Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: braver than nana    13/02/2010    2 recensioni
Quali erano le cose che non aveva mai detto a Shikamaru?
Con gli occhi chiusi, riusciva a vedere perfettamente lui passargli davanti e fissarlo con la sua solita espressione un po’ annoiata ma comunque contenta di vederlo.
Se lo avesse visto in quel momento cosa gli avrebbe detto? In mente non gli veniva nulla perché forse lui sarebbe stato zitto, si sarebbe messo di fianco a lui e avrebbe aspettato. ShikaKiba
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quello che non ti ho mai detto.

 
Fuori dalla finestra lasciata semi aperta, pioveva.
Ultimamente, quando aveva voglia di pensare o ne era costretto, si rendeva conto che fuori si scatenava l’inferno.
L’acqua cadeva ferocemente schiaffeggiando la città.
Spifferi gelati gli attraversavano il corpo e alcune gocce riuscivano ad infilarsi nella fessura bagnando la tenda non più candida.
Era davanti a quel dannato computer da più di due ore e la pagina di Word lo fissava, bianca.
Non era riuscito a scrivere neanche due righe in croce e questo lo stava irritando più del solito.
Appena appoggiava le dita sopra la tastiera nera del piccolo pc portatile le parole si bloccavano nei polpastrelli e si ritrovava a scrivere frasi senza senso, che venivano cancellate dopo pochi secondi. 

Kiba guardò di nuovo fuori dalla finestra.
Invece di calmarsi, la tempesta sembrava ancora più arrabbiata con la sua città e con lui. Non si ricordava di aver mai fatto nulla di sbagliato contro il cielo.
Eppure ultimamente continuava a piangergli sopra qualche colpa della quale non sentiva di essersi macchiato.

Quello non era più un compito scolastico.
Non era qualche articolo commissionato dal suo redattore.
Aveva bisogno che quelle di parole gli uscissero, piccoli segni neri che camminano sul bianco. Tante formiche messe in fila che procedono pagina dopo pagina verso un posto che nessuno conosce.
Ne aveva veramente bisogno.

Caro. scrisse veloce. Lo rilesse infinite volte analizzando ogni singolo aspetto che poteva assumere quella misera parola. Era troppo formale? Era troppo matura o troppo ingenua?
La cancellò senza aspettare che compiesse due minuti di vita.
Il foglio era di nuovo candido, come se nulla l’avesse mai intaccato.
Era quello che gli piaceva e che nello stesso lo inquietava dello scrivere al computer. Bastava premere tante volte lo stesso pulsante ed era come se non ci fosse mai stato scritto nulla.
Il suo backspace era logorato e la freccetta quasi non si leggeva. Lui cancellava continuamente: parole, emozioni, persone.

Si prese una sigaretta, la penultima di quel pacchetto, e l’accese mentre ricominciava con i tentativi.
Ehilà! Come va’? era troppo da quindicenne? Cancellato.
Salve. faceva pensare all’invito per un colloquio di lavoro. Non voleva apparire troppo serio, si disse mentre respirava il sapore vanigliato della sigaretta castana che stringeva tra il medio e l’indice. Cancellato.
Ciao.
 

Non ci trovava niente di sbagliato nella parola ciao. Era informale, diretta, sobria e simpatica.
«Ciao.» scandì tra sé le poche lettere quasi fosse uno strano termine straniero, cercando di assorbirne il significato. Suonava bene.

Ciao, Shikamaru.
So che probabilmente ti chiederai il perché di queste mie righe che stai per leggere.
Sappi che non hanno un senso. Sono solo parole che non ti ho mai detto.

Il mozzicone marroncino cadde nel mucchio, dove almeno un’altra dozzina dei suoi simili riempivano il portacenere che da sempre capeggiava sopra la sua scrivania.
Gli piacevano le parole che aveva appena scritto, come di getto.
Non pretendeva che l’ispirazione fosse tornata, sapeva che quella bastarda arrivava sempre nei momenti peggiori e che quando la si cercava scappava come una dannata, nascondendosi.
Il foglio però era più carino con quelle poche abbozzate al margine.

Si alzò e si avvicinò alla finestra e spalancò le ante.
Chiuse gli occhi e si lasciò travolgere dalle piccole, rigeneranti gemme di vita che lo risanavano.
Sentiva le gocce scivolargli lungo il viso, arrivare fino al mento e colare sulla camicia. I capelli castani iniziavano a cadergli sugli occhi, appiccicandosi fastidiosamente.
Faceva freddo. Sentiva tutto il suo corpo che rallentava mentre i muscoli della faccia, ormai completamente ed inevitabilmente zuppi, erano bloccati in un’espressione di totale beatitudine.

Quali erano le cose che non aveva mai detto a Shikamaru?

Con gli occhi chiusi, riusciva a vedere perfettamente lui passargli davanti e fissarlo con la sua solita espressione un po’ annoiata ma comunque contenta di vederlo.
Se lo avesse visto in quel momento cosa gli avrebbe detto? In mente non gli veniva nulla perché forse lui sarebbe stato zitto, si sarebbe messo di fianco a lui e avrebbe aspettato.

Poi gli sarebbe piaciuto muoversi per sciogliere l’intorpidimento che lo aveva assalito e abbracciarlo.
Avrebbe voluto stringerlo forte, fino a fargli male.
Avrebbe voluto baciarlo ancora e ancora. Ovunque, senza permettergli di parlare.
Avrebbe voluto che lui si ribellasse, che prendesse l’iniziativa e che lo spingesse sul divano a pochi passi da loro, ormai completamente fradicio.
Avrebbe voluto rivedere l’espressione innamorata sul suo volto e guardare nello specchio dei suoi occhi la propria. E ridere della sua strana voglia d’agire solo quando si trattava di tenerlo sotto di sé.
Avrebbe voluto prenderlo in giro. Spogliarlo. Amarlo. Farsi amare, profondamente e intensamente fino a farlo urlare. Fino a implorare di rimanere così per sempre, fino a perdersi l’uno nell’altro sperando di rimanere una cosa sola per tutta l’eternità.
Era un bisogno così impellente da sentire l’anima tremare.

Le lacrime, finalmente, inaspettatamente uscirono.
Si confusero calde con l’acqua fredda che finalmente iniziava a rallentare il suo ritmo.

«Era quello che aspettavi? Che piangessi per te, per smettere di diluviarmi addosso?»
La voce gli uscì inaspettatamente fredda, mentre parlava con lui. Tirò su col naso, sicuro di essersi preso l’ennesimo raffreddore della stagione.
Gli occhi fissavano le nuvole che andavano diradandosi, e rise.
Corse alla sedia in pelle e si sedette bagnandola tutta, e con foga iniziò a scrivere tutto quello che aveva nel cuore.

 

Chissà se anche ora, ovunque tu sia, riesci a guardare le nuvole.

 

Fine.

Allora, non ho la minima idea del motivo per cui ho scritto questa fic. Avevo solo bisogno di buttare giù qualcosa, qualsiasi cosa. E questo ne è stato il risultato che ritengo più che soddisfacente.
Voi che leggete, che ne pensate?
Non capisco perché ci siano sempre abbastanza persone che leggono e poi nessuno che commenta .-. a me va bene anche una recenzione negativa, basta che mi diciate cose ne pensate u_u

Un bacio a Sacchan che mi ha betato i miei orroracci.
Un bacio a tutte.
Nacchan <3

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: braver than nana