«Bella…».

Mi voltai a guardare Carlisle. Mi avevano trovata, ma non mi sarei mossa. Non ne avevo la forza.

«Bella, vieni con me… Ti stanno cercando.» La sua voce segnata, scossa, addolorata, mi implorava di tornare a casa…

Le lacrime continuavano a scendere copiose sulle mie guance.

«Vieni…».

Mi porse una delle sue mani per aiutarmi ad alzare.

Scossi la testa. No, non me ne volevo andare. Volevo rimanere lì per continuare a stare sola, per pensare, per riflettere, per autodistruggermi senza che nessuno se ne rendesse conto. Con la schiena poggiata di peso a quell’albero, uno di quelli che circondavano la radura. La stessa radura che mi aveva rivelato la vera natura del mio amore. Iniziai a singhiozzare, di nuovo. Cercai di calmarmi, senza risultati.

Poi mi accorsi che Carlisle si era seduto accanto a me. Mi guardava preoccupato. Come se potessi scoppiare da un momento all’altro.

«È colpa mia, Carlisle». Riuscii a blaterare tra le lacrime. Respiravo con difficoltà, era come se mi fossi dimenticata come si facesse.

«No, Bella, no…». Mi prese la testa fra le sue mani, le sue fredde mani. Proprio come quelle di Edward.

I miei occhi incontrarono i suoi, dorati. Luccicavano appena. Se avesse potuto, avrebbe pianto.

«Lui se n’è andato. E la colpa è stata mia, e della mia stupida capacità di mettermi in pericolo…»

«Oh Bella, Edward ha preso le sue decisioni. Nessuno di noi ha potuto far nulla per lui.»

Rifugiai il mio viso nell’incavo del suo collo, mentre lui accarezzava i miei capelli, nel tentativo di calmarmi. Nonostante lui lo negasse, nonostante tutta la loro famiglia lo negasse, io sapevo che la colpa era completamente mia. Se non mi fossi lanciata dalla scogliera, forse ci sarebbe stato Edward seduto accanto a me al posto di suo padre. Forse Carlisle avrebbe avuto ancora quel figlio, il suo primogenito. Ed Esme avrebbe avuto ancora il suo piccolino. E Alice, Jasper, Rosalie, Emmett, avrebbero avuto ancora il loro fratello. E invece ero entrata io nella loro vita, a sconvolgere tutto. E avevo portato solo distruzione con me.

Mi feci forza sulle braccia e mi alzai in piedi. Carlisle mi seguì a ruota, ma io lo fermai con una mano.

«No, Carlisle. Ho bisogno di stare sola…»

Nella mia testa c’era solo una pazza voglia di avere Edward accanto, il mio Edward. Nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto.

Corsi via, senza una direzione.

Lontano da tutto e da tutti.