…e quando già fummo amanti la sua
mano mi accarezzò sul viso, mentre, premendo su un occhio con quella sua
delicatezza, io arrossivo di sangue e vergogna. Poi tornava a raschiare
amorevolmente sul torace, passando le unghie tra la carne e le costole, e
aspettava che l’acido iniettato nel cranio facesse il suo effetto come si
deve.
Sorrisi anch’io mentre, con un morso
dolcemente deciso, mi sentivo la lingua sempre più corta, e dimenticavo di avere
anch’io un coltello nascosto tra una custodia e una camicia
bianca.
E come lei mi chiese, cominciai a
violentarla con tutto l’amore che posso ogni giorno sentendo che prima o poi
anche le sue costole avrebbero ceduto.
E fui il più debole, e delicatamente
aprii lo sterno mentre con degli amici perfettamente sconosciuti parlavamo di
morte in sua assenza.
E quando ci guardò dentro esitò,
scrutando quell’organo pulsante nascosto tra i polmoni e un pieno di pensieri,
che marcendo inesorabilmente colavano tra le mie dita. Forse aveva paura della
carne.
E un musicista, e un imprenditore, e
un macellaio mi distrassero coi loro discorsi, mentre caricavano i loro fucili
educatamente a salve, e un quarto vestito di nero era stato isolato, perché
pieno di tritolo.
Mi voltai di nuovo, al rumore di
gambe chiuse, nonostante il mio petto fosse rimasto aperto, e cominciasse
lentamente a sanguinare. La paura per la carne tende a creare paura per il
sangue.
E prima di richiuderlo per evitare
che la mia risata mi uccidesse, decisi di impiccarmi con una corda di violino
stretta intorno al cuore.
E continuo tuttora ad andare incontro
ad ogni sorta di naufragio o di altre rivoluzioni, mentre la custodia e la
camicia sono ormai nascoste dal coltello, che ogni sera si ricorda di me, e io
me ne scordo la mattina con le mie chiavi da cercare e quelle basi da far
reagire.
E ogni notte perdo un respiro e sorrido soddisfatto, quando
sento suonare, con un archetto fatto di capelli profumati d’antico, una violino
in lontananza…
Non che il senso non ce l’abbia, solo che è mio, e quindi tutti voi
potete dargli il senso che volete