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Autore: Invader_from_Hell    16/07/2005    6 recensioni
Scandalo per occhi supini. Per guardare le stelle cadenti - suggerisce la didascalia- serviranno strumenti potenti. Occhiali spessi. Tanta fortuna. Ah, e ricorda anche che non avete il tempo. Tornate al lavoro, ok?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A cosa pensavo

A cosa pensavo?

 

A cosa pensavo?

Chiaro, come il tuo viso nella mia pupilla.

Vagavo tra stelle, cieli, prati, pianeti.

Chiaro, come il tuo viso al sole.

Chiaro, sono faccia alla polvere.

Di nuovo faccia a cento vocali sgretolate.

Frammenti di A che lo sapevano, sarebbe finita così.

Sarebbe finita che non l’avrei mai saputo.

Frammenti di I denudano schifo e squallore nei miei gesti lenti

Troppo misurati.

Spenti.

Squame di E sdrammatizzano.

Che sarà mai, no?

Hai forse perso una stella? Ho perso una stella.

Se era bella? Una cometa, che volete farci.

Non capisci mai se muore o trionfa.

Se muore dolorante in mare, o se danza esultante in cielo.

Voi sdrammatizzate.

Io perdo le ore con questi singulti.

Ecco, squame di U non vogliono sconti di pena!

Scandalo sotto i cieli mortali.

Scandalo per occhi supini.

Per guardare le stelle cadenti

-          suggerisce la didascalia-

serviranno strumenti potenti.

Occhiali spessi.

Tanta fortuna.

Ah, e ricorda anche che non avete il tempo.

Tornate al lavoro, ok?

 

Provvidenziali le scaglie di O.

Loro ci avevano già pensato.

Ah, ma il fax non funziona.

Ripassate, tra pochi minuti il tecnico lo aggiusterà.

Pensate di riuscire a cantarmi

Dal vostro panciotto strozzato

La ben rotonda verità?

Prima però, andate a lezione di canto.

Di spettacoli assurdi e pietosi ne abbiamo fin troppi tra i piedi

La vedete la scaletta?

Dopo questo tremendo racconto tocca al monologo delle Sue verità.

Ma noi ce ne saremo già andati.

Parlatene col direttore.

Ehi.

Alla fine di questo spettacolo, per favore.

 

Avanti, chi ne ha ancora?

Fate voi, abbiamo ancora dieci minuti.

Poi, se troppa gente se n’è tornata a casa

Andiamo a dormire anche noi. Senza fretta.

 

Chiara la lampada.

A differenza del tuo viso, al sole lei non si brucia.

Zitto, però. Lei si fulmina. Tu no.

Parti in vantaggio.

Fai sfigurare mille milioni di watts di fronte al tuo chiarore.

Se puoi, s’intende.

Ah, poi.

La picciola parata dell’infanzia tradita non te la risparmiano proprio mai.

E questo è un peccato.

Orfani, vedove di dieci anni, nonni a vent’anni, bisnonni a trenta, a quaranta?

Reality show.

Eufemismo mediatico in una notte che di inspiegabile

In fondo

Non ha ancora un bel niente.

Eppure, il dubbio permane e si insinua sotto la canotta sbiadita

Che usi d’estate per dormire.

E non sussurra, come vorrebbero taluni poeti:

quello proprio urla!

Di salutare, poi, non se ne parla.

Voi vi lamentate, ma lui vive per restare a galla.

Fuga, o anima lucente, ogni mio dubbio.

In bene o in male.

Ma meglio in bene.

Se poi è male, però, nulla da obbiettare.

Ma meglio in bene.

Se poi è male… non credo ci sia poi molto da fare.

Ma meglio in bene.

Se poi è in male però…

Facciamo una cosa.

Se poi è in male, tu taci.

Ed io bevo.

Dubbio, dubbio iperbolico ( da uper + ballw)

non vai mai in ferie?

Già. Il sentore di verità non da’ le ferie proprio a nessuno.

Figurati a me.

Oh, bambini che canzonano questo povero giuovine di belle speranze!

“ Lui non ti gnegne… Lui non ti gnegne..”

Non odio i bambini.

Odio i bambini stupidi.

Oplà, Aristotele? Sillogizziamo!

Premessa maggiore: Odio i bambini idioti.

Premessa minore: tutti i bambini sono idioti.

Conclusione: Odio tutti i bambini.

Vittoria schiacciante della logica sulle nuove correnti anarcoiusgiuridemoscristiane

Il presidente se ne rallegra.

Io un po’ meno.

Perché Lui… Kare wa…

Oh.

 

Sì, non temete, ci siamo quasi, ma prima di andare volevo farvi una domanda.

Così, in confidenza.

È giusto che Dio sia fumo e l’arrosto invece sia io?

È giusto che lui non cerchi neppure se pensa di aver qualcosa trovato?

Ah, signori miei, ditemi una volta

Senza mentire

Se non vi esalta la di cui sopra rivoluzione!

Niente.

Ve lo dico io.

Puttane galattiche sopra ogni male spazi infiniti da cavalcare

ma sempre senza benzina miei cari.

Un prof muore cento ne nascono.

Le azioni della marmotta della cioccolata salgono vertiginosamente.

La mia notte fuma e garrisce, signori, come un cavallo impazzito!

Sventra strade e locali, travolge ombre e contorni!

Orlando è furioso, io sono incazzato!

Provateci a voi a sostenere l’assalto, forza.

Cammino correndo parlo scrivendo recito male canto e cicale senz’occhi

Mi guardano senza parlare

Fuggo signori sigaretta e chitarra

Vivo signori senz’ombra né corda.

In montagna le frane, al mare tsunami,

foresta tempesta, vulcano eruzione, Firenze io che

-piacere estetico inutile-

sventro le strade e la carta.

Ma la cosa più bella, signori, è che voi ormai non morirete.

Non stasera.

Tornate a casa, adesso.

 

 

 

 

 

  
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