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Autore: Persychan    12/02/2010    4 recensioni
La prima volta che la vede Venezia non è affatto bella - è sporca, emaciata e traballa sul fango come palazzo malfatto - ma Feliciano sa, lo sente, che sarà magnifica un giorno.
[La Repubblica di Venezia]
I capitolo: E lei splende come una piccola perla.
[Nord Italia][Impero Romano][Venezia]
Genere: Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La Serenissima
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi/Pairings: Feliciano Vargas (Nord Italia), Roma (Antico Impero Romano), Venezia/La Serenissima (Oc della Repubblica di Venezia).
Rating: Verde
Riassunto: E lei splende come una piccola perla.
Note: - questa storia, composta probabilmente da 3/4 capitoli, narrerà per sommi capi la storia della Serenissima di Venezia, il tutto dal punto di vista del piccolo Feliciano. Saranno postate anche ulteriori fanfiction sempre intorno al personaggio approfondendo determinati avvenimenti, ma separatamente sotto forma di Oneshot o di una raccolta.
- non betata.


Serenissima
(Capitolo I)




"...Città ricca d'oro ma più di nominanza,
potente di forze ma più di virtù, sopra saldi marmi fondata ma sopra più solide
basi di civile concordia ferma ed immobile e, meglio che dal mare ond'è cinta,
dalla prudente sapienza dè figli suoi munita e fatta sicura”

Petrarca




Feliciano l’aveva incontrata per la prima volta quando si trovava ancora con nonno Roma e la sua unica preoccupazione era dipingere e cantare per farlo felice - non che crescendo i suoi passatempi fossero cambiati molto.
Non si era presentata - avrebbe scoperto il suo nome, il loro nome, solo molto tempo dopo - si era semplicemente piazzata in piedi davanti a loro fino a quando il nonno non era stato costretto a notare la sua presenza.

"Sei cresciuta, piccola ninfa - l'apostrofò il nonno senza alzare lo sguardo dal foglio che teneva sulle ginocchia se non per qualche istante- non avrei mai immaginato che un pugno di case traballanti sul fango potessero tramutarsi in una bellezza come la tua. Desideri farmi compagnia, o nereide?"

Lei aveva riso scuotendo i capelli castani un po’ troppo lunghi e impregnati di salsedine, ma Feliciano non aveva potuto vedere il suo sorriso, nascosto com’era dalle stecche di legno di un povero ventaglio. Non era di certo bella: aveva il viso troppo sottile, emaciato, la pelle scura di chi passa troppo tempo all’aria aperta e delle dita così rovinate, sporche di fango e callose a tal punto che nel ricevere una sua carezza Feliciano non aveva potuto fare a meno di scostarsi un po’, ma si poteva neppure dire che non lo fosse. Vi era una tale fierezza in quei suoi occhi blu, che guardavano lontano, verso un luogo ben distante dalla terra che li circondava come se quello che vedeva attorno a lei non le bastasse, da apparire splendida anche nelle sue misere vesti.

"I secoli non sanno cambiarti, Roma, e neppure la caduta a quanto pare1. In ogni caso sono costretta a rifiutare l’offerta, ho poco tempo: gli affari non si fermano di certo a mio comando."

Feliciano aveva sentito parlare molte donne e fanciulle - il nonnino non si era mai fatto mancare la compagnia femminile - ma non si sarebbe mai aspettato una voce simile da una figura minuta come la sua: era potente, forse un po’ troppo bassa per essere piacevole, e gorgogliava come lo sciabordare delle onde, mentre il modo di parlare era quasi cantilenante nel suo continuo scendere e salire di tono.

"Sono venuta qui per incontrarti, tu che sei stato il più grande e potente tra tutti, e per dirti che io superò il tuo primato. Forse non su questa...terra, ma di certo il mio nome raggiungerà ogni angolo del mondo. "

Solo allora Roma aveva rialzato lo sguardo dal foglio e l’aveva fissata negli occhi. Nel silenzio che ne seguì Feliciano udì un frastuono terribile riempirgli le orecchie: c'era il frusciare delle vele al vento, un tintinnare furioso di monete e il rumore secco delle cime recise che contro il legno delle fiancate e in un piccolo angolo di sé, quello stesso lacerato frammento della sua anima che scalpitava per ritornare da Lovino, ebbe la certezza che quella ragazza, quella città, sarebbe diventata magnifica.

"Sai cosa comporterà questa tua decisione?"
"Conosco la sofferenza, sono nata da gente disperata che cercava rifugio, Roma, e non ne ho paura."
"Sono felice per te allora."

Poi era caduto di nuovo il silenzio. Il suo nonnino non aveva aggiunto nient'altro ritornando alla sua tavola e limitandosi a borbottare qualcosa quando le linee non gli venivano nette e precise come desiderava. Lei, invece, aveva continua a fissarlo per un po', giocherellando con il ventaglio, come se non potesse concepire che il loro incontro fosse finito così senza una reale conclusione. Infine aveva sospirato - doveva aver compreso che lui non le avrebbe più dato ascolto - e scuotendo la testa, lasciando che nell’aria si spandesse quell’odore di mare e di sale che sembrava accompagnarla, si era voltata.
Aveva fatto appena qualche passo quando si fermò all'improssiviso alzando il viso ed urlando al cielo - al mondo, a loro, ma soprattutto a quel Roma che non avrebbe mai potuto vederla in tutta la sua bellezza - quelle ultime parole.

"Io diverrò la più bella di tutti e come Venilia2 governerò i mari, ma non sarò sposa o sottomessa nessuno. Io deciderò, io sarò libera."

E se ne andò.
Feliciano, però, lo sentì riecheggiare nella sua mente quel "per te, padre." che lei non aveva osato pronunciare e che lontana tra le sue isole, troppo impegnata a farsi bella per splendere come una piccola perla per qualcuno che non l’avrebbe mai vista, non avrebbe avuto più la possibilità di aggiungere.

"Feliciano."
"Sì, nonnino?
"Quando sarai grande, occupati anche di lei."




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2Venilia/Salacia, nome romano della ninfa Anfitrite sposa di Poseidone
1 Nel primo episodio di Hetalia Impero Romano porta via con se Chibi Italia avvenimento che non riesco a contestualizzare storicamente visto che "l'isolamento" dell'Italia lo si è avuto solo dopo la caduta dell'Impero. La mia idea è che Roma sia sopravvissuto alla fine oggettiva dell'impero almeno per un po' come "voce/rimasuglio/i regni barbari che tentarono di ricreare Roma" crescendo Feliciano fino al suo dissolvimento completo. [In fondo Prussia continua ad imperversare per il mondo e Roma non è di certo meno meraviglioso XD]

I commenti come sempre sono amore ♥
   
 
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