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Autore: FrogWriter    15/02/2010    8 recensioni
Fanfiction partecipante all'iniziativa "2010: a year together" indetta da Collection of starlight.
Una frittata può creare una discussione tra uomo e donna? Può... e allora, chi vincerà?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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230. « Ho chiesto una omelette e Lei mi ha portato una frittata! »

“Io voi donne non vi capisco proprio. Parlate tanto, passate giornate intere, se non addirittura la vostra vita intera, a lamentarvi perché non capiamo cosa ci dite, e poi voi siete le prime a non riuscire a fare la cosa più stupida che vi chiediamo”. No, stavolta non la passerà liscia. Stavolta ho ragione, è così ovvio che ho ragione io. Mia sorella non avrà scuse per controbattermi. Stavolta vincerò.

“Che?” esclama laconica, continuando a sfogliare una di quelle insulse riviste di moda, piene di inutili pubblicità di inutili borse e scarpe talmente costose che l’unico posto in cui si possono vedere sono proprio quelle pagine. Forse è per questo che i giornali ne sono intasati.

“Non sai cosa è successo l’altra sera… assurdo” attacco io, cercando di attirare la sua attenzione.

“Cosa?” mi risponde seccata, alzando leggermente lo sguardo dal giornale per fissarmi.

Deglutisco. Le donne mettono in soggezione. Non importa che ruolo hanno nella tua vita –moglie, amante, fidanzata, sorella, nonna, mamma- saranno sempre capaci di farti crollare da un momento all’altro. Oh no, ma stavolta no, stavolta la mia fidanzata non avrà l’appoggio di mia sorella, stavolta ho ragione io.

“Dopo un pomeriggio passato a litigare perché avevo sbagliato a comprare il detersivo per i piatti, con tanto di discussioni assolutamente inutili e inconcludenti su quale detersivo pulisca meglio e le rovini il meno possibile le mani, soprattutto per ora che c’è così taaanto freddo, perché febbraio è il mese più freddo dell’anno, sai? E le sue mani già sono costrette a sopportare il freddo, figurarsi pure un detersivo poco adatto!” mi blocco istantaneamente, mentre lei mi guarda fingendo uno sbadiglio. Forse sto divagando troppo. Scuoto la testa e riprendo il filo del discorso. “Insomma, dopo tutti questi discorsi ci riappacifichiamo e dopo una serie di pucci pucci e amore ti amo vari decide di preparare la cena per farsi perdonare. E lì, non sai che è successo” esclamo, preparandomi al trionfo.

“Oh, chissà quale grave scandalo! Ha tentato forse di avvelenarti? O di farti strozzare con un pezzo di qualche cibo?” dice mia sorella sarcastica.

Sbuffo rumorosamente e butto gli occhi al cielo. “Ho chiesto una omelette e Lei mi ha portato una frittata!” esclamo tutto d’un fiato, con un sorriso vincente sul viso.

Lei chiude delicatamente la rivista (beh, certo, non sia mai che in una di quelle pagine pubblicitarie si crei qualche piega!), la appoggia sul tavolo e incrocia le mani sulle sue gambe, guardandomi attentamente.

“Di grazia, vorresti dirmi dov’è il problema? Perché non riesco ad afferrarlo…” mi dice.

“Ecco, vedi, è questo il problema. Parlate tanto per noi, però siete le prime voi a non capire!” esclamo quasi furioso. La mia vittoria non deve vacillare.

“Cosa c’è da capire?”.

“Se dico omelette intendo un’omelette, non una frittata! Si può sbagliare a scegliere un detersivo per piatti in tutta quella miriade di detersivi di mille colori, nomi, forme, quantità, ma non si può confondere un’omelette con una frittata!”. Quasi urlo per difendere la mia posizione. Ma d’altronde, loro lo fanno sempre. Perché ogni tanto non possiamo anche noi?

“Ooh, capisco” risponde piccata lei, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il muro con le mensole.

Vittoria, esclamò gioioso tra me e me. Non sa più cosa ribattere, è chiaro, l’ho stesa.

Il sorriso trionfante sul mio volto si allarga ancora di più e incrocio le braccia sul petto, sentendomi un eroe. Domani sarò uno dei pochi eletti che ha saputo ferire l’egemonia del comprendonio femminile.

Improvvisamente si volta verso di me, tenendo un libro tra le mani. La guardo spavaldo, non ho paura.

“Tu sai come si prepara una frittata?” mi chiede improvvisamente, cominciando a sfogliare il libro.

Rido sguaiatamente. “Ovvio, per chi mi hai preso? Ecco, i vostri soliti pregiudizi…”.

“Come si prepara?” continua a chiedermi.

Non capisco questa sua inutile domanda e a cosa serva, ma decido di darle corda.

“Si sbattono le uova e poi si mettono in una padella con l’olio e si lasciano friggere da un lato e dall’altro” rispondo piccato.

“Bene. Un po’ terra-terra come spiegazione, ma diciamo che può andar bene. E sai come si prepara una omelette, fratello?” mi chiede, stavolta guardandomi intensamente negli occhi.

Cosa c’entra tutto questo? Dove vuole arrivare? La vittoria comincia ad allontanarsi e la tiro per i capelli. Mi sembra pure di sentirla gridare.

“Mmm, beh, insomma, un’omelette…” balbetto io. No, non lo so come si prepara un’omelette, ma so che non è una frittata!

Lei ride sadica e soddisfatta, impugna il libro e comincia a leggere. È una ricetta ed è quella dell’omelette. Non la ascolto bene, sono troppo impegnato a tirare i capelli di Miss Vittoria. Sento solo che ci sono mille passaggi, burro, uovo, girare, rigirare, piegare i bordi, riempire…

Dopo non so quanto tempo finisce di leggere. La guardo stralunato. Ormai sono rimasto aggrappato alle ultime punte dei capelli di Miss Vittoria.

“E allora? Cosa significa tutto questo?” le dico quasi tremante, riprendendo campo nella chioma della miss. Ovviamente è donna anche lei.

“Che, come sempre, noi donne siamo un passo avanti” esclama tranquilla e saccente.

Sgrano gli occhi. “Co… cosa???” urlo inferocito. No, non è possibile, ho ragione io!

Mia sorella non batte ciglio, è impassibile ma incredibilmente soddisfatta.

“Come penso, credo, spero avrai dedotto –dal momento che sostieni che voi uomini comprendete- la ricetta dell’omelette è più complicata di quella della frittata, nonché più grassa” argomenta lei, riposando dolcemente il libro e passandosi le mani nei capelli.

“E quindi?” chiedo esasperato. Miss Vittoria mi saluta da lontano, divertita.

“Quindi, mio caro, potremo anche non capire, come sostieni tu… ma in un modo o in un altro da quello che non capiamo tiriamo qualcosa che sia sempre un passo avanti. Vedi, la frittata è più leggera di un'omelette. E tu ultimamente hai messo su qualche chilo” dice squadrandomi per bene e soffermandosi un po’ troppo sul girovita. “Insomma, ha sicuramente pensato che un’omelette non andava bene per il tuo fisico e ti ha preparato qualcosa di più leggero. L’ha fatto per il tuo bene, dovresti apprezzarlo. Voi invece, più semplicemente, sbagliate perché non capite. Noi capiamo e sbagliamo con consapevolezza” conclude trionfante, osservando il mio volto ormai avvilito.

Io mi accascio sulla sedia e accanto a me vedo Mister Orgoglio. Ferito e sconsolato. Ovvio, è uomo.

Non c’è verso, le donne ti mettono sempre in soggezione.

Mi sfrego le mani sul maglione, placando i brividi. Credo che febbraio sia davvero il mese più freddo dell’anno, sto tremando persino io che sono solitamente definito atermico.

Perché è per il freddo che sto tremando, vero? Sì, ovviamente, per cos’altro sennò? La sconfitta brucia, di certo non fa venire i brividi.

Ma forse una donna sì.

Sfrego ancora più forte le mani sulle braccia e sbuffo, rassegnato.

Io… volevo solo vincere.

Io… volevo solo avere un’omelette e mi è toccata una stupida, insulsa frittata.

 

***

 

Buonasera!! Lo so, questa storia è particolarmente femminista. E sì,  lo so, probabilmente non ha molto senso nè fa ridere, però, al solito, si è scritta da sola, girando attorno al prompt scelto. E poi penso che, in fondo, è il tipo di discorso  che una donna e un uomo sarebbero capaci di fare (Sì, ok, lo ammetto, a me capitanoXD).

La storia comunque partecipa all'iniziativa "2010: a year togheter", indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }. Partecipate gente, mi raccomando ^__^

   
 
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