Prima fan fiction su Saiyuki che
scrivo, sono quasi emozionata. XD
Allora, come ogni autrice pallosa che si rispetti, vengo a
presentarvi la storia a grandi linee.
Nasce da un momento di innata ispirazione, dovuto al concludersi
della lettura di Saiyuki Gaiden
che mi ha vista in lacrime davanti al pc, con attorno
almeno una decina di fazzoletti non più utilizzabili. Sono ipersensibile quando
si tratta di finzione e piango sin troppo facilmente, ma la cosa, devo
ammettere, aiuta non poco la mia ispirazione.
E’ da questo che l’idea per questa fiction nasce, ma non
preoccupatevi non parlerà del Gaiden, giusto per
rassicurare chi ancora non lo ha letto, quindi non ci saranno spoiler.
Like a
father
Toa il 31° Genjo Sanzo si riscoprì a
guardare la scimmia raggomitolata sul pavimento del suo studio.
Respirava
profondamente, teneva gli occhi chiusi e si spostava di tanto in tanto qualche
ciuffo che scivolava sul volto, disturbando il suo quieto sonno.
Aveva
trovato Goku qualche anno prima e da allora, non gli era ben chiaro come,
quella sottospecie di stupida scimmia era rimasta con lui.
Era
una presenta fastidiosa e nefasta, una sciagura che aveva aumentato il suo
livello di malumore quotidiano di un buon 50%, determinando la nascita di
qualche ruga precoce sul volto del giovane Sanzo Hoshi.
Sbuffò
irritato, un nervetto gli danzava sulla fronte e i capelli biondi non riuscivano
del tutto a coprirlo, lasciò la sua postazione dietro alla scrivania e uscì
dalla stanza, senza curarsi di non fare rumore, solo per ritornarvi poco dopo
con appresso una coperta.
Goku
sembrava non aver notato i movimenti del bonzo. Era rimasto immobile, steso
sopra a qualche foglio dove si era divertito a disegnare –strano come in ogni
scarabocchio fosse riconoscibile la rappresentazione sghemba di un sole.
Sanzo lo osservò per
qualche istante, mentre con movimenti lenti, srotolava la coperta e vi
ricopriva il corpo della scimmia, assicurandosi che non restasse scoperto alcun
lembo di pelle ad esclusione della testa.
Goku
si strinse la coperta addosso, afferrandone i lembi con le mani, dimostrando,
così, di aver apprezzato il gesto del bonzo.
Prima
di allontanarsi, Sanzo passò una mano fra i capelli
del ragazzino, arruffandoli con lentezza.
-Sanzo, ho
fame!-.
Ed
eccola la petulante voce da stupida scimmia che lo faceva pentire della
gentilezza appena dimostratagli.
Eppure
non poteva farci nulla, nonostante l’irritazione ed il desiderio prepotente di
colpirlo, ad avere la meglio era sempre l’affetto che provava per quella
bestiolina.
Un
ragazzo giovane come lui non avrebbe dovuto avere un bambino a carico, eppure
era capitato.
Aveva
sentito la sua voce chiamarlo e si era ritrovato a rispondere al richiamo contro
la sua volontà.
Si
sollevò, rimandando al risveglio della scimmia qualsiasi rimprovero, qualche
centinaio di scartoffie da firmare lo attendevano.
Mentre
si spostava, sentì Goku stringere la coperta e sgambettare un po’, stropicciando
la carta che era malauguratamente finita sotto al suo braccio sinistro.
-Vedi
di stare ferma una buona volta, stupida scimmia- brontolò, mal trattenendo un ‘Tsk’ di profonda irritazione.
-Sanzo,- fu
il borbottio di risposta della stupida scimmia -grazie-.
The end