Fumetti/Cartoni europei > Tex Willer
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Autore: Ele_libera    18/02/2010    6 recensioni
{Tratto dal fumetto Tex}
Kit Willer insieme al signor Hudson soprono una rapina in banca e decidono di intervenire. Purtroppo il presagio di un ferro di cavallo anticipa loro che gli eventi stanno per precipitare e il giovane Kit sta per mettersi in pericolo
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Sulle rive del San Juan - {Tex Willer}'
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Questa storia la dedico a Pepesale che oltre ad essere una delle mie più brave scrittrici di questo sito è anche una delle mie migliori amiche ed è l'unica che sopporta la mia ossessione per Tex;la dedico ad Achamo che odia profondamente Tex e sicuramente non leggerà questa storia e se lo farà lo farà solo per lasciare recensioni poco gradite(sadica com'è XD); la dedico ad Abby che nasconde i fumetti sotto il giacchetto per farli entrare di nascosto in aula di informatica e ha partecipato al mio lutto per il ferimento di Kit senza sapere bene del tutto chi fosse. E in particolare la dedico a Kit Willer,degno figlio di suo padre,lo scavezzacollo aventato e impulsivo ma capace di essere coraggioso ai limiti della imprudenza. Il giovane orgoglioso,caparbio e testardo ma con un cuore d'oro. Il ragazzo che con la sua sventatezza e quella assoluta imprudenza si mette a cavalcare ferito e febbricitante con il solo scopo di raggiungere il padre e aiutarlo a catturare i banditi che lo hanno ferito e hanno seminato sangue in tutta Riverstone. Per Kit Willer.



Era una mattinata decisamente insolita a Riverstone,cittadina leggendaria per la sua tranquillità. Nell'aria c'era una strana tensione,i banditi sarebbero potuti arrivare da un momento all'altro e devastare la città.In molti si erano mobilitati ma Kit Willer non era per nulla tranquillo.Continuava a fissare l'entrata della banca dalla finestra dell'ufficio dello sceriffo Cameron. C'era una vocina dentro di lui che gli ripeteva che c'era quancosa di insolito in quella apparente quiete. Davanti alla banca nonostante il pericolo non c'era nessuna sentinella,inoltre poco prima aveva visto entrare tre uomini che parevano essere insieme e ancora non erano usciti. "Ti vedo inquieto ragazzo,c'è qualcosa che non va?" disse in signor Hudson notando la tensione del ragazzo. "Non so Hudson,forse non è nulla..." - gli rispose Kit -"ho vistro entrare nella banca tre uomini,uno dietro l'altro,mi è parso che andassero di fretta. Ma da allora non è più uscito nessuno." Lo sceriffo Cameron che fino ad allora era stato in silenzio seduto al tavolo disse" Diamine!non c'è ragione di preoccuparsi! A volte capita che si creino lunghe file di clienti!". Ma questo non bastò a persuadere il ragazzo che continuava a fissare inquieto l'entrata della banca dalla finestra. "Non sembri convinto,Kit." Disse Hudson. "No...per niente."-gli rispose lui- "E poi ho imparato da mio padre a dare sempre retta a certe vocine che ti ronzano in testa...Bah...penso che andrò a mettermi in fila anche io". Detto questo uscì dall'ufficio dello sceriffo accompagnato dal signor Hudson. Si misero a camminare lentamente in mezzo alla strada cercando di non dare nell'occhio. All'improvviso Kit inchiodò,lo sguardo verso il basso. Nella ghiaia della polverosa strada c'era un ferro di cavallo arrugginito. Kit lo raccolse. "Non mi sembra un bel presagio"-disse- "Andiamo,Kit. Non crederai a queste rozze superstizioni?". "No"-gli rispose Kit-"andiamo dentro". Strinse forte il ferro di cavallo e i due ricominciarono a camminare. Nel frattempo la situazione all'interno della banca stava precipitando,i banditi infastiditi dall'insolito ritardo del capobanda stavano comincianto a prendersela con gli ostaggi e stavano per aprire il fuoco quando la loro attenzione fu attirata verso la finestra posteriore della banca che era stata infranta. I due banditi si avvicinarono alla finestra e presero in mano l'oggetto che aveva rotto il vetro: un ferro di cavallo. "Idioti!"-la voce proveniva dalla parte opposta della banca-"state guardando dalla parte sbagliata...io sono qui!" Kit era sulla soglia dell'edificio. I due banditi colti di sorpresa si voltarono e aprirono il fuoco ma prontamente Kit e Hudson risposero agli spari e dopo una breve sparatoria i due riuscirono ad avere la meglio. Gli spari rieccheggiarono nella strada deserta seminando il panico tra gli abitanti che uscirono terrorizzati dalle case per vedere cosa era successo. "Qui fuori deve essersi scatenato l'inferno." disse Hudson attirato dal rumore. "Devono essere arrivati altri banditi...forza andiamo a controllare". I due stavano per uscire in strada quando un uomo gridò:"aspettate! Ci sono ancora quelli che sono andati nell'ufficio del direttore!" Kit non fece in tempo a fermarsi e a rientrare che dalla porta dell'ufficio uscì Freddy Barton, il capo della banda, tenendo la pistola premuta contro le tempie del direttore della banca "come dice il proverbio...parli del diavolo..." disse Barton irriverente. Kit fece per estrarre la pistola. "Attenti!"- urlò Barton - "una mossa di troppo e facio saltare la testa del vostro direttore". Kit sentì la rabbia salire dentro di lui. Non poteva sopportare l'avanzare inesorabile di quel bandito verso l'uscita. L'unica cosa che riuscì a dire fu: "d'accordo...non spareremo". "molto bene" - disse Barton - "ora noi ce ne andremo portandocì via l'ostaggio! E voi non proverete nemmeno a fermarci! Chiaro?" Barton avanzava tenendo stretto a se il direttore della banca che tremava e gemeva. Il pavimento di legno scricchiolava sotto i suoi pasi. Kit non ce la fece più e gli si piazzò davanti " Sapete cosa è chiaro Barton? è chiaro che insieme a questo lasciapassare ti sei appena guadagnato una dura lezione,quando ci rivedremo. E sarà molto presto. Te lo assicuro." Il bandito scansò Kit che restò impalato pieno di rabbia e continuò a camminare finche non arrivò sulla soglia della banca. Si voltò di scatto. Anche Kit si voltò nello stesso istante e lo guardò negli occhi per una frazione di secondo. Non fece neppure in tempo ad accorgersi che Barton aveva puntato la pisto la contro di lui. Poi lo sparo. Il grido di Hudson "KIT!NOOO!"

Kit sentì un improvviso calore al petto,una esplosione che lo fece barcollare. Si sentiva come se lo avessero spinto indietro con una forza sovraumana. Quasi non si accorse che si stava accascando. Teneva gli occhi fissi sulle persone attorno a lui che in un primo momento erano rimaste immobili e shoccate ora si stavano adunando attorno a lui,primo fra tutti Hudson. Abbassò lo sguardo sulla sua mano che,come se non fosse controllata dalla sua testa,stava stringendo con una forza morbosa il petto. Sentiva il calore sotto le dita,lo sentiva pulsare. Scostò un poco la mano e vide il sangue. Il dolore esplose acuto e lacerante. La mano si rimise a stringere la ferita con forza. Rialzò gli occhi e vide Hudson davanti a lui. Cercò di parlare. Una nuova fitta di dolore,il calore gli pulsava dentro. Sentì distintamente la fronde calda e bagnata dal sudore. Portò la testa indietro per cercare aria fresca ma cadde a terra. Le facce della gente attorno a lui erano confuse...le voci si accalcavano.A un certo punto tutto si fece nero,le voci cessarono e il dolore si assopì. L'unica cosa che riusci a sentire prima di svenire fu Hudson che gridava: "Chiamate suo padre! Chiamate Tex Willer!".

  
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