Rieccomi con una fiction su Lost. Anche questa è
slash e la coppia la potrete indovinare facilmente leggendola. Fa riferimento a
numerose puntate, fino a "Do No Harm", per cui ci sono degli spoiler.
Per cogliere alcuni riferimenti sarebbe meglio aver visto
tutte le puntate, ma si può capire anche così, spero...
Buona lettura! ^^
Alla prox...baci!!
JM
~LATE~
Mi sono sempre chiesto perchè non mi
detesta...sono antipatico, acido, approfittatore, lievemente misantropo, e
decisamente poco incline alle relazioni sociali pacifiche. Eppure, Dio solo sa
perchè, lui mi sopporta e, inconsciamente, cerca di conoscere tutto
questo. E anche il resto. Certo che c'è anche dell'altro! Non sono
solamente un cinico arraffatore, sono un uomo,
e come tale ho un'anima, anche se fino a poco tempo fa credevo di averla
venduta a qualche demonio. Forse tutto questo filo di pensieri lo devo
solamente all'ultima boccetta di alcol che mi sono scolato, ora sono finite; un
motivo in più per lasciare l'isola.
Lasciare questo maledetto, pidocchioso posto e tornare
tra le persone che tanto odio, tornare a
casa.
Oh, ci tornerei molto volentieri a casa, se qualcuno
sapesse dirmi dov'è...
Non ce la faccio più a continuare a fuggire,
voglio tranquillità, la vendetta mi ha portato solamente guai finora. Ma
un lato di me non vuole assolutamente partire. Vuole rimanere qui, accanto a
lui.
"Non c'è niente per cui vale la pena di
rimanere sull'isola" ho risposto a Lentiggini, e in parte è vero.
Non resterò certamente per una speranza, non ora che ho esaurito la
maggior parte dei beni barattabili e consumabili. Non credo che qualcuno
baratterà mai un
dannatissimo libro di Dickens con un pesce arrosto, neppure io lo farei.
Esatto, ho un'anima, ma il mio lato pratico rimane. Non posso rimanere su
quest'isola sperando in un suo segno, sarebbe patetico, infantile e assurdo.
E intanto sono ancora qui davanti al fuoco che rifletto
se partire o no. Ho giurato a me stesso che niente e nessuno mi avrebbe
impedito di prendere quella maledetta zattera, ho persino sputtanato
Lentiggini. Poverina, infondo non se lo meritava, siamo più simili di
quello che sembra.
Mi rigiro tra le mani gli occhiali che lui mi ha
prescritto. Se così si può dire. Mi ha sventolato davanti una
dannata matita e poi ne ha approfittato per farmi delle domande assurde. L'ho
detestato con tutto me stesso in quel momento. Lo avrei zittito a modo mio se
Lentiggini non fosse stata presente.
Non fraintendetemi, non gli avrei sparato né
l'avrei picchiato, lo avrei semplicemente baciato. E la cosa lo avrebbe steso
più di un pugno, ne sono certo. I nostro eroe senza macchia, indomito
medico e campione di golf; a dire la verità fa abbastanza schifo a golf,
ma sono dettagli.
E di nuovo il mio sguardo torna sulla montatura che Sayid
ha assemblato con mezzi di fortuna e mi tornano in mente le occhiate divertite
e i sorrisi trattenuti a stento mentre mi faceva quelle dannatissime domande.
C'è una cosa che forse non saprò mai
dimenticare, il suo sorriso. Forse perchè l'ho visto solamente poche
volte, forse perchè non è mai stato rivolto a me, forse
perchè sono così fottutamente codardo da non avere nemmeno il
coraggio di dirgli ciò che provo anche ora che sto per partire, e
probabilmente non lo rivedrò mai più. Mi mancherà il modo
in cui le sue labbra si inarcano leggermente, incerte, timorose, quasi avesse
paura che se si lasciasse andare ad un sorriso il mondo che conosce potrebbe
finire. Mi mancherà il modo in cui si passa il dorso della mano sugli
occhi quando è confuso e deve fare chiarezza nella mente. Mi
mancherà il modo in cui i muscoli della sua schiena si tendono quando
sta per tuffarsi in acqua. Mi mancherà il modo in cui si inumidisce le
labbra screpolate dal caldo di questa dannata isola. Mi mancherà il modo
in cui si preoccupa per Claire e il bambino, ponendoli in cima alle sue
priorità. Mi mancherà il modo in cui si sacrifica sempre per chi
ha bisogno, e si dimentica persino di sé.
Ho avuto una gran paura quando l'ho visto pallido,
debole, senza forze dopo che aveva fatto la trasfusione a Boone. Ma nonostante
le sue condizioni ha avuto la forza e lo spirito di andare a cercare Locke e di
attaccarlo quando è ricomparso. Ha un senso della giustizia radicato,
non basato sulle fottute leggi dello stato, ma sul suo giudizio personale. Sono
convinto che suo padre c'entri in questo.
Non so esattamente perchè non gli ho detto di
averlo incontrato, e non gli ho riferito quello che mi ha detto. Ma dubito che
mi avrebbe creduto, comunque. Eppure merita di sapere quanto suo padre fosse
fiero di lui, merita di sapere che non ce l'aveva con lui. Cosa gli avesse
fatto non mi è dato di saperlo. Vorrei tanto saperne di più, ma
non credo ci sia alcun modo in cui potrei mai domandarglielo e ricevere una
risposta.
Preferisco tacere e portare con me questo dubbio. Al
contrario della maggior parte delle persone, a me piacciono i dubbi, non danno
delusioni, rimangono lì, ancorati, e non vengono a mancare mai. Sono una
costate, e una costate è ciò che rende una vita stabile.
Quindi o questo è un paradosso, oppure io sono
ubriaco. E la seconda è la più plausibile.
Stiamo spingendo la zattera, dobbiamo partire alla
svelta, ogni minuto è prezioso. Il moccioso è già a bordo,
anche Michael; io e Jin la spingiamo finché l'acqua è abbastanza
profonda perchè non si incagli. Jin salta su e io mi preparo a seguirlo.
-Sawyer!- mi chiama una voce che riconosco
immediatamente.
Mi volto con il mio solito fare arrogante e gli sorrido
beffardo.
-Sì dottore? Spiacente, la crociera è al
completo...- replicò sicuro.
-Tieni!- esclama ignorando la mia frase e lanciandomi un
piccolo zaino.
-Cosa...?- lo guardò interrogativo e incerto.
-Medicine. Ne potreste avere bisogno...-
Sento il mio cuore saltare un battito mentre un piccolo,
accennato sorriso fa la sua comparsa sul suo viso. Vorrei andare da lui e
dimostrargi la mia gratitudine per il gesto, ma ormai è tardi, devo
partire.
-Grazie...-
Neanche mi rendo conto di averlo davvero ringraziato ad
alta voce. Il sorriso si allarga ma si attenua subito quando il suo sguardo si
posa sull'oceano. Si avvicina di un paio di passi.
-Buona fortuna-
Mi fissa negli occhi serio, senza muovere un muscolo.
-Anche a te Jack...torneremo a prendervi-
Ormai non ho più nemmeno il controllo delle mie
stesse corde vocali, ma non me ne importa, lo sto perdendo e solo ora mi rendo
conto quanto mi mancherà.
-Lo so-
Si volta e torna verso la giungla, verso le grotte, verso
gli altri superstiti.
Cercando di dimenticarmi quello sguardo preoccupato salgo
a bordo e piano piano prendiamo il largo.
Quel moccioso rompiscatole soffre il mal di mare,
è una lagna continua.
Apro lo zaino e vedo un piccolo foglietto piegato in
quattro, sopra c'è il mio nome. Prima di aprirlo cerco qualcosa per il
moccioso e glielo passo. Ripongo lo zaino e apro il foglietto, iniziando a
leggere.
"Spero che ti
possa essere utile, non ho idea di cosa potrete passare, ma mi auguro che
almeno vi arriverete a casa sani e salvi. Avrei voluto parlarti mentre eri qui,
ma non ne ho mai avuto il fegato, perdonami.
Mi
mancherà la tua faccia tosta...
Con
amore, Jack."
Ora ho davvero capito che non sarei dovuto partire. Per
nessun motivo, logico o no. L'isola è ancora all'orizzonte, e si
allontana sempre di più. Potrei tuffarmi, abbandonare tutto ciò
che ho su questa zattera e tornare là. Potrei benissimo farcela a nuoto,
infondo possono anche andare gli altri a cercare aiuto. Potre tornare là
e dire a Jack tutto quello che ho pensato scolandomi quell'ultima boccetta di
alcol, basterebbe poco per tornare da lui, per dirgli cosa adoro di lui, cosa
suo padre davvero pensava, per dirgli che lo amo. Ma non lo farò, non
è destino che lo faccia, ormai è tardi, sono partito e non posso
tornare indietro.
Infondo questo è il motivo per cui i Red Sox non
vinceranno mai il campionato.
~THE END~