Ciao
a tutti !!! Marty_ohba ritorna con un'altra fic per voi!
A quanto pare non riesco a fare a meno di scrivere MelloxNear, eh eh
…
L'idea mi è venuta in mente venerdì 5 Febbraio,
quando ha nevicato.
Passeggiavo con il mio blocco in mano (che tra l'altro si è
infradiciato XD).
Comunque vi avviso che non è assolutamente ai livelli delle
mie sempai,
che sappiamo tutti essere chi ;-)
Questa fic la dedico alle mie sempai Lady River Keehl e Teriel Donovan.
E naturalmente alla mia Lady Mello, che mi sopporta
sempre e mi sostiene quando vado fuori.
Grazie per tutto!! Baciotti al ciocco per te <3
Buona lettura e recensite !!!
Kisses!!
Susy
SNOWING
“Splendida
la neve, non trovi?
Così soffice, candida, intoccata.”
Cade a fiocchi grossi, imbiancando il cupo paesaggio invernale di
Winchester.
Nel giardino della Wammy's House stava seduto un ragazzino di circa
tredici anni, completamente vestito di nero.
I capelli color del grano gli accarezzavano delicati il viso arrossato
dal freddo, mentre gli occhi celesti fissavano incantati il panorama
innevato.
Sospirò, e il respiro gli uscì in una nuvoletta.
Si strinse nella maglia scura, sfregando le mani contro le maniche, nel
tentativo di scaldarsele. I piedi nudi si contrassero nella neve, ma il
ragazzo non si mosse. Continuò a fissare i fiocchi sopra la
sua testa.
Poi sorrise.
Il suo sorriso era
smagliante, caldo come il sole che incendia le nuvole, come il fuoco
che scioglie il ghiaccio, luminoso come la neve candida.
Rise in un eco di campane. Un suono dolce, rassicurante.
Il ragazzo si chiamava Mello.
Mello adorava guardare la
neve, e voleva anche viverla, non gli bastava osservarla dalle ampie
finestre dell'orfanotrofio.
Di norma, non si poteva uscire col cattivo tempo, ma Mello e le regole
vivevano su due pianeti diversi.
Per lui era un'occasione per riflettere. Riflettere su sé stesso, sui genitori che non lo avevano voluto, sui suoi amici, sul suo rivale...
A quel pensiero la sua
espressione si indurì, digrignò i denti e strinse
i pugni.
Il suo peggior nemico. Il numero uno alla Wammy's House, istituto che
istruiva successori del mitico L.
Near.
Come faceva quel nanetto
irritane ad eccellere in tutto, qualunque fosse la materia?
Così... infantile. Freddo. Calcolatore.
Esattamente il suo opposto.
Mello detestava ogni cosa
di lui: i suoi capelli canuti, i suoi occhi neri ed impassibili, il suo
modo di fare, il suo essere sempre e comunque
migliore di lui...
Era sbagliato. Lui, Mello, doveva essere il
primo, e non l'eterno secondo, come accadeva da anni.
Near.
No, non riusciva proprio a tollerarlo.
“E' inutile che continua a rimuginare, tanto non serve a nulla”.
Il ragazzo
tornò a concentrarsi sulla neve. Candida e intoccata. Fredda
e distaccata. Ma allo stesso tempo così affascinante...
Il respiro gli si mozzò in gola.
“Near...”
Si sentiva confuso.
Mancanza di cioccolata, senza dubbio.
Qualche attimo dopo il biondo scosse la testa e si diresse verso
l'istituto.
Appena entrato si scontrò con un ragazzo poco più alto di lui, dai capelli rossi.
<< Mello, amico, dov'eri? >>.
<< Lascia stare, Matt >>.
Quello lo guardò di sottecchi, ma lasciò correre.
<< Che ne dici se andiamo in sala comune con gli altri? E' da troppo che la situazione è calma, agitiamola un po' >>.
Mello ghignò.
<< Ottima idea >>.
Raggiunto il terzo piano
notarono una piccola figurina davanti alla finestra.
Il ragazzino stringeva a sé un peluche bianco e si
arricciava una ciocca di capelli con un dito chiaro e sottile.
Mello lo contemplò per qualche attimo, strizzando gli occhi.
Poi, quando lui e Matt fecero per andarsene, una voce bassa e apatica
li fermò.
<< Mello. Matt >>.
Il rosso ammiccò.
<< Near >>.
Il biondo lo ignorò e tirò dritto, ma venne fermato ancora. Alzò mentalmente gli occhi al cielo.
<< Ah, Mello? >>.
<< Che vuoi? >>.
<< Posso parlarti di una cosa, in privato? >>.
“Di … una … cosa?"
<< Ok. Tu vai, Matt. Dì agli altri che arrivo tra poco >>.
Near si diresse
lentamente verso l'aula più vicina e si fermò al
centro della stanza, il capo chino, una ciocca di capelli candidi
ancora stretta tra le dita.
Mello sbuffò.
<< Allora, che vuoi? >>.
<< Che ci facevi là fuori? >>.
La domanda prese Mello in contropiede.
<< Eh? >>.
<< Prima. Te ne stavi seduto sotto la quercia >>.
<< Che ti importa? >>.
<< E' contro le regole >>.
Il biondo sentì montare la rabbia e l'adrenalina entrare in circolo.
<< Sai quanto me ne importa >>.
<< Avrai problemi con Roger. Ti caccerà via >>.
Mello sbuffò.
<< Rinunci al tuo posto, dunque? >>.
Ecco, ora sì che era infuriato.
<< Rinuncio al mio posto, dici?! >>.
Il biondo si avvicinò pericolosamente all'altro e lo afferrò per il bavero.
<< Sarai tu a dover rinunciare!! Non mi piegherò ad una nanetto irritante!! Lo sappiamo entrambi che io sono il migliore... >>.
<< No >>.
Mello si immoblilizzò.
<< No? >>.
<< No. La tua impulsività sarà la tua rovina >>.
“La mia... mmh … ora ti faccio vedere io chi è il migliore...”
Istintivamente, Mello posò un bacio violento sulle labbra di Near, che ansimò e cercò con tutte le sue forze di spingerlo via, ma senza riuscirci: il biondo era troppo forte.
Mello l'aveva fatto
solamente per umiliarlo, ma nel preciso istante del contatto, la sua
rabbia era svanita, sostituita da ben altre sensazioni...
Poter assaporare e godere del sapore di quelle labbra morbide ed
intoccate come la neve lo stava mandando su di giri. Non si era nemmeno
accorto che l'altro stava cercando di spingerlo via. Era sconvolto da
quelle sensazioni che lo stavano soggiogando e affondò in
quei soffici capelli bianchi, attirandolo a sé e
stringendolo forte.
Quando Mello chiese accesso alla sua bocca, però, Near lo morse. Il biondo si ritirò di scatto.
<< MA CHE COSA FAI?! >>.
Near non rispose. Non lo stava neanche guardando in faccia. Aveva le guance arrossate ed il respiro accelerato.
<< Guardami >>, gli ordinò Mello. Quello non si mosse.
<< GUARDAMI! >>.
Il biondo allora lo afferrò, tenendogli le mani sulle spalle e inchiodandolo con i suoi occhi celesti, in quel momento lampeggianti. Nonostante ciò, Near continuò a tacere, per poi rivolgergli un'altra domanda.
<< Perché l'hai fatto? >>.
Mello ghignò. << Non è ovvio? >>.
Ora sul volto di Near non
c'era più la maschera di indifferenza, ma un'espressione
confusa ed imbarazzata.
<< Ah ah, ma non mi dire>>, rise beffardo
l'altro <erede di L, che non si sa dare una
risposta? >>.
Near avvampò, Mello ghignò.
<< Non dirmi che... non ti è piaciuto... >>.
Il biondo si avvicinò all'albino, che indietreggiò, fino a scontrarsi contro la cattedra. Mello ghignò di nuovo, poi gli cinse la vita sottile con le braccia.
<< Non mi puoi scappare >>.
Il compagno tacque.
<< Avanti, rispondi >>.
Near rispose in un sussurro: << No... >>.
La rabbia si impossessò di nuovo di Mello, che infuriato, reagì esattamente come poco prima. Le loro labbra si unirono per la seconda volta, ma Near non oppose resistenza e si lasciò stringere dal suo rivale che, accortosi della concessione, infilò una mano sotto la camicia dell'albino, sul suo petto.
Il battito accelerato di Near fu per Mello una scarica elettrica e, preso da un'eccitazione incontrollabile e sconosciuta, lo sollevò, sorprendendosi di quanto fosse leggero e facendolo stendere sulla cattedra.
Gli tolse velocemente la
camicia, per poi restare a petto nudo a sua volta. Le sue labbra
scesero sul collo e poi sul petto. Near ansimava.
L'altro allora si sdraiò addosso all'albino e, senza fare
troppi complimenti, infilò una mano nei suoi boxer,
stringendo piano.
Near, sorpreso, ansimò più forte. Il biondo lo fissò con gli occhi languidi, per poi chiudergli nuovamente la bocca con la propria.
Piacere. Solo piacere. Non provavano nient'altro. In preda all'entusiasmo, i ragazzi finirono di spogliarsi senza quasi rendersene conto.
Prima di passare alla
fase successiva, però, Mello si fermò per
guardare nuovamente Near negli occhi, e quello che vide lo sconvolse:
non c'era altro che desiderio.
Allora l'albino allacciò le proprie gambe al busto del
biondo e affondò le mani nei suoi capelli morbidi. Quindi
Mello spinse, insinuandosi lentamente dentro di lui.
Near gemette, ma prima che Mello potesse urlare più forte,
gli sigillò la bocca, intrattenedo la sua lingua in una
danza senza fine.
Fuori nevicava più forte. C'era una vera e propria bufera. I
fiocchi candidi vorticavano nel vento violento, abbattendosi
silenziosamente contro l'edificio.
Mello: impulsivo, irruento, orgoglioso.
Non riusciva a credere a ciò che stava facendo e ancor meno alle sensazioni che provava. Sapeva che non gli importava niente, voleva solo che quel momento durasse in eterno.
Near: freddo, distaccato, razionale.
Per la prima volta agiva senza seguire il cervello e non sapeva perché. L'unica cosa che gli era chiara era che Mello non si comportava così per vendetta, e la cosa lo sconvolgeva. Non era assolutamente possibile che provasse qualcosa per lui...
<< Allora? Vi stanno aspettando tutti a ce- …
>>.
Matt si bloccò
di colpo. La scena che gli si era parata davanti era sconvolgente,
incredibile.
Near sussultò. Mello ringhiò.
<< Matt. Che DIAVOLO ci fai qui?! >>.
Il rosso indicò col pollice la porta alle sue spalle.
<< A cena... >>, ma si interruppe appena vide lo sguardo infuriato dell'amico.
<< Credo sia meglio che me ne vada... >>. Il biondo annuì bruscamente e seguì con lo sguardo Matt finché non fu uscito.
Poi riportò l'attenzione sull'albino, che lo guardava serio, anche se il viso era un po' più colorito del solito.
<< E' meglio che vada >>, disse nel suo solito tono apatico.
Il cuore di Mello accelerò in modo anormale.
<< No. Ti prego >>.
Near lo scrutò attentamente. << Ormai l'idillio è finito >>.
Il biondo non si mosse.
<< Spostati, per favore >>.
Il ragazzo
esitò un attimo, poi si scostò per lasciarlo
passare. L'albino si rivestì in fretta. Poi, senza degnarlo
di uno sguardo uscì.
Mello era pietrificato. Non sapeva cosa pensare.
Il vento, sempre più forte, spalancò la finestra e si abbatté addosso al ragazzo, che rabbrividì. Dopo qualche istante si riscosse, afferrò la maglia e uscì dall'aula.
<< Mello, ma cosa hai fatto?! >>. Matt era
davvero sconvolto.
Il biondo sbuffò. << Calmati, Matt. L'ho fatto solo per umiliarlo >>.
Quello rifletté per qualche secondo, poi puntò i suoi occhi verdi in quelli dell'amico.
<< Non c'era nessuno, non ha senso >>.
<< Senti, Matt, non lo so. All'inizio era davvero così. Volevo vedere se fosse in grado di provare qualcosa >>.
Matt sorrise. << Dovresti esserci riuscito, allora >>.
Mello ghignò. << Grazie, Matt. Sei davvero un amico >>.
Il rosso ammiccò. << Forza, ora! Andiamo a cena, che sto morendo di fame! >>.
Dopo cena i due ragazzi si salutarono e Mello si sedette sul proprio letto, appoggiando la schiena contro la parete accanto alla finestra, stringendosi le gambe al petto.
Nevicava ancora. Mentre scrutava il giardino scorse una figura sotto la vecchia quercia.
Incuriosito, facendo attenzione ad essere quanto più silenzioso possibile, uscì in punta di piedi dall'istituto e si diresse verso l'albero secolare.
Riconosciuta la figura ai piedi della quercia esitò, ma solo per un istante.
<< Ciao, Near>>.
Quello sobbalzò. Il biondo notò che aveva le guance arrossate. Troppo colorate per essere solo effetto del freddo.
<< Mello! >>.
Il ragazzo si sedette accanto al piccolo.
<< Cosa ci fai qui? >>.
<< Rifletto >>.
<< Mmh... >>.
<< Su quello che è successo oggi >>.
Il biondo gli cinse le spalle con un braccio e gli baciò la fronte. Near tremò.
<< Sssh... non preoccuparti. Dimentichiamoci tutto >>.
L'albino lo guardò.
<< Ma... >>.
Mello gli posò un dito sulle labbra.
<< Basta. Non voglio sentire altro >>.
Near lo scrutò.
<< Sei molto più maturo di quanto pensassi, Mello. Ho sbagliato a giudicarti, ma... >>.
Mello restituì l'occhiata, curioso. Near deglutì, respirò profondamente, poi continuò.
<< Ma io credo di provare qualcosa per te >>.
Il biondo sgranò gli occhi.
<< Cosa?! >>.
L'albino abbassò lo sguardo.
<< Quel.. quel bacio... e poi... beh… non mi ero mai sentito così... >>.
Arrossì e tacque. Mello lo fissò ancora per qualche secondo, poi parlò.
<< Near. Guardami >>.
Il ragazzino non si mosse. Allora il biondo gli posò un dito sotto il mento, sollevandogli la testa per poterlo guardare in quegli occhi scuri come la notte.
<< Anch'io ho sentito quello che hai sentito tu >>.
<< Ma allora... >>.
<< No. Non deve più accadere. Il nostro destino è essere rivali >>.
Near fece per ribattere, ma sapeva che non lo avrebbe convinto.
<< Mi starai vicino almeno un po'? >>.
Mello sgranò gli occhi. Non si aspettava una richiesta del genere. Lo sguardo di Near parlava chiaro: voleva un sì come risposta.
La neve cadeva a fiocchi più piccoli. Il vento si era placato.
Infine rispose.
<< Sì. Certo che sì >>.
L'albino sorrise e Mello gli posò un leggero bacio sulle labbra.
<< Grazie >>.
<< Di niente >>.
Il biondo strinse teneramente l'altro, che gli si accoccolò addosso, posando un orecchio sul petto del ciocco-dipendente, ascoltando il suo cuore e godendo del suo dolce profumo.
“Splendida la neve, non trovi?
Così soffice, candida, intoccata.”
THE END