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Autore: SonLinaChan    15/07/2005    2 recensioni
Una breve dialogo notturno fra Amelia e Zelgadiss, prima della loro separazione... ambientata dopo 'Il sigillo del Caos'...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco una piccola fic su Ame e Zel… E’ ambientata subito dopo “Il sigillo del caos”

Ed ecco una piccola fic su Ame e Zel… E’ ambientata subito dopo  “Il sigillo del caos”

Amelia, Zelgadiss e Sylphiel sono in viaggio verso sud, dopo le avventure vissute con gli altri a Miilun, e Zel sta per separarsi dal gruppo e partire da solo per la ricerca della sua cura…

 

 

Qualcosa di importante

 

La notte era ormai scesa sul piccolo accampamento, dove tre figure condividevano l’oscurità, immerse in un quieto silenzio.

La giovane sacerdotessa giaceva profondamente addormentata. In quel momento, la principessa la invidiava da morire… La giornata era stata lunga, per tutti e tre. Era da una settimana che non facevano altro che camminare in mezzo agli alberi e, alla lunga, era diventato stancante. Anche se erano stati tutti d’accordo nel voler fare dei turni di guardia, ora la ragazza non poteva impedirsi di sbadigliare in continuazione e di non desiderare altro che un bel letto comodo…

 

‘Di che mi lamento? Domani sarò a casa e potrò godere di tutte le comodità che vorrò…’ La principessa non sarebbe mai riuscita a condurre lo stesso tipo di vita della sua amica, ‘l’assassina di demoni’… Quando passava troppo tempo in viaggio, Sailune cominciava a mancarle. E non perché a palazzo potesse godere di particolari lussi… Semplicemente era bello sapere di trovarsi in un luogo da poter chiamare ‘casa’… il posto in cui era sempre vissuta, il posto che, per quanti luoghi meravigliosi potesse visitare, le sarebbe sempre sembrato il più bello…

Certo, vivendo a palazzo non erano sempre rose e fiori. In qualità di principessa, aveva molte responsabilità, soprattutto ora che aveva raggiunto la maggiore età e che per suo padre si avvicinava il momento della incoronazione a sovrano… Però erano tutte responsabilità che non le pesava sopportare, di fronte al sostegno e alla ammirazione che riceveva dal suo popolo. Suo nonno, l’attuale sovrano, diceva sempre che aveva la stoffa della regina…

Al pensiero della sua famiglia, il cuore le si scaldò. ‘Domani… Domani rivedrò tutti… Riferirò al nonno le avventure che ho vissuto a Miilun, potrò esercitarmi con papà come paladina della Giustizia e…’ Il suo sguardo cadde su una zona in ombra dell’accampamento, dove giaceva il suo altro compagno di viaggio, apparentemente addormentato.

 

Il suo volto, immediatamente, si incupì. Chissà quando lo avrebbe rivisto… Proprio come Lina e Gourry, non era tipo da restare troppo a lungo in un solo luogo…

L’ultima volta che si erano separati, le erano mancati tutti moltissimo. Quasi tre anni, senza rivederli… Era persino arrivata a desiderare di essere coinvolta di nuovo in qualche folle avventura - cosa puntualmente avvenuta- pur di poterli rincontrare…

Ma ciò che la aveva stupita era quanto le fosse mancato LUI. Era sempre silenzioso, spesso scorbutico… continuamente preso dalla ricerca di una cura per il suo aspetto… non avrebbe mai immaginato, prima di separarsi da lui, di essergli così attaccata…

Vederlo insieme agli altri, quel pomeriggio di pioggia vicino a Miilun, era stato un sollievo immenso. Era quasi certa che Lina non avrebbe mancato un’occasione come la fiera, e Gourry… bè, non era sua abitudine stare troppo lontano dalla giovane maga dai capelli di fuoco… Però, non poteva essere certa che anche Zelgadiss avesse avuto notizia dell’avvenimento dal luogo in cui – gli dei sapevano dove- si trovava in quel momento…

 

L’avventura vissuta a Miilun li aveva senza dubbio avvicinati. Prima, la chimera non aveva mai mostrato troppe attenzioni nei suoi confronti, ma questa volta era stato diverso… Soprattutto quando Lina era sparita, e tutti avevano pensato che fosse morta… Gourry era stato inavvicinabile per l’intera settimana, e la giovane maga aveva temuto seriamente che si sarebbe lasciato morire di fame… Sylphiel stava impazzendo per la preoccupazione… Si era proposta di fare qualcosa, ma quando aveva cercato di avvicinare lo spadaccino per confortarlo, si era trovata di fronte ad una porta sbattuta in faccia. Comprendeva che non lo aveva fatto per ferirla… non sarebbe stato da lui… Capiva perfettamente il suo dolore… Ma per lei era stato troppo. Quella volta, si era sentita, per la prima volta, completamente impotente. Era fuggita via in lacrime ed era stato proprio Zelgadiss, l’ultima persona da cui si sarebbe aspettata di venire consolata, a trovare le parole giuste per tirale su il morale… Le era stato vicino…

Si sentì arrossire, al ricordo. Che le prendeva? Lo sapeva benissimo che dopo quella notte si sarebbero separati! Dopotutto, non doveva importargli tanto di lei… La sua cura, ecco cosa gli interessava! Avrebbe fatto meglio a lasciar stare le illusioni e a dare un taglio a quella storia!

Tuttavia…

Si trovò ancora una volta a fissare l’angolo in ombra dell’accampamento…

 

 

Zelgadiss non riusciva davvero a prendere sonno. Era abituato a dormire molto poco, viaggiando sempre da solo… Con i luoghi che frequentava di solito, poteva raramente permettersi lunghe nottate di riposo. Non era raro che trascorresse anche intere notti con gli occhi e le orecchie bene aperte, pronto a reagire a qualsiasi attacco improvviso…

 

Poteva avvertire, alle sue spalle, il respiro regolare di Sylphiel, immersa nel sonno, e i movimenti di Amelia, che cercava di spostarsi il più silenziosamente possibile, per non disturbarli.

Era l’ultima notte che trascorrevano insieme, poi sarebbe stato di nuovo solo, sulla sua strada. Non poteva fare a meno di riflettere su tutti gli avvenimenti che erano loro accaduti, nel giro di pochissime settimane. Era sempre così… Imbattersi in Lina era come essere travolti da un tornado. A braccetto con lei, venivano sempre guai di ogni tipo e nemici che non si sarebbe mai sognato di affrontare… Ridacchiò. ‘Me la sono cercata… Chi è stato a volerla rapire, quando si è impadronita di quella statuetta di Orhialcon? Impara, Zelgadiss… Quelle con l’aria innocente sono le più pericolose… Accidenti a me e ai miei piani!’ Pur pensando questo, sorrise fra sé e sé… La verità era che ringraziava il cielo di aver incontrato i suoi amici, anche se non lo avrebbe mai ammesso di fronte a loro… Gli erano mancati da morire, quando si erano separati, dopo la lotta contro Fibrizo… Aveva pregato di riuscire a ritrovarli a Miilun…

 

I suoi amici… Le uniche persone con cui si trovava realmente a suo agio, nonostante il suo aspetto… A loro non importava se la sua pelle era fatta di pietra. Solo loro erano capaci di fargli dimenticare, per qualche momento, la sua cura … Certo, voleva ancora trovare un rimedio alla sua maledizione… Gli dei sapevano se lo voleva… Ma, da quando li aveva incontrati, sentiva che, dopotutto, non era quella la sua sola ragione di vita…

Si mosse lievemente, fissando lo sguardo sulle fiamme che danzavano al centro dell’accampamento. E i suoi occhi caddero inevitabilmente su di lei. Era bella… con il riflesso del fuoco che illuminava di scuro quegli occhi così pieni di vita, così…

Arrossì, pregando che non si voltasse. Non era certo di sapere come spiegarle perché non riusciva a distogliere lo sguardo da lei…

 

Si era accorto da un po’ di tempo che la maga dai capelli corvini manifestava… attenzioni particolari nei suoi confronti. Non capiva esattamente che cosa trovasse di buono in lui… Il suo aspetto… bè, era quello che era… E c’era chi avrebbe sostenuto che aveva un carattere piuttosto difficile… No, davvero non capiva che cosa potesse attrarla… ma non era stupido. Chiunque avrebbe compreso cosa c’era dietro al modo in cui la ragazza lo guardava…

 

Quello che davvero non si era aspettato, era di poterla ricambiare. I sentimenti non avevano mai occupato una posizione troppo alta nella gerarchia delle sue priorità… ‘La verità è che ti stai rammollendo, Zelgadiss…’ Ancora una volta, ridacchiò fra sé e sé…

 

Non capiva esattamente che cosa gli avesse fatto cambiare idea sulla sua giovane compagna di viaggio. Era ovvio che era affezionato a lei. Lo era, come lo era a Lina e Gourry, dopo tante avventure vissute insieme… Anzi, se aveva sempre considerato Lina e Gourry come due ottimi amici, Amelia ai suoi occhi appariva come una sorella minore… come parte di quella famiglia che non aveva potuto avere… O almeno, questo era quello che aveva pensato. Si era accorto che la ragazza gli era mancata un po’ troppo, in quei tre anni di solitudine che li avevano tenuti separati, ma aveva cercato di non dare troppo peso alla cosa. Poi, la aveva rivista. Doveva avere fatto davvero la figura dello stupido, quando si erano rincontrati. Per un attimo, aveva perso l’uso della parola. Era stato capace solo di restare fermo, a fissarla. Fece un sorriso amaro. ‘La ho a malapena salutata… Deve aver pensato che sono davvero una persona fredda, sempre che non ne fosse già convinta…’

 

Amelia era senza dubbio cresciuta. Era… maturata… Certo, come diceva Gourry, alcune cose non sarebbero mai cambiate. La principessa non sarebbe stata la stessa senza tutti quei discorsi sulla giustizia… E poi, quella sua bontà un po’ ingenua era una delle cose che più gli piacevano di lei… Gli faceva pensare che dopotutto non tutti, al mondo, agivano esclusivamente per il loro interesse, come aveva fatto Rezo…

Quella bontà… sperava che non la perdesse mai…

Il suo volto si incupì.

 

Aveva pensato diverse volte, da quando si erano rivisti a Miilun, di dirle quello che provava… Lina lo aveva capito benissimo, come gli aveva fatto notare, prendendolo in giro, quando si erano salutati. Non aveva avuto il coraggio di negare, perché sapeva che aveva maledettamente ragione. Aveva continuato a pensarci per l’intero viaggio verso Sailune… Aveva pensato a quanto era stato male quando Amelia era rimasta ferita… Aveva pensato che non voleva assolutamente perderla…

 

Confessarle la verità… Se lei avesse davvero ricambiato, allora… sarebbero stati legati l’uno all’altra… forse per sempre…

Tuttavia…

 

“Zel- san, sei sveglio?” Improvvisamente, trovò il volto della giovane maga a pochi centimetri dal suo.

Fece un balzo indietro, colto di sorpresa, e ringraziò che il buio lo riparasse dallo sguardo della ragazza, dato che aveva assunto un colorito di diverse tonalità più rosso. “A- Amelia! Ma che ti salta in mente? Vuoi farmi venire un infarto?” Perché, perché usava sempre quel tono freddo con lei?

La ragazza gli parve ferita. “Mi spiace, Zel- san… Non intendevo spaventarti… E’ solo…” Fece un sospiro. “E’ solo che ho visto che avevi gli occhi aperti e fissi nel vuoto e ho immaginato che anche a te potesse fare piacere un po’ di compagnia. Ma se preferisci che ti lasci solo, posso tornare al mio turno di guardia…” Forse la principessa non intendeva lasciar trapelare alcuna accusa dal suo tono, ma questo uscì più freddo del solito… La chimera provò un immediato senso di colpa. Aveva reagito in modo esagerato…

 

“No… Scusa, è solo che ero perso fra i miei pensieri, e non sono abituato a fare dei begli incontri, nel cuore della notte. Sai, è stato un riflesso condizionato.” Frugò nelle tasche del mantello. “Ecco qui, forse un infuso con queste servirà a calmarmi…” Sollevò un sacchetto pieno di erbe dall’odore stranissimo. “E’ ancora valido l’invito per un po’ di compagnia? Posso prepararne un po’ anche per te…”

Il sorriso della maga gli rischiarò l’animo. “No, grazie, Zel- san… Ci manca proprio una tisana rilassante per farmi addormentare del tutto… Però accanto al fuoco c’è posto anche per te.”

 

La chimera annuì e si alzò avvolgendosi il mantello attorno alle spalle. Il clima, vicino a Sailune, non era certo come quello Miilun, ma le notti erano ancora fredde… Tirò fuori un piccolo bricco dalle sue borse e lo riempì dell’acqua della borraccia, per poi metterlo a bollire accanto al fuoco. La maga lo osservò in silenzio, premendosi le ginocchia contro il petto.

“Allora, Amelia…” La ragazza sussultò, nel sentire il suo nome pronunciato dalla chimera. “Ormai manca solo un giorno di viaggio alla tua reggia, giusto?” Zelgadiss sapeva benissimo che era così, ma quel silenzio cominciava a pesargli, e non aveva trovato un modo più brillante per iniziare la conversazione.

“Proprio così, Zel- san… Ancora qualche ora di cammino…” Sospirò. “Cielo, c’è stato qualche momento, un paio di settimane fa, in cui avrei giurato che non sarei mai riuscita a pronunciare questa frase…”

La chimera ridacchiò “Già, stavolta ce la siamo davvero vista brutta… Quei due ci dovranno risarcire, un giorno, per tutti i guai in cui ci hanno trascinato. Credo di essere invecchiato più in fretta, a causa loro.”

La principessa non riuscì a reprimere una risata… E Zelgadiss si trovò a pensare che quella risata era un risarcimento sufficiente a qualsiasi pericolo avesse corso nel corso della sua vita… “Credo che tu abbia ragione, Zel- san… Ma ti consiglio di non parlare di risarcimenti di fronte a Lina- san…”

Una goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera. “Non ci penso nemmeno… Probabilmente, troverebbe il modo di farsi pagare LEI da me…”

Amelia tornò a fissare il fuoco, con un sorriso. “Chissà dove si troveranno, ora…”

“Probabilmente Lina starà importunando qualche banda di banditi, e Gourry starà facendo del suo meglio per impedirle di distruggere il pianeta…” Amelia rise, ancora una volta. “Però… Chi può saperlo… Non è facile cercare di immaginare dove si possono incontrare quei due…”

 

“Un po’ come te, Zel- san…” Il ragazzo si voltò a fissare la maga, sorpreso dal suo tono improvvisamente cupo. La giovane incontrò il suo sguardo, e dissimulò immediatamente la tristezza. Decise di cambiare argomento. “Ehm, allora… Pensi di partire subito, domani? Puoi trascorrere la notte a palazzo, se preferisci…” Appena pronunciate quelle parole, si morse il labbro per averlo fatto. Non avrebbe mai accettato! Perché provare la delusione di ricevere il solito freddo rifiuto? Era stata una stupida!

 

Tuttavia, la chimera non rifiutò. Semplicemente, non le rispose e si limitò a continuare a fissare il fuoco. Stava riflettendo sulla cosa, o…? Decise che non voleva saperlo. Ancora una volta, cambiò argomento. “Ehm… Credo che l’acqua nel bricco stia bollendo, Zel- san…”

 

La chimera sembrò ridestarsi. “Oh… Hai ragione… Grazie…” Versò l’acqua in una tazza e aggiunse le erbe. L’infuso assunse immediatamente un colorito verdastro…

Il ragazzo era grato alla principessa, per avere deviato il discorso. Le era grato, perché per un attimo aveva provato il desiderio intensissimo di accettare la sua proposta. Il problema, era che non voleva illuderla. Non poteva non partire… Gli si era aperta la speranza concreta di trovare quello che da anni era stato il suo unico obiettivo, e non ce l’avrebbe fatta a rinunciarvi… nemmeno per lei, non ora.

Quello era il suo carattere, non poteva farci nulla. Ma l’ultima cosa al mondo voleva era offuscare il sorriso della principessa. Temeva che, se le avesse detto quello che provava, fra loro si sarebbe complicato tutto. Temeva che quel carattere che lui… amava, perché negarlo?… sarebbe stato rovinato per sempre dalla sua stupida freddezza. Il tono cupo che Amelia aveva assunto poco prima lo aveva spaventato. E se avessero finito per odiarsi? Valeva la pena di rovinare la loro amicizia solo perché da bravo stupido si era messo in testa di dirle tutto?

 

“Zel- san…?” Batté le palpebre, e vide che Amelia lo stava fissando preoccupata.

“Scusa, Amelia, mi ero di nuovo incantato… Dev’essere la stanchezza…”

 

“Sei sempre molto pensieroso, Zel- san… Forse se ogni tanto ti aprissi agli altri e dicessi che cosa ti preoccupa le cose per te sarebbero più facili…” La sua osservazione lo colse di sorpresa. Spesso aveva l’impressione che quella ragazza capisse di lui molto più di quanto a lui stesso venisse naturale dare a vedere…

“Stavo solo…” Cercò di ribattere, ma stavolta Amelia aveva tutta l’intenzione di concludere la conversazione.

“Zel- san, io lo so qual è il mio principale difetto… Tendo a semplificare troppo le cose. Non riesco ad evitarlo, dipende dall’educazione che ho ricevuto. Spesso posso sembrare ingenua, lascio facilmente capire quello che provo e mi fido troppo delle persone…” Tornò a fissare intensamente il fuoco. “E, anche se ho imparato qualche lezione al riguardo, nelle avventure che ho vissuto, non credo che cambierò mai, in fondo…”

“Io non…” Iniziò la chimera, ancora una volta, ma la maga non lo lasciò proseguire.

“Però so anche qual è il TUO difetto… Vuoi che te lo dica?” Riprese a fissarlo. Il ragazzo avrebbe voluto rispondere, ma non trovò nulla di intelligente da dire, e si limitò ad annuire.

“Tu, contrariamente a quanto faccio io, complichi troppo le cose… Prima pensavo che fosse solo per la cura… Però ora credo di aver capito che non è così… Se si tratta di problemi pratici, che possono essere risolti con un piano preciso, in modo schematico, allora sei una stratega senza rivali… Perché sei intelligente a sufficienza per prevedere qualsiasi conseguenza, qualsiasi complicazione…” Prese a giocherellare distrattamente con un filo d’erba. “Ma la vita non si può rappresentare in uno schema, Zel- san… Lo sai che cosa mi ha detto una volta Lina- san? Mi ha detto che la realtà è talmente complessa e le azioni umane sono così difficilmente determinabili che non si può pretendere di immaginare con certezza il futuro sulla base dell’oggi… Che ci sarà sempre la possibilità dell’imprevisto… Che la conoscenza dell’uomo, per questo, non sarà mai totale, ma ci sarà sempre spazio per la curiosità… E lo sai cosa aggiunto?” Zelgadiss continuò a fissarla… Il suo sguardo profondo e un po’ triste sembrava ipnotizzarlo… “Ha aggiunto…” Proseguì lei “…che è proprio questo il bello della vita. Potere proseguire all’infinito nel cammino della conoscenza… e accettare l’esistenza come viene, lasciarsi andare, adattarsi, e, nonostante questo, continuare a lottare per renderla felice. Ora, guardandoti, credo che avesse ragione. Tu ti blocchi cercando di interpretare quali saranno le conseguenze delle tue azioni… ti illudi di poter trovare una strada certa… ma ti perdi, Zel- san, e finisci per non agire del tutto. Quello che mi chiedo, ora, è se questo ti rende davvero felice…”

Zelgadiss rimase senza parole. Non poteva ribattere, perché… era la verità. Questo era ciò che gli accadeva tanto spesso… Poteva essere che Amelia avesse capito che cosa stava pensando su di lei, un attimo prima?

 

La ragazza prese un grosso respiro e proseguì. Era da tanto che voleva parlargli a quel modo, ed ora che aveva iniziato non sarebbe più riuscita a bloccarsi. “Io sono convinta che il tuo comportamento freddo e distaccato spesso non sia altro che un modo per allontanare le persone che ti stanno accanto… Forse temi che ti giudichino… O forse hai solo paura di ferirle, come Rezo ha fatto con te. E quando qualcuno riesce finalmente ad avvicinarsi a te, come abbiamo fatto Lina, Gourry ed io…” Sospirò nuovamente. “… Tu non riesci a lasciarti andare, per questa tua maledetta tendenza a complicarti la vita!” Zelgadiss rimase stupito. La principessa sembrava irritata. Era come se stesse dando sfogo a sentimenti repressi da tanto tempo.

La ragazza lo fissò di nuovo, intensamente. “E allora, cosa fai? Scappi, Zel- san… Ti allontani fingendo un amore sviscerato per la solitudine! Ma non fai altro che fare del male a te e agli altri. A te, perché nessun essere umano può vivere in totale solitudine… E agli altri, perché sentono maledettamente la tua mancanza… No, non assumere quell’aria colpevole, non sto parlando solo di me… Il fatto che io sentissi la tua mancanza era già ovvio prima di questo discorso, credo…”

 

Questo di sicuro non fece diminuire il senso di colpa della chimera… “Amelia…”

“Forse dovresti fidarti più delle altre persone… Rinunciare a cercare di prevedere il futuro, ma imparare a confidare nel fatto che una persona a cui sei legato non tradirà la tua fiducia, qualunque cosa accada, anche se tu non le sarai vicino… E imparare che esistono persone capaci di aspettare…” Già, aveva DECISAMENTE capito che cosa gli passava per la testa…

“Non… Ma che dici, Amelia…? A me… va tutto bene… davvero… E’ solo… che devo cercare la mia cura…”

 

Amelia, batté le palpebre, rendendosi conto in quel momento di ciò che gli aveva detto. Che stupida, era stata! Erano solo sciocche congetture… Un suo modo per non cedere all’evidenza del fatto che a lui… non importava nulla… di lei…

 

Il suo sguardo si rattristò. “Scusami, Zel- san… Io… non intendevo imbarazzarti… E’ che quando si tratta dei miei amici non riesco proprio a farmi gli affari miei…” Abbozzò un sorriso poco convinto. “Ho sbagliato a immaginarmi tutte quelle cose, eh? Devo… proprio essermi fatta un gran mucchio di illusioni, eh? La verità è che hai semplicemente voglia di partire… Dopo una settimana, è normale che tu abbia cominciato a stancarti della mia compagnia…”

 

“Io non mi stancherò mai di te!” La chimera si trovò quasi a gridare. Lo sguardo triste delle principessa era stato troppo… Non poteva più trattenersi. “Amelia… Non c’è giorno che io non ringrazi il cielo di averti conosciuta… Io non avevo mai incontrato una persona come te…”

Dire ‘stupita’ era poco, per definire lo stato d’animo della ragazza… Era sempre stato così chiuso, e ora…

“Tu… mi hai dato una nuova speranza… La speranza che, in fondo, questo mondo non sia così male… DEVE essere così, se esiste qualcuno come te… Mi dispiace, mi dispiace davvero di comportarmi sempre a questo modo… Forse… forse ho bisogno di dare un taglio definitivo a questa storia della cura, prima di riuscire a comportarmi in modo degno di una persona come te…” Con sorpresa della principessa, Zelgadiss le prese la mano. “Io credo di poter diventare una persona migliore… grazie a te… ma ho bisogno di dare un taglio al passato, prima… Ho bisogno di liberarmi da questa maledizione, capisci…?” Abbassò lo sguardo. “E non posso chiederti di aspettare… Io… non voglio renderti triste…”

 

La ragazza strinse più forte la sua mano, spingendolo ad alzare lo sguardo. Con sua sorpresa, stava sorridendo… “Te lo detto, ci sono persone disposte ad aspettare… A patto che ne valga la pena. Ti fidi di me, Zel- san?”

La chimera la fissò per un momento in silenzio. Quindi sorrise, in un modo a cui pochi avevano avuto la possibilità di assistere. “Sì, mi fido di te.” Portò la sua mano alla bocca e la baciò. “E cercherò di fare in modo che valga la pena aspettare. Tornerò… presto, Amelia, te lo prometto.”

 

Lei annuì… quindi ridacchiò.

La chimera batté le palpebre. “Che c’è?”

“Non è normale che l’infuso diventi nero, vero?”

Come risvegliato da un sogno, il ragazzo gettò uno sguardo alla tazza. “Oh, accidenti! Mi sono dimenticato di filtrarlo! Così è imbevibile! Mi toccherà rifarlo!” Con un sospiro, gettò il contenuto sull’erba, mentre la principessa non riusciva a trattenere le risate. “E’ inutile che tu rida! Potevi anche avvisarmi prima!”

“Vuoi…” La ragazza cercò di reprimere le risate. “Vuoi che te lo prepari io, Zel- san?”

Le sorrise. “Lascia stare… Mi arrangio, non preoccuparti… E’ meglio che tu vada a dormire, ora. E’ da un pezzo che resisti all’impulso di sbadigliarmi in faccia…”

 

“Ma, Zel- san, non è giusto! Non è ancora finito il mio turno di guardia!”

La chimera fece spallucce. “Lo so, ma tu stai morendo di sonno, mentre io continuerei a rigirarmi sotto quella coperta senza riuscire a dormire… Fra amici ci si aiuta, no? O è contro i principi della ‘Giustizia’…?”

“Bè, immagino che tu abbia ragione, Zel- san… Grazie, allora!”

“Non ringraziarmi. Mi ripagherai con una cena ed un letto comodo, domani al tuo palazzo…”

La maga non poteva credere alle sue orecchie… Aveva… accettato il suo invito? “C- certo, Zel- san…” Gli sorrise. “Buona notte, allora…”

“Amelia…”

“Sì?” Gli chiese, con un altro sorriso.

“Non potresti… chiamarmi semplicemente Zel?”

“Oh… Certo… Zel. Buona guardia!”

 

Dopo avergli rivolto un ultimo sguardo, la principessa gli volse la schiena e la chimera la osservò mentre si stendeva sotto la coperta, al riparo dal freddo della notte. Non riuscì ad impedirsi di sorridere.

Forse, era questo che si provava sapendo di avere una ‘casa’ a cui tornare… O forse si trattava solo della bella sensazione generata dalla consapevolezza di avere trovato finalmente qualcosa di importante…

Non lo sapeva… ma era certo che, questa volta, sarebbe stato molto più impaziente di porre fine alle sue peregrinazioni… 

  
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