Ed ecco una piccola fic su Ame e Zel… E’ ambientata subito dopo “Il sigillo del caos”
Amelia, Zelgadiss e Sylphiel sono in viaggio verso sud, dopo le avventure vissute con gli altri a Miilun, e Zel sta per separarsi dal gruppo e partire da solo per la ricerca della sua cura…
Qualcosa di importante
La notte era ormai scesa sul piccolo accampamento, dove tre figure condividevano l’oscurità, immerse in un quieto silenzio.
La
giovane sacerdotessa giaceva profondamente addormentata. In quel momento, la
principessa la invidiava da morire… La giornata era stata lunga, per tutti e
tre. Era da una settimana che non facevano altro che camminare in mezzo agli
alberi e, alla lunga, era diventato stancante. Anche se erano stati tutti
d’accordo nel voler fare dei turni di guardia, ora la ragazza non poteva
impedirsi di sbadigliare in continuazione e di non desiderare altro che un bel
letto comodo…
‘Di
che mi lamento? Domani sarò a casa e potrò godere di tutte le comodità che
vorrò…’ La principessa non sarebbe mai riuscita a condurre lo stesso tipo di
vita della sua amica, ‘l’assassina di demoni’… Quando passava troppo tempo in
viaggio, Sailune cominciava a mancarle. E non perché a palazzo potesse godere
di particolari lussi… Semplicemente era bello sapere di trovarsi in un luogo da
poter chiamare ‘casa’… il posto in cui era sempre vissuta, il posto che, per
quanti luoghi meravigliosi potesse visitare, le sarebbe sempre sembrato il più
bello…
Certo,
vivendo a palazzo non erano sempre rose e fiori. In qualità di principessa,
aveva molte responsabilità, soprattutto ora che aveva raggiunto la maggiore età
e che per suo padre si avvicinava il momento della incoronazione a sovrano…
Però erano tutte responsabilità che non le pesava sopportare, di fronte al
sostegno e alla ammirazione che riceveva dal suo popolo. Suo nonno, l’attuale
sovrano, diceva sempre che aveva la stoffa della regina…
Al
pensiero della sua famiglia, il cuore le si scaldò. ‘Domani… Domani rivedrò
tutti… Riferirò al nonno le avventure che ho vissuto a Miilun, potrò
esercitarmi con papà come paladina della Giustizia e…’ Il suo sguardo cadde su
una zona in ombra dell’accampamento, dove giaceva il suo altro compagno di
viaggio, apparentemente addormentato.
Il
suo volto, immediatamente, si incupì. Chissà quando lo avrebbe rivisto… Proprio
come Lina e Gourry, non era tipo da restare troppo a lungo in un solo luogo…
L’ultima
volta che si erano separati, le erano mancati tutti moltissimo. Quasi tre anni,
senza rivederli… Era persino arrivata a desiderare di essere coinvolta di nuovo
in qualche folle avventura - cosa puntualmente avvenuta- pur di poterli
rincontrare…
Ma
ciò che la aveva stupita era quanto le fosse mancato LUI. Era sempre
silenzioso, spesso scorbutico… continuamente preso dalla ricerca di una cura per
il suo aspetto… non avrebbe mai immaginato, prima di separarsi da lui, di
essergli così attaccata…
Vederlo
insieme agli altri, quel pomeriggio di pioggia vicino a Miilun, era stato un
sollievo immenso. Era quasi certa che Lina non avrebbe mancato un’occasione
come la fiera, e Gourry… bè, non era sua abitudine stare troppo lontano dalla
giovane maga dai capelli di fuoco… Però, non poteva essere certa che anche
Zelgadiss avesse avuto notizia dell’avvenimento dal luogo in cui – gli dei
sapevano dove- si trovava in quel momento…
L’avventura
vissuta a Miilun li aveva senza dubbio avvicinati. Prima, la chimera non aveva
mai mostrato troppe attenzioni nei suoi confronti, ma questa volta era stato
diverso… Soprattutto quando Lina era sparita, e tutti avevano pensato che fosse
morta… Gourry era stato inavvicinabile per l’intera settimana, e la giovane
maga aveva temuto seriamente che si sarebbe lasciato morire di fame… Sylphiel
stava impazzendo per la preoccupazione… Si era proposta di fare qualcosa, ma
quando aveva cercato di avvicinare lo spadaccino per confortarlo, si era
trovata di fronte ad una porta sbattuta in faccia. Comprendeva che non lo aveva
fatto per ferirla… non sarebbe stato da lui… Capiva perfettamente il suo
dolore… Ma per lei era stato troppo. Quella volta, si era sentita, per la prima
volta, completamente impotente. Era fuggita via in lacrime ed era stato proprio
Zelgadiss, l’ultima persona da cui si sarebbe aspettata di venire consolata, a
trovare le parole giuste per tirale su il morale… Le era stato vicino…
Si
sentì arrossire, al ricordo. Che le prendeva? Lo sapeva benissimo che dopo
quella notte si sarebbero separati! Dopotutto, non doveva importargli tanto di
lei… La sua cura, ecco cosa gli interessava! Avrebbe fatto meglio a lasciar
stare le illusioni e a dare un taglio a quella storia!
Tuttavia…
Si
trovò ancora una volta a fissare l’angolo in ombra dell’accampamento…
Zelgadiss
non riusciva davvero a prendere sonno. Era abituato a dormire molto poco,
viaggiando sempre da solo… Con i luoghi che frequentava di solito, poteva
raramente permettersi lunghe nottate di riposo. Non era raro che trascorresse
anche intere notti con gli occhi e le orecchie bene aperte, pronto a reagire a
qualsiasi attacco improvviso…
Poteva
avvertire, alle sue spalle, il respiro regolare di Sylphiel, immersa nel sonno,
e i movimenti di Amelia, che cercava di spostarsi il più silenziosamente
possibile, per non disturbarli.
Era
l’ultima notte che trascorrevano insieme, poi sarebbe stato di nuovo solo,
sulla sua strada. Non poteva fare a meno di riflettere su tutti gli avvenimenti
che erano loro accaduti, nel giro di pochissime settimane. Era sempre così…
Imbattersi in Lina era come essere travolti da un tornado. A braccetto con lei,
venivano sempre guai di ogni tipo e nemici che non si sarebbe mai sognato di
affrontare… Ridacchiò. ‘Me la sono cercata… Chi è stato a volerla rapire,
quando si è impadronita di quella statuetta di Orhialcon? Impara, Zelgadiss…
Quelle con l’aria innocente sono le più pericolose… Accidenti a me e ai miei
piani!’ Pur pensando questo, sorrise fra sé e sé… La verità era che ringraziava
il cielo di aver incontrato i suoi amici, anche se non lo avrebbe mai ammesso
di fronte a loro… Gli erano mancati da morire, quando si erano separati, dopo
la lotta contro Fibrizo… Aveva pregato di riuscire a ritrovarli a Miilun…
I
suoi amici… Le uniche persone con cui si trovava realmente a suo agio,
nonostante il suo aspetto… A loro non importava se la sua pelle era fatta di
pietra. Solo loro erano capaci di fargli dimenticare, per qualche momento, la
sua cura … Certo, voleva ancora trovare un rimedio alla sua maledizione… Gli
dei sapevano se lo voleva… Ma, da quando li aveva incontrati, sentiva che,
dopotutto, non era quella la sua sola ragione di vita…
Si
mosse lievemente, fissando lo sguardo sulle fiamme che danzavano al centro
dell’accampamento. E i suoi occhi caddero inevitabilmente su di lei. Era bella…
con il riflesso del fuoco che illuminava di scuro quegli occhi così pieni di
vita, così…
Arrossì,
pregando che non si voltasse. Non era certo di sapere come spiegarle perché non
riusciva a distogliere lo sguardo da lei…
Si
era accorto da un po’ di tempo che la maga dai capelli corvini manifestava…
attenzioni particolari nei suoi confronti. Non capiva esattamente che cosa
trovasse di buono in lui… Il suo aspetto… bè, era quello che era… E c’era chi
avrebbe sostenuto che aveva un carattere piuttosto difficile… No, davvero non
capiva che cosa potesse attrarla… ma non era stupido. Chiunque avrebbe compreso
cosa c’era dietro al modo in cui la ragazza lo guardava…
Quello
che davvero non si era aspettato, era di poterla ricambiare. I sentimenti non
avevano mai occupato una posizione troppo alta nella gerarchia delle sue
priorità… ‘La verità è che ti stai rammollendo, Zelgadiss…’ Ancora una volta,
ridacchiò fra sé e sé…
Non
capiva esattamente che cosa gli avesse fatto cambiare idea sulla sua giovane
compagna di viaggio. Era ovvio che era affezionato a lei. Lo era, come lo era a
Lina e Gourry, dopo tante avventure vissute insieme… Anzi, se aveva sempre
considerato Lina e Gourry come due ottimi amici, Amelia ai suoi occhi appariva
come una sorella minore… come parte di quella famiglia che non aveva potuto
avere… O almeno, questo era quello che aveva pensato. Si era accorto che la
ragazza gli era mancata un po’ troppo, in quei tre anni di solitudine che li
avevano tenuti separati, ma aveva cercato di non dare troppo peso alla cosa.
Poi, la aveva rivista. Doveva avere fatto davvero la figura dello stupido,
quando si erano rincontrati. Per un attimo, aveva perso l’uso della parola. Era
stato capace solo di restare fermo, a fissarla. Fece un sorriso amaro. ‘La ho a
malapena salutata… Deve aver pensato che sono davvero una persona fredda,
sempre che non ne fosse già convinta…’
Amelia
era senza dubbio cresciuta. Era… maturata… Certo, come diceva Gourry, alcune
cose non sarebbero mai cambiate. La principessa non sarebbe stata la stessa
senza tutti quei discorsi sulla giustizia… E poi, quella sua bontà un po’
ingenua era una delle cose che più gli piacevano di lei… Gli faceva pensare che
dopotutto non tutti, al mondo, agivano esclusivamente per il loro interesse,
come aveva fatto Rezo…
Quella
bontà… sperava che non la perdesse mai…
Il
suo volto si incupì.
Aveva
pensato diverse volte, da quando si erano rivisti a Miilun, di dirle quello che
provava… Lina lo aveva capito benissimo, come gli aveva fatto notare,
prendendolo in giro, quando si erano salutati. Non aveva avuto il coraggio di
negare, perché sapeva che aveva maledettamente ragione. Aveva continuato a
pensarci per l’intero viaggio verso Sailune… Aveva pensato a quanto era stato
male quando Amelia era rimasta ferita… Aveva pensato che non voleva
assolutamente perderla…
Confessarle
la verità… Se lei avesse davvero ricambiato, allora… sarebbero stati legati
l’uno all’altra… forse per sempre…
Tuttavia…
“Zel-
san, sei sveglio?” Improvvisamente, trovò il volto della giovane maga a pochi
centimetri dal suo.
Fece
un balzo indietro, colto di sorpresa, e ringraziò che il buio lo riparasse
dallo sguardo della ragazza, dato che aveva assunto un colorito di diverse
tonalità più rosso. “A- Amelia! Ma che ti salta in mente? Vuoi farmi venire un
infarto?” Perché, perché usava sempre quel tono freddo con lei?
La
ragazza gli parve ferita. “Mi spiace, Zel- san… Non intendevo spaventarti… E’
solo…” Fece un sospiro. “E’ solo che ho visto che avevi gli occhi aperti e
fissi nel vuoto e ho immaginato che anche a te potesse fare piacere un po’ di
compagnia. Ma se preferisci che ti lasci solo, posso tornare al mio turno di
guardia…” Forse la principessa non intendeva lasciar trapelare alcuna accusa
dal suo tono, ma questo uscì più freddo del solito… La chimera provò un
immediato senso di colpa. Aveva reagito in modo esagerato…
“No…
Scusa, è solo che ero perso fra i miei pensieri, e non sono abituato a fare dei
begli incontri, nel cuore della notte. Sai, è stato un riflesso condizionato.”
Frugò nelle tasche del mantello. “Ecco qui, forse un infuso con queste servirà
a calmarmi…” Sollevò un sacchetto pieno di erbe dall’odore stranissimo. “E’
ancora valido l’invito per un po’ di compagnia? Posso prepararne un po’ anche
per te…”
Il
sorriso della maga gli rischiarò l’animo. “No, grazie, Zel- san… Ci manca
proprio una tisana rilassante per farmi addormentare del tutto… Però accanto al
fuoco c’è posto anche per te.”
La
chimera annuì e si alzò avvolgendosi il mantello attorno alle spalle. Il clima,
vicino a Sailune, non era certo come quello Miilun, ma le notti erano ancora
fredde… Tirò fuori un piccolo bricco dalle sue borse e lo riempì dell’acqua
della borraccia, per poi metterlo a bollire accanto al fuoco. La maga lo
osservò in silenzio, premendosi le ginocchia contro il petto.
“Allora,
Amelia…” La ragazza sussultò, nel sentire il suo nome pronunciato dalla
chimera. “Ormai manca solo un giorno di viaggio alla tua reggia, giusto?”
Zelgadiss sapeva benissimo che era così, ma quel silenzio cominciava a
pesargli, e non aveva trovato un modo più brillante per iniziare la
conversazione.
“Proprio
così, Zel- san… Ancora qualche ora di cammino…” Sospirò. “Cielo, c’è stato
qualche momento, un paio di settimane fa, in cui avrei giurato che non sarei
mai riuscita a pronunciare questa frase…”
La
chimera ridacchiò “Già, stavolta ce la siamo davvero vista brutta… Quei due ci
dovranno risarcire, un giorno, per tutti i guai in cui ci hanno trascinato.
Credo di essere invecchiato più in fretta, a causa loro.”
La
principessa non riuscì a reprimere una risata… E Zelgadiss si trovò a pensare
che quella risata era un risarcimento sufficiente a qualsiasi pericolo avesse
corso nel corso della sua vita… “Credo che tu abbia ragione, Zel- san… Ma ti
consiglio di non parlare di risarcimenti di fronte a Lina- san…”
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera. “Non ci penso nemmeno…
Probabilmente, troverebbe il modo di farsi pagare LEI da me…”
Amelia
tornò a fissare il fuoco, con un sorriso. “Chissà dove si troveranno, ora…”
“Probabilmente
Lina starà importunando qualche banda di banditi, e Gourry starà facendo del
suo meglio per impedirle di distruggere il pianeta…” Amelia rise, ancora una
volta. “Però… Chi può saperlo… Non è facile cercare di immaginare dove si
possono incontrare quei due…”
“Un
po’ come te, Zel- san…” Il ragazzo si voltò a fissare la maga, sorpreso dal suo
tono improvvisamente cupo. La giovane incontrò il suo sguardo, e dissimulò
immediatamente la tristezza. Decise di cambiare argomento. “Ehm, allora… Pensi
di partire subito, domani? Puoi trascorrere la notte a palazzo, se preferisci…”
Appena pronunciate quelle parole, si morse il labbro per averlo fatto. Non
avrebbe mai accettato! Perché provare la delusione di ricevere il solito freddo
rifiuto? Era stata una stupida!
Tuttavia,
la chimera non rifiutò. Semplicemente, non le rispose e si limitò a continuare
a fissare il fuoco. Stava riflettendo sulla cosa, o…? Decise che non voleva
saperlo. Ancora una volta, cambiò argomento. “Ehm… Credo che l’acqua nel bricco
stia bollendo, Zel- san…”
La
chimera sembrò ridestarsi. “Oh… Hai ragione… Grazie…” Versò l’acqua in una
tazza e aggiunse le erbe. L’infuso assunse immediatamente un colorito
verdastro…
Il
ragazzo era grato alla principessa, per avere deviato il discorso. Le era
grato, perché per un attimo aveva provato il desiderio intensissimo di
accettare la sua proposta. Il problema, era che non voleva illuderla. Non
poteva non partire… Gli si era aperta la speranza concreta di trovare quello
che da anni era stato il suo unico obiettivo, e non ce l’avrebbe fatta a
rinunciarvi… nemmeno per lei, non ora.
Quello
era il suo carattere, non poteva farci nulla. Ma l’ultima cosa al mondo voleva
era offuscare il sorriso della principessa. Temeva che, se le avesse detto
quello che provava, fra loro si sarebbe complicato tutto. Temeva che quel
carattere che lui… amava, perché negarlo?… sarebbe stato rovinato per sempre
dalla sua stupida freddezza. Il tono cupo che Amelia aveva assunto poco prima
lo aveva spaventato. E se avessero finito per odiarsi? Valeva la pena di
rovinare la loro amicizia solo perché da bravo stupido si era messo in testa di
dirle tutto?
“Zel-
san…?” Batté le palpebre, e vide che Amelia lo stava fissando preoccupata.
“Scusa,
Amelia, mi ero di nuovo incantato… Dev’essere la stanchezza…”
“Sei
sempre molto pensieroso, Zel- san… Forse se ogni tanto ti aprissi agli altri e
dicessi che cosa ti preoccupa le cose per te sarebbero più facili…” La sua
osservazione lo colse di sorpresa. Spesso aveva l’impressione che quella
ragazza capisse di lui molto più di quanto a lui stesso venisse naturale dare a
vedere…
“Stavo
solo…” Cercò di ribattere, ma stavolta Amelia aveva tutta l’intenzione di
concludere la conversazione.
“Zel-
san, io lo so qual è il mio principale difetto… Tendo a semplificare troppo le
cose. Non riesco ad evitarlo, dipende dall’educazione che ho ricevuto. Spesso
posso sembrare ingenua, lascio facilmente capire quello che provo e mi fido
troppo delle persone…” Tornò a fissare intensamente il fuoco. “E, anche se ho
imparato qualche lezione al riguardo, nelle avventure che ho vissuto, non credo
che cambierò mai, in fondo…”
“Io
non…” Iniziò la chimera, ancora una volta, ma la maga non lo lasciò proseguire.
“Però
so anche qual è il TUO difetto… Vuoi che te lo dica?” Riprese a fissarlo. Il
ragazzo avrebbe voluto rispondere, ma non trovò nulla di intelligente da dire,
e si limitò ad annuire.
“Tu,
contrariamente a quanto faccio io, complichi troppo le cose… Prima pensavo che
fosse solo per la cura… Però ora credo di aver capito che non è così… Se si
tratta di problemi pratici, che possono essere risolti con un piano preciso, in
modo schematico, allora sei una stratega senza rivali… Perché sei intelligente
a sufficienza per prevedere qualsiasi conseguenza, qualsiasi complicazione…”
Prese a giocherellare distrattamente con un filo d’erba. “Ma la vita non si può
rappresentare in uno schema, Zel- san… Lo sai che cosa mi ha detto una volta
Lina- san? Mi ha detto che la realtà è talmente complessa e le azioni umane
sono così difficilmente determinabili che non si può pretendere di immaginare
con certezza il futuro sulla base dell’oggi… Che ci sarà sempre la possibilità
dell’imprevisto… Che la conoscenza dell’uomo, per questo, non sarà mai totale,
ma ci sarà sempre spazio per la curiosità… E lo sai cosa aggiunto?” Zelgadiss
continuò a fissarla… Il suo sguardo profondo e un po’ triste sembrava
ipnotizzarlo… “Ha aggiunto…” Proseguì lei “…che è proprio questo il bello della
vita. Potere proseguire all’infinito nel cammino della conoscenza… e accettare
l’esistenza come viene, lasciarsi andare, adattarsi, e, nonostante questo,
continuare a lottare per renderla felice. Ora, guardandoti, credo che avesse
ragione. Tu ti blocchi cercando di interpretare quali saranno le conseguenze
delle tue azioni… ti illudi di poter trovare una strada certa… ma ti perdi,
Zel- san, e finisci per non agire del tutto. Quello che mi chiedo, ora, è se
questo ti rende davvero felice…”
Zelgadiss
rimase senza parole. Non poteva ribattere, perché… era la verità. Questo era
ciò che gli accadeva tanto spesso… Poteva essere che Amelia avesse capito che
cosa stava pensando su di lei, un attimo prima?
La
ragazza prese un grosso respiro e proseguì. Era da tanto che voleva parlargli a
quel modo, ed ora che aveva iniziato non sarebbe più riuscita a bloccarsi. “Io
sono convinta che il tuo comportamento freddo e distaccato spesso non sia altro
che un modo per allontanare le persone che ti stanno accanto… Forse temi che ti
giudichino… O forse hai solo paura di ferirle, come Rezo ha fatto con te. E
quando qualcuno riesce finalmente ad avvicinarsi a te, come abbiamo fatto Lina,
Gourry ed io…” Sospirò nuovamente. “… Tu non riesci a lasciarti andare, per
questa tua maledetta tendenza a complicarti la vita!” Zelgadiss rimase stupito.
La principessa sembrava irritata. Era come se stesse dando sfogo a sentimenti
repressi da tanto tempo.
La
ragazza lo fissò di nuovo, intensamente. “E allora, cosa fai? Scappi, Zel- san…
Ti allontani fingendo un amore sviscerato per la solitudine! Ma non fai altro
che fare del male a te e agli altri. A te, perché nessun essere umano può vivere
in totale solitudine… E agli altri, perché sentono maledettamente la tua
mancanza… No, non assumere quell’aria colpevole, non sto parlando solo di me…
Il fatto che io sentissi la tua mancanza era già ovvio prima di questo
discorso, credo…”
Questo
di sicuro non fece diminuire il senso di colpa della chimera… “Amelia…”
“Forse
dovresti fidarti più delle altre persone… Rinunciare a cercare di prevedere il
futuro, ma imparare a confidare nel fatto che una persona a cui sei legato non
tradirà la tua fiducia, qualunque cosa accada, anche se tu non le sarai vicino…
E imparare che esistono persone capaci di aspettare…” Già, aveva DECISAMENTE
capito che cosa gli passava per la testa…
“Non…
Ma che dici, Amelia…? A me… va tutto bene… davvero… E’ solo… che devo cercare
la mia cura…”
Amelia,
batté le palpebre, rendendosi conto in quel momento di ciò che gli aveva detto.
Che stupida, era stata! Erano solo sciocche congetture… Un suo modo per non
cedere all’evidenza del fatto che a lui… non importava nulla… di lei…
Il
suo sguardo si rattristò. “Scusami, Zel- san… Io… non intendevo imbarazzarti…
E’ che quando si tratta dei miei amici non riesco proprio a farmi gli affari
miei…” Abbozzò un sorriso poco convinto. “Ho sbagliato a immaginarmi tutte
quelle cose, eh? Devo… proprio essermi fatta un gran mucchio di illusioni, eh?
La verità è che hai semplicemente voglia di partire… Dopo una settimana, è
normale che tu abbia cominciato a stancarti della mia compagnia…”
“Io
non mi stancherò mai di te!” La chimera si trovò quasi a gridare. Lo sguardo
triste delle principessa era stato troppo… Non poteva più trattenersi. “Amelia…
Non c’è giorno che io non ringrazi il cielo di averti conosciuta… Io non avevo
mai incontrato una persona come te…”
Dire
‘stupita’ era poco, per definire lo stato d’animo della ragazza… Era sempre
stato così chiuso, e ora…
“Tu…
mi hai dato una nuova speranza… La speranza che, in fondo, questo mondo non sia
così male… DEVE essere così, se esiste qualcuno come te… Mi dispiace, mi
dispiace davvero di comportarmi sempre a questo modo… Forse… forse ho bisogno
di dare un taglio definitivo a questa storia della cura, prima di riuscire a
comportarmi in modo degno di una persona come te…” Con sorpresa della
principessa, Zelgadiss le prese la mano. “Io credo di poter diventare una
persona migliore… grazie a te… ma ho bisogno di dare un taglio al passato,
prima… Ho bisogno di liberarmi da questa maledizione, capisci…?” Abbassò lo
sguardo. “E non posso chiederti di aspettare… Io… non voglio renderti triste…”
La
ragazza strinse più forte la sua mano, spingendolo ad alzare lo sguardo. Con
sua sorpresa, stava sorridendo… “Te lo detto, ci sono persone disposte ad
aspettare… A patto che ne valga la pena. Ti fidi di me, Zel- san?”
La
chimera la fissò per un momento in silenzio. Quindi sorrise, in un modo a cui
pochi avevano avuto la possibilità di assistere. “Sì, mi fido di te.” Portò la
sua mano alla bocca e la baciò. “E cercherò di fare in modo che valga la pena
aspettare. Tornerò… presto, Amelia, te lo prometto.”
Lei
annuì… quindi ridacchiò.
La
chimera batté le palpebre. “Che c’è?”
“Non
è normale che l’infuso diventi nero, vero?”
Come
risvegliato da un sogno, il ragazzo gettò uno sguardo alla tazza. “Oh,
accidenti! Mi sono dimenticato di filtrarlo! Così è imbevibile! Mi toccherà
rifarlo!” Con un sospiro, gettò il contenuto sull’erba, mentre la principessa
non riusciva a trattenere le risate. “E’ inutile che tu rida! Potevi anche
avvisarmi prima!”
“Vuoi…”
La ragazza cercò di reprimere le risate. “Vuoi che te lo prepari io, Zel- san?”
Le
sorrise. “Lascia stare… Mi arrangio, non preoccuparti… E’ meglio che tu vada a
dormire, ora. E’ da un pezzo che resisti all’impulso di sbadigliarmi in
faccia…”
“Ma,
Zel- san, non è giusto! Non è ancora finito il mio turno di guardia!”
La
chimera fece spallucce. “Lo so, ma tu stai morendo di sonno, mentre io
continuerei a rigirarmi sotto quella coperta senza riuscire a dormire… Fra
amici ci si aiuta, no? O è contro i principi della ‘Giustizia’…?”
“Bè,
immagino che tu abbia ragione, Zel- san… Grazie, allora!”
“Non
ringraziarmi. Mi ripagherai con una cena ed un letto comodo, domani al tuo
palazzo…”
La
maga non poteva credere alle sue orecchie… Aveva… accettato il suo invito? “C-
certo, Zel- san…” Gli sorrise. “Buona notte, allora…”
“Amelia…”
“Sì?”
Gli chiese, con un altro sorriso.
“Non
potresti… chiamarmi semplicemente Zel?”
“Oh…
Certo… Zel. Buona guardia!”
Dopo
avergli rivolto un ultimo sguardo, la principessa gli volse la schiena e la
chimera la osservò mentre si stendeva sotto la coperta, al riparo dal freddo
della notte. Non riuscì ad impedirsi di sorridere.
Forse,
era questo che si provava sapendo di avere una ‘casa’ a cui tornare… O forse si
trattava solo della bella sensazione generata dalla consapevolezza di avere
trovato finalmente qualcosa di importante…
Non
lo sapeva… ma era certo che, questa volta, sarebbe stato molto più impaziente
di porre fine alle sue peregrinazioni…