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Autore: SugarLudo    16/02/2010    3 recensioni
Questa è una fanfic ambientata dopo la perdita della vista di Giusy. E se qualcuno la aiutasse in modo molto efficace a superare questa difficoltà? E se lei fosse innammorata di lui? E'una Guisy.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una one-shot che ho pensato di scrivere dopo l’episodio del Mondo di Patty quando Giusy perde la vista. La storia è diversa rispetto a quella del telefilm,ma spero che possa piacere comunque.

È una Guisy.

Voglio dedicare questa fanfic a una delle mie migliori amiche Pikkolakekka,perché so che adora questa coppia. Voglio inoltre ringraziare sbrodolina per avermi convinto a pubblicarla nonostante io pensassi, e penso, che non si affatto bella. Perciò ora vi auguro buona lettura,un bacione. SugarLudo

 

 

 

Oltre gli occhi…

 

Seduta lì,in quel letto di quell’ospedale,immersa nell’oscurità. Stringevo le lenzuola tra le mani ma non riuscivo a vedere il loro colore,non vedevo niente. Mi sarebbe bastato vedere anche solo il nero delle mie palpebre come quando hai gli occhi chiusi,ma ogni mio desiderio sembrava irraggiungibile come una fiamma accesa tra i ghiacci.

Tutto quello che mi rimaneva erano i ricordi,si facevano spazio nella mia mente lasciando immagini impresse dentro di me.

Una lacrima calda scorreva,nuovamente,sul mio viso,scendendo da quegli occhi ormai senza utilità…

Ascoltavo con attenzione i rumori,non mi sfuggiva neanche un sospiro. Avvertivo i passi dei medici fuori dalla mia stanza,il vento fuori dalla finestra che soffiava forte e purificava il mondo. Questa era l’idea che avevo del vento. A differenza degli altri a me piaceva quando attraversava con violenza i miei capelli,gelava il mio viso e appannava i miei occhi castani. Ho sempre immaginato che esso scegliesse cosa portare con sé e cosa lasciare al mondo…

E quella notte aveva deciso di portare via una parte di me,lasciandomi senza più la possibilità di vedere il cielo,le nuvole,le case,le strade,gli occhi delle persone a me care.

Sapevo che mi sarebbe mancata la mia vecchia vita,ma sapevo che non c’era via d’uscita…

Strinsi più forte le lenzuola di quel letto incolore e mi lasciai andare in un pianto a dirotto pensando a tutto quello che avrei perduto nel misterioso ma imminente futuro…

D’un tratto un rumore di passi,si avvicinava alla mia stanza, finché non sussultai allo bussare della porta.

<< Chi è? >> chiesi intimidita mentre con le mie mani fredde tentavo di asciugarmi le lacrime dal viso.

<< Sono Guido >> rispose la voce.

Il mio cuore sussultò,cosa provavo per lui? Rabbia? Odio? Pena? Perdono?

Non sapevo rispondere a quell’interrogativo,ma sapevo che avevo bisogno di sentire il suo respiro,di accarezzare le sue mani,di stringerlo forte a me…

Così risposi: << Avanti,puoi entrare>>.

Lo sentii avvicinarsi con respiro pesante,e sentii il letto sobbalzare sotto di me quando si accomodò al mio fianco.

<< Giusy…>> incominciò lui cercando le parole. Sentivo la sua voce spezzata dal pianto mentre probabilmente una lacrima scendeva cauta sulla sua guancia.

<< Shhh…non mi devi spiegare niente. È andata così,così come doveva andare…>> nella mia voce c’era comprensione ma anche una punta di rimprovero nei suoi confronti che sono sicura lui percepì.

Mi prese teneramente la mano,la sua era calda, piacevolmente calda.

<< Mi dispiace tanto >> si scusò lui. Era sincero,lo potevo sentire.

<< Lo so…>>annuii.

<< Potrai un giorno perdonarmi? >> mi supplicò,stringendo più forte la sua mano nella mia.

Aspettava una risposta vera a quella domanda.

Io però ero combattuta e non sapevo trovare le parole giuste.

<< Non lo so Guido >> furono le prime parole che uscirono dalle mie labbra tremanti.

Sospirò,forse più lacrime di sconfitta scesero sul suo viso,forse invece i suoi occhi erano pieni di rabbia o forse era un semplice respiro. Ma io non potevo vederlo.

Allungai una mano in cerca del suo viso,lui la prese e la appoggiò sulla sua guancia. Io gliela accarezzai.

Aveva bisogno di una seconda possibilità ed io gliela avrei concessa,di questo ne ero sicura.

<< Non so se ti perdonerò,ma so che possiamo ricominciare tutto daccapo dimenticando quest’incidente>> affermai quasi in un sussurro. Poi continuai: << Ma ciò non vuol dire che dimenticherò tutto questo,anche perché il danno che mi ha procurato è permanente,definitivo >>

Alzò il viso,che scivolò sotto le mie dita.

<< Giusy grazie,sentirti dire questo era tutto quello di cui avevo bisogno>> mi disse con dolcezza.

<< Come vorrei vedere il tuo viso beato in questo istante>> ammisi con malinconia.

Guido si avvicinò e mi promise: << Giusy io ti giuro che tu imparerai a vedere ad occhi chiusi,te lo insegnerò io>>

<< Cosa dici Guido?? >>risi io.

<< Ti fidi di me? >>

<< Certo che mi fido di te >>

<< Allora non ci resta che aspettare che tu esca da quest’ospedale così ti porterò in giro a vedere il mondo,va bene? >>. Non so perché ma credetti alle sue parole e lo abbraccia immaginando cosa mi avrebbe insegnato una volta fuori di lì.

Dopo 3 giorni…

Ero nella mia stanza,seduta sul mio letto e sorridevo. Aspettavo che Guido arrivasse. Mi aveva detto: “ Oggi manterrò la mia promessa”. E mai come ora credevo gli credevo.

Fortunatamente oggi a casa c’era solo Matias,così che mia madre non avesse intralciato l’intento di Guido.

D’un tratto, in quel silenzio di quella calda mattina,sentii bussare la mia porta. Appoggiai la testa alla parete fredda dietro di me e dissi : << Avanti >>.

Lo scricchiolio della maniglia e poi dei passi silenziosi che con cautela si avvicinavano.

<< Buongiorno Giusy,sono Guido>> mi salutò dandomi un leggere bacio sulla guancia e porgendomi un fiore che immaginai fosse un tulipano. Lo rigirai tra le dita e ne annusai il dolce profumo.

<< Ciao,grazie del fiore >>

<< Di niente,è il minimo >> rispose lui sottolineando ancora una volta la sua colpa. Poi dalla sua presunta espressione imbronciata sentii nascere un sorriso,profondo,di quelli che solo Guido riusciva a fare. Li ricordavo, e rimanevano ancora del tutto chiari e vividi nella mia mente.

<< Pronta per andare? >> chiese.

<< Dove? >> domandai a mia volta sorridendo e socchiudendo le palpebre.

<< A fare un giro,a scoprire il mondo… >> disse misterioso. Poi mi prese la mano,la intrecciò con la mia e con delicatezza mi fece alzare dal letto.

Con il mio bastone e mano nella mano con Guido,percorrevo la mia casa,che ormai conoscevo a memoria. E fin qui era tutto facile,chiusa nel mio spazio,dove tutto mi era familiare e quasi ovvio. Ma il turbamento era attraversare quella porta che mi apriva al mondo,a quel mondo che sarebbe stato diverso,di questo ne ero sicura,in piccole e grandi cose. Ma con lui così vicino a me tutto mi sembrava possibile,dovevo solo sapere di poter contare sull’aiuto di qualcuno che non mi avrebbe tradito e soprattutto che mi avrebbe amato qualunque cosa sarebbe successa.

Passo dopo passo arrivò il momento di attraversare quella porta. E lo feci senza esitazioni,con il cuore pieno di entusiasmo ma anche pieno di paura.

Era una giornata calda,lo sentivo,sopra il mio viso il sole batteva e riscaldava le mie guance negli ultimi tempi a lungo rigate dalle lacrime. Ora sembrava che quel sole le volesse asciugare per far sì che il sorriso potesse tornare a risplendere sul mio viso.

<< Immagino che è una bellissima giornata oggi…>> dissi sorridendo a Guido.

<< Neanche una nuvola nel cielo. Non se riesci a immaginare la lunga distesa di blu,sconfinata,che ti fa sentire così piccola e indifesa,ma che nello stesso tempo ti da sicurezza e serenità quando ti perdi nella sua limpidezza>> mi sussurrò.

Le immagini,i ricordi, di quel cielo che una volta mi era visibile,tornavano alla mia mente e lasciavo che essa vedesse per me,quello spettacolo,quel capolavoro della natura,che, prima di quell’incidente,osservavo senza darci troppa importanza. Ora invece rimpiansi di tutti quei momenti persi davanti al PC o chiusa nella mia stanza,quando invece avrei potuto immortalare più volte quel cielo e scriverlo nei miei ricordi. Mi sarebbe davvero servito.

Ma ora non era il momento di rimpiangere il passato,ora dovevo organizzare il mio presente,in modo totalmente diverso da come avevo fatto finora…

È vero non vedevo lo spettacolo di quella mattinata,ma riuscivo ad immaginare tutto. Ecco,forse dovevo ritenermi fortunata,rispetto ai ciechi di nascita: io avevo i ricordi che mi aiutavano a vivere il presente. Mi sentivo impensabilmente fortunata. Ora capivo finalmente il profondo significato quella frase che di fretta in quella lontana sera avevo scritto su un foglio:

L’uomo si ritiene felice solo quando incontra qualcuno che sta peggio di lui…

Dovevo solo pensare positivo,era tutto quello che mi restava da fare.

Grazie alla mia mente vedevo il passato,anche insignificante,riflesso nel presente nelle azioni abituali e potevo immaginare l’ignoto futuro affidandomi a tutto quello già acquisito…

<< Sì Guido lo immagino, il sole che si sente libero di brillare senza essere ostacolato da nessuna nuvola,e quando tenti di guardarlo ti acceca con il suo bagliore,ma non ti importa,stringi le palpebre e vai avanti per la sua strada illuminato dalla sua luce…>> dissi mentre le immagini dentro la mia mente diventavano sempre più vivide.

Guido sospirò e poi continuò a raccontarmi di quel cielo sereno: << Ora un uccello sta passando solitario e sfida la brezza leggera di questa mattina,si sente potente e superiore a tutti noi quaggiù,sbatte le ali,libero>>

Sorrisi,mi sembrava di poterlo vedere,mi sembrava di essere accecata dal sole,mi sembrava di perdermi in quel celeste.

<< Giusy vogliamo continuare la nostra passeggiata? >> mi propose Guido.

<< Con piacere >> accettai sorridendo,cercando la mano di lui.

Camminammo,chissà per quanto tempo,chissà dove,chissà in quali situazioni. Guido mi raccontava tutto quello che accadeva: dalla vista di una nuvola solitaria al di sopra di un palazzo,al sorriso di una mamma verso il suo bambino.

Non so realmente cosa successe,ma per me era come quando leggi un romanzo e tutto prende forma secondo la tua fantasia.

Cominciai a pensare che forse oltre ad essere un grosso limite quello della cecità era anche un vantaggio,potevi vedere solo quello che ti interessava,solo gli aspetti piacevoli, tralasciando tutte le cattiverie che costituiscono questo incomprensibile mondo…

Come un guscio che ti protegge dalla realtà,anche se in modo limitante in certi aspetti…

Ad un certo punto il terreno sotto i miei piedi stanchi si fece più irregolare e la dolce voce di Guido cominciò a narrare di un sentiero di campagna con una vista meravigliosa. Sentivo gli uccelli cinguettare e annunciare il tramonto che si apprestava,come sempre, a chiudere, con i suoi colori caldi, quella irripetibile giornata,dove avevo imparato a osservare il mondo oltre gli occhi …

<< Sediamoci qui >> annunciò ad un tratto il ragazzo al mio fianco,poi continuò: << da qui c’è una vista bellissima del tramonto…si vede l’orizzonte … >>

Con cautela e con l’aiuto di Guido mi sedetti su quel terreno leggermente scosceso e posai la testa sulla sua spalla : << Grazie Guido di questa fantastica giornata. Mi hai insegnato a vedere attraverso l’immaginazione i momenti più importanti e quelli più banali. Ma ora ti chiedo un ultimo favore: potresti descrivermi di questo bellissimo tramonto che si presta ai tuoi occhi? >>

<< Certo. Il sole cala tra due monti,immerso nel verde. Al di sopra di esso fantastici giochi di luce creano colori che sfumano dall’arancione al rosa chiaro. Le nuvole appaiono soffici e colorate. Un orgoglioso falco vola spensierato in questo capolavoro della natura spezzando le nuvole…è tutto così perfetto e armonioso,vorrei tanto che tu lo potessi vedere…>> la voce di Guido prese una nota di tristezza sulle ultime parole,ma io gli sorrisi: << Guido ma io lo vedo,nei miei ricordi,nella mia fantasia,vedo tutto. E vorrei anche tu sorridessi,vorrei immaginare la tua espressione felice…>>

Rise leggermente.

<< Sono contento di essere riuscito nel mio intento di farti vedere il mondo nonostante tu abbia perso la vista>>

Lo abbracciai e poi,con tutto il coraggio che il mio cuore possedevo dissi: << Guido,nonostante tutto quello che è successo, e nonostante io mi sia impedita di farlo,io ti amo…>>

<< Fai sul serio Giusy? >> Guido sobbalzò.

<< Sì. E vorrei che questo tramonto durasse per sempre,vorrei che il mio mondo si fermasse così,qui con te>>

Desideravo davvero che quel sole non tramontasse mai e ci lasciasse l’opportunità di vivere per sempre quel momento, così felice e così romantico che quel giorno ci aveva riservato.

Ma avevo la certezza che di questi momenti così ce ne sarebbero stati altri e che avrei avuto sempre il medesimo desiderio…

<< Anche io ti amo Giusy. Ti amo con tutto me stesso. Prometto che non ti farò mai più del male>>. Avvicinò le sue labbra alle mie,sentivo il suo fiato regolare sul mio viso.

Lentamente prese le mie labbra tra le sue e le cullò in quel bacio dolce e protettivo che ricambiai…

Strinsi la sua mano nella mia,il sole piano scompariva, ed io lo vedevo

  
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