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Autore: dany23    17/02/2010    4 recensioni
Missin moment di 'Future' come trascorreranno il Natale Brian e Justin ora che sono sposati?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: OOC, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Vorrei chiarire che Brian è OOC rispetto al telefilm, ma dato che questa One Shot è tratta da Future per me è IC.

La Fan Fiction è scritta da me e il Brian post 5.13 lo vedo così.

Giusto per dire che  anche io so come è fatto Brian in Queer as Folk, ma siete sicuri che non sarebbe cambiato? In fondo anche se rimane solo un personaggio di un telefilm anche loro maturano e anche Brian non potrà rimanere per sempre giovane e bello nonostante noi preghiamo perché questo avvenga.

 

La Fan Fiction ha partecipato al contest Winter Holidays Around the World e ha vinto il premio 'Miglior Spirito Natalizio

 

 

All I want for Christmas (Missing Moment of ‘Future’)

 

- 22 Dicembre -

 

Non faccio in tempo ad arrivare al Diner che da lontano vedo tutte quelle lucine colorate che brillano e che annunciano che si avvicina quella festa tanto inutile quasi quanto il giorno di San Valentino. Mi fermo davanti alla porta indeciso se entrare ed affrontare la gente troppo felice per l’arrivo di questa festa o andarmene, ma alla fine decido di arrischiarmi ad entrare, almeno così potrò pranzare

Entro e cerco con gli occhi gli altri, trovo solo Michael e vado verso di lui.

“Ehi Brian! Come si sta di nuovo da soli dopo tutto questo tempo?” dice Michael facendomi posto

“Michy caz.zi tuoi mai?”

“Senti se Justin…

“Justin cosa?”

Fan.culo che cosa mi nascondono?

“Non te l’ha detto?”

“Michael mi vuoi dire di che caz.zo stai parlando?”

“Ehm no, niente che ti riguardi, una cosa, ehm del fumetto, già!”

“Senti puoi darla a bere a chiunque, ma non a me. Quindi ora mi dici quello di cui stavi parlando prima, chiaro?”

Vedo Michael abbassare la testa e mentre sento la campanella della porta, Michael ne approfitta per alzarsi in piedi e salutare Emmett. Diavolo ora non riuscirò a scoprire che cosa stanno pensando di fare sti due cretini!

“Ciao Brian!”

“Ciao”

“Allora cosa vi porto ragazzi?” ci chiede Debbie

“Per me un panino con tacchino, senza maionese e patatine”

“Per me delle uova e bacon!” dice Michael

“Per me solo un caffè! Oggi ho un sacco di cose da fare!” dice Emmett

“Allora Brian cosa farai per Natale?”

“Non mi piace festeggiare!”

“Si come del resto i compleanni!” dice Michael sarcastico

“Senti Michael non sono obbligato a festeggiare una cosa in cui non credo, quindi cerca di non rompere, ok?”

“Fai come ti pare, in fondo sei tu a perderci!”

“Si un pranzo in famiglia e lo scambio dei regali, sai che gioia!” dico

Per fortuna sono arrivate le ordinazioni e finalmente smettono di parlare di questa giornata di mer.da!

Appena finisco il pranzo, mi alzo in piedi, deciso ad andarmene al più presto, ma non faccio in tempo ad arrivare alla porta che Debbie mi blocca.

“Dove credi di andare Brian?” mi dice trattenendomi per il braccio

“Andrei al lavoro se mi lasciassi andare!”

“Non così in fretta! Tu a Natale sei a pranzo da noi, ore 13 e non fare tardi!” mi dice e se ne va senza farmi nemmeno rispondere

Scappo velocemente dal Diner prima che mi chiedano di fare qualcos’altro fuori dal mondo e mi avvio verso la macchina per andare al lavoro

 

***

 

È da due ore che sono in ufficio e non ho ancora combinato niente quando mi suona il telefono

“Brian Kinney!” rispondo come sempre

“Ehi Brian!”

“Justin, come mai chiami così presto?”

“Con la mostra e tutto il resto avrei rischiato di non poterti più chiamare e avevo voglia di sentirti!”

Jus sei sicuro che non debba venire per supporto morale?”

“No, non ti preoccupare ce la faccio da solo, e poi li conosci, Gale e Randy non mi lascerebbero un attimo da solo!”

“Si va bene ma cerca di non mostrare troppo il tuo sedere in giro chiaro?”

“Geloso Signor Kinney?”

“E anche se fosse?”

“Sarebbe il momento adatto per vantarmene, non mi puoi minacciare dato che sei lì a Pittsburgh mentre io sono a New York!” mi risponde sghignazzando

“Beh posso comunque passare ai fatti appena torni a casa!”

“Ok va bene, posso contarci quindi?”

“Ti piacerebbe eh?” già immagino come poter fargliela pagare…

“Devo anche risponderti?” mi dice

Sto per rispondergli per le rime, ma vedo Cinthia farmi un cenno per dirmi che quelli della Brown Athletic sono arrivati

Jus devo andare, sarai fantastico come sempre!”

“Grazie Brian, appena posso ti chiamo dall’albergo!”

“Va bene, in bocca al lupo!” riattacco

Cinthiaaa!” urlo sapendo che lei è l’unica in grado di aiutarmi

“Brian ma cosa urli!” risponde arrivando con il fiatone davanti alla scrivania

“Devi farmi un favore!” e inizio a spiegarle la mia idea.

 

-  23 Dicembre -

 

Ormai ho organizzato tutto, mi manca solo di chiamare Debbie per dirle che non andrò da lei a Natale e sapendo che inizierà ad urlare, preferisco essere abbastanza lontano.

“Brian qual buon vento!”

“Debbie!”

“Non mi hai mai chiamato in venticinque anni, come mai hai iniziato proprio oggi?”

“Devo declinare il tuo invito per Natale e tu devi ripianificare il tuo!”

“Ah ho capito, dimmi cosa devo fare!” dice

Io inizio a dirle cosa dovrà fare e come mi sono organizzato

“Io devo andare fuori città, quindi fallo sapere tu agli altri ok?”

“Va bene, ci penso. Tu non preoccuparti”

“Ecco parla la madre di quello che non sa tenere un segreto nemmeno se ne andrebbe della sua vita! Ora ti saluto che devo preparare la valigia per la partenza!” rispondo

“Salutami Justin allora!” mi risponde ridendo

“Si si mamma!” non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che ha già messo giù!

Mi alzo dalla poltrona dello studio e vado verso la camera da letto dove mi aspetta una valigia ancora vuota che deve essere riempita entro venti minuti.

Iniziamo dalle cose essenziali. Mi avvio verso il bagno pensando a come diavolo farò a trovare tutto ciò che mi serve, dato che è Justin a occuparsi della sistemazione degli oggetti da bagno.

Mi va bene che alla prima antina che apro trovo il necessario, rasoio, schiuma da barba, spazzolino e tutto il resto, ora non mi resta altro da fare che capire dove metterli, ma appena mi giro per tornare in camera vedo una busta adatta in cui posso infilare tutto e lanciarla accanto alla valigia aperta sul letto. In camera apro la cabina armadio e penso a quanti giorni starò via e a cosa potrebbe servirmi durante la permanenza; prendo un completo di Armani e uno di Hugo Boss, due paia di Jeans e un pantalone, chissà se avrò tempo di dare un’occhiata a qualche locale, beh per sicurezza prendo anche un paio di canottiere, con i jeans sono perfette; afferro un paio di camicie e una cravatta adatta a entrambi i completi. Mancano solo le scarpe, infilo tutto nel trolley e vado alla scarpiera per prendere gli stivaletti neri e le scarpe nuove.

Sento suonare il cellulare e vedo che è arrivato il taxi, chiudo la valigia, fatta giusto in tempo e esco di casa.

“Buongiorno Signor Kinney” mi saluta l’autista mentre prende il bagaglio e lo mette in auto.

Ci avviamo verso l’aereoporto e sono in anticipo sulla tabella di marcia, tra massimo quattro ore sarò a destinazione.

 

***

 

Finalmente alle sette sono all’aereoporto dove trovo l’autista dell’hotel ad aspettarmi.

“Signor Kinney? Benvenuto, se mi consegna il bagaglio andiamo all’albergo”

Faccio un cenno, lo seguo alla macchina e dopo venti minuti posso dire di essere finalmente arrivato.

Vado verso la reception e chiedo di Justin Taylor-Kinney

“Il Signor Taylor-Kinney al momento è fuori per la mostra, Signor Kinney!” mi dice sorridendomi

“Si immaginavo. Mi potrebbe dare la chiave della camera? Vorrei prepararmi, sa non vorrei arrivare tardi!”

Non faccio in tempo a finire la frase che già me le sta consegnando.

So già dove andare dato che è stata Cinthia ad organizzare il soggiorno di Justin nella grande mela.

Ho solo un paio d’ore per prepararmi e presentarmi in tempo alla prima di Justin e mi sento emozionato come una caz.zo di lesbica! Qualcuno mi esorcizzi in modo rapido e indolore!

Salgo sull’auto e do l’indirizzo della Harold & Harrison Gallery. Nemmeno venti minuti e sono davanti all’ingresso, e sono in ritardo, ma non tanto rispetto al mio solito. Cerco l’invito nella giacca che mi sono fatto mandare senza dirlo a Justin e lo consegno all’entrata.

Entrando noto che c’è molta gente in vista della società newyorchese e sorrido pensando a quanta strada ha fatto il mio raggio di sole!

Vedo di sfuggita uno dei proprietari che mi viene incontro e attendo impaziente che mi raggiunga

“Brian, come stai?” mi chiede Gale Harold

“Tutto bene; e qui come sta andando?” chiedo mentre cerco una capigliatura bionda in mezzo alla folla

“Alla grande. Justin sta vendendo parecchio e tutti pendono dalle sue labbra!”

“Spero non in senso letterale!” sorrido

“Guarda l’ho perso da qualche minuto, ma basta cercare un folto gruppo e lo troverai facilmente” mi dice salutandomi con una pacca sulle spalle

Mi guardo intorno e improvvisamente incrocio due occhi azzurri che mi stanno fissando sorpresi, spero solo che la sorpresa sia voluta!

Vado verso di lui e non faccio in tempo a fare gli ultimi metri che mi salta addosso

“Brian!” urla Justin fregandosene di tutto e baciandomi sulla bocca con passione, come se non ci vedessimo da secoli invece che solo da 24 ore!

Mi stacco giusto per respirare e gli metto un braccio intorno alla vita

“Dicono che qui stia facendo un’esposizione il nuovo Warhol e non potevo perdermelo, soprattutto se da qualche tempo questo artista ha il mio stesso cognome!” gli dico

“Non sapevo che venissi, ma come…” mi dice mentre cerca di ritrovare le parole

“Justin davvero pensavi che mi sarei perso la tua prima personale in questa galleria?”

“Ma Brian il lavoro e…” risponde

“Siamo a Natale cosa vuoi che interessi se siamo chiusi per qualche giorno? E comunque anche i vari dirigenti hanno delle famiglie con cui passare le vacanze natalizie, no?” gli dico stringendomelo contro

Caz.zo quanto mi è mancato sentirlo addosso, è come la coperta di Linus, non vorrei mai separarmene!

“Dai vieni a vedere i quadri” mi dice trascinandomi verso la zona più illuminata della galleria

“Come se non li avessi già visti mentre li facevi!” rispondo io ridendo “Se non ricordi, viviamo nella stessa casa!”

“Certo che mi ricordo Brian, ma un paio non li hai di certo visti, dato che li ho nascosti apposta da Michael!” dice sghignazzando

All’improvviso mi trovo davanti due quadri, uno astratto dove mi sembra di vedere due figure maschili sullo sfondo, il secondo invece rappresenta chiaramente noi, sul letto del loft, abbracciati, come l’ultima notte prima che partisse per New York, quando avevamo deciso di non sposarci più.

Sono…” sembro di nuovo una lesbica, non riesco a trovare le parole per esprimere quello che sento, ha disegnato noi e mi sembra di sentire di nuovo tutta l’angoscia e la tristezza di quella notte, quando ancora pensavo che sarebbe stata l’ultima.

Lo abbraccio, perché solo così spero di potergli far capire quello che sento.

“E gli altri?” gli chiedo dopo essermi ripreso abbastanza

“Di qua vieni!” mi trascina di nuovo con sé

Dopo due ore che giriamo per la galleria, salutiamo gente e parliamo con dei conoscenti, finalmente possiamo tornare in albergo. Justin in taxi appoggia la testa contro di me, strofina il naso sul mio collo e si rilassa. Arrivati, saliamo in camera e non fa in tempo a chiudere la porta che già sono dietro di lui a slacciargli la camicia

“Brian” bisbiglia lui strofinandosi contro il mio inguine

“Non lo facciamo da troppo tempo, sono in astinenza, e tu da brava mogliettina devi prenderti cura di tuo marito!” rispondo mentre gli passo la mano tra i capelli

“Sarà un piacere prendermi cura di te, caro!” risponde sorridendo

Mentre ci dirigiamo verso il letto, ci spogliamo entrambi rischiando ad ogni passo di cadere per terra, finalmente arrivati a destinazione prendo le braccia di Justin e me lo tiro addosso mentre cado sul materasso.

 

- 24 Dicembre -

 

Mi sveglio e controllando l’ora noto che sono già le 11, siamo in ritardo e se non mi muovo rischio di mandare a put.tane i programmi di oggi. In quello stesso momento mi accorgo del letto vuoto, ma mentre incomincio a pensare a dove diavolo si possa essersi cacciato Justin sento dei rumori provenire dal bagno. Inizio ad alzarmi per andare da lui sotto la doccia per dargli come si deve il buongiorno, ma con tutte le cose che ho organizzato oggi per noi, non posso proprio perdere nemmeno un minuto.

Mi alzo e telefono alla hall per farci mandare su la colazione, inutile vestirsi per andare a farla fuori, quando qui posso farla tranquillamente sul letto, anche nudo!

Sento l’acqua fermarsi e vedo Justin sulla porta del bagno intento ad asciugarsi i capelli. Appena alza lo sguardo e nota che sono sveglio si avvicina al letto e inizia a salire sul mio corpo strusciando le gambe sopra le mie.

“Justin non abbiamo tempo, sta arrivando la colazione e…” mi interrompo all’improvviso quando sento la sua mano sopra il mio inguine che inizia ad accarezzarmi tutto intorno senza arrivare al punto più sensibile

Jus davvero…” dico sospirando senza riuscire a fermarlo, al diavolo chi se ne frega!

Ma non faccio in tempo a prenderlo per i fianchi e a metterlo sotto di me che bussano alla porta

“Scusate Signori Kinney, ho portato la colazione”

“Si arrivo” dico mentre mi metto un paio di pantaloni di Justin che trovo sulla sedia e vado ad aprire la porta

“Grazie” dico al cameriere mentre entra e prepara la tavola per la colazione, io cerco qualcosa da dargli come mancia e appena finito mi volto verso di lui porgendogli i soldi e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.

“Ehi come mai hai ordinato la colazione? Senza la tua cura mattutina a base di sesso?”

“Diciamo che avevo pianificato una giornata solo io e te, ma ormai è ora di pranzo e non abbiamo tempo, quindi salteremo direttamente ai programmi che avevo per il dopo pranzo!” dico passandomi la mano tra i capelli incasinandoli ancora di più

Ci mettiamo a tavola e iniziamo a mangiare, Justin sembra un pozzo senza fondo, a volte mi chiedo come farà quando arriverà agli enta a smaltire tutto quel cibo!

Mi guarda mentre mangia le uova e alza un sopracciglio

“Beh che c’è?” chiedo io

“Niente, mi sembra strano che dopo tutto quello che hai fatto per arrivare in tempo ora non hai nemmeno fatto un gesto per tornare a letto!”

“Per quello c’è tempo dopo…” rispondo sorridendo sornione

Vedo che si alza , si avvicina a me, tira indietro la sedia a sufficienza per potersi sedere in braccio e inizia a strusciarsi su di me

“E se io non avessi voglia di aspettare?”

“Dovrai adattarti come me e rimanere in astinenza almeno fino a che non torniamo per prepararci per la cena!” dico prendendogli il viso tra le mani, passo un dito sulle labbra e avvicino il mio viso al suo e lo bacio con passione prima di farlo alzare per iniziare a prepararci, altrimenti non ce la faremo mai!

Nel giro di un’ora ce l’abbiamo fatta e siamo entrambi vestiti con jeans, maglia a maniche lunghe e giubbotto. Noto che da quando siamo sposati anche Justin compra solo roba di marca, infatti indossa un giubbotto di CK Jeans e gli sta da dio, vorrei toglierlo, ma sono stato io a non voler consumare e quindi mi tocca stare con un’erezione, almeno finché non usciremo da qui e mi si congelerà!

“Allora mi dici dove andiamo?”

“No fa parte della sorpresa, quindi dovrai aspettare finché non saremo arrivati!” rispondo io pensando che sarà così sorpreso che non dimenticherà facilmente questo soggiorno a New York.

Scendiamo nella hall e ci aspetta una macchina che ci porterà alla nostra prima tappa.

“Signori Kinney, tra mezz’ora saremo arrivati, nel bagagliaio trovate quello che avete chiesto” mi dice cortesemente l’autista

“Grazie” rispondo salendo in macchina subito dopo Justin

Mi accomodo sul sedile mentre Justin intreccia la sua mano, coperta dai guanti, nella mia e me la stringe.

Mentre parliamo di come Justin si sia trovato nella Grande Mela in questi giorni, il tempo trascorre velocemente e finalmente inizio a vedere l’albero di Natale più grande di New York, anche se siamo ancora lontani.

“Ma è il Rockfeller Center!” dice Justin

“Meno male che l’hai riconosciuto, in fondo ci hai abitato solo per due anni in questa città!”

“E che cosa dovremmo fare qui?” mi chiede

“Aspetta fino a quando non arriviamo e te lo dico!” rispondo

Dopo qualche minuto la macchina si ferma, io apro la portiera e l’autista mi porge ciò che avevo richiesto.

“Grazie mille, ci potrebbe venire a prendere tra un paio d’ore?” gli chiedo

“Certo, ci avevano già informato dell’ora. Buon divertimento.” risponde l’autista

Prendo Justin per un braccio e mi avvio verso quello che viene considerato il più grande albero di Natale degli Stati Uniti e Justin mi guarda come se non mi riconoscesse e in effetti non mi riconosco nemmeno io, ma al diavolo, il Brian Kinney di adesso non è quello di dieci anni fa che non credeva nell’amore ma solo nelle scopate! Non sento più il bisogno di andare a scopare in giro quando nel mio letto ho, devo ammetterlo, la migliore scopata di sempre, e anche se a lui non lo dirò mai, lo era già dalle prime volte, ha da sempre un talento naturale e non per merito mio, almeno non del tutto.

Frugo nelle tasche e trovo la macchina digitale, mi sono reso conto che oltre alle foto del matrimonio non ne abbiamo altre, e quale modo migliore di iniziare a farle se non la vigilia di Natale davanti all’albero del Rockfeller Center?

“La macchina fotografica?” mi chiede Justin vedendomela tra le mani

“Non abbiamo foto se non quelle del matrimonio” dico

“Allora è l’ora di cominciare a farle” dice Justin prendendomela dalle mani e senza riuscire a fare un passo verso di lui il flash mi acceca

“Ma non potresti almeno aspettare che mi metta in posa” gli dico ridendo

“No quelle naturali sono le migliori” mi risponde

Finalmente riesco a farlo fermare a sufficienza per rubargli la macchina e fargli una foto per poi prenderlo per un braccio e trascinarlo davanti all’albero e fargliene un’altra mentre sorride e fa sorridere anche me.

“Dai andiamo, abbiamo due ore per sfogarci!”

“Cosa intendi per sfogarci? Vero che ti piace l’esibizionismo ma farlo proprio davanti a tutta questa gente sarebbe troppo anche per te!” mi risponde Justin mentre mi mette un braccio attorno alla vita e io gli metto un braccio sulle spalle.

Arriviamo alla pista di pattinaggio e vedo Justin guardarsi intorno

“Si è proprio quello che stai pensando, questo è il mio regalo per te, anche se in anticipo, fare qualcosa che nessuno dei due ha mai fatto e farlo insieme!” non finisco nemmeno di parlare che Justin mi salta addosso baciandomi sulla bocca e subito sento la sua lingua che si fa strada tra le labbra, dopo qualche minuto riesco a staccarmi da quella bocca calda e vorace.

“Ok andiamo a prendere i pattini!”

Dopo circa venti minuti finalmente entrambi abbiamo su i pattini e ci avviamo alla pista. Ora che ci siamo penso a che diavolo di idea mi sia venuta, nessuno dei due sa pattinare e rischiamo di romperci qualcosa!

“Dovresti stare attento, alla tua età a non far cadute!” dice Justin tenendomi la mano

“Pensa ai fatti tuoi! Nemmeno tu sei ormai così giovane!”

 

***

 

Dopo quasi due ore che siamo sulla pista ho i muscoli che mi fanno un male boia e il cu.lo congelato a causa di tutte le cadute che abbiamo fatto. Nonostante i voli e il freddo ci siamo divertiti come due scemi, ma dopotutto un po’ di sano divertimento senza paranoie e preoccupazioni inutili ci voleva, anche se per il freddo non riesco nemmeno più a muovere le mani!

Ci siamo rimessi le scarpe e siamo in auto diretti di nuovo verso l’hotel. Justin ancora non sa che cosa ci aspetta dopo e non voglio rovinargli la sorpresa, tutto ciò che deve sapere è che saremo in un posto elegante e che quindi si deve mettere il suo completo migliore!

Sono già le sei passate e dobbiamo uscire di qui almeno per le sette e mezza, altrimenti rischiamo di non arrivare in tempo a causa del traffico traffico.

“Vai a fare la doccia Justin, devo fare un paio di telefonate”

“Va bene, tanto ci metto poco” mi risponde iniziando a spogliarsi e sfoggiando quei boxer che gli avvolgono il sedere sodo e sento le mie parti basse che iniziano ad apprezzare la visione, ma se voglio che tutto sia come ho programmato non devo distrarmi, in fondo cosa ci vuole a resistere alla tentazione di Justin che si sta spogliando lentamente e muove quel cule.tto che si ritrova come se volesse farsi scopare, no meglio pensare ad altro, altrimenti altro che resistere alle tentazioni!

“Inutile che ci provi, non mi lascerò trascinare nel vortice del sesso!” gli dico mentre entra finalmente in doccia dopo essersi spogliato completamente

Appena sento la porta chiudersi prendo al volo il telefono per controllare i messaggi e leggo che è tutto come pensavo, ci attendono alle otto.

Justin esce dal bagno e subito senza concedergli il tempo di fare qualcosa ci entro io chiudendomi dentro.

Dopo venti minuti esco dal bagno e trovo Justin che si sta iniziando a vestire solo ora, sicuramente lo ha fatto apposta per farmi cadere in tentazione

“Justin finisci di vestirti, se arrivo tardi per colpa tua, ti strangolo!” gli dico dandogli una pacca sul fondoschiena

Vado verso l’armadio dove ho appeso i completi e prendo quello che preferisco di più, Armani è una certezza per serate importanti e nonostante io non festeggi nemmeno i compleanni stavolta lo faccio per lui, perché mi sopporta e soprattutto perché se lo merita.

Inizio a vestirmi mentre Justin cerca di sistemarsi i capelli con del gel e si lava i denti.

Sono quasi le sette e mezza e siamo pronti, devo solo aggiustare la cravatta a Justin che nonostante tutto questo tempo passato con me ancora non ha imparato ad annodarla. Dopo aver fatto anche questo prendo cellulare, portafoglio e cappotto e chiamando Justin usciamo nuovamente.

Saliamo ancora in macchina

“Ci porta al 1500 di Harbor Boulevard?” dico all’autista dopo esserci messi comodi

“Certo, ci vorranno almeno venti minuti traffico permettendo.” risponde l’autista

Justin intanto guarda dal finestrino e io mi incanto a guardare i suoi occhi che riflettono l’illuminazione di questa città piena di luci e alberi natalizi.

Quando si gira faccio finta di niente e mi sorride, quel suo sorriso che potrebbe da solo illuminare un intero isolato, e riesco a capire sempre di più cosa ci ha visto in lui Debbie per chiamarlo Raggio di Sole.

 

***

 

Alle otto meno qualche minuto arriviamo e siamo davanti a uno Yatch club, di fronte ci sono un paio di auto con i finestrini oscurati.

“Brian che diavolo succede?” mi chiede non riuscendo a capire cosa stava vedendo

“Dai scendi e lo scoprirai!” dico io porgendogli la mano e aiutandolo ad uscire

Scende dall’auto e mentre lo trascino dietro di me prendo il cellulare, dopo aver cercato al volo il numero corretto, lo chiamo e basta uno squillo per far capire che è arrivato il momento.

Qualche secondo e scendono tutti dalle auto lì intorno e si illumina la passerella di uno degli Yatch ormeggiati lì.

“Il mio regalo per te…” dico sussurrando quelle parole nel suo orecchio

Ma…” non fa in tempo a parlare che i nostri amici ci travolgono in un abbraccio di gruppo dove noi stiamo rischiando di morire soffocati.

Dopo qualche minuto, anche troppo per i miei gusti, ci lasciano respirare e Justin appena si allontanano tutti mi tira a sé e stringendomi le braccia al collo mi bacia, quel bacio solo nostro, pieno di passione, ma anche di amore, perché è un bacio che dà e riceve, un bacio tutto per noi.

Ci allontaniamo di poco e ci accorgiamo che gli altri sono intorno a noi e stanno applaudendo, come se stessero vedendo un film piuttosto che me e Justin. Ci dirigiamo verso la scaletta e il primo a salire è Justin, io lo seguo subito dopo, dietro di me ci sono le lesbiche con i bambini, Michael e Ben con Hunter, la mamma di Justin con il marito nuovo di zecca, Debbie e Carl e infine Ted e Emmett con i rispettivi partner.

Quando saliamo a bordo il capitano ci saluta e ci fa accomodare.

Justin mi tiene per il braccio, mi volta e si stringe a me

“Cavolo Brian se sapevo che mi avresti regalato una serata così ridicolmente romantica, avrei pensato meglio al tuo regalo” mi dice strofinandosi contro il mio collo mentre passa una mano miei capelli.

“Non ti preoccupare, non mi aspetto mica che tu possa raggiungere i miei livelli!” dico ridendo

“Ehi!” mi dice dandomi un pizzicotto sul fianco

“Comunque sono curioso, quando mi dai il mio(senza “mio”) regalo?”

“Dovrai aspettare la mezzanotte!” risponde

“Non è per niente corretto farmi aspettare quando tu hai già ricevuto il tuo!”

“Beh, tanto non sei curioso, no?” ride

“Mi arrendo” rispondo io sentendo gli altri ormai in procinto di morire di fame

“Dai vieni che qui tra poco si mangiano i tavoli!” dico mentre lo guido alla sala in cui mangeremo

Dopo il caos dovuto ai posti, per fortuna prestabiliti, ci sediamo e cominciano a portare gli antipasti, tradizione vuole che alla Vigilia si mangi pesce.

 

***

 

Ormai manca un minuto alla mezzanotte e penso di non aver mai mangiato così tanto in vita mia, ora abbiamo davanti il dolce e lo champagne per festeggiare.

Prendiamo i flute e iniziamo il conto alla rovescia

3” inizia ad urlare Emmett

E tutti insieme

2”

1”

“Auguri” urlano tutti come pazzi

Io sto guardando Justin che mi sorride, fa cincin con me e mi abbraccia.

Dalla tasca Justin tira fuori una busta molto elegante, senza fronzoli che odio e me la da.

“Auguri Brian” dice continuando a tenermi abbracciato

Apro con calma la busta nonostante la curiosità mi stia divorando da quando mi ha detto che non è allo stesso livello del suo. Ci trovo due fogli, uno è un biglietto aereo

“Milano?” chiedo incredulo

“E’ la capitale della moda no? Potrai dare sfogo al tuo amore per i vestiti! Comunque non è finita, continua a leggere!” mi dice dandomi una spinta leggera al braccio

Leggo l’altro foglio e rimango senza parole

“Ma come diavolo hai fatto?”

“Ho i miei contatti!” dice

“Al diavolo, sei pazzo!”

“Si, di te!” risponde baciandomi di nuovo

Il secondo foglio contiene un buono da 10000 dollari da usare nei negozi di Armani durante tutto l’anno, sapendo benissimo che ci metterò davvero poco a usarli tutti

“Conoscendoti so già che li spenderai in un giorno solo!”

“Mi conosci, sono i soldi investiti meglio, soprattutto se si parla di stilisti italiani”

“Buon Natale Brian”

Justin…

“Che c’è?”

“Il buono è solo per me vero? Perché 10000 basteranno forse per cinque completi!” dico ridendo tirandomelo ancora più vicino

“Che egoista che sei!”

“Vero!”

Gli sfioro la guancia con la mia

“Ti amo Justin” gli sussurro all’orecchio.

Credo che per lui queste parole siano il regalo più bello che potesse ricevere.

 

 

  
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