglia sa cucinare come lei” Charlie sorrise radioso e
paterno a Bella che
arrossì completamente per l’elogio.
Carlisle
valutò un attimo Bella e disse “Tu allora devi
essere la
ragazza che ha suonato al nostro campanello?” Bella,
sorpresa, incontrò i suoi
occhi, lui continuò “il mio figlioccio, Edward, ha
detto di aver visto una
ragazza con capelli lunghi e castani lasciare la casa immediatamente
dopo aver
suonato alla porta.” Lui sorrise un po’ di
più quando il rossore sulle guancie
di lei aumentò. “Ci siamo chiesti
perché non sei rimasta. Avremmo potuto usare
la forza.” A questo tutti risero.
“Non
volevo importunarvi. Immaginavo voleste un po’ di spazio per
respirare prima che ogni membro curioso della comunità di
Fork ingolfasse casa
vostra”
“È
stato molto premuroso da parte tua” disse Esme “la
prossima
volta comunque sentiti libera di fermarti. Siete molto più
che benvenuti tutti
voi.”
“Come
si chiamano i ragazzi di cui vi prendete cura?” chiese
Jessica incapace di nascondere il suo interesse.
“Beh,
ho accennato al fatto che il mio figlioccio si chiama
Edward. Lui sarà al penultimo anno … come Bella
se non mi sbaglio. E poi i
nostri nipoti si chiamano Rosalie e Jasper. Loro saranno
all’ultimo anno come
Alice.”
“Tu
a che anno sei, Jessica?”
“Sono
al secondo” rispose prontamente. Sembrava fiera di questo
fatto, fiera di non essere più tra la ‘carne
fresca’ della scuola superiore di
Forks.
“Ah.
Sei un anno più grande della mia figlioccia” disse
Carlisle.
“Figlioccia?”
chiese Charlie perplesso “Pensavo ne aveste solo
tre”
“Rosalie,
Jasper ed Edward vivono con noi ma abbiamo in affido
anche la sorellina di Edward, Renesmee. Avrebbe dovuto trasferirsi con
noi,
però ha ricevuto una borsa di studio per un collegio
femminile – ci teneva ad
andare e quando è gratis … non potevamo dire di
no. Il distacco è stato più
difficile per Edward, penso” La pena del figlioccio sembrava
causare anche a
Carlisle una gran sofferenza, sebbene la mantenesse ben nascosta.
“Potrei
chiedere come avete fatto a diventare i tutori di tutti
questi adolescenti?” chiese Billy “cioè
con voi due così giovani e …”
“Rosalie
e Jasper sono i figli di mio fratello” replicò
Esme
“avevo solo diciotto anni quando lui e sua moglie sono morti
ma io ero l’unico
parente stretto. Non avrei mai potuto dire di no. È strano
pensare che ho solo
dieci anni in più di loro.” Scosse la testa al
pensiero del cambiamento
bizzarro che la vita le aveva gettato addosso.
“Come
sei riuscita così giovane a mantenere due
bambini?” Renée
domandò, confusa dalla situazione di Esme.
“Beh,
studiare è stato senza dubbio difficile. Ho dovuto finire i
miei Generals al Community College e poi far domanda per
un’infinità di
prestiti studenteschi per poter prendere la mia laurea in design
d’interni. Per
fortuna, i miei genitori erano un tantino taccagni quando erano vivi, e
mi
hanno cresciuto allo stesso modo. Avevo un fondo universitario
relativamente
sostanzioso che ha fatto una notevole differenza”
“E
su Edward e Rene … smee?”
“I
figli del mio miglior amico” spiegò Carlisle
“Edward Masen
Senior era il direttore generale di una piccola compagnia in
espansione. Quando
lui ed Elizabeth hanno avuto Edward mi hanno scelto come padrino
… e poi
di nuovo con Nessie. Quando morirono,
nel testamento era specificatamente dichiarato che il loro tutore
legale sarei
dovuto essere io. Ciò causò un po’ di
scalpore nella famiglia, perché hanno uno
zio, direttore di una sua compagnia, che voleva tenerli con
sé per i suoi
bizzarri motivi” Carlisle ridacchiò
“Quell’uomo è decisamente medievale.
Crede
fermamente che la ricchezza debba restare in famiglia e nei matrimoni
combinati. Mi dispiace per sua figlia Tanya.”
Bella
corrugò la fronte mentre assimilava queste informazioni. E
poteva constatare di non essere l’unica perplessa da tutto
ciò. La sua
espressione era riflessa nei volti delle sorelle. La porta principale
si aprì e
una voce roca gridò verso il soggiorno.
“Ehi
cos’è questa Mercedes nel vialetto? Di chiunque
sia sono
terribilmente geloso!” Jacob Black scrollò i suoi
lunghi capelli corvini non
appena entrò nella stanza. I suoi occhi diedero uno sguardo
su Bella ed Alice,
sorpassarono Jessica, e si posarono sul dottore e la signora Cullen
“Salve”
disse confuso ma in modo radioso “Immagino che voi ragazzi
siete i proprietari
di quella Mercedes, eh? Sono Jacob comunque … il figlio di
Billy”
“Io
sono Carlisle e questa è mia moglie Esme, è un
piacere
conoscerti Jacob”
“Anche
voi” Si girò verso Bella
“Così, Bells sono passato da qua e
ho sentito questa grande zaffata di enchiladas. Devo dirtelo, la mia
pancia sta
crescendo al pensiero. Sono quasi pronti?”
Bella
sorrise e allo stesso tempo Esme aggrottò le sopracciglia
“Mi dispiace” disse “vi stiamo
trattenendo dalla vostra cena. Grazie mille per
l’ospitalità. Quando la mia famiglia si
sarà sistemata potrete forse unirvi a
noi per una cena a casa nostra?”
Era
impossibile dire di no ad un viso così gentile –
non che
qualcuno volesse. Esme era irresistibilmente incantevole.
“Sarebbe
meraviglioso” disse Renée mentre vedeva i Cullen
andare
alla porta. Indossarono i loro impermeabili – semplici nel
design eppure
sofisticati – e affrontarono coraggiosamente la pioggia
battente. Charlie li
salutò dalla finestra.
Mangiarono in soggiorno come Renée aveva detto avrebbero fatto. Mentre la maggior parte di loro chiacchierò felicemente – soprattutto sui loro nuovi conoscenti – Bella masticava tranquillamente, riflettendo sulle informazioni che i Cullen avevano fornito riguardo la loro famiglia. Anche lei, come le sue sorelle, era naturalmente curiosa sui i loro nuovi compagni di scuola ed era ansiosa di incontrarli, eppure aveva una strana sensazione alla bocca della stomaco. Era come se qualcosa di grande stesse per accadere. Solo non sapeva cosa fosse, ancora.
NT: Mi han spiegato che Cross-over implica la presenza di personaggi di storie diverse in una FF. In qst FF non ci sono personaggi di O&P, ma solo personaggi di Twilight che agiscono come fossero in O&P (oh... sn confusa!) Comunque, per ora lo metto qui, se non va bene ditemelo. ok?
Mi son presa qualche libertà su alcune espressioni che risultavano quasi incomprensibili in italiano, in soli due casi ho fatto meno del mio dovere - Give and take reso con Sacrificio, e Extra muscle reso semplicemente con Forza. Ogni suggerimento è ben accetto. Alla roba da mangiare ho lasciato i nomi originali - waffle, enchiladas, nachos - perché non sono cibi americani.
Spero vi piaccia. Io appena l'ho
letta mi son innamorata dell'idea - mi son detta "Non importa quanto ci
metti, questa la devi tradurre". Vi chiedo di leggere e farmi sapere
cosa ne pensate, cosìcché io poi lo possa
trasmettere all'autrice. Grazie. J 11/02/10 - scusate ho dovuto cambiare il titolo, xkè la traduttrice idiota (io)dalla fretta di postare non aveva chiesto all'autrice cosa intendesse col suo titolo, adesso è più fedele allo scopo.