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Autore: whateverhappened    11/02/2010    3 recensioni
- Sei tesa? -
- No, assolutamente. - mentì spudoratamente, consapevole che Daisy se ne sarebbe accorta in ogni caso. D'altronde che domanda era quella? Ovvio che fosse tesa, il giorno dopo si sarebbe sposata! Avrebbe definitivamente messo la parola fine alle controversie, alle pretese parentali, ai silenzi degli ultimi mesi, agli sguardi di disprezzo riservati ad una rinnegata... non sarebbe più stata una Black diseredata e disconosciuta dai suoi stessi genitori, sarebbe stata una Tonks, la signora Tonks.
- No, certo. La corda di violino è azzeccata come paragone? - domandò nuovamente Daisy, ironica.
- Credo sia meglio una corda d'arpa – ridacchiò Andromeda in risposta, per poi voltarsi a guardare l'amica dritta negli occhi – Non se ne pentirà, vero? -
A quelle parole Daisy scoppiò a ridere di gusto, di quel riso che ti fa piegare in due e tenere la pancia, che ti fa mancare il fiato. In più, come se la domanda non l'avesse divertita abbastanza, Andromeda continuava a fissarla con un sopracciglio alzato, come non ridere?
- É proprio vero che Merlino li fa e poi li accoppia! - disse poi Daisy mentre le risate scemavano molto lentamente – Circa quattro minuti e trentotto secondi fa Ted mi ha chiesto la stessa identica cosa. -
Andromeda storse il naso alle parole di Daisy, possibile che dovesse essere sempre così pignola? Inoltre le pareva abbastanza lecito temere, la sera prima del matrimonio, che il futuro sposo per cui aveva abbandonato la propria famiglia e la promessa di un futuro ricco e sicuro cambiasse idea e la abbandonasse sola e senza nulla al mondo oltre all'amore per lui. Sarebbe stata una tragedia, una disfatta, la fine della favola, tabula rasa della sua vita.

Quarta shot su Andromeda Black Tonks: le altre le trovate nella mia serie "Drinks and Memories".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Drinks and Memories.'
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Some Things Are Meant to Be





La Luna regnava placida sul laghetto, le cui acque erano mosse appena dal lieve venticello che tirava da Nord. Le foglie della betulla accanto alla finestra sembravano danzare insieme a quella leggera aria, le più deboli – già colpite dall'incalzante autunno – finivano per staccarsi e planare debolmente sul davanzale della camera.
Andromeda osservava il tutto con un sorriso sereno in volto, sembrava quasi che stesse contemplando un'opera d'arte. Ai suoi occhi quel panorama pareva perfetto, idillico, senza una nota fuori posto, non voleva nemmeno allontanarsi dalla finestra nel timore che il tutto scomparisse.
- Prima o poi dovrai andare a dormire, lo sai, vero? - la voce della sua migliore amica, nonché sorella del suo fidanzato, la raggiunse. Lei e Daisy erano amiche fin dai primi giorni del primo anno ad Hogwarts, insieme avevano superato grandissimi ostacoli e vissuto momenti indimenticabili, per Andromeda era molto più una sorella quella ragazza di quanto non fosse mai stata Bellatrix.
- Non ho sonno – rispose semplicemente Andromeda, mentre l'amica le si affiancava.
- Sei tesa? -
- No, assolutamente. - mentì spudoratamente, consapevole che Daisy se ne sarebbe accorta in ogni caso. D'altronde che domanda era quella? Ovvio che fosse tesa, il giorno dopo si sarebbe sposata! Avrebbe definitivamente messo la parola fine alle controversie, alle pretese parentali, ai silenzi degli ultimi mesi, agli sguardi di disprezzo riservati ad una rinnegata... non sarebbe più stata una Black diseredata e disconosciuta dai suoi stessi genitori, sarebbe stata una Tonks, la signora Tonks.
- No, certo. La corda di violino è azzeccata come paragone? - domandò nuovamente Daisy, ironica.
- Credo sia meglio una corda d'arpa – ridacchiò Andromeda in risposta, per poi voltarsi a guardare l'amica dritta negli occhi – Non se ne pentirà, vero? -
A quelle parole Daisy scoppiò a ridere di gusto, di quel riso che ti fa piegare in due e tenere la pancia, che ti fa mancare il fiato. In più, come se la domanda non l'avesse divertita abbastanza, Andromeda continuava a fissarla con un sopracciglio alzato, come non ridere?
- É proprio vero che Merlino li fa e poi li accoppia! - disse poi Daisy mentre le risate scemavano molto lentamente – Circa quattro minuti e trentotto secondi fa Ted mi ha chiesto la stessa identica cosa. -
Andromeda storse il naso alle parole di Daisy, possibile che dovesse essere sempre così pignola? Inoltre le pareva abbastanza lecito temere, la sera prima del matrimonio, che il futuro sposo per cui aveva abbandonato la propria famiglia e la promessa di un futuro ricco e sicuro cambiasse idea e la abbandonasse sola e senza nulla al mondo oltre all'amore per lui. Sarebbe stata una tragedia, una disfatta, la fine della favola, tabula rasa della sua vita.
- Andromeda, smettila di preoccuparti -
- Fosse facile! - borbottò Andromeda, mentre continuava a girare il dito attorno ad un ricciolo che, ribelle, si ostinava a scenderle davanti agli occhi.
- Lo so. Lo so che hai paura, lo so che sei paranoica come un ipocondriaco in un ospedale, lo so che non riesci a fare a meno di pensare a quell' “e se” che girovaga nella tua testa... però dovresti smetterla, davvero. Ted ti ama, trascorrere la sua vita con te è ciò che desidera di più al mondo! E non te lo dico da amica, te lo dico da cognata – forse fu l'occhiolino con cui Daisy concluse il suo discorso, o forse fu semplicemente la consapevolezza di quanto quello fosse concreto e di basi fondate, ma Andromeda si ritrovò a sorridere di cuore.
- Grazie -
- Dovere! E ora a letto, miss Black, non vorrà avere le occhiaie in un giorno così importante! - ridacchiando Daisy spinse l'amica in camera da letto – A domani! -
Rimasta sola, Andromeda si buttò a peso morto sul letto. Sospirò profondamente, osservando il soffitto della sua stanza, mentre una serie di ricordi le passava davanti agli occhi. Il primo incontro con Ted e la consapevolezza di averlo detestato, la prima volta che lo aveva visto con occhi diversi, il primo appuntamento ed il primo bacio, il litigio con Bellatrix che l'aveva fatta rinnegare, l'addio alla sua casa e alla sua famiglia... per quel ragazzo Andromeda aveva messo in gioco non solo il suo cuore, ma la sua intera esistenza. E avrebbe rifatto tutto subito, non aveva mai avuto pentimenti di alcun genere. Era innamorata di Ted Tonks, ogni fibra del suo corpo glielo confermava ogni volta che lo aveva accanto e ogni volta che desiderava averlo, e – per qualche arcano mistero a lei sconosciuto – quel ragazzo così gentile ed amabile ricambiava i suoi sentimenti. Non era mai riuscita a capire cosa mai avesse fatto per meritarsi di trascorrere la vita accanto ad un uomo come lui, eppure era così: dal giorno seguente sarebbero stati una cosa sola, finalmente una famiglia.
La sua vera famiglia.
Quando aprì gli occhi il mattino seguente, svegliata dai raggi di sole che filtravano dalle persiane, Andromeda di sorprese di aver passato una notte senza sogni: aveva sempre creduto che la notte prima delle nozze sarebbe stata caratterizzata da qualche sogno premonitore, invece si era addormentata senza nemmeno accorgersene. Si stiracchiò nel letto caldo e si mise a sedere lentamente, preda di una strana eccitazione che la elettrizzava da capo a piedi.
- Allora, dormigliona! - la voce allegra di Daisy, entrata di corsa nella stanza, la svegliò del tutto – Sei ancora a letto? Muoviti, su, abbiamo tanto da fare! -
- Sei più agitata tu di me... - constatò Andromeda con uno sbadiglio.
- Beh, è un grande giorno. Mio fratello e la mia migliore amica si sposano, insieme! - Andromeda scosse la testa alle parole dell'amica, mentre con grande forza di volontà cacciava le gambe fuori dal tepore delle coperte e appoggiava i piedi sul pavimento gelido.
- Non capirò mai perché Ted ha insistito per questa data – borbottò, infilandosi la vestaglia – Fa freddissimo! -
- Voleva una scusa per poter bere! – ridacchiò Daisy, ricordando come il fratello dicesse spesso di bere alcolici solamente nei momenti di pura agitazione e quando sentiva particolarmente freddo. L'agitazione di sicuro ci sarebbe stata, perché non aggiungere anche la temperatura polare?
- Già. Ed è per questo... - con lo sguardo di chi ha qualche asso nascosto nella manica Andromeda si avvicinò all'armadio, aprendolo - ... che questo è il mio regalo di nozze per lui! -
Daisy scoppiò a ridere di gusto vedendo nelle mani dell'amica una bottiglia di Idromele Aromatico, il liquore preferito dal fratello. Era proprio da Andromeda essere ironica anche nel giorno del suo matrimonio, ed era quella tendenza all'essere sempre allegra che Ted amava tanto, ne era certa.
- Ho sentito che anche il Professor Silente aveva intenzione di regalargliene una! -
- Beh, quei due vanno a braccetto quando si parla di Idromele! - ridacchiò Andromeda, sedendosi al tavolo da toletta e cominciando a sistemarsi i capelli con un incantesimo.
- Faccio io! - intervenne Daisy, cominciando a lavorare sui suoi riccioli con una dimestichezza ormai ben nota ad Andromeda.
- Ancora mi sembra strano che esista qualcuno che vive acconciando i capelli... com'è che si dice, Daisy? -
- Parrucchiera – rispose esasperata la ragazza, era probabilmente la ventesima volta che ripeteva ad Andromeda il nome del lavoro della madre.
Andromeda sorrise all'amica nello specchio. Le sembrava tutto surreale, eppure da lì a due ore si sarebbe sposata con l'uomo della sua vita, avrebbe iniziato una nuova vita con lui e – come diceva sempre Daisy – sarebbero stati felici e contenti come nelle fiabe. Avrebbe tanto voluto avere accanto a sé Narcissa in quel giorno così speciale, e Sirius, il suo cugino preferito, ma loro erano Black e i Black non avrebbero mai partecipato ad una cerimonia del genere: aveva già dato scandalo da sola, mai avrebbero contribuito a quella follia. Sospirò profondamente, gettando un'occhiata alla foto nell'angolo del tavolo che ritraeva due giovani ragazze, una biondissima e una mora, allegre e serene.
- Ti manca Narcissa, vero? - le disse dolcemente quella che ormai era la sua unica sorella.
- Terribilmente – confessò Andromeda, mentire a Daisy non sarebbe servito a nulla.
- Sono sicura che sta pensando a te. -
In quel momento un grosso gufo cominciò a picchiettare insistentemente al vetro della finestra, sempre più forte finché Andromeda non gli aprì, permettendogli di consegnare un pacco.
- Cos'è? - le chiese Daisy affiancandola, decisamente curiosa.
- Non ne ho idea -
- C'è un biglietto! - Andromeda afferrò il foglietto indicato dall'amica e cominciò a leggere ad alta voce.
- “Ciao, Dromeda. Stiamo facendo tutto di nascosto, perciò scusa le poche righe scritte male! Volevamo farti i nostri migliori auguri per oggi... ci manchi tanto. Cissy e Sirius. PS – il regalo non è molto fantasioso, ma Rosmerta ha detto a Sirius che avreste apprezzato!” - Daisy strinse forte le spalle dell'amica, immobile davanti alla finestra mentre calde lacrime le rigavano il volto.
- Te l'avevo detto che ti avrebbe pensata! - le sussurrò dolcemente, mentre l'amica annuiva e si asciugava rapidamente il viso.
- Non posso piangere, non oggi! - disse incerta, quindi afferrò il pacco consegnato dal gufo e lo scartò rapidamente, rimanendo sorpresa dal contenuto.
- Idromele?! - dissero insieme le due amiche, sconcertate.
- Ne avete già una bella scorta! - ridacchiò Daisy – Ma adesso sbrigati, Dromeda, è tardissimo! -
Quando, un'ora dopo, Andromeda uscì dalla sua stanza vestita di tutto punto nessuno avrebbe potuto immaginare che quel mattino aveva pianto o che in cuor suo sapeva che quel giorno non sarebbe mai potuto essere perfetto senza sua sorella. Attraversò sicura i corridoi dell'ampia casa di campagna, generosamente offerta dallo zio Alphard per la cerimonia, affiancata da Daisy, stupenda nel suo abito da damigella turchese, fino ad arrivare al giardino dove la aspettavano gli invitati.
- Forza! - la incoraggiò Daisy – Sei Andromeda Black, non sarà certo un matrimonio a fermarti! -
Andromeda annuì all'amica, che in risposta le fece l'occhiolino, e si affiancò allo zio Alphard: in assenza del padre, mancante per ovvi motivi, sarebbe stato lui ad accompagnarla all'altare. Non appena egli le prese il braccio partì la marcia nuziale, e le gambe di Andromeda cominciarono a camminare da sole, seguendo i passi di Daisy verso il fratello. Nei pochi metri che la separavano dall'arco di gelsomino – presente in quella stagione esclusivamente per un suo capriccio accontentato da Ted – Andromeda non poté fare a meno che apprezzare la scelta della stagione: gli alberi di mele dietro il sacerdote facevano da perfetto sfondo a quell'evento magico, le foglie sui toni del rosso e dell'arancione sembravano richiamare i riflessi del suo elegante abito in raso.
Quando arrivò all'altare il suo sguardo incrociò quello di Ted, e da quel momento ebbe occhi solo per lui; percepì a malapena la mano dello zio che afferrava la sua e la stringeva a quella di Ted, il sacerdote che cominciava a parlare e i singhiozzi della sua futura suocera, seduta dietro di loro.
In quel momento esistevano solamente lei e Ted, e il loro amore, puro, sincero ed immortale.

*


La Luna regnava ancora incontrastata nel cielo, come la sera precedente. Attorno a lei miriadi di stelle illuminavano la notte, coperte solo di tanto in tanto da qualche nuvola passeggera. Il cielo perfettamente terso ricordava ad Andromeda che non si trovava più in Inghilterra, non più al freddo, ma al caldo di una serena notte australiana.
- Come stai questa sera, signora Tonks? - la voce di Ted, profonda e scherzosa come al solito, la raggiunse. Il fiato caldo sul collo la fece istintivamente sorridere: lui era lì, dietro di lei, a proteggerla e a sostenerla, ad accompagnarla e pronto a camminarle accanto per tutta la loro vita.
- Molto bene, signor Tonks – rispose senza voltarsi, ma cercando con la propria mano quella dell'uomo, stringendola una volta raggiunta. Si erano sposati quella stessa mattina, coronando quel sogno d'amore che aveva sconvolto il Mondo Magico, spezzato una famiglia e suscitato pettegolezzi per anni e anni.
- Non mi sembra ancora vero – sussurrò Andromeda, portando lo sguardo sul sottile anello d'oro che regnava sul suo anulare sinistro – Non pensavo che sarebbe potuto succedere realmente... -
- Già. Non ti pentirai, Dromeda? Hai rinunciato a tutto per queste nozze, alla tua famiglia, al tuo nome, a tua sorella... - la voce di Ted pareva incerta, quasi non volesse far trasparire dalle sue parole i sentimenti che stava provando in quel momento.
- Theodore Christopher Tonks! - Andromeda si voltò di scatto, prese fra le mani il volto del marito e lo fissò dritto negli occhi, pronta a ripetere quel discorso che solo la sera prima aveva fatto anche con Daisy – Pensavo avessimo già parlato di questa cosa. Nessuno mi ha obbligato a sposarti, anzi, è stata una mia scelta. Mai potrei pentirmene! O forse sei tu che hai già qualche ripensamento? Ammettilo! - un ghigno si dipinse sul volto della ragazza, la stessa espressione che assumeva ogni volta che prendeva in giro Ted. E di cui in fondo lui si era innamorato.
- Mi hai scoperto, signora Tonks! - scoppiò a ridere lui, stringendo i fianchi della moglie per poi attrarla a sé – E adesso che succederà? La perfida Andromeda Black ritornerà e si vendicherà su questo povero ragazzo? -
- Mmm – Andromeda si portò un dito al mento con finto fare pensoso – Dipende tutto dalle capacità del povero ragazzo di farsi perdonare! -
- Potremmo vedere i doni di nozze! - propose lui con un sorriso speranzoso, mentre la moglie si lasciava andare ad una risata.
- Cerchi di corrompermi, per caso? -
- No, cerco di farti ubriacare con le almeno venti bottiglie di Idromele che sono arrivate! -

























Dopo un mese e mezzo finalmente sono riuscita a concludere questa storia ^^ Il titolo fa pena, lo so, ma non sono assolutamente capace di dare i titoli e ormai ve ne sarete accorti!
A presto!
   
 
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