UN’IMPRESA
DISCLAIMER:Il contenuto di
questa storia è puramente casuale, senza riferimento a personaggi o fatti
veramente accaduti, e senza alcun scopo di lucro.
DEDICA:
Dedico questa storia a Bibi-Onepiece, che se anche qualche
volta mi fa arrabbiare, mi riempie di gioia sapere che non sono il solo “affronta
questioni” nella mia classe. Grazie.
Quattro
parole riuscivo soltanto a scrivere in quel foglio posto al centro del mio
banco.
Un
vuoto improvviso invase la mia mente, dal resto era già da un bel po’ che
accadeva questo.
Io
credo che sia la fase dell’adolescenza a portarmi questa matassa
ed io ogni giorno denuncio a me stesso tutta la “voglia di non far niente” e
aspetto una risposta, ma la mia coscienza se ne sta buona, poiché la mia prof.
di religione ci dice che “ La coscienza è libera, bisogna lasciarla prendere un
periodo di pace, anche se senza di egli noi esseri viventi non riusciremmo a
vivere.
Noi
adolescenti ci stanchiamo di qualsiasi cosa che facciamo, anche quando pranziamo,
in cui dopo dieci minuti che il pranzo è servito, ci ricordiamo che stiamo
nell’ora della “pappatoria” e cominciamo a mangiare, poiché prima eravamo
immersi nei nostri pensieri.
Riusciamo
a sconvolgere la nostra vita con piccole formalità e se dovessimo fare una gara
di corsa tra noi ed una lumaca, sicuramente vincerebbe l’animale.
Torniamo
normali e finiamo di raccontare quel giorno indelebile.
La penna era rimasta sul banco già da un paio
di minuti, ma le mie orecchie sentivano il dolce profumo delle biro dei miei
compagni che scrivevano, ed erano concentrati sul lavoro svolto, con qualche
piccolo sorriso.
La
prof. d’italiano era concentrata nell’ascoltare musica con l’I-Pod, battendo
una mano sulla cattedra e scuotendo il capo a ritmo di musica, e ogni minuto
rimanevo sempre più basito, poiché era proprio un’aberrazione.
Dovrebbe
dare lei l’esempio di vita, su come comportarsi ma il disinteresse era la sua
prima condizione sul come vivere ogni giorno.
La
trama del compito diceva: “Scrivi un qualsiasi episodio della tua vita, su come
hai raggiunto un obiettivo che tutt’ora ti è rimasto impresso.”.
Francamente
di obiettivi ne ho raggiunti tanti, ma incisi nel mio cuore non è mai successo
perché le vere soddisfazioni ci sono soltanto quanto diventi adulto, un esempio
può essere, quando ti diplomi, ti laurei, trovi un lavoro ecc.
Chi
invece fa ancora la terza media è poco probabile che scriva un avvenimento
importante che ha segnato per sempre la sua anima.
Ma
mentre riflettevo su questi particolari, mi venne in mente cosa
scrivere(finalmente) nel mio compito.
Decisi
di inventarlo e alla fine scrissi un episodio fantastico, ma con brevi spezzoni
veri, in cui al centro del racconto c’era l’impresa di raggiungere un benedetto
“SI” dalla ragazza che io ne ero tanto avido.
Scusate per questa
orribile scemenza, ma è stata un’idea pensata (ovviamente) e poi scritta subito,
e tutto questo nell’arco di cinque minuti.
Alla prox.
Tinosa