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Autore: Plumose Things    15/02/2010    6 recensioni
Voglio raccontare una storia, quella di Remus Lupin. Un po' per san Valentino, un po' per me, ho scritto questa fanfiction. Aveva sei anni, ma queste cose le capiva.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Da quando era successo, non andava per nulla bene.

Da quando era successo, si era rovinato tutto.

Ed era stata solo colpa sua, del suo essere mostro.

Aveva sei anni, ma queste cose le capiva.

Mamma e papà non si volevano più bene.

Così, quando credevano fosse a letto, litigavano furiosamente.

 

[ Stava fuori tutto il giorno per lavoro,

io avevo l’impressione che non fosse troppo vero. ]

 

<< Non mentirmi, John! So di quella... quella sciaquetta con cui passi le notti!

Non pensi a Remus? Non pensi a me?! Cosa gli stai insegnando? Che quando si ha un problema, bisogna scappare? >>

<< Smettila Emma! Cosa dovrei fare, eh? E' un essere immondo, ora! Dovrei battergli una mano sulla spalla e dire 'ok, figliolo, va tutto bene, andiamo a giocare a baseball!' !? Non posso! Mi ripugna toccarlo, lui- >>

<< Lui è tuo figlio, per l'amor del cielo! E scommetto che sa perché non tocchi più, perché non sei mai a casa! >>

<< E cosa importa, oramai? Se la nostra famiglia sta andando allo sfascio è tutta colpa sua, non mia! >>

Il rumore di uno schiaffo.

<< Vattene da casa mia! >>

La porta che sbatte, il suo udito fine percepisce singhiozzi e lacrime versate.

Remus si alza e apre lentamente l'uscio, con timore.

Coi piedi scalzi e il pigiamino bianco con disegnati dei boccini sopra, l'orsacchiotto sempre in una manina pallida e minuta, il bambino va verso la sua mamma.

<< Mammina? Papà non mi vuole più bene? >> Chiede con una vocetta acuta e un po' tremante.

La donna ridacchia silenziosamente tra le lacrime, chinandosi a prenderlo in braccio.

<< No, amore mio, papà ti vuole tanto bene. Solo che è... Triste. Sì, tanto triste per quello che è successo. >>

<< Non è vero. >> La smentisce.

Aveva solo sei anni, ma queste cose le capiva.

 

[ Mio padre non prendeva decisioni,

ed io non ci riuscivo mai a parlare...(...)

Mamma infatti chiese la separazione; ]

 

<< Emma, perdonami, ho solo paura... >>

<< Di tuo figlio? >>

<< Di tutto questo. >>

<< Va bene. Ti perdono... >>

<< Remus sa? >>

<< Ci ha sentiti, ed è convinto che tu non lo ami. >>

Lui non nega.

<< Allora, non hai nulla da dire? Nemmeno che provi affetto per lui? >>

 

 

 

 

<< Io... Tesoro, capiscimi... Non ne sono sicuro... Quando lo guardo negli occhi provo ribrezzo... >>

<< E' tuo figlio! >>

<< No, è uno schifoso lupo mannaro! >> Lui si altera, battendo un pugno sul tavolo.

<< Se la pensi così, voglio la separazione. >> La sua voce trema di rabbia, dolore, indignazione.
<< Ma... >>

<< Zitto! Non parlare John, ti prego... >> Inizia a piangere, gli occhi castani inondati di stille salate.

Ne segue una lunga discussione, e alla fine l'uomo prende il cappello e sbatte la porta, una replica oramai vecchia.

Di nuovo, il piccolo Remus va a consolare la mamma, che versa lacrime accasciata su una sedia, una mano a coprire pietosamente il volto, il corpo scosso dalla sofferenza.

La maglia dallo scollo a barca azzurrina è stropicciata, i jeans stretti e scuri macchiati di acqua, i capelli in onde marroni lievemente ammosciati, il trucco cola e gli orecchini enormi a cerchio giallo forforescente sembrano deriderla con la loro vivacità.

Una scena che si è ripetuta troppe spesso, negli ultimi mesi.

Per il bimbo è una routine starle vicino quando succede, e le fa ogni volta la stessa domanda:

<< Non mi vuole più bene? >>

Ma stavolta la risposta è diversa, la mamma non gli mente più.

<< No, tesoro, non vuol più bene a entrambi. Ma noi non abbiamo bisogno di lui. Noi siamo forti, e ce la caveremo, ometto mio. >> Sorride dolcemente, o almeno tenta.

<< Mi odia perché sono uno 'schifoso lupo mannaro' ? >>

Remus era innocente, ma ora non più.

Suo padre ha ragione, pensa.

Se tutti asseriscono che è un mostro, allora lo è.

<< Non dirlo mai più! >> La mamma lo afferra per le spalle, scuotendolo fortissimo.

Riesce solo ad annuire freneticamente, spaventato dalla sua furia.

Accorgendosi di quel che sta facendo, Emma lo abbraccia freneticamente, stringendolo.

<< Scusa piccolo, scusa... Scusa, scusa, scusa... >>

E Remus riesce solo a cingerla con le fragili braccine a sua volta, coprendendo che tutto, da quel momento in poi, sarebbe stato diverso.

Sarebbe stato più difficile.

Aveva solo sei anni, ma queste cose le capiva.

[ Mia madre mi ha voluto troppo bene,

un bene diventato ossessione;

piena delle sue

convinzioni,

ed io non respiravo per le sue attenzioni... ]

Da quel giorno, Emma lotta.

Lotta per tutti e due, per il rispetto dovuto a una ragazza madre, per i diritti dei licantropi, per sopravvivere, per 'curarlo'.

Ma per la sua malattia non c'è cura, Remus lo sa bene, ma la mamma non vuole prenderne coscienza: ci dev'essere un modo per farlo stare bene, pensa fra sè, però Remus sa che non esiste e che sta sprecando tempo e danaro.

Ogni volta che glielo dice, la mamma piange, e lui non vuole.

Così sta zitto.

Ma Emma è soffocante, ama troppo il suo bambino, non gli dà contatti con il mondo esterno, perché sa che gli farebbe tanto male.

 

[ Mamma mi parlava sempre male di papà... ]

La giovane donna odia suo marito.

Per colpa sua è sul lastrico, per colpa sua piange.

Per colpa sua, qualche volta si è anche chiesta se fosse stata la scelta giusta stare vicino a suo figlio, se non sarebbe stato meglio sopprimerlo od abbandonarlo, e rimanere con l'uomo che tutt'ora ama.

Ma solo qualche volta.

Intanto, Remus cresce, e lei gli ripete sempre quanto malvagio sia suo padre, che non ha più rivisto.

Remus annuisce e ne è convinto.

Remus piange di notte, mentre la mamma dorme, perché non è vero che suo padre è cattivo, è lui a essere sbagliato, lo sa, glielo dicono anche i bambini del quartiere, quando gli lanciano le pietre contro e lui deve correre e correre e correre per non farsi fare altro male.

 

[ in quel momento cercavo risposte;

mi vergognavo, e le cercavo di nascosto.

C’era chi mi diceva “è naturale” .

Io studiavo Freud,

non la pensava uguale. ]

 

Il piccolo Remus - non è più tanto piccolo - vuole sapere.

Forse, se studiasse, potrebbe capire perché è così e come ritornare normale.

Così papà forse tornerebbe, e la mamma non dovrebbe fare quei bizzarri lavori, dove si trucca e veste strano, e rimane su una strada per tutta la sera.

Fa freddo, in inverno, e non vuole che la mamma stia male.

Una volta lo ha portato con lei, ed è stato orribile, si gelava ed era scomodo, e tante signore come la mamma volevano toccarlo e sbaciucchiarlo, e dei signori ambigui si avvicinavano a lei e la toccavano in modo altrettanto ambiguo, ma lui restava al buio nella casa abbandonata a Nocturne Alley, a guardarli, senza poter uscire. Emma si sarebbe arrabbiata, altrimenti.

Studia Remus, ma lo fa di nascosto, perché Emma si irriterebbe, e lui si vergogna.

Si vergogna di indossare abiti lisi e vecchi, di mangiare poco o nulla, di non avere un padre, di essere un lupo mannaro.

Ma oramai ha undici anni, e può andare a Hogwarts.

E' bella, la scuola, e gli piace tanto.

Ci sono tanti libri! E' questo che scrive alla mamma.

E trova degli amici.

Sirius, James, Peter, Lily, Frank, Alice...

 

 

Gli vogliono bene, ma non sanno cos'è.

Finché non lo scoprono.

Sono Jamie e Siry a farlo.

<< Remmy, sappiamo quel che tu non vuoi che si sappia. >>

Remus sbianca, capendo al volo.

<< Non ti preoccupare, ti aiuteremo. >> Sorride Jam, e si sente a casa.

<< Sì! Diventeremo Animagi, e ti staremo vicini durante la Luna Piena! >>

Sir è così... non ci sono parole per descriverlo.

Spontaneo e gentile, soprattutto con lui.

Ma non si può, non si deve, è sbagliato, e glielo dice.

<< Non potete! Vi farò del male, non sono normale, dovete starmi lontano. >>

<< Non dire così... E' naturale, non è nulla di brutto o cattivo. >>

Il biondo ridacchia amaramente, ma Sirius gli posa una mano sulla spalla, e James fa lo stesso sull'altra.

<< Freud non la pensava come voi, ragazzi. >> Li informa, sollevando il libro che sta leggendo.

Fortuna che la biblioteca è deserta!

<< Freud era un bacchettone e un idiota. >> Dichiara J., con forza.

Di nuovo, Remus ride, e la stretta di Black si fa più stretta, più calorosa.

Casa.

E' a casa.

 

 

[ Poi arrivo' la maturità,

ma non sapevo che cos’era la felicità... ]

 

Tutto finisce e anche la scuola fa lo stesso, il giovane Remus è un uomo ora, e ha una storia alle spalle.

Ha degli amici, la serenità, ma non la felicità.

L'ultimo esame e i suoi risultati arrivano, ha i voti massimi a tutte le materie, è salvo, può fare il lavoro che sogna da una vita...

L'insegnante.

E' una stupidaggine e lo sa, ma ama questa professione e non può farci niente, è il suo destino e basta.

E c'è un altra tappa importante.

Lily e James si sposano.

Sono innamorati e lieti di esserlo, e Moony si sente geloso.

Perché loro sì e lui no?

Non si rende conto che il sentimento ce l'ha avuto a fianco per ben sette anni, se non al matrimonio dei suoi migliori amici.

<< Sirius è nel panico... Remy, ti scongiuro, vai a calmare il mio testimone, prima che lo incorni in uno scatto d'ira... >>

Jam fissa per un attimo la sua quasi-consorte, fumante di rabbia.

<< O che lo faccia Lil. >> Aggiunge pensieroso.

<< Ancora? Ramoso, non per fare il guastafeste, ma è la terza volta in un quarto d'ora, la settima in mezz'ora e la- >> Inizia ad elencare, alzando un dito a ogni voce di esso, pignolo.

<< Non continuare, ti prego! E' già incazzata di suo, ti supplico, così me la fai esplodere! >> Indica la rossa, vicina all'omicidio volontario e alla tortura del diseredato.

<< Taci Potter, o col cavolo che ti sposo! >> Lo minaccia lei, sibilando irritata.

Lo sguardo disperato dell'amico Animagus lo induce a correre di nuovo da quella prima donna mancata che è Black.

 

 

<< Siry. >>

<< Oh, Remus, come farò? Non sono in grado! E se sbaglio formula? E se dico la cosa sbagliata? E se non dò le fedi al momento giusto? E se... >>

<< Siry... >>

<< E se inciampo nel velo? >>

<< Siry! >>

<< E se faccio una cazzata? Oddio Rem, oddio, non sono pronto, và tu al posto mio! >>

<< Sirius Orion Black! >> Quasi urla, ma almeno è abbastanza lucido da non blaterare parole a vanvera.

<< Ora mi ascolti, chiaro? Tu non sei il prete, non devi pronunciare nulla, né formule né altro, non hai possibilità di fare stupidaggini, devi solo porgere due fottutissimi anelli al momento giusto, ovvero quando l'officiante lo annuncia. E' facile, no? Non fare la gallina, andrà tutto ok e sarai un ottimo testimone, se Lily non ti fa fuori prima. >> Completa quietamente, e Padfoot rinsavisce del tutto, fissandolo stranito.

<< Oh. Hai ragione. Grazie! >> Si apre in un sorriso un po' ebete e lo abbraccia.

E' come le altre strette ad Hogwarts, ma stavolta è diverso.

Arrossiscono entrambi, e la bocca del Purosangue si avvicina a quella del mannaro.

Sono a un soffio...

<< FELPATO! Cane rognoso, cammina, la cerimonia sta iniziando senza di noi! >> Il grido di James li separa bruscamente.

Quasi violacei in volto, si allontanano bruscamente, correndo da Prongs.

E' solo rimandato, quel che c'era fino a un attimo fa fra loro.

E lo sanno tutti e due.

 

 

[ (...) Io cercavo ancora la mia verità,

quell’amore grande per l’eternità...

Poi ad una festa,

fra tanta gente,

ho conosciuto (...) un uomo (...),

mi

fece tremare il cuore,

ed è li' che ho scoperto di essere omosessuale. ]

 

 

<< Ed ora, le parole del nostro imbranatissimo testimone! >> Annuncia.

<< Ramoso! Sai che non sono bravo con i discorsi... >> Si schermisce il giovane, arrossendo lievemente.

<< Strano, parli tanto a vuoto, non dirmi che non riesci a mettere in fila qualche frase di senso compiuto! >> Lo schernisce la rossa, sfidandolo velatamente.

<< Lily Evans Potter! Hai bevuto? >> La accusa Sirius, realista. Ha visto quante volte si è riempita il calice, e di certo non era succo di zucca, quello...!

<< No, è ebbra del mio amore. >> Cinguetta James, sospirando smielato.

<< No, davvero, sono vicina alla sbronza, credo. >> Lo smentisce la sposa, concreta.

<< Lily! Mi ferisci! >> Si indigna lui, piagnucolando.

<< Umpf! >> La ragazza ridacchia, coccolando il neo-marito offeso.

<< Eddai Pad... >> Lo prega la rossa.

<< Ok, ok, dammi un secondo! >> Cede, cercando disperatamente le parole adatte.

Il bel Black si alza, sospirando e picchiettando teatralmente sul bicchiere, per ricevere attenzione.

Remus incatena lo sguardo al suo, blu contro oro.

Il cuore di tutti e due trema, chiamando l'altro a gran voce.

E improvvisamente Padfoot, che non aveva idea di come iniziare, trova l'ispirazione.

<< Siamo qui per una festa.

Siamo qui per celebrare l'amore vero, quello di due persone che si amano e si desiderano per l'eternità.

Siamo qui per onorare l'unione di due grandi amici, che hanno scelto di condividere il proprio destino e il proprio letto, la propria vita e la propria anima.

E vi dirò, sono orgoglioso che mi abbiano scelto come testimone.

Non ne sono degno.

Sono orgoglioso di conoscerli, di meritare il loro affetto.

Che possiate amarvi per sempre.

Auguri, ragazzi. >>

Alza il calice verso di loro e beve.

Il silenzio scende, commosso.

Piano, James inizia ad applaudire, seguito dalla consorte e da tutti.

Solo Moony continua a fissarlo, intensamente.

 

 

[ Con lui, nessuna inibizione,

il corteggiamento c’era (...) ]

 

 

E' sera, i festeggiamenti sono quasi al termine, gli invitati totalmente brilli.

Bè, c'era da immaginarselo, hanno organizzato tutto i Malandrini...

Sirius è appoggiato a una colonnina che sa essere di plastica dura, con piante finte abbarbicate attorno, che gli pungono fastidiosamente la schiena, ma non gli importa.

Lo smoking è stropicciato, il papillon nero allentato e sfatto, la camicia semiaperta e fuori dai pantaloni.

Sensuale, anche col velo delicato di barba che gli si posa sul mento.

Remus lo cerca, preso da un istinto irrefrenabile.

E' dall'ultimo anno che sembrano giocare, avvicinandosi e toccandosi come due amici, ma al contempo come qualcosa di più.

Un abbraccio più intimo, una carezza più timida...

Poi, per via del matrimonio, non si sono visti spesso, ed entrambi hanno archiviato la faccenda, chi per 'piccolo problema peloso', chi per 'ormoni ipersensibili combinati ad impulsività canina'.

Freud, ancora una volta, sarebbe in disaccordo con i due.

Ma ora tutto ciò non conta, mentre Remus lo cerca, e il lupo ulula, chiamando il cane.

<< Padfoot. >>

<< Lunastorta. >>

Remus imita la sua posizione sulla finta colonna dorica, e si rilassa accanto a lui, calmato dal suo tepore, che sembra attraversare i vestiti e sfiorarlo dolcemente, come un invito irresistibile.

<< Bel discorso. >>
<< Dovere. >>

<< Dovere? >>

<< La Rossa mi avrebbe ucciso, altrimenti. >>

Moony non nega, sa che ha perfettamente ragione.

<< E' stato... Toccante. >> Continua, senza frenarsi.

<< Grazie. Me l'hai ispirato tu. >>

<< ... Io? >>

<< Sì, tu. Mi hai guardato negli occhi... E ho saputo cosa dire. E' quello che vorrei essere con e per te. >>

Il licantropo ammutolisce, stupito.

Allora la faccenda non è del tutto archiviata, se sente quello strano calore che parte dal basso ventre e invade tutto il corpo, scottandogli pudicamente le guance.

<< Non dici nulla? >>

<< Non so cosa dire. >>

<< Dì che lo vuoi anche tu. >>

<< Lo voglio anche io. >> Ripete, come un automa.

<< Dì che mi ami. >>

<< Ti amo. >>

<< Dì che mi desideri... >> Ansima a bassa voce, avvicinandosi.

<< Ti desidero, Padfoot. >>  Sospira, i visi vicinissimi.

<< Anche io. Tantissimo. >> Asserisce l'Animagus, rispondendo a tutte e tre le domande.

Prende il suo volto fra le mani, le labbra a pochi millimetri le une dalle altre.

Remus incrocia di nuovo il blu marino degli occhi di Sirius, scuriti dalla lussuria, ora quasi neri.

E decide.

Si sporge, e lo bacia, avvicinandosi e aderendo al suo corpo il più possibile.

 

 

[ Con lui riuscivo ad essere me stesso,

poi sembrava una gara

a chi faceva meglio il sesso... (...) ]

 

 

E' da un anno che Remus e Sirius stanno insieme.

Il tempo passa ed è già il 1980, la guerra incombe e tutti sono traditori e traditi.

Wormtail è sempre più nervoso e schivo, e i Malandrini si stringono attorno a quella che è la loro famiglia.

Sono insieme, che importa?

E Lil è incinta.

Remus ricorda ridendo le schermaglie dei due coniugi, per scegliere il nome.

<< Ma... Amore... Mio padre si chiama Christofer, deve chiamarsi anche lui così! E' una tradizione! >> Tenta il marito.

<< No! Non darò a mio figlio un nome che non mi piace! >> Strilla la rossa, il pancione enorme che pare darle più enfasi.

<< Oh, andiamo... >> Prega Jam, inutilmente.

L'ex Grifondoro è testarda, come impone la su Casa d'appartenenza, lo sa bene.

<< Ti ho detto NO! E' Harry il nome del bimbo, ok? >>

<< Perchè non Sirius? >> Domanda innocentemente Felpato.

<< Sirius, stanne fuori! >> Gli risponde irritata la signora Potter.

Pet non dice nulla, li osserva spaventato, come sempre.

E' in una di queste liti che Lily si sente male.

Tutti corrono verso di lei, solo Peter è titubante.

<< James... Il piccolo sta nascendo! >> Strilla come un'aquila.

Per un'attimo Remus ha davvero paura di lei, ma si riprende, al contrario di Ramoso.

<< Cosadevofarecosadevofarecosadevofare? >> Continua a ripetere, le mani nei capelli.

Lunastorta cerca di calmarlo, ma nulla.

A quel punto la partoriente si rialza, e molla uno schiaffo da record all'adorato maritino, con tanto di schiocco in sottofondo.

<< James Christofer Micchigan Potter! Ora tu mi porti al San Mungo, capito? Muoviti! E smettila di fare la donna isterica, sono io a dover partorire tuo figlio, giuro che te lo scodello in salotto, o sulla moto di Sirius, se non ti sbrighi! >>

Tutti ammutoliscono, poi Syr e J parlano contemporaneamente.

<< Come fai a sapere il mio terzo nome!? >>

<< NO! LA MIA MOTO NO! PRONGS, PORTIAMOLA IMMEDIATAMENTE ALL'OSPEDALE! Sragiona! >>

Si smaterializzano in tutta fretta, e la giovane Leonessa viene portata in sala operatoria.

Sono tutti sotto shock, Ramoso e Padfoot soprattutto.

<< La mia moto... La mia piccola... Voleva... Voleva... Sul mio tesoro! >> Balbetta quest'ultimo, mentre Jami fa avanti e indietro nella sala d'attesa, scavando un buco per terra e passandosi le mani nei capelli impossibili ogni due per tre.

<< Sirius, per l'amor di Morgana, fà silenzio! >> Esplode il quasi-padre, mettendolo bruscamente a tacere.

Remus tira gentilmente il fidanzato verso il distributore degli snack, pensieroso, capendo l'agitazione dell'amico.

Mentre sgranocchiano qualcosa di cui non sentono neppure il sapore, Sirius riflette.

<< Voglio un figlio, Rem. >> Annuncia gravemente.

Moony sobbalza spaventato.

<< Mi stai lasciando? >> La sua voce è tremante.

<< No! Lo voglio da te. >> Lo abbraccia, posando il capo nell'incavo fra collo e clavicola.

<< Sai che non posso... >>

Remus improvvisamente è triste.

Non può dargli una discendenza e non perché è un maschio, ma perché è un mostro.

<< Per quale motivo? >>

< Gli trasmetterei la mia maledizione, e non lo permetterò. >> Mormora.

<< La licantropia è un gene recessivo, amore. >> Gli ricorda.

<< Ma bizzarro. Potrebbe mostrarsi. >> Ribatte il mannaro, stringendolo più forte.

<< E' raro. >>

<< Però succede! Sirius, perdonami, ma non voglio che viva come ho fatto io... >> Freme, al ricordo della mamma.

E' morta sei mesi fa, Emma.

Quando è cresciuto, Remus ha capito cosa faceva di sera, nelle strade, e ha cercato di ripagarla, ma sa che è un debito, il suo, che non potrà mai estinguere.

Ha pianto, quando è successo.

Tanto, tantissimo.

E' stato male, ma non ha versato lacrime sulla sua tomba, proprio come faceva da piccolo: la mamma si sarebbe arrabbiata, e lui non voleva.

<< Avrà comunque amore, e starà bene; i mezzi licantropi non sono trattati come quelli completamente infetti. >>

Remus non può fare a meno di annuire, e dire che sì, ci avrebbero provato, si sarebbero costruiti una famiglia tutta loro, felice.

Sirius gli solleva il volto e lo bacia dolcemente, cingendogli la vita e serrandolo in un abbraccio indissolubile.

I loro rapporti di coppia li hanno sempre in privato, perché a Pet non piace vederli così, non ama i gay in generale, gli fa schifo vedere due uomini che si baciano.

L'ha confessato a James, Pet, non a loro.

Sir si è arrabbiato molto, ma ha acconsentito a non fare certe cose davanti a lui, solo perchè Moony l'ha pregato tanto ed è riuscito a rabbonirlo, con quel faccino adorabile che si ritrova.

Si staccano, prendendosi però subito dopo la mano, quasi non riuscissero a stare senza un contatto, anche minimo, e ritornano da J, più tranquilli, una luce felice in fondo agli occhi, ancora bambini eppure adulti cresciuti in fretta, per via della Guerra.

 

 

[ (...) Parla con il cuore in mano;

(...) dice

sono un altro uomo...

(...) era sempre più confusa... ]

 

Quando gli mettono tra le braccia il figlio dei suoi migliori amici, Remus è attonito, confuso.

Come può essere tanto bello un fagottino così piccolo?

Nonostante sia luglio, sente freddo quando Sirius quasi glielo strappa di mano per coccolarlo, tubando qualcosa sull'essere il suo figlioccio e i loro suoi zii.

Lo vuole.

Sì, lo vuole tanto, vuole un bambino da Sir, vuole un cucciolo da cullare e abbracciare, tutto per sè, solo suo.

Gli agita un dito davanti al naso, e sorride dolcemente quando il piccolo Harry - Lily alla fine l'ha spuntata - lo afferra con la manina paffuta, stringendolo con tutta la forza che il suo corpo di neonato ha.

<< Sei bellissimo... >> Gli sussurra con devozione, incantato.

Ha parlato col cuore in mano, vorrebbe tanto stringere a sè l'infante.

Sirius gli si avvicina.

<< Il prossimo sarà il nostro, amore. >> Bisbiglia al suo orecchio, e Remus sorride di nuovo, felice.

Moony si sente diverso, cresciuto, davvero uomo.

Le dita si intrecciano ancora una volta, suggellando una promessa che non si sarebbe mai avverata.

 

 

[ Per 4 anni sono stato con un uomo,

tra amori e inganni...]

 

Tutti e due vogliono un bambino, ma alla fine la Guerra gli toglie anche quello.

Quando si sa della profezia, la tensione cresce, e Sirius inizia a bere.

Remus è disperato, non sa cosa fare, finché un giorno non lo scopre.

Padfoot e un altro.

Padfoot lo tradisce.

Lui... Lui...

Li ha trovati sul letto di casa loro, nel pieno di quel momento.

<< Syr... No. >> E' l'unica cosa che è riuscito a dire, tremando e quasi soffocando.

Allora Black ha alzato di scatto lo sguardo, smettendo di gemere e sgranando gli occhi orripilato.

Remus ha sbattuto la porta ed è scappato nella piccola cucina, crollando su una sedia, piangendo.

Poco dopo Felpato l'ha raggiunto.

<< Mi dispiace. >> Ha detto solamente.

<< Non basta! >>

<< Mi dispiace. >> Ha ripetuto, senza rassicurarlo che non l'avrebbe fatto ancora.

<< Vattene... Vattene da casa mia, Sirius. >> Ha avuto la forza di pronunciare questa frase, proprio come sua madre.

E' la fine della loro storia, se ne rende conto.

Aveva solo ventun' anni, ma queste cose le capiva.

 

[ (...) Tra amori e inganni, spesso ci

tradivamo... ]

 

Nonostante tutto, la loro storia è continuata per un po'.

Sirius beve ancora, e si vedono poco, per non litigare.

Ma la scena si è ripetuta tante, troppe volte, e anche Remus trova qualcun'altro.

Si chiama Derek, è un babbano, ma buono e gentile.

Però sa che non è nulla per lui.

Solo Siry conta, e l'ha tradito.

Tradito.

Tradito.

Questa parola gli rimbomba nella mente giorno e notte, non lasciandogli pace.

Sparisce dalla circolazione, e tutti sospettano di lui.

Lo sente.

Non esce mai, non sopporta di vedere Padfoot.

Fa così male...

Ma Felpato lo accusa.

<< E' lui il traditore! E' dalla parte di Voldemort... >>

<< IO?! Ora sono io quello che fa il doppio gioco! >> Vorrebbe urlargli in faccia.

Non lo fa.

Tace, e piange lacrime amare, sempre.

Gli si spezza il cuore, ma Sirius è un alcolista, vede cose che non ci sono.

Molti però gli credono.

Viene scagionato, ma il dubbio si è insinuato nella famiglia, Pet non gli rivolge più la parola né lo guarda, e quando devono scegliere il Custode dell'Incanto Fidelius per i Potter, non lo prendono nemmeno in considerazione.

Anche Sir è scartato, dopo molte discussioni, per via del suo problemino con la bottiglia.

E' furioso, la vede come una mancanza di fiducia.

Lo è, in effetti, e tutti lo sanno.

Rimane solo Wormtail, e non vuole.

Codaliscia ha paura, troppa.

Non ha altra scelta, e diventa sempre più magro e piccolo, quasi un fantasma, a ogni luna che passa.

Esistono tanti tipi di tradimenti.

E un altro stava per compiersi...

 

[ Non sapevo che cos’era la felicità... ]

 

E' successo.

Lily e James sono morti, il piccolo Harry è un orfano.

Perfino Peter è stato ucciso, e i Malandrini sono definitamente periti.

In realtà è successo già prima, ma Remus preferisce credere che sia tutta colpa di Sirius.

E' lui l'assassino fedifrago, che li ha consegnati all'Oscuro, tutti.

E' stato catturato, urlava come un pazzo, circondato dai corpi di dodici Babbani e dai resti di Pet - un dito, solo un misero dito - .

E mentre viene portato via, giudicato colpevole dal Wizegamot, Remus non può fare a meno di avvicinarsi alla cella mobile, pronta per essere portata ad Azkaban.

<< Non sono stato io! >> Esclama Sirius.

<< Sei stato tu! >> Dice svuotato.

Ha perso tutto, tutto, non gli rimane nulla, se non il ricordo di un amore decaduto.

<< No! Non li ho uccisi io... >> Piange, il volto smagrito.

I Dementors hanno già compiuto il primo giro, evidentemente.

<< Non m' importa. Ti amo lo stesso. >> Se ne è reso conto solo ora, che sa di stare vedendolo per l'ultima, dolorosa volta.

Non conta cosa ha fatto, tutto quello che è successo, lo ama soltanto, ma sa anche che non c'è più speranza.

Ha ucciso Jam e Lil, e deve pagare per questo.

<< Anche io, anche io... >> Le mani si toccano attraverso le sbarre, e si baciano disperatamente, consci che non avrebbero potuto farlo mai più.

La gabbia si muove, e Sirius è portato via.

<< Non sono stato io! Sono innocente! Innocente! >> Continua a gridare.

E Remus piange ancora, portandosi una mano al volto a coprire le sue lacrime, come faceva sua madre.

Sentendosi lei.

Era davvero la fine di tutto.

Aveva solo ventun' anni, ma queste cose le capiva.

 

[ (...) Sono un altro uomo... ]

 

 

Remus, da quel giorno, è cambiato.

Si sente vuoto, e lo è.

Sa di esserlo.

Da lupo mannaro, si arrabatta come può, vivendo in squallide stanzette e facendo ogni lavoro possibile, anche quello più umiliante.

La povertà è stata una costante, nella sua esistenza, da quando aveva sei anni, ma ora c'è anche la solitudine, bruciante, che gli divora anche quel poco di cuore che gli è rimasto dopo quell'orribile 1981.

Gli anni passano, si trascina per la vita lentamente, i capelli ingrigiti prematuramente dal dolore, i vestiti laceri e la mente in pezzi dal tormento.

Tredici inverni hanno corso davanti ai suoi occhi, ed oramai è al limite, finché Silente non lo assume.

Rinasce, rientrando in quella che è stata la sua casa e il suo rifugio, e incontra Harry.

Il bambino è cresciuto, diventando uno splendido giovanotto, un vero Grifondoro, coraggioso e avventato.

Lo ama già come un figlio, proteggendolo nell'ombra, togliendo perfino al Preside quell'incarico, standogli accanto e insegnandogli cose che alla sua età non dovrebbe sapere, ma che in quel momento è necessario per la sua sopravvivenza imparare.

Poi lo viene a sapere.

Sirius è evaso, e probabilmente vuole Harry morto.

Riesce perfino a penetrare all'interno Hogwarts, gettando tutti nel panico, ed Harry nell'ira, quando viene a sapere tutta la verità.

Il sapore del tradimento ritorna nella bocca di Remus, nell'eco di un ritorno che sa di bile, e il giovane lo prova sul palato per la prima volta, ma di certo non per l'ultima.

E quando lo vedono...

Remus capisce tutto.

Aiuta Sir a rialzarsi, e lo osserva.

Capelli sporchi e lunghissimi, viso ferito e invecchiato, occhi folli, denti rovinati, labbra spaccate, mani tremanti e segnate, come il resto del corpo.

E allora sorride.

Gli sorride, capendo.

Una vecchia voce riverbera nella sua mente.

<< Non sono stato io! Sono innocente! Innocente! >>

Sì, sa che è vero, e lo abbraccia forte.

E' tornato.

Tornato da lui.

E si sente finalmente integro.

[ Volevo chiarire che,

anche se credo in Dio,

non mi riconosco nel pensiero dell’uomo,

che su questo argomento è diviso... ]

 

 

E' passato un anno, da quel giorno.

Il tempo scorre, ma ora è felice.

Si è dimesso, quando si è saputo della sua natura, ma non rimpiange il posto di insegnante lasciato.

Rimane vicino a Sirius, aiutandolo a riprendersi, e quasi ritorna uguale.

E' un po' folle, ma resta sempre il suo Pad.

E, una sera, accade di nuovo.

Sono sul divano, stravaccati uno vicino all'altro, amichevolmente, guardando un noioso film babbano a cui nessuno dei due è interessato.

E' solo un altro pretesto per stare insieme.

<< Remus. >> Lo chiama.

<< Dimmi, Sir. >>

<< E' ancora vero? >> Chiede.

Remus sa benissimo cosa intende, ma finge di non capire.

<< Cosa? >>

<< Mi ami? >>

E' vicinissimo, e Remus si sente trasportato a quasi vent'anni fa, quando erano giovani e spensierati, e non macchiati dalla vita reale come ora.

<< Tu mi ami? >> Domanda a sua volta.

<< Sì. >>

<< Anche io. >> Risponde quietamente.

Si baciano allo stesso modo della prima volta, e il film viene dimenticato, mentre lentamente si spogliano, e fanno l'amore sui cuscini.

Quando tutto finisce, Remus, abbracciato a Felpato, piange.

Ma stavolta di felicità.

 

[ Con lui nessuna inibizione,

il corteggiamento c’era (...) ;

si',

con lui riuscivo ad essere me stesso,

poi sembrava una gara a chi faceva meglio

il sesso... ]

 

Parlano di sposarsi, sono felici, hanno ripreso tutto quel che avevano lasciato, stanno insieme.

Rimangono chiusi in casa, riallacciando un rapporto che sono convinti essere eterno, discutono perfino della possibilità di fare un figlio, si sfogano, si raccontano a vicenda quel che accaduto in più di dieci anni, si riappropriano di tutti gli arretrati che si sono lasciati alle spalle con gli anni.

Remus sta di nuovo bene, ride ed è contento, finalmente ha avuto la sua seconda possibilità.

Non la sprecherà, e non lo sta facendo.

A volte discorrono di Lily e James, progettano di vivere con Harry, di rivelargli la loro storia, nascosta agli occhi di tutti.

Talvolta, di notte, rimangono svegli a chiacchierare di aneddoti sulla loro gioventù, ricordano gli scherzi fatti a Piton, le liti dei due Potter - oh, epocali! - , ma anche le loro discussioni.

Alla fine, affrontano il punto dolente.

Chi era l'altro di Sirius?

Si chiamava Adrian Altamirano, e non era la prima volta che accadeva, quando l'aveva scoperto, né l'unico con cui l'aveva tradito.

Per quale motivo l'aveva fatto?

Paura, errori su errori, l'alcol che gli ottenebrava la mente, risponde Sirius, e gli chiede perdono, tante e tante volte, e finalmente Remus glielo concede, confessando anche di aver avuto un amante.

Urla, liti, gelosia, ira, ma tutto di nuovo si calma, perché si amano e il passato non può farli lasciare, no?

La faccenda è archiviata, passano ogni istante insieme, le mani o le membra intrecciate.

Parlano pure di un'altra cosa, che Remus vorrebbe dimenticare con tutto il cuore, ma che ha promesso di imprimersi nella mente.

<< Se succede qualcosa... >>

<< Sirius, no. >>

<< Ascoltami. Se succede qualcosa, lascio la casa all'Ordine, e la mia eredità a Harry, ma la mia dimora sarà sempre tua. >>

I licantropi non possono ricevere nulla, specialmente in quest'ultimo periodo, da quando Greyback - il mostro che l'ha morso - si è alleato con Voldemort.

<< Soprattutto, voglio che ti rifai una una vita. Se... Se muoio, continua. Ho bisogno di sapere che resisterai. Che troverai qualcuno. Torna ad amare. Giuramelo. >>

Remus singhiozza.

<< No! Non posso promettertelo! Non farmelo fare... Ti prego. >>

Ma Sirius è irremovibile, e deve giurare.

E così il tempo passa, e quel discorso pare morire con il suo scorrere, o almeno è quel che spera Remus, sempre, anche quando ansima in preda all'orgasmo, anche mentre dorme.

Remus spera e prega in ogni momento, abbracciato a Sirius e baciandolo, che la loro vita sia lunga e prospera, unita per l'eternità.

Ma il 5° anno di Harry è problematico.

La Seconda Guerra avanza, e Voldemort con essa.

E Sirius muore, finendo nel Velo.

Una stupida coperta ha risucchiato il suo amore, togliendoglielo per la terza volta.

Lo guarda finire dietro il dannato portale, lentamente, colpito dall'incantesimo di Bellatrix.

E' finita, e stavolta per sempre.

Trattiene Harry, che cerca di lanciarsi dietro Padfoot, seguendolo nel suo destino di morte, mentre dietro di sè fa lo stesso.

Sirius...

Sirius.

SIRIUS!

Ucciso.

Non c'è più.

Harry urla e piange, e lo stringe più volte, sussurrandogli che ora è morto, non può fare più nulla.

Sono attimi eterni, in cui Remus perisce col compagno.

Ma non piange.

Fa troppo male, per farlo.

E invidia Harry, perché ci riesce.

Dice addio al suo cuore e alla sua vita, spariti dietro al Velo.

Non c'è speranza.

Non più.

 

[ E mi sentivo un colpevole...

(...) Era gay e adesso sta con lei. ]

Remus è distrutto.

Si chiede perché vive ancora, perché la corda che sovente appende alla trave del soffitto non si è tesa sotto il suo peso molto tempo fa.

Sarebbe facile.

Ma Remus ha promesso, e deve mantenere il giuramento.

Per questo vive ancora, anche se non vorrebbe.

Ed è per questo che cede alla corte di Nynphadora, stanco di sfuggirle con scuse stupide.

La sposa, ma non l'ama.

Remus ama Sirius.

Il lupo ama il cane.

Ma il cane è morto e il lupo con lui, e cerca di far felice almeno la giovane Dora.

A volte vede il suo Pad in lei, ma è solo un abbaglio, lui non c'è più.

Vorrebbe scappare, ma non può.

Non deve.

Tonks è incinta, e in uno scoppio di codardia più forte degli altri fugge, per poi ritornare con la coda tra le gambe.

Ha una giovane vita sulle spalle, è sua responsabilità, non può lasciare sua moglie e suo figlio così.

Quando Tonks non c'è, a volte trova la forza di piangere, invocando il suo amore, ma spesso rispolvera vecchi ricodi, foto sbiadite, cerca prove della sua esistenza e del loro sentimento. Sembra tanto antico e spento.

Il tempo della Battaglia Finale arriva.

E tutto finisce.

 

Remus non sa dire quando accadde, di preciso.

Combatteva, cercando la morte e al contempo rifuggendola.

Il piccolo Teddy, suo figlio, era al sicuro, e lui e sua moglie si battevano da un bel po'.

Aveva visto il giovane Colin venire ucciso.

<< Avada Kedavra! >> L'ennesimo Death Eater era morto, perito grazie al raggio verde partito dalla sua arma.

Una bacchetta gelida gli si posò sul collo, e si immobilizzò.

Oh, lo sentiva, il suo Sirius era vicino, stava per raggiungerlo, finalmente...

<< Addio, Lupin. Avada Kedavra! >>

Buio.

E pace.

 

 

 

 

 

God.

So che è una cosa stupida, ma ci tengo tantissimo, e ci ho messo molto per crearla, a renderla con lo stile che desideravo.

Sì, è scritta in modo strano.

La ripetizione continua del verbo 'sapere', dei nomi...

E' voluta.

Mi sembra sia vagamente onirica, infantile, soprattutto all'inizio.

Cercavo un qualcosa in grado di dargli la sfumatura del ricordo rivissuto, angoscioso, malinconico, ma spesso lieve.

Spero di averlo trovato, questo 'qualcosa'

E se non ci sono riuscita...

Bè, mi rimetto al vostro giudizio.

Vorrei far notare il comportamento alla fin fine simile della madre di Moony e del ragazzo, le lacrime che li accomunano, le parole quasi uguali dette.

Giusto per curiosità, sono esattamente 16 pagine, con Microsoft Word Viewer.

Domanda ovvia: ma Remus piange sempre, e che cavolo?

Non mi chiedete nulla, è stato un parto spontaneo, ieri notte ho fatto le tre per questo, oggi ci ho dedicato più di cinque ore...

Non so niente.

Pensatene quel che volete.

Sono i momenti che io credo salienti nella sua vita, e da brava slasher, la maggior parte sono Remus/Sirius.

Basata sulla canzone 'Luca era gay' - non va nel contesto ma è lei che mi ha ispirata, anche se alcuni punti non li condivido - , che vi consiglio di ascoltare mentre leggete.

Se ci sono imprecisioni, sono dovute al fatto che non ho letto i libri e sì, me ne vergogno profondamente.

Ho finito.

Oh, a proposito, la dedico a chi mi vuole un minimo di bene, ma in particolare a Giyn, e alle fantastiche ragazze del forum 'A Crazy World', assieme ai gentili utenti del sito 'Merlin Slash Fanclub'.

E' il mio regalo di San Valentino - in ritardo, come sempre - al mio amato Remus e a me stessa.

Disclaimer: I personaggi citati non mi appartengono, sono dei rispettivi creatori o possessori, e questo scritto non ha alcuno scopo di lucro, è creato a fini ludici e non intende violare alcuna legge o Copyright.

Recensite numerosi!

Grazie!

 

Moony: Lunastorta, nomignolo di Remus.

Padfoot: Felpato, o Pad, o Paddy, nomignolo di Sirius.

Prongs: Ramoso, o Prong, nomignolo di James.

Dementors: Dissennatori.

 

 

 

 

 

 

 


   
 
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