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Autore: Goten    18/02/2010    17 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Non voglio perderti

Autore: Goten

Beta: Giusy

Capitoli: Non so proprio dirlo... ^^

Paring: Edward – Bella

Dedicato a: Tutti coloro che amano il mondo di Twilight, ed in particolare alla mia mamma che sta leggendo questa storia ^_^ ancora prima che la pubblichi. E al mio papà che mi ha mostrato una foto dalla rivista di Focus, è grazie a quella foto se questa storia ha preso vita nella mia testa ^^



Capitolo 1


Non riuscivo ancora a capire il perché di quella decisione. Sospirai appoggiandomi alla parete di mattoni del palazzo. Perché dovevo andare fino a Forks in America per sorvegliare Swan? Non era più semplice portarlo qui in Italia e obbligarlo a lavorare per noi?!

<< Ancora pensieroso? >> La voce calma e pacata di Carlisle mi raggiunse poco prima della sua figura.

<< Sì, non capisco perché. >> Mi staccai leggermente dal muro. << Perché non possiamo semplicemente andare lì e obbligarlo a venire con noi? >> Ero sinceramente confuso, non avevano mai avuto un trattamento diverso per le altre persone, perché lui era così importante?

<< Edward, capisco che la situazione possa sembrarti strana. Tutta la tecnologia di cui disponiamo, le armi, le attrezzature... tutto, sono state inventate da lui. >> Osservai Carlisle attentamente.

<< C'è un ma... vero? >> Sentivo che qualcosa mi era celato.

<< Esatto, c'è un ma... da qualche tempo Charlie Swan non si è più fatto sentire. So per certo che stava lavorando a un progetto molto particolare, ma non so esattamente cosa fosse. Temiamo che qualcuno sia arrivato a lui. >>

Sospirai. << Capisco, volete evitare che il clan di Denali s’impossessi delle sue conoscenze. Dico bene? >>

<< Dici bene... partirai domani, da solo. I tuoi fratelli e sorelle rimarranno qui, ma Alice ti terrà comunque d'occhio. >> Posò la sua mano sulla mia spalla.

<< Come vuoi. >> Potevo rifiutare qualcosa a mio padre? No, non potevo.

Partii da Volterra ancora quella sera stessa, il mio compito principale era sorvegliare e proteggere Charlie Swan. Era grazie alle sue incredibili invenzioni se avevamo il controllo sul mondo dei vampiri e finché noi avremmo avuto il potere, la pace fra umani e vampiri era assicurata.

Il nostro mondo era celato agli occhi degli umani, non sapevano nulla della nostra esistenza. C'era ancora chi si ostinava a nutrirsi di sangue umano, ma la maggior parte di noi si era convertita al sangue degli animali. Questo non placava del tutto la nostra sete, ma di sicuro ci faceva sentire meno mostri di quello che già non eravamo.

Sospirai mentre l'aereo sorvolava l'oceano, mancavano ancora cinque lunghe ore al mio arrivo in America. Non avevo nulla che potesse indicarmi chi fosse Charlie Swan, dovevo solo fare affidamento sul mio potere di leggere nella mente. Avevo come unico indizio il nome della cittadina: Forks.

Sfogliai distratto la rivista che l’hostess mi aveva portato. I suoi pensieri non m’interessavano, erano vuoti, come quelli della maggior parte del popolo femminile.

Ero felicemente single, non avevo mai trovato la mia anima gemella. Ed essendo nato nel 1901 avevo una certa educazione. Avrei cominciato a frequentare colei che avrei scelto come moglie e basta, non condividevo il codice morale che i giovani avevano di questi tempi. Erano completamente stupidi e menefreghisti.

Nonostante fossi nato a Chicago, mi ero trasferito con la mia famiglia vampira in Italia, più precisamente a Volterra, il luogo, dove da secoli si ergeva il potere della nostra specie.

Aro, Caius e Marcus erano i fondatori della nostra civiltà, stanchi e annoiati, avevano ceduto a noi Cullen le redini di tutto questo, con la condizione che in ogni momento avremmo potuto rendere a loro il potere.

Osservai le nuvole che coprivano il cielo, Alice aveva previsto tutto, con lei andavo sempre sul sicuro.

Mi mancavano terribilmente Alice, Jasper, Rosalie, Emmett, Carlisle ed Esme, odiavo separarmi da loro. Erano tutto ciò di più caro che avevo al mondo: la mia famiglia.

La rivista ormai giaceva dimenticata nel sedile accanto al mio, passai nervoso una mano fra i capelli, non capivo, se ci fosse stato qualcosa di grave, Alice l'avrebbe visto, invece niente. Charlie Swan era completamente sparito dalle sue visioni, l'unica cosa che era riuscita a vedere mia sorella, era stata la visione di una ragazza, pallida, capelli lunghi mossi dal colore castano. Graziosa, ma non capivo cosa c'entrasse.

Qualche ora dopo il comandante ci avvisò che eravamo finalmente giunti a destinazione, ero in America, più precisamente a Seattle.

Sbrigai con rapidità tutte le pratiche burocratiche e ritirai il mio bagaglio, Alice non aveva tralasciato nulla, a mio nome aveva prenotato un’auto, dalla concessionaria più vicina, una Volvo C30 argento metallizzato.

Caricai l'unica valigia che avevo portato con me, ero certo che Rosalie assieme ad Alice l'avessero riempita con ogni capo umanamente e vampiramente indossabile. Sorrisi a questo pensiero.

Infilai la chiave nel quadro di accensione e partii, destinazione: Forks.

Il cielo era una nuvola unica, a metà strada accesi i tergicristalli per la forte pioggia che stava scendendo, certamente il verde la faceva da padrone in questo posto sperduto da Dio.

Cominciai a vedere i primi segni di vita poco dopo la visione del cartello di benvenuto... decisamente era meglio Volterra!

C'erano un piccolo supermercato, un bar, una scuola e un distributore di benzina. Sospirai, sapevo che Swan viveva appena fuori dal piccolo centro abitato, perciò mi lasciai alle spalle quel piccolo sprazzo di civiltà e m’inoltrai in una strada quasi nascosta dalla folta vegetazione, ero sulla statale 101.

Proseguii a velocità normale, finché mi trovai davanti ad un immenso spiazzo verde e alla sua fine una deliziosa casa in stile coloniale, completamente bianca. Carina, molto carina, ma anche molto isolata. Parcheggiai di fronte all'ingresso e scesi, la pioggia battente si era tramutata in pioggerellina, non mi curai di bagnarmi, ora dovevo scoprire che fine avesse fatto Charlie Swan.

Salii i tre gradini e davanti alla porta di legno color noce bussai. Attesi.

Non venne nessuno, allungai lo sguardo e notai che non c'era nemmeno la macchina parcheggiata. Sbirciai attraverso le tendine della finestra, la casa sembrava vissuta e in buono stato.

Che fosse fuori? Probabile.

Forse era meglio però che lo osservassi prima di presentarmi. Sì, era la scelta migliore. Tornai in macchina e ripartii. Per prima cosa dovevo trovare un posto, dove lasciare la Volvo. Nel tornare verso il piccolo centro di Forks, incrociai solamente un vecchio pick up rosso, il suono di quel motore era assordante, sicuramente aveva bisogno di un buon meccanico.

Proseguii e non mi curai di altro. Parlai con la barista, i suoi pensieri mi confermarono uno dei miei dubbi: non esistevano parcheggi custoditi in quel piccolo paese.

Chiamai Alice, attesi solo mezzo secondo prima che rispondesse al telefonino. << Lasciala al centro commerciale, non succederà niente. >> Ottimo, mi recai subito lì e lasciai la macchina nella parte più lontana del parcheggio, rispetto all'ingresso del piccolo centro.

Camminai a velocità umana per non destare sospetti e quando fui sicuro che nessuno potesse vedermi, m’infilai nel verde, felice finalmente di poter correre alla mia velocità. Sentire la pioggia scivolare lungo il mio collo bianco era una sensazione piacevole, la stessa che avevo a casa, questo pensiero mi mise addosso un po' di buon umore. In pochissimi minuti mi ritrovai appollaiato su un albero, ben nascosto dal verde fitto della vegetazione, avevo un'ottima visuale di casa Swan.

Notai un piccolo cambiamento, adesso, parcheggiato nel posto auto c'era un vecchio pick up rosso, assomigliava in maniera impressionante a quello che avevo visto prima in strada.

La luce di una stanza si accese, senza problema potevo osservare quello che accadeva al suo interno; una ragazza stava camminando con delle buste della spesa in mano. Sapevo che era la stessa della visione di Alice.

Che diavolo ci faceva li? Era la domestica?

Mi sistemai meglio sull'albero e continuai a osservarla. Mise una buona parte della spesa nel frigo e tenne fuori solo un barattolo di sugo e della pasta. Notai con piacere che accese il gas e vi posò sopra una padella con dell'acqua. Se stava preparando il pranzo, voleva dire che Charlie Swan sarebbe tornato.

La ragazza aveva preso un pugnetto di sale e l'aveva buttato nella pentola, poi aveva preso un’altra padella e vi aveva versato dentro il sugo, potevo tranquillamente sentire l'odore del pomodoro mentre si scaldava, afferrò una tovaglia dal secondo cassetto e la distese sul piccolo tavolo della cucina, afferrò un piatto dalla credenza e un bicchiere di vetro, disponendoli sul tavolo. La osservai attentamente, sembrava che si concentrasse più del dovuto per fare quei semplici movimenti.

Il piacere che avevo provato svanì alla svelta, non appena la vidi sedersi e mangiare quello che aveva preparato. Dannazione, speravo che Charlie Swan arrivasse, invece niente. Non sembrava neppure che lei lo stesse attendendo.

Sospirai. Non potevo far altro che stare lì buono e osservarla, forse prima di sera lui sarebbe giunto, o almeno lo speravo.

Per tutto il resto della giornata, la ragazza pulì e rassettò, ogni tanto dava una sbirciatina a qualche rivista che giaceva in salotto, ma oltre a questo non accadde nulla.

L'unica nota positiva era che aveva smesso di piovere, ma il cielo rimaneva comunque nuvoloso.

Adesso era tranquillamente sdraiata sul divano con un sacchetto enorme di pop corn davanti e faceva zapping con il telecomando. Ormai era sera, mi sembrava tutto tranquillo, potevo concedermi un po' di tempo per me. Saltai da un ramo all'altro e corsi veloce verso il centro del bosco, dovevo nutrirmi se volevo evitare spiacevoli incidenti.

Scovai un piccolo gruppo di cervi e mi dissetai con il loro sangue, sentivo la loro linfa vitale scorrere giù per la mia gola. Il cielo era ormai nero, osservai distratto le stelle, era un peccato che non si vedessero, ma era comunque piacevole il fatto di poter uscire di giorno, grazie a quei nuvoloni enormi che coprivano il sole.

Sorrisi, era giunto il momento di tornare a casa Swan. Feci il percorso inverso e pochi minuti dopo mi trovai davanti ad uno spettacolo inatteso... le grandi vetrate della casa erano completamente sigillate. Mi avvicinai piano, cercai con lo sguardo eventuali trappole o sistemi di sicurezza; non ne trovai.

Passai la mano su quella parete liscia e fredda quasi quanto me, sembrava una specie di lega ferrosa, ma dava l'impressione che fosse più resistente di quanto sembrasse. Sollevai lo sguardo e notai che tutte le finestre, porta compresa, erano state sigillate in quel modo.

Charlie Swan doveva essere rientrato. Nonostante lo avessi mancato, ero certo che al sorgere del sole sarebbe dovuto uscire da quella casa fortezza e allora lo avrei incontrato.

Per tutta la notte potei sentire grazie al mio udito un lavorare frenetico, ma c'era un semplice fatto che mi aveva colpito, ed ero quasi sicuro che non fosse colpa della barriera ferrosa, ma qualcosa stava impedendo al mio potere di funzionare a dovere. Non riuscivo a leggere nei pensieri del creatore di tutte le nostre armi. Era un fatto che mi stava irritando molto.

Mi riposizionai sul grande albero, esattamente dove ero prima e attesi la venuta del nuovo giorno.

Per tutta la notte non avevo fatto altro che pensare e ripensare a quello strano giorno, avevo visto che il pick up rosso era ancora li, questo voleva dire che anche la ragazza di quel pomeriggio era ancora in quella casa. Ma fatto strano non sentivo neppure i suoi pensieri.

I miei capelli stavano subendo la tortura da parte delle mie mani, era un tic che avevo quando ero nervoso, senza rendermene conto passavo le dita fra i capelli scompigliandoli ancora di più di quanto già non fossero. Il nuovo giorno intanto era iniziato, i rumori dentro la casa erano cessati da pochi minuti e poi, a un tratto... le lastre cominciarono a ritirarsi facendo tornare la casa al suo aspetto normale.

Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina.

Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso.

Decisi di attendere ancora un po'.

Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai.

Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.














CHIEDO IMMENSAMENTE SCUSA PER ESSERE SPARITA COSÌ PER TANTO TEMPO, MA GLI IMPEGNI DEL LAVORO ERANO AUMENTATI A DISMISURA... SCUSATE. PER EVITARE DISGUIDI, SAREBBE MIA INTENZIONE AGGIORNARE 1 VOLTA ALLA SETTIMANA. DIREI CHE DI MARTEDÌ POTREBBE ANDARE BENE... CHE DITE? ^^
   
 
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