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Autore: Karyon    16/02/2010    4 recensioni
"Il mare cantava e cantava, da ore, da giorni.
Sussurrava di battaglie e di morti che mai avrebbe voluto conoscere."
[...] Per quanto detesti ammetterlo, la vita va avanti, il mare non si ferma Ben».
«Cosa succederà adesso?»

Partecipa a "A year together" del Collection of Starlight. [Forte SPOILER manga]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Shanks il rosso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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»280. Danzò sui propri cadaveri al ritmo di un'incomprensibile litania.

Umi no Uta ~ Il canto del mare

 
Piangeva quella notte - il mare – di un pianto lento e gorgogliante che sembrava ribollire nelle viscere stesse della terra.

E il cielo era torbido, lì nel Nuovo Mondo, a soffocare l’aria con un’oscurità senza luce.

La grossa ancora precipitò in mare con un fragore, assordante nel silenzio irreale che volteggiava sull’acqua imperturbabile. E la nave fu ormeggiata.

Shanks appoggiò l’avambraccio nudo sulla balaustra usurata e guardò di fronte a sé: il mare cantava e cantava, da ore, da giorni.

 Sussurrava di battaglie e di morti che mai avrebbe voluto conoscere.

«Shanks, siamo fermi. Dobbiamo aspettare?» Ben Beckman gli si arrivò alle spalle, aspirando una boccata dalla sottile paglia che aveva tra le labbra.

Il Rosso sospirò, senza voltarsi «Ci fermeremo a riposare, ma non credo arriverà qualcuno» replicò.

Ben incrociò le braccia, alzando lo sguardo verso il cielo caliginoso «Chi aspettiamo?»

«Qualcuno che non verrà…» ribatté Shanks, girandosi di scatto a guardare la nave silenziosa – fin troppo in realtà.

Squarci.

Squarci profondi nel legno resistente e vele lacerate che si dibattevano lugubri nel vento sottile; ferite profonde che laceravano l’animo stesso della Red Force.

Shanks scostò il lungo mantello nero, lasciando intravedere per un attimo le bianche bende che gli fasciavano parte del busto.

Ben mosse qualche passo sulle tavole crepitanti, e la cicca, ancora in parte integra, volò oltre il parapetto, disegnando una fioca parabola fino al mare gorgogliante e tranquillo. Poi si girò a fissare il suo Capitano con entrambi i gomiti poggiati alla balaustra «Come vanno le ferite?» Domandò, tranquillo, nonostante lo sguardo si fissasse fin troppo sulla schiena dell’altro.

Lui era il vicecapitano di quella ciurma, viveva con Shanks da anni – tanti, molti – tuttavia mai aveva assistito a qualcosa del genere.

Una guerra, una vera e propria guerra al limitare del Nuovo Mondo che aveva distrutto gran parte della loro nave e un certo numero di quelle del terzo imperatore.

E loro non avevano potuto fare niente.

Un ordine del loro Capitano – che così raramente esercitava il suo ruolo -, un ordine che non avevano potuto ignorare. Tuttavia, quando Kaidou lo aveva colpito, aveva dovuto ferire se stesso per non disubbidire.

Shanks si portò la mano a sfiorare le bende, con un leggero sorriso «Vanno bene, dopotutto non è niente di grave… e i motivi di Kaidou sono fin troppo chiari, in fondo» fece e poté quasi avvertirla nell’aria, la tensione che impregnava i muscoli del suo compagno. «Cosa c’è che non va Ben?»

Il vicecapitano ghignò «Non ti si può nascondere niente, come al solito!»

Il Rosso si girò a fissarlo, ogni traccia di sorriso scivolata via come un’illusione «Siete i miei compagni e la mia ciurma, è mio compito capire queste cose…»

«E suppongo che il mio sia quello di aiutarti…» replicò l’altro con un ghigno che sfiorì quasi all’istante «Non ti nasconderò che sono preoccupati. Tutti quanti, me compreso» fece pratico, fissandolo.

Shanks annuì «Lo avevo avvertito. La battaglia con Kaidou è stata più difficile di quanto pensassi, tuttavia non è irrimediabile. Con lui… è così quasi sempre».

Ben sospirò «Non sottovalutarci, Capitano, non è una battaglia a spaventarci» ribatté, incrociando le braccia. «Sebbene vederti all’opera contro un altro “Imperatore” sia stato frustrante; entrambi le navi sono distrutte e entrambi siete feriti profondamente…» spiegò, indicando il suo petto con un movimento del mento. «Siamo stati preoccupati per la tua salute, inutile negarlo, ma non è solo questo. La coincidenza della morte di Barbabianca e la fine della tregua con Kaidou non possono che preoccuparci: il Nuovo Mondo si fonda su questo, dopotutto».

Shanks si sedette con qualche difficoltà su una botte mezza vuota e piuttosto instabile, poi accavallò le gambe «La morte di Barbabianca è un gravissimo evento, non te lo nascondo. Lui era l’uomo più forte del Mondo, era un modello per la metà dei pirati che osano avventurarsi nella Grand Line ed era un grande uomo, oltre che essere fondamentale per la pace tra i Mari. Tuttavia, per quanto detesti ammetterlo, la vita va avanti, il mare non si ferma Ben».

«Cosa succederà adesso?»

Si fissarono in silenzio – con la musica del mare a riempire le orecchie e l’animo di litanie vibranti e sconosciute.

«Ti mentirei se ti dicessi di essere sicuro, di essere pronto. Però una cosa posso dirtela: il Nuovo Mondo non ha niente a vedere con noi tre, né con nessun altro. Il mare continuerà a ondeggiare e agitarsi, ad affondare navi o soccorrerle, non importa quanta gente morirà…» spiegò e Ben pensò di non aver mai visto quello sguardo, quella luce – che era insieme rassicurante e terribilmente cruda.

Per un attimo, un solo attimo ebbe quasi paura di lui. E forse era proprio quello a renderlo uno degli uomini più potenti del Nuovo Mondo, uno dei pochi che potesse competere con quelle acque infestate, che fosse parte del mare in modo totale.

Però era anche il suo Capitano e lui doveva andare al di là di tutto quello – vedere anche lui, e non solo il suo potere – era il suo compito, lo aveva sempre fatto.

Lo scrutò in silenzio, poi chiuse un attimo gli occhi mentre accendeva una nuova sigaretta «E il ragazzo?»

Shanks alzò di scatto la testa a fissarlo «Cosa?»

Ben riaprì gli occhi a piantarli sul suo viso, con distacco «Portgàs D. Ace, il secondo Capitano di Barbabianca e fratellastro del nostro Rufy» spiegò e la vide, la crepa, che si apriva lentamente sotto la pelle, quando lo sguardo del Capitano si oscurò.

Purtroppo lui era anche il vicecapitano della nave, doveva capire fino a che punto fossero in pericolo.

«Credi che mi faccia prendere dagli eventi?» Fece Shanks con voce tranquilla, ma gelida.

Ben aspirò e il fumo si espanse tra loro come un’ombra «So solo che sono passate due settimane, abbiamo parlato della nave, di Kaidou, delle ferite, di Barbabianca… non hai nominato una sola volta la morte di Ace».

Il Rosso si alzò «Ci sono cose che non condivido, Ben, tu dovresti saperlo bene».

L’altro si limitò a far scivolare lo sguardo sulla sua figura, fino a posarsi sull’occhio «Mi hai persino raccontato dello scontro con quel Teach, e delle battaglie con Mihawk».

Shanks scrollò il capo «E’ diverso. Queste sono soltanto lesioni, per quanto brucino non fanno altro che togliermi un po’ di corpo. Non mi interessano».

«Vuoi dire che anche la perdita del braccio non era niente?» Replicò Ben, muovendo un passo in avanti.

Shanks si sfiorò la spalla sinistra per un attimo, poi lasciò ricadere il braccio «Anche questo è solo corpo. Una volta rimarginata, non resta che l’abitudine».

«E Ace?»

«Quello… quello è stato un errore» fece a fatica il Rosso. «Dovevo fermare Barbanera quando potevo farlo».

«Intendi uccidendolo?» Lo interruppe il vicecapitano, sempre con troppa calma – che non sembrava raggiungere la pelle gelida.

Il suo Capitano non rispose, ma lo sguardo che andò a fissarsi nel vuoto fu fin troppo chiaro.

«Aveva ragione Kaidou, quando disse che la guerra avrebbe cambiato tutto…» sospirò Ben, camminando lentamente verso di lui, per poi posargli una mano sulla spalla. «Siamo i tuoi uomini, ti seguiremo sempre ricordatelo. E io ti sono amico, per quello che può significare».

Shanks strinse per un attimo il pugno lungo i fianchi, il tremore gli attraversò i nervi propagandosi sul per la schiena; quando parlò però, il suo tono era fermo e tagliente – come il clima che avvolgeva il Nuovo Mondo quel giorno.

«Partiamo… non verrà» ordinò.

«Era Kaidou vero? Volevi rivederlo ancora?»

«Volevo vederlo, prima di decidere cosa fare» replicò Shanks, gli occhi pieni di quel mare che amava – e odiava – con tutto se stesso.

Un mare che cantava sempre, impietoso,di vittorie e di tragedie, che se ne fregava del dolore e della morte.

«Cosa faremo allora?» Continuò ancora Ben, in un sussurro quasi inudibile. «Torniamo indietro

Il Rosso negò «Sveglia tutti adesso, la nave va riparata il più velocemente possibile. Andiamo avanti, devo vedere un’altra persona».

Ben sgranò lo sguardo per un attimo: davvero aveva creduto che sarebbero tornati indietro, per i morti caduti, per quel ragazzino che portava addosso la sua promessa.

«Sei sicuro?» Chiese, per una volta esitante.

Quella volta Shanks lo guardò «Sì è quello che devo fare. So cosa stai pensando, ma starà bene – ne sono sicuro…» cominciò, poi si girò un’ultima volta verso quella distesa sconfinata di mormorii infiniti. «Il mare ha cominciato a danzare, quando è così non possiamo fare altro che assecondarlo e andare avanti, per quanto sia doloroso» concluse, muovendosi verso la porta di sottocoperta.

Ben poggiò entrambe le mani sui fianchi, con un sospiro rivolto all’aria gelida e ventosa: la Nuova Era stava filtrando in tutti loro lentamente, stillando dolore e speranza e doveri e desideri.

Loro non potevano fare altro che stare a guardare.

 

 

N/A

Allora, allora. Qui andiamo in “luogo sacro” – ossia lo spoiler.
Questo piccolo frammento si svolge dopo la fine della Guerra a Marineford (con l’ipotetica morte di Barbabianca e la quasi certa di Ace), e dopo lo scontro che sarebbe avvenuto al limitare del Nuovo Mondo tra Shanks e il terzo Imperatore Kaidou (talvolta Kaido o Kaidoh).
Io sono sempre convinta che Shanks non lo vedremo né durante, né dopo la guerra, questo perché credo abbia dei piani e credo abbia una sua strategia.
Nella mia personalissima visione, in questa storia lui decide di assecondare gli eventi, andare avanti e decidere per il meglio della pace e del Mondo.
(Shanks continua ad essere la mia visione personificata del mare stesso).
Potrebbe sembrare OOC.
Dico “potrebbe”, perché per me non lo è – ho provato a studiarlo molto prima di scrivere di lui, e sono quasi sicura di questo. Su Ace non mi pronuncio. Shanks credo sia il tipo da soffrire in silenzio – molto più profondamente che un urlo o una disperazione visibile.
 Ovviamente, per qualsiasi critica Ai em iar.

Oggià, la storia partecipa al “A year together” del Collection of Starlight ~ prompt in alto.
Amo molto questo prompt, spero di averlo reso al meglio.
Bon, alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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