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Autore: pyromaniac_lace    16/02/2010    1 recensioni
La mia prima fic su EFP! Spero vi piaccia. Un piccolo tributo a Yoko e Kamina, prima che la gioia dell'amore di trasformasse in solitudine.
"Rosso e blu che si univano per darsi un ultimo saluto - loro erano l'inizio e la fine della giornata: portavano rispettivamente con sè il sole e la luna, così distanti e così necessarie, per la vita umana. Aveva sempre pensato che la loro collaborazione fosse basata sull'amore incondizionato che esisteva in natura."
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day and Night

Era ormai il tramonto.

Si fermò per un attimo ad osservare quello spettacolo a cui, nonostante fossero passati mesi, se non anni, dalla distruzione del suo villaggio e, di conseguenza, alla loro nuova vita in superficie, non era ancora riuscita ad abituarsi: i colori del giorno, ormai tendenti all'arancio e al rosso scarletto via via che andava allontandosi dalla fonte di luce principale, quella che gli umani, una volta, chiamavano sole, si perdevano e si mischiavano in una violacea unione con il blu scuro della notte che prendeva il sopravvento.
Rosso e blu che si univano per darsi un ultimo saluto - loro erano l'inizio e la fine della giornata: portavano rispettivamente con sè il sole e la luna, così distanti e così necessarie, per la vita umana. Aveva sempre pensato che la loro collaborazione fosse basata sull'amore incondizionato che esisteva in natura.
Amore... «Yoko, che stai facendo?» la voce che le arrivò vicino le fece correre un brivido su per la schiena ma non se ne preoccupò: ormai le succedeva sempre. Si voltò a malapena con il volto ancora apparentemente annoiato da quegli stupidi pensieri che ogni volta la coglievano al calare della notte, inesorabile, in cui persino gli uomini bestia si fermavano a riposare e lei smetteva di essere una cecchina, un mero strumento da guerra e tornava ad essere una ragazza, agli occhi di tutti, tranne che ai suoi, sempre celati dietro quegli assurdi occhiali.
«Mi stavo riposando. Oggi è stata una giornata piuttosto lunga» dissi, con voce stanca e tornando a guardare il rosso che pian piano scompariva, in presenza dell'oscurità: un po' come lei, quando Kamina le era vicino, come in quel momento.
Era strano spiegare quello che lui provocava in lei ogni volta: nonostante fosse un emerito idiota, buono soltanto a gettarsi a capofitto in situazioni pericolose e... salvarli tutti al momento giusto. Forse Kamina era nato sotto qualche buona stella che gli avrebbe garantito il successo nelle sue imprese.
Non sapeva ancora quanto si sbagliava.
«Aaah, non mi hai ancora detto come si chiama questa cosa» osservò, ancora alle sue spalle, ma adesso più vicino - poteva benissimo immaginarselo, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso sul sole che era ormai sul punto di scomparire per dodici ore o poco meno.
«Tramonto» disse semplicemente Yoko, ormai completamente assorta nei suoi pensieri. Ormai era al suo fianco, più vicino di quanto preferiva rimanesse: aveva notato che il suo cuore prendeva strane ritmi, quando erano soli.
«Tramonto, eh?» ripetè. Vinta da un'insensata curiosità - come se non conoscesse quel volto così pieno di sè - sollevò lo sguardo per guardarlo: di profilo, vedeva benissimo i suoi occhi ardere di determinazione, mentre guardava la grande distesa blu ormai ricoperta di stelle. Anche il sorriso che sfoggiava era uno dei suoi tipici da Montato Numero Uno. Sospirò e, così facendo, attirò l'attenzione di Kamina su di sè che, per un attimo, rimase perplesso. «Che hai? Guarda che sei stanca, dovresti riposare, che domani ci mettiamo di nuovo in marcia--».
«Sì, per vincere gli uomini bestia. Lo so» e si alzò, avviandosi verso il resto del gruppo, dal quale si erano isolati, sistemandosi il fucile sulle spalle. Cos'altro poteva aspettarsi da uno come lui? Che la considerasse come Yoko, la ragazza che aveva guidato lui e Simon in superficie o come Yoko, la loro difesa sprovvista di ganmen? Era molto più probabile la seconda. Lei era solo un supporto.
Il tempo di pensarlo e la mano di Kamina, dalla presa forte e non proprio gentile, le afferrò il polso, impedendole di allontarsi. Il suo cuore perse un battito. «Sul serio, Yoko... c'è qualcosa che non va?» Si voltò verso di lui, stupita di quel contatto, di quella sua preoccupazione nei suoi confronti - per lei, Yoko in quanto ragazza - ed incrociò i suoi occhi, a malapena oscurati dalle sopracciglia corrucciate e, soprattutto, i suoi capelli, che quasi si confondevano con la notte. Il giorno, a quel punto, era sparito, risucchiato nel vortice di emozioni che la notte aveva appena scosso in lui. Rimase per un attimo ferma, immobile, semplicemente a guardarlo negli occhi e a prendere coscienza di quello che provava nei suoi confronti sin da quando l'aveva visto combattere la prima volta - testa calda che non era altro.
Rimasero così, in silenzio, ancora per un po', in attesa che uno dei due dicesse qualcosa. Inspirò profondamente, cercando di celare con un atteggiamento strafottente quel forte rossore sulle guance, presente sulle sue guance con un'intensità tale da farle ardere il volto.
«Sto benissimo!» esclamò, liberandosi dalla presa ed incrociando le braccia, voltandosi a malapena. Era una mezza verità: si sentiva talmente bene che riusciva a credere nell'obiettivo di Kamina, quello di raggiungere i cieli, non le sembrava più così lontano. «In fondo, con chi credi di avere a che fare?» aggiunse, emulando il tono del ragazzo che, forse un po' sorpreso dal suo repentino cambio di atteggiamento e un po' sollevato, sorrise. Le porse il braccio per permetterle di intrecciarlo con il suo e formando, così, un gesto di squadra. Anche lei sorrise e, poco dopo, le loro braccia erano intrecciate.
«Era quello che volevo sentirti dire, compagna!» esclamò, nel suo tono da leader e lei scoppiò a ridere.
Non le importava se il giorno veniva, al momento, portato via dalla notte: era sicura che, prima o poi, anche la notte sarebbe stata sconvolta e risucchiata dalla luce del giorno...
E allora, lei e Kamina sarebbero stati assieme.
  
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