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Autore: kannuki    18/07/2005    19 recensioni
Voglio strapparvi una risata…io non me la sono fatta lì per li, ma vi assicuro che a distanza di tempo è quasi impossibile non riderne!
Genere: Comico, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio strapparvi una risata…io non me la sono fatta lì per li, ma vi assicuro che a distanza di tempo è quasi impossibile non

Voglio strapparvi una risata…io non me la sono fatta lì per li, ma vi assicuro che a distanza di tempo è quasi impossibile non riderne.

 

Il mio nome è Jack, ho...o meglio avevo una ditta di import - export che trattava apparecchiature elettroniche. Avevo un bel lavoro, una bella fidanzata e un nutrito gruppo di amici appassionati come me di football.

Ogni domenica ci riunivamo a casa di qualcuno e li caciaravamo per ore sulle partite, sull’arbitro cornuto, sulle punizioni e le azioni azzardate dei nostri beniamini.

 

Serena usciva con le sue amiche per uno dei tanti riti che alle donne piacevano molto: spendere soldi dalla parrucchiera o nel centro commerciale che con quel caldo era una vera mano santa.

Spendeva parecchi soldi ma faceva un buon lavoro e se lo poteva permettere.

 

Non che mi dispiacesse tornare dalla mia ragazza fresca come un fiore, sempre un tiro e con quel bel sorriso che le illuminava il viso perennemente allegro.

 

Ognuno di noi si prendeva cura dell’altro e rispettava i reciproci bisogni. Le sue chiacchiere con le amiche, le mie partite con gli amici. Un sodalizio perfetto che andava avanti da molti anni.

 

Sarà stato l’approssimarsi del nostro terzo anniversario che mi faceva sentire particolarmente romantico, così decisi di sacrificare la partita per quella domenica e farle una sorpresa invitandola a cenare con me. Avevo in testa una certa proposta da un po’ di tempo e pensai che sarebbe stata l’occasione perfetta per fargliela.

Serena non vedeva l’ora di dichiarare al mondo che ci appartenevamo…e anche io, se devo essere del tutto sincero.

Sapevo che si sarebbero riunite per una sessione di trucco intensivo a casa di Serena, così tornai da lei e ….

 

Cofff coff! Scusate, ma questa terra s’infila ovunque! Fortuna che questa bara doveva garantirmi il riposo eterno e indisturbato!

 

Dicevo…entrai in casa senza far rumore, aspettandomi di trovare uno stuolo di ragazze con le bocche spalancate mentre si stendevano la terza mano di mascara ma il soggiorno era vuoto.

Perché le donne aprono la bocca in quel modo quando si truccano gli occhi?

Mai capito…

Sorpreso dall’assenza di rumori, salii le scale pensando di trovarle su di sopra…e infatti la trovai la mia Serena…ma non era sola!

Io urlai per lo stupore, lei urlò unche ci fai qui!’ e lui gridò un originalissimo ‘non è come pensi!’

 

Non è come penso??!! figlio di puttana!

 

Per un secondo pensai di spaccargli in testa qualcosa ma una forza divina mi trattenne; così girai sui tacchi e mi infilai in macchina andandomi a schiantare qualche metro dopo contro quel bel muro appena intonacato del signor Whitefall.

Mi sa che se l’è presa un po’: il sangue è difficile da togliere e l’intonaco assorbe così bene…

 

Il mio funerale fu un vero strazio…nel senso che mi annoiai a morte – che battuta, su ridete! - mentre  il prete parlava di vita eterna e perdono dei peccati e Serena piangeva, tutta vestita di nero con i miei amici che la rincuoravano parlando di una terribile disgrazia, una tremenda disgrazia.

 

Disgrazia un cavolo, avevo appena fatto revisionare i freni da George. Meccanico di merda…vorrei resuscitare solo per fargli cattiva pubblicità!

 

La compagnia al cimitero non era male. Certo, tutta gente che non conoscevo e malelingue di paese che mi prendevano in giro ferocemente…e pensare che la mia squadra aveva anche perso quella domenica. Mi avevano fregato due volte!

 

Serena non veniva mai a trovarmi; pensai che fosse divorata dai sensi di colpa e una sera uscii per una passeggiata e rincuorarla del fatto che non ce l’avevo più con lei.

Queste sono cose che capitano, si sa…

 

Arrivai nel luogo che mi aveva indicato Serendier, uno che in vita faceva il guardone e che era stato messo sotto da una macchina una sera di tanto tempo fa, per sbaglio.

Quel tipo mi aveva detto di conoscere molto bene Serena e mi aveva indicato quel posto in cui le coppie andavano a rintanarsi per qualche.

Pensai che avesse sbagliato persona, perché Serena non era certo tipo da dimenarsi sul sedile posteriore di una macchina ma ci andai lo stesso.

 

Di auto ce n’erano tre.

 

Guardai discretamente dentro ma non la vidi.

L’ultima, la più appartata di tutte, aveva i vetri offuscati.

 

Ero indeciso e un po’ imbarazzato, così aspettai finchè la donna al suo interno non tirò giù il vetro ridendo e sistemandosi i capelli.

 

Ma guarda: Serendier non si sbagliava di una virgola!

 

“Ciao Serena” mormorai avvicinandomi nel mio bel completo blu che mi avevano infilato il giorno del funerale.

Avrebbe avuto bisogno di una stirata in tintoria e di una smacchiata e poi quella terra che s’infilava ovunque mi faceva prudere la pelle...ma ero comunque presentabile!

 

Serena mi vide e urlò restandoci sul colpo.

Un infarto fulminante a soli 31 anni!

 

Mi veniva da ridere mentre la seppellivano accanto a me, sbraitante e offesa. Continuava ad urlare dimenandosi contro le pareti della bara foderata lamentandosi per il luogo stretto e la compagnia poco gradevole.

 

“Amore, non sei contenta? Rimarremo insieme per l’eternità!” ridacchiai togliendomi un po’ di terra dalla bocca.  

 

“Sta zitto, Jack! Sta zitto! Te l’ho sempre detto che non mi piacevano le sorprese!”

 

 

 

  
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