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Autore: Little white angel    15/02/2010    3 recensioni
Con un giorno di ritardo la mia piccola shot su San Valentino e la prima sulla mia coppia preferita. (...)Si trovava di nuovo in viaggio. Era dovuto partire di nascosto… senza dire niente a nessuno, senza salutare nessuno… nemmeno i suoi amici, che erano gli unici a sapere la verità. Nemmeno loro perché, lo sapeva, avrebbero voluto accompagnarlo in quel viaggio dalla sorte incerta(...)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Alluuuura è la prima one-shot Riso che scrivo e, soprattutto, è la prima a rating Arancione. Inoltre a quanto pare non riesco a scrivere qualcosa di allegro, perciò anke questa è di genere triste... vabbè buona lettura!

Un San Valentino di amore e lacrime

Si trovava di nuovo in viaggio. Era dovuto partire di nascosto… senza dire niente a nessuno, senza salutare nessuno… nemmeno i suoi amici, che erano gli unici a sapere la verità. Nemmeno loro con cui aveva passato tanto tempo a giocare e scherzare, prima che tutto rischiasse di andare perduto nell’oscurità… nemmeno loro che lo avevano aiutato e incoraggiato a non arrendersi e ad andare avanti… nemmeno loro perché, lo sapeva, avrebbero voluto accompagnarlo in quel viaggio dalla sorte incerta e la vittoria poco probabile, perché, questa volta, il nemico era nuovo e di gran lunga più potente di quelli precedenti e a lui non andava di metterli in pericolo. Prima di andarsene dall’isola ne aveva chiuso la serratura. Ora, anche volendolo, non avrebbero potuto seguirlo. Così, ora, se ne stava lì, in quella scatola di latta che era la loro navicella, a fissare le innumerevoli stelle che li circondavano.

Sospirò… era passato già un giorno dalla loro partenza e avevano fatto visita al Castello della Bestia, La terra dei Dragoni, Halloween Town e Agrabah. Nei vari mondi avevano potuto confrontarsi con i loro nuovi avversari e non era stato per niente piacevole scoprire che il nemico disponeva di heartless e nessuno quasi dieci volte più forti di quelli affrontati in precedenza.

Sospirò ancora e lasciò vagare lo sguardo nel piccolo abitacolo semi-buio della navicella: era piccolo e stretto e l’unica luce proveniva dal pannello dei controlli con cui stava armeggiando Paperino. Pippo, seduto sul sedile accanto, si era addormentato e russava alquanto rumorosamente. Sorrise. Quei due pazzi gli erano mancati.

Paperino, sentendosi osservato, si voltò. Incrociando gli occhi tristi di Sora capì che c’era qualcosa che non andava così, dopo aver inserito il pilota automatico, gli si avvicinò in silenzio e chiese

-Sora, tutto bene?- il ragazzo, che lo aveva guardato avvicinarsi, distolse lo sguardo tornando a fissare le stelle, sospirò, poi rispose

-Certo… perché non dovrebbe?-

-Bhè… ecco… ti avevo visto un po’ giù perciò…-

-Non preoccuparti… è tutto ok- rispose il brunetto con un gran sorriso.

Paperino non sembrava molto convinto ma annuì e tornò ai comandi.

Erano passati una decina di minuti dalla ‘conversazione’ tra Sora e Paperino quando sul pannello dei comandi si accese una luce rossa ad intermittenza accompagnata da una stravagante musichetta. Paperino aprì la videochiamata e la faccia di Cid attirò l’attenzione dei presenti (tranne Pippo che dormiva ancora).

-Ehilà Sora! È da un po’ che non ci si vede… come procede il vostro nuovo viaggio?-

-Tutto ok, grazie. E li? Com’è la situazione? Tutto tranquillo?- chiese il ragazzo

-Certo! Leon e gli altri si stanno dando da fare e il mio sistema di protezione và alla grande! L’ho anche potenziato e Tron mi ha aiutato aumentandone il raggio d’azione. Inoltre abbiamo quasi finito la ristrutturazione della fortezza.

Comunque non vi ho chiamato per una chiacchierata… ho delle notizie per voi- a quelle parole Sora e Paperino drizzarono le orecchie

-Di che si tratta?- chiese il custode

-Allora, Paperino e Pippo prima di venire a prendere te sono passati di qui e mi hanno chiesto di fare alcune ricerche sul vostro nuovo nemico e su una sua possibile collocazione. Purtroppo non ho trovato molte informazioni sul suo conto e sappiamo solo che è un potentissimo stregone capace di sfruttare la propria magia per potenziare gli hearless e i nessuno, in compenso abbiamo trovato il suo nascondiglio.-

-E come avete fatto?- chiese curioso il papero

-Per quello non c’è voluto molto… l’intero mondo è avvolto da un’aura di oscurità e magia che si estende per chilometri creando una specie di barriera… non sarà facile entrare ma forse il keyblade vi aiuterà.-

-Grazie mille Cid. Ci sei stato di grandissimo aiuto- disse Sora pronto a salutare il biondo e a tornare con lo sguardo perso tra le stelle.

-Allora ci sentiamo. Ciao!-

-Ok allora alla prossima… oh un’ultima cosa!- disse prima che Sora chiudesse la chiamata

-Prima di continuare il vostro viaggio perché non fate un salto qui a Radiant Garden? Così vedreste la fortezza restaurata e magari partecipare con noi alla festa del comitato… infondo voi siete i membri onorari! Oh e poi c’è anche una piccola sorpresa per Sora eheheh…-

-Davvero? E cos’è?- chiese il ragazzo, curioso e un po’ sorpreso

-Oh bhè… oh cavoli! Scusate ragazzi ma quel vecchio barbagianni di Merlino si è di nuovo dato fuoco alla barba! Ci vediamo ciao!- disse prima di chiudere la chiamata e correre ad aiutare il vecchio mago.

Quando lo schermo divenne nero Paperino e Sora restarono a fissarlo per alcuni secondi poi si fissarono a vicenda, sorpresi e confusi.

-Secondo te di che sorpresa parlava Cid?- chiese il papero.

-Non ne ho idea- rispose il custode -però una piccola pausa non ci farà male prima della battaglia finale-

Paperino annuì e impostò la nuova rotta. Destinazione: Radiant Garden!

Arrivarono in città alle cinque di pomeriggio. Sora si guardò intorno, meravigliato dai grandi cambiamenti che quel mondo aveva subito. Il sole, anche se basso nel cielo, illuminava le case e le aiuole della città che, lentamente, era tornata al suo splendore iniziale. Da ogni parte si potevano notare splendide aiuole, ricche di bellissimi fiori. Nell’aria si sentivano le voci dei bambini che giocavano incuranti dei pericoli incombenti e rassicurati dall’ottimo lavoro svolto dal Comitato di ristrutturazione della Fortezza che, dopo la sconfitta dell’Organizzazione, era diventato anche Comitato della sicurezza Cittadina. Sporgendosi da un parapetto, poi, gli si presentò la splendida vista della Fortezza in tutta la sua magnificenza dopo i lavori di ristrutturazione: era stata interamente ricostruita e, poiché i colori originali ricordavano troppo gli anni oscuri che la cittadina aveva passato, era stata ridipinta di un bianco fresco e luminoso mentre il grande cuore che ne adornava il torrione principale era stato dipinto di azzurro, come i tetti delle altre torri. Il tutto era ora circondato da un boschetto che si estendeva per tutta la vallata, un tempo arida e deserta.

-Wow! È diventato bellissimo questo posto! Leon e gli altri hanno fatto uno splendido lavoro!- esclamò il custode, meravigliato.

-Grazie mille Sora- rispose una voce alle sue spalle.

-Leon! Da quanto tempo! Come ve la passate qui?-

-Oh tutto ok… qualche heartless e più insistente degli altri ma grazie a Cid, Tron e al sistema di sicurezza è tutto tranquillo… e tu? Cid mi ha detto che il vostro nuovo avversario sarà un osso duro da battere-

-Infatti… ma nessuno ci potrà mai sconfiggere- rispose il brunetto con un sorriso a 32 denti… peccato che non fosse pienamente convinto delle proprie parole.

-Bene. Sono contento di sentirti sempre così ottimista- sorrise

-A proposito! C’è qualcuno che vorrebbe salutarti. Seguimi- disse dirigendosi verso la casa di Merlino mentre Sora lo seguiva, chiedendosi se lì avrebbe trovato anche la sorpresa di cui parlava Cid.

Arrivati da Merlino, Paperino e Pippo si fiondarono all’interno della piccola abitazione seguiti da Leon che entrò con un sorriso e scuotendo la testa in segno di rassegnazione. A giudicare dalle risate e dalle urla di gioia che provenivano dalla casa dovevano esserci proprio tutti… sarebbe stato bello vederli di nuovo e, probabilmente, per l’ultima volta.

Entrò, pronto ad essere sommerso da abbracci e baci e domande ma, appena mise piede sull’uscio, una voce sovrastò tutte le altre, facendo zittire tutti gli altri

-TU! BRUTTO IDIOTA! COME HAI POTUTO! COME TI SEI PERMESSO! O MEGLIO, COME HAI ANCHE SOLO POTUTO PENSARE DI PARTIRE SENZA NEMMENO SALUTARCI?! SEI UN RAGAZZINO STUPIDO! STUPIDO E IDIOTA! HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTO CI SIAMO PREOCCUPATI IO E KAIRI?- a parlare… o meglio… urlare, era stato Riku che ora gli puntava un dito accusatore contro e lo fissava in modo strano: un misto di rabbia, felicità, paura e… affetto?

-R-Riku, p-posso spiegarti, io…- balbettò il custode facendo automaticamente qualche passo indietro ma l’argenteo, da sempre più veloce di lui, non gli diede la possibilità di dire altro e, afferratolo per un polso, lo trascinò fuori con sé ringhiando un "noi due dobbiamo parlare" rivolto agli altri in un ‘velato’ ordine di non disturbarli… a meno che non avessero voluto fare un brutta fine, ovvio.

Riku lo trascinò per qualche metro poi si fermò e, senza una parola, aprì un varco oscuro e ci spinse dentro Sora. Quando uscirono dal varco si ritrovarono in un’enorme stanza. Era molto ampia e al centro c’era un letto a baldacchino, con le coperte bianche e le tende di una leggerissima sfumatura azzurra. C’erano mobili elaborati e finemente intagliati con rifiniture argentate che donavano alla stanza dalle pareti di pietra, un aspetto antico e raffinato.

-Dove siamo?- chiese Sora continuando a guardarsi intorno.

Riku non rispose. Continuava a fissarlo e sembrava aspettare qualcosa. Sora, notato che l’argenteo non sembrava intenzionato a rispondere, chiese

-Bhè? Che c’è? Ho qualcosa tra i denti?- tentò di sdrammatizzare. Riku iniziò ad avvicinarsi e, quando gli fu di fronte…

Sciaf

Lo schiaffo non fu forte ma inaspettato e, lentamente, sulla guancia del custode si formò una stampa rossa. Poi Riku esplose

-Stupido idiota! Ora me lo dici perché te ne sei andato senza dire niente a nessuno? Senza dire niente a noi? Hai la minima idea di come ci siamo sentiti quando, venendo a casa tua, tua madre ci ha detto che non riusciva a trovarti e che la tua tuta da viaggio e alcune robe erano sparite dall’armadio? Ché se non lo sai ci siamo sentiti traditi, abbandonati ma, più di tutto, ci siamo sentiti preoccupati per te! Per te che non hai nemmeno avuto il coraggio di salutarci e che, pur di non averci tra i piedi, pur di essere tu l’eroe, hai chiuso la serratura delle Isole del Destino impedendoci qualunque contatto con gli altri mondi!!!- Sora aveva ascoltato a testa bassa fino a quel momento, cercando di ignorare il dolore che ogni parola dell’argenteo gli procurava ma questo non poteva sopportarlo! Non di essere accusato di egoismo dopo che aveva tentato di tenerli lontani dai pericoli! E non perché voleva fare l’eroe, bensì semplicemente perché voleva proteggerli. Perciò non riuscì a trattenersi dal rispondergli

-Allora se è per questo sei tu il vero idiota! Pensi davvero che io sia così egoista? Riku è vero, non vi ho salutati e ho chiuso la serratura dell’isola ma se l’ho fatto è stato solo perché non volevo che veniste con me! E ripeto che non è per un mio pensiero egoistico ma semplicemente non volevo che vi accadesse qualcosa…- a quel punto le lacrime iniziarono a scivolare lente dagli occhioni azzurri di Sora.

-Sora io…-

-Riku io vi capisco… ho odiato me stesso per essermene andato così. Sapevo che non era giusto ma, andiamo… mi avreste lasciato andare da solo? Questa volta non sarà una passeggiata! Il nemico è molto più forte dei precedenti e persino gli heartless sono più difficili da sconfiggere. Pensi davvero che rischierei la vostra vita solo perché, egoisticamente, vi voglio vicino? Da quando sono partito non ho fatto altro che pensare a voi e al fatto che, probabilmente, mi avreste odiato. Io non…- Si bloccò. Riku lo stava abbracciando. Lo stringeva a sé in modo possessivo, come se avesse paura che, da un momento all’altro, il castano sarebbe scomparso lasciandolo con in bocca il gusto amaro di un sogno tremendamente reale.

L’argenteo, dopo una quantità di tempo indefinita, lo allontanò appena da sé e lo fisso in quei due piccoli laghi azzurri e luminosi, resi ancor più belli perché umidi di lacrime. Avvicinò lentamente il suo viso a quello dell’altro e, ad un centimetro dalle sue labbra…

-Sai che giorno è oggi?- chiese in un soffio. Quando il castano scosse la testa in segno di diniego, senza però staccare gli occhi da quelli verde acqua dell’amico come ipnotizzato, Riku gli rispose e annullò la distanza dei loro visi. Le labbra combaciarono perfettamente come se fossero fatte apposta le une per le altre e quelle del ragazzo più grande iniziarono subito a muoversi su quelle del più piccolo che, dopo un’iniziale momento di confusione, rispose al bacio con uguale passione e dolcezza. Era il 14 Febbraio e Sora aspettava quel gesto da anni ormai, anche se non si aspettava di certo di essere ricambiato!

Riku sfiorò appena con la lingua le labbra dell’altro che si schiusero per dare accesso alla lingua dell’argenteo. Questa subito iniziò una dolcissima danza con la gemella mentre Riku spingeva Sora verso il letto. Lo stese dolcemente, senza staccare le proprie labbra da quelle dolci dell’altro e gli si sedette sopra cercando di non pesargli troppo sullo stomaco.

Lentamente spostò le labbra lasciando una scia di baci lungo la guancia, la mascella e il collo dove i baci venivano accompagnati da piccoli colpi di lingua mentre, sotto di lui, Sora sospirava di piacere.

Le mani di entrambi si muovevano agili sulla pelle come a volerne memorizzare ogni singolo muscolo o cicatrice. Ben presto si ritrovarono senza maglia e con il desiderio di entrambi evidente tramite la stoffa dei jeans. I baci continuavano, passionali e dolci allo stesso tempo e non ci volle molto perché si fondessero in un unico essere: stesso battito, stesso respiro… stessa indivisibile anima.

Giacevano abbracciati in quel grande letto ascoltando i propri respiri. Erano felici, felici come non lo erano mai stati perché, finalmente, entrambi sapevano che c’era una persona pronta a tutto per loro, una persona che gli sarebbe sempre stata accanto e su cui poter contare nei momenti difficili. Ora mancava solo una cosa… c’era un’ultima cosa che doveva essere detta e a parlare per primo fu Riku

-Sora…?-

-Mh?-

-… ti amo…- disse arrossendo appena e incatenando il proprio sguardo a quello del brunetto che sorrise

-Anch’io- rispose dandogli un ultimo bacio prima di addormentarsi.

Riku dormiva profondamente già da qualche minuto quando Sora si alzò il più silenziosamente possibile. Si rivestì in silenzio e, lasciato un bigliettino sul cuscino affianco all’argenteo, uscì dalla stanza. Era ora di partire e ora più che mai era convinto di ciò che doveva fare. Aveva deciso che sarebbe partito da solo perciò arrivò alle porte di Radiant Garden saltando di tetto in tetto e mantenendosi nell’ombra.

-Addio… Riku- un’ultima lacrima scese lungo la guancia del custode prima che si voltasse e iniziasse il suo ultimo viaggio.

Quando, la mattina dopo, Riku si svegliò, la prima cosa che sentì fu freddo. Allungò un braccio verso l’altro lato del letto, tastandolo ad occhi chiusi, nella speranza di percepire il corpo caldo del suo , ormai, ragazzo per poterlo stringere a sé. Quando però la sua mano non toccò altro se non soffice stoffa, aprì gli occhi trovando il letto vuoto. Iniziò a guardarsi intorno in maniera frenetica quando il foglietto bianco sul cuscino catturò la sua attenzione. Lo prese e ne lesse il contenuto… una maschera di tristezza e terrore si formò sul suo volto. Si vestì in fretta e, aperto un varco, arrivò a casa di Merlino dove erano tutti radunati a fare colazione.

-Ciao Riku! Ti siedi a far colazione con noi?- chiese Paperino, ignaro. Tuttavia quando l’argenteo notò che Pippo e Paperino erano lì si spaventò ulteriormente e chiese con un fil di voce

-Ragazzi avete visto Sora?-

A rispondere fu Leon che aveva capito che c’era qualcosa di strano nei movimenti del ragazzo

-No Riku… l’ultima volta è stato ieri pomeriggio prima che tu lo trascinassi via… è successo qualcosa?-

Riku non rispose, al contrario si rivolse a Cid

-Cid puoi accendere il computer e mostrarmi il mondo nemico?-

-Si certo ma non si vedrà molto… come già detto è ricoperto da una barriera oscura che non lascia intravedere niente-

-Riku vuoi dirci che succede?- chiese Leon, ora leggermente irritato dal comportamento del ragazzo che finalmente rispose

-Ieri sera abbiamo litigato ma poi abbiamo fatto pace… quando abbiamo finito di parlare era tardi e ci siamo addormentati però stamattina quando mi sono svegliato non c’era e… diciamo che ho un brutto presentimento. O paura che sia partito senza dirci niente- in realtà Sora glielo aveva esplicitamente detto sul biglietto, che sarebbe partito senza nessuno perché non voleva che qualcun altro rischiasse la vita ma lui ancora non voleva crederci. La conferma però giunse da Cid

-Ragazzo guarda, c’è qualcosa vicino alla barriera. Quel puntino là, lo vedi?-

-Sembra… ehi ma quella è la Gummyship!- disse Paperino sporgendosi sullo schermo. Riku ormai fissava lo schermo in trance e riusciva a malapena a riconoscere le voci di chi gli parlava tutt’intorno.

-Ma non può attraversare la barriera! Verrà distrutto dalla forza oscura prima che possa avvicinarsi ulteriormente!- Cid.

-No… guardate- Leon. Alle sue parole un raggio di luce bianca partì dal puntino rosso e si infranse contro la barriera oscura. Su di essa si formò una piccola spaccatura e la navicella ci passo attraverso. Agli spettatori non fu permesso di vedere altro perché la spaccatura si richiuse quasi subito.

Ora tutti attendevano che accadesse qualcosa, un segno che gli facesse capire cosa stava accadendo lì dentro. I minuti scorrevano, lunghi e interminabili, mentre i visi diventavano sempre più tristi e preoccupati. Poi, a squarciare la calma intrisa di tensione, fu un urlo proveniente dalla città. Tutte le teste scattarono in direzione della porta e il primo a lanciarsi fuori dall’abitazione fu Leon.

Riapparve dopo poco con un’espressione di puro terrore in volto.

-Ragazzi dovete aiutarmi! Gli heartless si sono triplicati e stanno attaccando la città. Il sistema di sicurezza non riesce a tenerli a bada!-

Tutti, allora, uscirono all’aperto e ciò che si trovarono di fronte fu un fiume nero e bianco che ricopriva le strade della città. A quella vista l’unico pensiero che attraversò la mente di Riku fu "Sora ha fallito… a voluto fare di testa sua e ora ho perso sia lui che, probabilmente, il nostro mondo". Il cuore gli si strinse in una morsa di ferro mentre iniziava ad attaccare i nemici che, implacabili, morendo venivano subito sostituiti. La sua era rabbia mista a dolore che gli donava una forza spropositata. La sua mente però agiva d’istinto e in modo quasi meccanico mentre lacrime di dolore gli solcavano le guance.

Fu un attimo. Gli heartless e i nessuno smisero di attaccare e, quasi contemporaneamente, iniziarono a scomparire tra lo stupore generale. Riku fu il primo ad intuire ciò che era accaduto e tornò nella piccola casa del mago… di fronte ai suoi occhi la barriera d’oscurità che circondava il mondo nemico iniziò a riempirsi di crepe luminose ed esplose in mille pezzi con un’ondata di luce. Sora ce l’aveva fatta! Iniziò a ridere, in modo isterico, con quella risata di chi, pensando di aver perso tutto, viene improvvisamente rassicurato. Quando gli altri lo raggiunsero non potè fare a meno di iniziare a ridere e piangere dicendo

-Sora ce l’ha fatta! Ce l’ha fatta, ci è finalmente riuscito! Quell’idiota mi sentirà quando torna… ci ha fatto prendere un colpo-

Il sorriso tornò sul viso di tutti quanti. Erano salvi finalmente!

A Leon però c’era ancora qualcosa che non quadrava, tuttavia sperò si trattasse solo di uno stupido presentimento infondato.

Passarono i giorni e la cittadina era tornata alle normali attività quotidiane ma Riku non riusciva ancora a capire. Perché Sora non era ancora tornato? Perché ci metteva tanto?

Ad un tratto bussarono alla porta… in casa del vecchio mago non c’era nessuno perciò andò lui ad aprire. Sull’uscio c’era il re Topolino e un altro mago molto alto, con una lunga barba grigia e un lungo cappello a punta. Una particolare colpì il ragazzo… se tutto era finito per il meglio… perché il re e quello strambo tizio avevano quelle facce da funerale?

-Maestà che succede?- chiese facendosi da parte per far entrare gli ospiti.

-Riku, lui è Yen Sid… è arrivato al castello Disney qualche giorno fa per darmi la terribile notizia… mi dispiace davvero- disse il re con aria affranta

Riku non capiva… era tutto un malinteso, Sora stava bene e sarebbe arrivato a momenti… allora di quale terribile notizia parlavano?

-Maestà non capisco…-

-Riku…- a parlare questa volta fu il mago con voce cupa e profonda -Cosa pensi sia successo durante la battaglia tra Sora e Morfangh?-

-Chi?- chiese perplesso l’argenteo

-Tra Sora e lo stregone, Morfangh… come pensi sia andata a finire?-

-Che domande! Sora lo ha sconfitto, punto. Sta solo facendo un po’ di ritardo ma scommetto che arriverà a momenti…-

-Riku… Sora è morto… nello scontro è stato ferito gravemente prima che desse il colpo di grazia al suo nemico e non ce l’ha fatta. L’esplosione del pianeta l’ha colpito prima che arrivasse alla navicella-

No… era assurdo… Sora non era morto, Sora stava bene, stava tornando da lui… Sora… Sora non poteva morire, si erano appena messi insieme, si erano appena dichiarati… lui non poteva davvero…

-È assurdo… Sora non può essere morto, lui… lui sta bene. Lui…- l’argenteo non riuscì a trattenersi e iniziò a versare silenziose lacrime.

I giorni seguenti li passò così, distrutto dal dolore, poi partì. Lo cercò in ogni mondo con la speranza di ritrovarlo, con la speranza di rivedere il suo sorriso e di poter baciare ancora una volta quelle piccole labbra.

Ma lui non c’era… ormai non c’era più.

Dopo tre lunghissimi anni passati a cercarlo si arrese all’evidenza e tornò sull’isola. Li diede la terribile notizia anche a Kairi e ai genitori…

Furono organizzati dei funerali e, per non svelare a tutti l’esistenza di altri mondi, fu seppellita una bara vuota tra pianti e parole intrise di dolore. Il dolore più grande però probabilmente continuò a provarlo Riku. Non gettò mai via quel piccolo pezzo di carta che il custode gli aveva lasciato prima di andarsene… era l’ultima cosa che gli restava di lui e, quando il suo ricordo si faceva incredibilmente doloroso la stringeva al petto e continuava a versare lacrime silenziose.

Per lui la vita si era fermata a quella sera in cui si erano dichiarati esternando i propri sentimenti.

Fine

note di Ayumu ^^: dunque che dire? Ho pianto anch'io mentre scrivevo la fine ma mi trovo meglio a scrivere shot di genere triste. Anche se ho in programma qualcosa di più allegro...

Eh lo so… con un giorno di ritardo rispetto alla festività ma… meglio tardi che mai no? Mmm comunque sono abbastanza soddisfatta poi fatemi sapere voi cosa ve ne pare. Perciò commentate e criticate… io vi ringrazio anticipatamente e vi dico… alla prossima! Ciao ciao

Baci Ayumu <3

   
 
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